C'era una volta, in una terra lontana ed esotica, un villaggio di persone buone e felici, che spesso festeggiavano facendo grandi banchetti speziati, ballavano e suonavano, per poi dormire sotto le stelle.
La loro esistenza era spensierata e in armonia con la natura, almeno finché non iniziarono a notare la scomparsa del cibo e di alcuni oggetti.
All'improvviso il materiale di smaterializzava, facendo rimare allibiti i presenti.
Si pensò che ci fossero dei ladri, così le persone si accusavano a vicenda per inimicizie minori...ma nessuno risultava essere responsabile.
Allora gli anziani ipotizzarono che fossero gli dei a punirli e furono praticati tutti i riti conosciuti e persi per ingraziarsi i celesti.
Ma neanche quello fece cessare lo strano fenomeno.
La svolta avvenne quando dei bambini riuscirono a intravedere delle figure sfuggenti e agilissime.
"Le scimmie! Le scimmie!" Urlavano i piccoli per il villaggio, ma nessuno gli crebbe e le madri raccontarono la favola del "grido al lupo".
Toccò agli anziani, che testimoniarono di aver riconosciuto le orme e i segni del loro passaggio; ma vennero chiamati "degradati" e con "i sensi affaticati dalla vita", gli venne tolto ogni credito e ne fu scordata la saggezza.
Poi furono le tessitrici, a notare i peli degli animali e le loro ombre scaltre.
"Le scimmie! Le scimmie!" Esclamarono le madri, ma furono chiamate isteriche.
Infine dei cacciatori intrappolarono una delle creature birbanti e tutti dovettero riconoscere l'identità dei ladri.
Purtroppo, gli uomini orgogliosi, stentarono a scusarsi per le accuse infondate che avevano lanciato, ma i bambini non avevano dimenticato la diffidenza del villaggio e si ribellarono.
Poiché nessuno dei piccoli aiutava in casa, lavorava o era ben disposto, i grandi si sentirono costretti a riconoscerne il merito.
Quando gli anziani videro i propri figli scusarsi con i piccoli, misero il broncio per essere stati dimenticati e si rifiutarono di trasmettere le antiche conoscente a coloro che non sapevano ascoltare.
Gli adulti, quindi, si prostrarono a loro con il massimo del rispetto e gli porsero doni per rimediare alla propria arroganza.
Le donne, vendendo gli anziani e i bambini esporsi così, fecero trionfare l'orgoglio e si opposero ai mariti, che ritrovatisi con la casa e la famiglia sfatte, le pregarono di tornare a contribuire nel villaggio.

Da quella nefasta vicenda, le persone impararono l'importanza del ruolo di ognuno e fu redatta una legge, che tutt'oggi capeggia nel centro della piazza.
Essa dichiarava che ognuno, col proprio compito e le proprie capacità, era essenziale per la collettività, che ognuno fosse onesto fino a prova contraria e visto che tutto il villaggio cresceva il singolo, allora esso avrebbe avuto la fiducia di tutta la sua famiglia fintanto che avesse dato prova di meritarla.

Poste queste regole, furono dimenticati i dissapori e l'armonia tornò sovrana.