CAPITOLO 4 - 🔞 - OFFERTE PER I KAMI
⚠️ ATTENZIONE ⚠️
🔞 capitolo adatto a un pubblico adulto 🔞
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La discesa verso il Santuario si rivelò più semplice del previsto. Nonostante le temperature rigide e il vento che soffiava piuttosto tenace, riuscirono a raggiungere il Santuario nell'arco di un paio d'ore da quando Tadashi li aveva lasciati in cima al monte Kumano.
Stavano sganciando le tavole davanti alla porta massiccia del Santuario quando Carla diede l'annuncio.
"Il servizio meteorologico ha appena diramato un'allerta. È prevista una tempesta di neve che si scatenerà nell'arco di un'ora. Suggeriscono di trovare un luogo chiuso e restare al riparo fino a che non sarà terminata."
"Ma non è possibile! Il tempo è bellissimo!" obiettò Reki incredulo.
In effetti il sole brillava alto nel cielo, a tratti si nascondeva dietro le nuvole che si rincorrevano veloci, per poi tornare a brillare più forte di prima. Nulla faceva pensare che la previsione di Carla potesse essere esatta.
"Se lo dice Carla dobbiamo fidarci." gli rispose Kaoru.
"Il tempo in montagna cambia davvero molto rapidamente." aggiunse Langa "Meno male che almeno abbiamo fatto in tempo ad arrivare fino a qui."
"Vorrà dire che chiederemo ospitalità al Kannushi* fino a che la tempesta non sarà passata." concluse Shindo mentre picchiava con forza il battente del Santuario.
[* Il Sacerdote che si occupa di gestire un Santuario viene chiamato Kannushi]
Una giovane Miko* aprì dopo qualche minuto e li fece accomodare nel cortile del Santuario.
[* Le assistenti dei Kannushi sono chiamate Miko]
Come da tradizione, li accompagnò subito al Temizuya, una piccola struttura adiacente all'ingresso dove si trovava la vasca in pietra e i mestoli in legno da utilizzare per eseguire il rito di purificazione. Una volta terminato, i quattro seguirono la Miko sfregandosi con forza le mani a causa dell'acqua gelida con cui avevano eseguito il rito.
"Accomodatevi e pregate il nostro Kami*, intanto che annuncio il vostro arrivo al Kannushi."
[* I Kami sono le divinità della religione shintoista]
La Miko scomparve da una porta laterale, la tradizionale gonna rossa che strusciava contro il pavimento di pietra grezza seguendo i suoi piccoli passi svelti; i quattro rimasero soli nella Honden, la sala principale del Santuario.
Era spoglia e austera, le pareti laterali della sala erano di legno grezzo e, solo da un lato, due piccole finestre mostravano la vallata dietro ad un mosaico di vetri opachi e ingialliti dal tempo. O meglio, avrebbero mostrato la vallata se non fosse stata celata dalla neve che aveva iniziato a cadere copiosa, proprio come aveva detto Carla.
Piccoli sbuffi di condensa uscivano dalle loro labbra, l'unica fonte di calore erano due grossi bracieri posizionati ai lati della stanza, accanto ai quali erano stati distesi diversi tappeti di pelliccia.
Una cassa di legno massiccio con diversi intarsi sul suo coperchio attirò la loro attenzione; si trovava a ridosso della parete di fondo, in una nicchia che era stata scavata nella pietra scura della montagna e recava una fessura sulla sommità. La cassa era circondata da diverse candele votive, la cui luce fievole e tremolante non riusciva comunque a dissipare le tenebre della stanza.
Ainosuke si avvicinò e fece scivolare nella fessura alcune banconote fruscianti rivolgendo mentalmente una preghiera ai Kami per la buona riuscita della missione. Quindi si guardò in giro con sguardo annoiato. Non era un uomo paziente, dover attendere di essere ricevuto dal Kannushi non faceva per lui.
