c h a p t e r - s i x t e e n
Froy's Pov
Era mattina presto quando mi svegliai, infatti voltandomi verso l'orologio digitale, presente sul comodino, notai che segnava le sei e trentatré. Sbuffai chiudendo gli occhi e provando a riprendere sonno, ma non ci riuscivo, non sapendo neanche il perché, ma sotto sotto lo sapevo. Sospirai e mi alzai dal letto, venendo a contatto col pavimento freddo una scarica di brividi attraversarono la mia spina dorsale, non faceva freddo, affatto, ma io ero il solito idiota che non possedeva delle ciabatte.
Mi passai una mano fra i capelli, mentre mi incamminavo verso la cucina per prepararmi la colazione, ancora mi dovevo abituare all'assenza di mia madre, visto che stupidamente avevo deciso di prendermi un appartamento, in cui vivere solo soletto. Non avevo avuto ancora il tempo per arredarlo, perciò rimaneva piuttosto spoglio e simile ad una prigione, non che mi importasse più di tanto. Mi preparai una bella tazza di caffe e mentre aspettavo che il liquido nero scendesse nel bicchiere, controllai le notifiche. Nessun messaggio da parte di Chloe, ci rimasi male, ma alla fine erano solo le sei e mezza del mattino, quale malato di mente è sveglio a questo? Solo io. Afferrai la tazza, facendo scivolare il cellulare nella tasca della mia tuta grigia, mentre mi sedevo sullo sgabello della cucina e riflettevo sul senso della vita. Infatti i miei pensieri andarono a finire sulla piccola Posey in pochissimo tempo. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma quando parlavo con lei mi sentivo così bene, come se stessi sfiorando il cielo con un dito, per non parlare di quando l'avevo vista la prima volta: ero rimasto senza parole, era quel tipo di bellezza che non vedi tutti i giorni, ma che quando la noti ti lascia senza parole, non si era ricoperta di trucco per apparire così bella e non aveva indossato vestiti provocanti. Ma in quella gonna e in quel top mi aveva fatto avere un capogiro. Senza neanche accorgermene stavo sorridendo da solo come un idiota, quale ero. Mi alzai, provando a distrarmi e poggiai la tazza nel lavello. Pensai che farmi una doccia fosse una cosa saggia, giusto per schiarirmi le idee, sebbene ce le avessi già abbastanza chiare: volevo Chloe e non in quel senso, volevo passare le giornate intere con lei, volevo vederla ridere, sorridere e scherzare. Non ero innamorato, ew, ma sapevo di star iniziando a farmela piacere. Chiusi il getto d'acqua dopo una decina di minuti e ne impiegai altri trenta a prepararmi. Controllai di nuovo l'orologio ed erano solamente le sette e mezza, le riprese sarebbero iniziate alle dieci, quindi mi restavano ancora alcune ore per fare qualcosa. Un'idea mi balenò in mente ed afferrai le mie Converse bianche per poi uscire fuori di casa, veloce come un razzo, come se non avessi abbastanza tempo a disposizione. Ovviamente da bravo imbecille quale ero, dovetti rientrare in casa per prendere le chiavi della mia auto, perché se potessi mi dimenticherei anche di mettermi le mutande. Dopo averle afferrate ed aver fatto mente locale, provando a ricordarmi se mi fossi dimenticato di qualcosa, uscii dirigendomi verso la mia auto, diretto verso il fioraio. Volevo fare qualcosa di carino per Chloe, magari con questi piccoli gesti sarei riuscito a conquistarla, nonostante il mio essere stupido. Appena entrai l'odore di fiori mi inebriò le narici, come se non fosse abbastanza ovvio, subito una donna sulla sessantina mi si affiancò, per un attimo pensai mi volesse molestare, ma poi notai il camice bianco e capii che doveva essere una dipendente o la proprietaria.
-Salve giovanotto, cosa desidera?- aveva detto con una voce abbastanza bassa che metteva in dubbio la mia virilità. Lasciando da parte i miei sciocchi pensieri, visto che quella mattina mi ero svegliato più cretino del solito, mi accarezzai il mento come se dovessi pensare a chissà cosa di profondo, quando dovevo semplicemente comprare un mazzo di fiori.
-Dovrei fare un regalo ad una persona e pensavo che dei fiori potessero essere il regalo perfetto.- dissi infilando le mani nelle tasche, essendomi reso abbastanza ridicolo. La donna annuì convinta, facendomi segno di seguirla. Adesso mi porta in uno stanzino e mi mette dei fiori in tutti i miei orifizi. Ma perché riuscivo sempre a pensare alle cose più inutili e stupide del mondo? Mi resi conto di star parlando da solo, quando la signora si fermò indicandomi una lunga fila di fiori di tutti i tipi, sgranai gli occhi, sapendo che ci avrei impiegato un'eternità e mezzo per sceglierne almeno tre tipi.
