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CAPITOLO 2 - PRINCIPESSE DA SALVARE


Fasciato in una scintillante tuta candida dai profili viola, Kaoru scendeva con eleganza cavalcando Carla in versione snowboard e attirando su di sé gli sguardi ammirati di tutti gli altri sciatori; aveva chiesto alla sua fedele AI di registrare alcune statistiche per pendenza e farinosità della neve, così da non farsi cogliere impreparato il giorno successivo nella neve fresca.

"Allora, principessa, hai intenzione di fare sul serio o anche sulla neve vuoi restare noioso e prevedibile come sempre?"

Kaoru fermò la tavola spruzzando addosso ad Ainosuke un'abbondante onda di neve candida e scintillante, ma non riuscì a spazzare via il sorriso beffardo dietro cui Shindo lo stava scrutando con attenzione.

"Preferivo Sakurayashiki-san!" rispose arrogante, cercando di mascherare il tuffo che il suo cuore aveva fatto nel sentire il vecchio soprannome con cui Shindo era solito chiamarlo da ragazzo. Non ricordava più se fosse stato lui o Kojiro a usarlo la prima volta, una maliziosa presa in giro per l'eleganza con cui anche a quel tempo scivolava sullo skate. Sapeva che quel soprannome nascondeva un sentimento complicato, che nessuno dei tre aveva voluto approfondire in quel periodo. E poi entrambi erano partiti, lasciando Kaoru con i suoi dubbi e i suoi rimpianti, che aveva seppellito profondamente sotto ad uno spesso strato di forzata arroganza.

"Facciamo a chi arriva primo a valle, allora? Ma spegni Carla, non mi va che faccia sempre da terzo incomodo. Solo io e te..."

La voce di Ainosuke si era abbassata di un'ottava a quella proposta e Kaoru ne restò così sorpreso da spostare lievemente il peso indietro; la tavola perse aderenza sulla neve cominciando a scivolare verso valle e facendo sbilanciare Kaoru.

Shindo fu svelto nel suo intervento, afferrò Kaoru per un polso e lo tirò a sé circondando la sua vita in una presa salda ma delicata.

Il viso di Ainosuke era a pochi centimetri dal suo.

Kaoru fu catapultato nel tempo e nello spazio, di nuovo adolescente sotto a quel cavalcavia, con la polizia alle calcagna e l'adrenalina che scorreva rapida nelle sue vene, il battito impazzito e la salivazione a zero.

Sentiva il cuore frullare in mezzo al petto, disordinato e rapido, togliendogli il respiro; gli occhi di rubino erano così vicini mentre scrutavano l'oro dei suoi, e gli sembrò quasi che Shindo avesse un'espressione smarrita, forse perso anche lui tra i ricordi di un'adolescenza che aveva lasciato tante domande senza risposta.

"Tutto ok?" domandò Ainosuke, la voce bassa e vibrante come un tuono in lontananza, mentre Kaoru recuperava l'equilibrio.

"Sì, grazie." rispose senza fiato, i suoi occhi dorati che vagavano lungo il pendio innevato, le guance spolverate di un rosa così intenso da confondersi con la sua chioma che ondeggiava morbida al vento.

"Allora... partiamo?" propose Ainosuke obbligandosi a distogliere lo sguardo.

Kaoru annuì, forse per paura che la sua voce potesse tradire ancora una volta il suo turbamento. Riportò il peso a monte, consapevolmente questa volta, e partì scivolando sinuoso sul manto innevato e catturando subito gli sguardi di tutti.

Ainosuke lo seguì immediatamente, la sua elegante silhouette che sfrecciava nella tuta nera come un grosso e letale proiettile, del tutto intenzionato a raggiungere quel soffice marshmallow che scendeva ondeggiando verso valle.

Fu solo allora che Langa poté finalmente godersi il momento; erano rimasti solo lui e Reki in cima alla pista, pronti per la discesa.

"Allora Reki, che ne dici dello snowboard? Ti piace?"

La domanda gli era uscita per il semplice bisogno di prendersi ancora un momento da solo con Reki prima di scendere lungo la pista, ma il volto dell'amico rivelava già il suo incontenibile entusiasmo per quella nuova esperienza.

"Lo adoro!" confermò infatti con un sorriso luminoso sulle labbra. E non erano solo le sue labbra a brillare; tutta la sua persona brillava di gioia, la sua chioma infuocata ardeva scomposta, leggermente smossa dal vento, e con la sua tuta gialla sembrava a tutti gli effetti un piccolo sole. Langa non riusciva a staccare gli occhi da lui; con le sue gote arrossate dal freddo e gli occhi scintillanti, era la creatura più bella che avesse mai visto, e in quel momento avrebbe solo voluto prendere il suo viso tra le mani e baciarlo.