"Brrrrr si gela qui dentro! Mi sembra che faccia più freddo qui che fuori."
Reki si sfregava le braccia con forza nonostante la pesante giacca a vento che indossava e Langa dovette fare uno sforzo sovrumano per non abbracciarlo e condividere con lui il calore del suo corpo ancora una volta. Ma non sapeva davvero come comportarsi davanti agli altri.
La sera prima erano crollati addormentati, esausti e felici come mai nella loro vita; non avevano discusso i dettagli di come comportarsi il giorno successivo, né avevano avuto modo di farlo la mattina quando Kaoru aveva bussato con violenza alla loro porta strappandoli dalle braccia di Morfeo (oltre che l'uno dalle braccia dell'altro). Si erano vestiti in fretta e furia senza nemmeno avere il coraggio di guardarsi negli occhi ed erano scesi senza fare colazione per raggiungere Adam e Cherry che li aspettavano con impazienza.
"La temperatura della sala è di 3 gradi centigradi, mentre fuori è in calo costante da quando ha iniziato a nevicare. Ha appena raggiunto i 5 gradi sottozero."
"Grazie Carla..." mormorò Langa, sentendosi anche un po' stupido nel rivolgersi al dispositivo allacciato al polso di Kaoru. L'AI-watch (ossia Carla in versione wearable, visto che la tavola era rimasta fuori) brillava nella penombra di una luce viola pulsante, confermando come l'incredibile AI che Kaoru aveva creato fosse sempre presente ovunque andassero.
"Allora sarà questa sala che mette i brividi..." mormorò ancora Reki sedendosi sulla pelliccia più vicina a uno dei due bracieri e avvicinando le mani per scaldarle.
"Meglio mettersi comodi. Ho idea che dovremo stare qui per un po'..." si arrese Ainosuke prima di sedersi a sua volta su una delle soffici pellicce accanto all'altro braciere.
Kaoru si accucciò accanto a Shindo mostrandogli qualcosa sul suo AI-watch, mentre Langa raggiunse Reki e si lascò cadere anche lui accanto al braciere.
"Tutto ok?" gli chiese.
"Sì, sì, a parte il freddo..." rispose Reki sfregandosi ancora le mani.
Langa le prese tra le sue e le frizionò con forza. Le dita di Reki erano davvero gelide, ma bastò lasciarle per qualche minuto tra quelle lunghe e affusolate di Langa affinché recuperassero calore e sensibilità. Reki sospirò di piacere, gettando poi uno sguardo imbarazzato verso Ainosuke e Kaoru che però continuavano a discutere fitti fitti di qualcosa, senza prestare minimamente attenzione ai due ragazzi più giovani.
"Ti dispiace se ti tengo le mani?" mormorò Langa abbassando la voce.
"Ovviamente no, visto che me le scaldi." si affrettò a dire sogghignando, e poi aggiunse più serio "No, davvero, non mi dispiace. Non voglio più nascondermi, se qualcuno ha problemi con questo – sollevò le loro mani intrecciate – sono problemi suoi." concluse gonfiando un po' il petto.
Langa gli sorrise con tenerezza, il coraggio che Reki si stava sforzando di ostentare gli scaldava il cuore. Sapeva che fare coming out per un ragazzo giapponese era una grande prova di coraggio. Lui era cresciuto in Canada, ma sua madre era giapponese ed era ben consapevole di quanto la società nipponica fosse repressiva nei confronti dell'omosessualità rispetto a quella canadese. E lo aveva visto attorno a lui ogni giorno da quando si era trasferito in Giappone; per quanto alla 'S' frequentasse persone coraggiose, che avevano trovato modo di affermare la loro diversità, di qualunque tipo e genere si trattasse, condividendola con altre persone accumunate dalle stesse passioni, era pur sempre uno sfogo clandestino alla rigidità con la quale si trovavano a scontrarsi quotidianamente. Anche Cherry, Joe e Adam non facevano eccezione, utilizzando identità segrete per non compromettere la loro posizione rispettabile nella società.