-Sai che tipo di fiore le piacciono?- mi chiese sorridendomi, mi morsi il labbro in imbarazzo. Ero venuto dal fioraio senza neanche sapere il suo fiore preferito e nemmeno se le piacessero, certo che dovrebbero farmi una statua in bronzo. Ridacchiando la signora iniziò a camminare lungo la corsia, per poi afferrare dei fiori, che Dio solo sa il nome. Confuso più che mai, la seguii scettico, sperando che le potessero piacere.
-Credo che vadano bene per una ragazza della tua età.- disse mostrandomi i quattro tipi di fiori, avevo riconosciuto le margherite e i tulipani, gli altri due potevano essere anche edere velenose ed io non me ne sarei accorto. Io annuii poco convinto per poi dirigerci verso la cassa, dove avrei pagato il tutto. La donna iniziò ad impacchettare o comunque a fare quello che si fa con un mazzo di fiori, nastri, nastrini, reti colorate, forbici, spaghi, manco fosse il regalo per la regina Elisabetta II.
-Sono dodici dollari e novanta.—disse mentre le allungavo la banconota— Spero che le piacciano, erano i miei fiori preferiti quando avevo diciotto anni.- ridacchiò dandomi il resto, le sorrisi cordiale per poi salutare ed uscire. Non sapevo che con il passare degli anni una persona potesse cambiare fiore preferito, magari c'è gente che lo cambia come cambia le mutande, ma considerando che alcuni individui non si cambiano neanche quelle...
Scacciai via quei pensieri, mentre accendevo la mia auto e guardavo l'orario sul mio cellulare, potevo andare al programma 'Io e la mia ossessione'. Segnava le otto e un quarto, Gesù santo ma questo tempo non passa più? Sbuffai ed inizia a girare a vanvera per il quartiere, sprecando solamente benzina ed inquinando il pianeta.
Il tempo passò sempre lentamente ed io non sapevo seriamente cosa fare, quando finalmente si fecero le nove e trenta iniziai a guidare verso il set che distava circa mezz'ora da dove mi trovavo. Accesi la radio ed ascoltai le canzoni del momento, mentre adagiavo i miei RayBan neri sul ponte del naso. Era tutto così caldo, forse che eravamo in pieno luglio.
Alla fine riuscii ad arrivare a destinazione senza accoppare o ammazzare nessuno, non seppi neanche io come, e scesi rapidamente. Neanche quando andavo ancora a liceo ero così svelto ad uscire dall'auto, non perché avessi una grande voglia di andare dentro quel buco di stronzi, ma perché ero costantemente e perennemente in ritardo, strano no?
Il sole mi sbatté in faccia, come uno di quegli schiaffi che mia madre mi rifilava da ragazzo, ma che ancora oggi continuava a darmi. Mi accarezzai la guancia destra, sentendo quasi quel dolore famigliare. Venni distratto da una mano che si adagiò sulla mia spalla e mi voltai, incrociando i due occhioni verdi di Holland che sorridevano.
-Ciao Froy, credo tu ti stia dimenticando di qualcosa?- disse pressando tra loro le labbra rosee ed alzandomi entrambe le sopracciglia come se fosse qualcosa di ovvio, beh in effetti aveva ragione. Mi sbattei una mano in fronte e poi afferrai le chiavi della macchina, premendo il pulsante per chiuderla. Certo volte riuscivo ad essere proprio un imbranato, le sorrisi ringraziandola, ma dal suo volto capii che c'era qualcosa che non andava.
-I fiori, Froy, i fiori.- disse scuotendo il capo presa dallo sconforto. Oh cazzo, sono proprio rincitrullito! Corsi a prenderli, sapendo che sotto quel sole cocente si sarebbero essiccati e poi non ci avrei potuto fare un bel niente. Col mazzo tra le mani e il cuore in gola, ci incamminammo verso il set, dove avevano iniziato ad arrivare alcune persone. Avevo così tanta ansia che a confronto un test a sorpresa accompagna solo. Mi morsi le labbra, non scorgendo l'esile figura di Chloe.
-Eccola lì. Vai a prendertela, uomo!- esclamò Holland facendomi voltare verso la diretta interessata, che oggi indossava dei skinny jeans neri totalmente strappati ed uno dei suoi crop-top chiari. Sorrisi, notando quanto riuscisse ad essere bella, anche quando erano solo le dieci di mattina. Io probabilmente sembravo solo un maniaco sessuale con quei capelli sparati. Presi un grosso sospiro e mi incamminai, andando incontro alla mia morte...
Spazio Me!
Holaaa! Sempre in ritardo ovviamente. Ho voluto far apparire Froy un po' come un idiota, per rendere la storia più divertente. Mi farebbe piacere sapere la vostra riguardo a ciò.
Commentate e lasciate una stellina per farmelo sapere pleasee
Byee
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