Ancora una volta Langa si ritrovò ad analizzare i suoi sentimenti verso Reki; lui era il suo complemento naturale, il fuoco che scaldava il ghiaccio del suo aspetto e del suo cuore, che per tanto tempo era stato arido e congelato prima di incontrarlo. Con la sua amicizia sincera e il suo animo gentile, aveva innescato una reazione tra di loro in cui fuoco e ghiaccio si compensavano, annullandosi e sublimando nella perfezione di quel sentimento così profondo e intenso di cui ancora Langa non aveva realmente compreso la portata.

Reki inclinò il corpo e cominciò la scivolata, Langa lo imitò subito dopo. Si rincorsero sulla neve tra risate e sguardi complici, in una folle discesa verso valle, il vento che pizzicava le guance e gli occhi in minuscole lame appuntite, e una sensazione di euforia così grande e vibrante in mezzo al petto che raramente aveva provato in precedenza.

Alla seconda discesa presero una pista secondaria, le indicazioni all'arrivo della funivia segnalavano uno snowpark e non furono quindi sorpresi di imbattersi, a metà pista, in una serie di avvallamenti più morbidi con infinite possibilità di praticare freestyle* quali kick, rail e quant'altro.

[*freestyle è la pratica più estrema dello snowboard e si basa su salti e rotazioni. Si può praticare in strutture apposite, come gli snowpark, dotate di kickers, jump, rails, ecc.]

Dopo un'ora di salti e volteggi si erano finalmente seduti su un tronco a bordopista, bagnati fradici di neve e sudore, le gote arrossate e lucide, e gli occhi brillanti di entusiasmo.

Reki sorrideva mentre sgranocchiava una barretta al cioccolato, guardando ammirato le evoluzioni degli altri snowboarder sul pendio davanti a loro.

Anche Langa sorrideva, gli occhi socchiusi per difendersi dal riverbero del sole sulla neve e il cuore che sembrava traboccare di felicità.

"Sai Langa, credo di non averti mai visto sorridere così tanto da quando ti conosco!"

Langa ruotò la testa, non sapeva come prendere la frase di Reki, che poteva essere forse una critica al suo carattere chiuso e poco comunicativo di tutti i giorni; ma il sorriso radioso che l'amico gli regalò fu la conferma che era solo felice di quel momento tra loro.

"Sì. Hai ragione. Erano anni che non mi divertivo così. Quando è morto mio padre, io ho semplicemente smesso di surfare, e comunque poco dopo siamo partiti per il Giappone. Avevo dimenticato quanto fosse divertente fare snowboard."

Il sorriso di Langa si allargò quando alzò la mano aperta verso Reki, aspettando che l'amico capisse il suo gesto e rispondesse con il loro saluto speciale. Reki restituì il cinque, fecero scontrare il pugno a mezz'aria e poi unirono le due mani chiuse a comporre quel doppio cerchio che rappresentava l'infinito. Quel gesto riusciva ogni volta ad emozionarlo: era unico ed era solamente loro, che si trovassero al campetto di Okinawa o su una discesa innevata a Zao Onsen.

"Mi piac# quando sorridi..." mormorò Reki abbassando lo sguardo, il rossore delle sue gote che si faceva più intenso e brillante. Stava ancora masticando la sua cioccolata e Langa non era riuscito a capire come terminasse la parola: aveva detto 'mi piaci' o 'mi piace'?

Ma, in ogni caso, il dubbio non impedì a Langa di arrossire vistosamente a sua volta.

"G-grazie."

Qualcosa catturò l'attenzione di Langa, un'ombra aveva oscurato il sole e fu solo grazie ai suoi riflessi incredibilmente allenati che ebbe la prontezza di reagire come un fulmine.

Si lanciò contro Reki spingendolo a terra dietro al tronco e coprendolo col suo corpo, mentre due ragazzi su un vecchio slittino di legno atterravano a pochi centimetri da loro. Le urla degli altri snowboarder inseguirono i due teppisti che erano scesi sulla pista rovinando parecchi salti: i solchi profondi dei pattini dello slittino spiccavano come brutte cicatrici nella neve compatta.

Il cuore di Langa batteva furioso nel petto mentre lo spavento lasciava il posto all'emozione, la consapevolezza per l'incredibile vicinanza dei loro corpi che lo assaliva come una doccia fredda.

Il mondo sembrò fermarsi.

Langa divenne in un istante consapevole di ogni cosa: i cristalli di neve intrappolati tra i soffici ricci di Reki, il respiro accelerato che usciva in piccoli sbuffi di condensa dalle sue labbra leggermente aperte, il petto solido dell'amico schiacciato sotto al suo, che si alzava e abbassava veloce seguendo il battito impazzito del suo cuore.

Anche il cuore di Langa accelerò rendendosi conto che il viso di Reki era a pochi centimetri dal suo; aveva gli occhi spalancati e un baffo di cioccolato sul labbro inferiore, e Langa dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non leccarlo direttamente sulla sua bocca.

"Ehi, voi due, è tutto ok? Lo slittino vi ha colpiti?"