Dopo una decina di minuti la Miko rientrò nella sala. Shindo camminava nervoso avanti e indietro in mezzo alla stanza e si fermò di colpo.
"Il Kannushi vi manda a dire che la tempesta di neve non è un buon auspicio per il vostro arrivo. Vi prega gentilmente di accettare la sua ospitalità, vi riceverà non appena la tempesta sarà cessata. Se volete seguirmi, vi mostro le vostre stanze."
Kaoru fu rapido nell'intervenire, posò con decisione la mano sul braccio di Shindo che stava già precipitandosi verso la povera Miko come una furia, e si premurò di rispondere lui stesso.
"Riferite al Kannushi che accettiamo la sua ospitalità con gratitudine." accompagnò la frase con un inchino aggraziato, del tutto a suo agio con l'etichetta anche dentro la sua tuta da snowboard.
"Ma quanto dovremo restare in questo posto?" chiese Reki che cominciava a provare un po' di apprensione, oltre al freddo.
"Se la tempesta non smette, anche fino a domani." mormorò Kaoru "Meglio mettersi il cuore in pace e accettare l'ospitalità del Kannushi. Approfittatene per riposarvi prima della discesa fino a valle."
La Miko li accompagnò verso alcune cellette a cui si accedeva direttamente dalla Honden, probabilmente adibite apposta allo scopo di accogliere gli ospiti in attesa che venissero ricevuti dal Kannushi.
Ainosuke entrò nella prima stanza sbattendo la porta alle sue spalle, ma se la Miko se la fosse presa in qualche modo, non lo diede a vedere. Kaoru ringraziò ancora la ragazza ed entrò nella seconda stanza, mentre Reki e Langa entrarono nella terza.
Era una cella stretta e lunga, arredata solo con diverse pellicce ammonticchiate a terra accanto a un piccolo braciere. Un cesto con della frutta secca e una coppa con dell'acqua, erano posizionati sotto la finestra, evidentemente come gesto di riguardo per gli ospiti.
Reki si precipitò subito alla frutta, avevano mangiato solo una barretta di cioccolato in elicottero ed erano entrambi affamati. Seduti sulle pelli in mezzo alla stanza, cominciarono a masticare piano la frutta secca mentre osservavano la tempesta di neve che ancora infuriava fuori dai vetri. La luce era fioca nonostante fosse solo tarda mattinata, il vento ululava il suo lamento facendo scricchiolare leggermente le vecchie finestre appannate e rendendo l'atmosfera davvero inquietante.
Reki si guardò attorno con sospetto, ricordava ancora l'esperienza dell'anno precedente quando erano andati in visita alle isole Kerama tutti quanti insieme, e non ci teneva certo a ripetere l'esperienza dei "mostri di fango". Anche se quantomeno gli 'Snow Monster' non sarebbero stati così maleodoranti...
Quando ebbe finito di mangiare la frutta, Reki gattonò verso la finestra per guardare meglio fuori ma non si riusciva a scorgere nulla oltre la grigia coltre di neve.
Con l'indice disegnò un cuore in uno dei riquadri di vetro appannato e si voltò verso Langa con un sorriso luminoso. Langa rispose al sorriso e lo raggiunse, disegnando una L e una R in altri due riquadri.
Reki allora disegnò il simbolo dell'infinito nel riquadro centrale e si volse verso Langa sorridendo ancora.
"Potremmo giocare a tris per ingannare il tempo..." mormorò Langa. Il suo sguardo era intenso e morbido mentre scorreva lungo il viso di Reki nella luce fioca che proveniva dalla finestra.
"Oppure potremmo sdraiarci sotto quelle pellicce e riposarci un po' come ha suggerito Kaoru." aggiunse, la voce più bassa e vibrante.
A quel riferimento Reki sbadigliò sonoramente "In effetti, non è che la notte scorsa abbiamo dormito granché..." mormorò arrossendo ancora al pensiero della notte precedente.
"E di chi è la colpa?" ribatté Langa cominciando ad ammonticchiare le pellicce.
"Ma se eri tu che non la smettevi di baciarmi! Sono un uomo debole..." ammise Reki abbassando timidamente lo sguardo.
A dispetto delle sue stesse parole di poco prima, non si sentiva ancora completamente a suo agio con la nuova situazione tra loro due. Anche senza la presenza di altre persone, si sentiva un po' impacciato, intimidito dalla potenza dei suoi sentimenti e del bisogno che sentiva continuamente di toccare Langa, di baciarlo, di abbracciarlo; perchè quel bisogno si scontrava ogni volta con oltre diciotto anni di educazione e preconcetti. Era difficile scardinare quelle abitudini inconsce, ma era sicuro che con l'aiuto di Langa in breve tempo sarebbe riuscito a sentirsi sereno e in pace con sé stesso.
Si accoccolarono sotto una pesante pelliccia candida, probabilmente appartenuta a un orso o un animale di taglia sufficientemente grande da coprirli entrambi.
Langa gli sorrise languido e prese le mani di Reki ancora fredde tra le sue. Raggomitolati uno verso l'altro in posizione fetale, restarono così per qualche minuto, senza il bisogno di dire o fare nulla se non perdersi l'uno negli occhi dell'altro.
"Langa, io..." esordì Reki dopo un po' "Ieri non abbiamo avuto modo di parlare molto..."
"Non mi sembrava che ti dispiacesse..." rispose Langa in un sussurro mentre sorrideva ammiccante.
"No! Sì. Cioè, no non mi dispiace quello che abbiamo fatto ieri. Anzi. Ma volevo anche dirti delle cose." disse arrossendo un po'.
"Eccomi. Sono qui. Dimmi tutto quello che vuoi, ti ascolto." mormorò.
"Io... oh, insomma, che cazzo!"
L'imbarazzo di Reki era adorabile, il volto arrossato di una sfumatura sempre più simile a quella dei suoi capelli e gli occhi che saltavano alternativamente dagli occhi di Langa alle sue labbra.
"Tu sei bellissimo, Langa. E io sono innamorato pazzo di te. Ecco. L'ho detto!" Reki strizzò gli occhi in preda all'imbarazzo, ma si rese conto in un istante che dire ad alta voce quello che provava era invece una liberazione. Evidentemente ci stava prendendo gusto perché subito li riaprì e continuò "Ti amo da un sacco di tempo. Non so come ho fatto a resistere fino ad ora. Ogni volta che ti sfioravo sentivo come una scossa, avevo bisogno di toccarti di più, di baciarti, di guardarti."
Reki prese fiato, ma il sorriso di Langa lo incoraggiò a proseguire.
"Non mi stancherò mai di guardarti." sussurrò ancora "Sei davvero la cosa più bella che io abbia mai visto."
Allungò la mano al volto di Langa e infilò con delicatezza dietro al suo orecchio una ciocca che era scivolata avanti, per poi sfiorare la sua guancia col dorso della mano.
Langa continuava a sorridere. La dichiarazione di Reki era troppo tenera e sapere quanto dovesse essergli costato ammettere i suoi sentimenti ad alta voce, la rendeva ancora più preziosa.
"Anche tu sei bellissimo Reki, provo le stesse identiche cose che provi tu. Il bisogno di toccarti, di baciarti, di sfiorarti, sempre, mi fa stare male."
Fu la volta di Langa di allungare una mano al volto di Reki. Lo accarezzò con delicatezza mentre Reki chiudeva gli occhi e inseguiva il tocco come un gatto coccoloso. Langa indugiò ancora un istante sulla guancia e poi scese lentamente lungo il collo, il tocco delicato dei suoi polpastrelli che lasciava scie roventi sulla pelle di Reki.
Reki si lasciò sfuggire un sospiro al tocco di Langa sulla clavicola, la mano che cercava di infilarsi con scarso successo nel pile a collo alto che indossava.
"Sei troppo vestito per i miei gusti..." mormorò, la voce bassa e roca dal desiderio, inasprita da una punta di frustrazione. Perché era bastato sfiorare la pelle liscia di Reki affinché nel suo ventre si riaccendesse il bisogno di lui. La notte passata a darsi piacere non aveva minimamente attenuato la fame che Langa sentiva sempre, il bisogno di divorare Reki, di amarlo e farlo suo in ogni modo possibile.
"È perché fa un cazzo di freddo!" rispose Reki ridacchiando, ma il rossore sulle sue guance confermava che la stessa fame, lo stesso bisogno di contatto, erano anche suoi.
"Allora vorrà dire che non ti toglierò i vestiti." mormorò Langa mentre scendeva e si insinuava con la mano nel pile di Reki passando da sotto e raggiungendo finalmente la parte bassa della sua schiena. La pelle sotto le sue dita era tiepida e liscia, e sentì distintamente il brivido percorrere la schiena di Reki accompagnando il movimento della sua mano.
"Tu invece sei bollente!" sospirò Reki, mentre istintivamente si faceva più vicino e infilava il naso nel collo di Langa.
La mano di Langa continuava ad accarezzare la schiena di Reki, mentre lentamente Reki adattava la sua posizione per infilarsi in un incastro perfetto tra le sue braccia.
Langa inspirò ancora una volta la fragranza dei suoi capelli mentre lo stringeva a sé. Le sue carezze si stavano facendo più audaci, la mano che cercava lembi di pelle ancora inesplorati e si insinuava sempre più giù, sotto l'elastico dei suoi boxer, scivolando lenta e curiosa in ogni piega calda.
"Langa..." mormorò a un tratto Reki con voce spezzata "Forse non dovremmo fare niente..."
Langa si fermò, la mano immobile pericolosamente vicina al suo inguine, la sottile peluria, di cui tanto avrebbe voluto scorgere il colore, che gli solleticava i polpastrelli.
"Che succede?" mormorò con dolcezza.
"Niente..." gemette Reki, la faccia ancora schiacciata nell'incavo del suo collo "Pensavo che, forse, qui al Santuario non è il caso. Tu non pensi che sia peccato fare sesso qui? Magari i Kami si arrabbiano..."
Langa trattenne a stento una risata, mascherandola con un colpo di tosse, mentre accarezzava dolcemente la testa di Reki con l'altra mano.
"Credo che queste stanze non siano sacre, mica lo facciamo nella Honden... Se può farti sentire più tranquillo, ci faremo perdonare con un'offerta generosa non appena torneremo a Okinawa."
Reki sospirò rassicurato, la sua resa sancita in un istante dalle sue labbra che tornavano a cercare la pelle di Langa mentre si strusciava se possibile ancora più vicino.
Langa riprese la sua esplorazione, guidando la mano ancora più lontano, ancora più dentro i suoi vestiti, cercando forse inconsciamente di raggiungere quel punto che era rimasto del tutto inesplorato la sera precedente.
Reki emise un piccolo mugugno di piacere quando la mano accarezzò finalmente i suoi glutei sodi. Erano lisci e ancora infreddoliti, e la sensazione della mano bollente di Langa era appagante e inebriante. Un gemito sottile uscì dalle sue labbra quando Langa scese ancora più giù, insinuando un dito tra i suoi glutei e scivolando in una lenta carezza.
Reki inarcò la schiena, le labbra sul collo di Langa presero a succhiare forte mentre il fuoco dentro di lui divampava sempre di più.
"Langa..." mugugnò il suo nome, incapace di dire altro, il timore e l'aspettativa per l'esplorazione audace di Langa che lui stesso bramava ormai dalla sera prima ma che non aveva avuto il coraggio di chiedere.
"Reki, io..."
"Vai avanti." sospirò sulla sua pelle, le mani che si artigliavano al pile di Langa e la schiena sempre più inarcata seguendo l'istinto, in un movimento felino accompagnato da un basso mugugno.
"Non voglio farti male." mormorò ancora Langa, l'altra mano infilata tra i suoi riccioli fulvi, e la sua stessa erezione che lo stava tormentando ormai oltre misura.
"Usa la saliva." suggerì Reki ansimando, il coraggio e l'incoscienza che ormai si mescolavano in un impeto selvaggio, la razionalità sempre più debole, relegata in un angolo del suo cervello. C'era solo la passione, il bisogno, il desiderio. Voleva sentire Langa dentro di sé. Anche solo un dito. Anche solo una falange.
Langa raccolse il suggerimento, sfilò la mano dai suoi pantaloni e se la portò alle labbra. Leccò le sue stesse dita, il sapore muschiato della pelle di Reki gli inondò le papille facendo perdere anche a lui l'ultimo barlume di ragione.
Sfilò le dita dalla sua bocca e le infilò tra le labbra di Reki. Reki dapprima sgranò gli occhi e poi leccò e succhiò vorace le dita di Langa fino a che infine non le sostituì con la sua stessa lingua. Era un bacio vorace, il morbido languore di poco prima ormai soppiantato dalla foga ingorda con cui Langa lo divorava mentre tornava ad insinuare le dita sotto i vestiti cercando di non asciugarle lungo il percorso.
Reki piagnucolò quando il dito di Langa lo raggiunse di nuovo, bagnato e viscido delle loro salive mischiate, e iniziò lentamente a farsi strada dentro di lui.
Le mani di Reki erano aggrappate a Langa, una stretta disperata mentre la sua lingua lo esplorava, lasciva e ormai senza alcun pudore, la bocca aperta nel bacio disordinato che accompagnava con sottili gemiti e sospiri. Il suo corpo era completamente aderente a quello di Langa, il bacino che spingeva e ruotava piano, per non sottrarsi alla mano di Langa dietro di lui, ma allo stesso tempo bisognoso di dare sollievo alla sua erezione frustrata e pulsante.
Langa strinse Reki contro al suo petto, scivolò ancora più giù per agevolare l'inclinazione della mano mentre Reki gemeva ormai senza controllo strusciandosi contro di lui. Un'espressione di puro godimento era dipinta sul suo viso inondato di lacrime, e Langa avrebbe voluto fotografarlo per rivederlo così per sempre, perso nel piacere che lui stesso gli stava donando.
"Di più..." piagnucolò Reki, qualunque imbarazzo ormai superato, l'intimità raggiunta insieme a Langa che lo rendeva audace e sempre più deciso a soddisfare il suo bisogno.
"Non posso, Reki. Ti farò male, e prima o poi dovremo andarcene da questo Santuario e scendere con le tavole fino a valle."
"Mi porti sulle tue spalle..." mugolò ancora Reki.
E Langa stava seriamente soppesando quella proposta quando un secco bussare alla porta lo liberò dall'indugio di dover prendere quella decisione.
"La tempesta è cessata. Il Kannushi ci aspetta."
"Grazie Kaoru-san. Arriviamo subito." riuscì a rispondere Langa, sperando che il tono incerto e affettato della sua voce venisse attutito dalla porta di legno massiccio.
Reki emise un gemito di frustrazione mentre Langa ritirava il dito da lui e gli dava una serie di piccoli baci delicati sulla testa.
"Quando torneremo a casa avremo tempo per tutto, principessa." mormorò.
Reki prese la sua frase come una promessa solenne.
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Credits for the image to @ghostly_day on Twitter
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