Langa si riscosse e si sollevò in piedi, immediatamente allungò una mano per aiutare Reki ad alzarsi dalla neve, mentre alcuni degli snowboarder si avvicinavano per sincerarsi che non fosse successo niente.

"E' tutto a posto, grazie. Stiamo bene."


❆∞✹


Le volute di vapore si sollevavano pigre dall'acqua e permeavano l'aria di un leggero sentore sulfureo. L'ambiente era intimo e raccolto, rischiarato soltanto dalla luce morbida di alcune lanterne.

Kaoru arrotolò i capelli in cima al capo puntandoli con un paio di bacchette; scese lentamente i grossi gradini di pietra grezza e si sedette su uno dei sedili sommersi intagliati nel bordo. Scivolò un po' in avanti per appoggiare la nuca alla pietra e finalmente chiuse gli occhi.

Sospirò.

Aveva male dappertutto, di sicuro aveva sottovalutato il quantitativo di muscoli che fare snowboard chiamava in gioco, ben di più di quelli che usava solitamente per lo skateboard.

Provò un moto istintivo di gratitudine verso Ainosuke per aver affittato quel piccolo chalet: si trattava di un Ryokan, arredato secondo lo stile tradizionale giapponese che Kaoru tanto amava, ma dotato di ogni comfort, compresa una sua propria sorgente termale che aveva consentito di realizzare l'Onsen* in una piccola grotta scavata nel fianco della montagna.

[* Gli Onsen sono l'equivalente giapponese delle nostre terme]

Riaprì gli occhi allo spiffero freddo che raggiunse il suo viso per accorgersi di Ainosuke che appendeva l'accappatoio al gancio e si portava alla doccia lì accanto. Spostò subito la sua attenzione ai giochi d'ombra che le fiammelle tremolanti delle lanterne disegnavano sulle pareti di roccia scura, fino a che non lo sentì mugugnare mentre si adagiava con cautela sul sedile accanto al suo.

"Male, eh?" domandò dedicandogli finalmente la sua attenzione.

"Non saprei dire dove mi fa male di più." confessò Ainosuke. Il suo sorriso era così vero e disarmante che per la seconda volta quel giorno riportò alla mente di Kaoru il ricordo vivido e palpabile di com'era da ragazzo.

Possibile che fossero cambiati così tanto in dieci anni?

"Però mi sono divertito." aggiunse prima di ruotare il busto verso Kaoru "E tu? Ti sei divertito di più quando abbiamo fatto la gara e hai spento Carla, o quando ti sei messo in mostra seguendo i percorsi che Carla ti indicava?"

Ainosuke sollevò un sopracciglio mentre poneva la domanda, le sue labbra tirate nell'accenno di un sorriso che però sembrava non volesse uscire completamente.

Kaoru distolse lo sguardo dalle sue labbra, cercando forse la risposta a quella domanda nella parete di pietra davanti a sé.

"Coraggio." lo incalzò ancora Ainosuke, la voce vibrante e calda come l'acqua in cui erano immersi "Carla non è qui, non ti può sentire. Prometto che resterà un segreto tra di noi." sussurrò con complicità.

"Ok, va bene. Mi sono divertito di più facendo la gara con te. Contento?" Kaoru infilò una ciocca ribelle dietro l'orecchio, il nervosismo causato dalla sua stessa ammissione che si palesava in quel gesto leggermente stizzito.

"Grazie per averlo ammesso." mormorò Ainosuke annuendo, prima di avvicinarsi con fare cospiratorio "Ti farò una confessione anch'io, allora. Non sei stato così noioso come al solito, principessa. Mi sono divertito a fare snowboard con te."

Kaoru sussultò, rapito dagli occhi scarlatti che scintillavano alla luce delle lanterne. Non riusciva a leggere cosa ci fosse dietro a quella frase sibillina, ma lo sguardo di Adam era limpido, seppure intenso, mentre scivolava lentamente sul volto di Kaoru, osservandolo come se lo vedesse per la prima volta.

Qualcosa nella sua minuziosa analisi catturò la sua attenzione.

"Questa cicatrice..." mormorò Ainosuke, senza avere il coraggio di aggiungere altro.

Aveva allungato la mano per riportare dietro all'orecchio la ciocca ribelle di Kaoru che era nuovamente scivolata in avanti, per poi posare con delicatezza le lunghe dita sul segno più chiaro che spiccava sulla tempia di Kaoru.

Kaoru rabbrividì al tocco delicato dei polpastrelli di Ainosuke sulla sua pelle e distolse lo sguardo.

"Io... Mi dispiace, Kaoru." mormorò Shindo con un filo di voce, la mano che scivolava di nuovo nell'acqua.

"Lo so. Ti sei già scusato."

"Mai abbastanza. Davvero, non so cosa mi fosse preso. Ero come impazzito. Sono davvero mortificato."

"Ok."

Kaoru cercò di chiudere il discorso. Non voleva parlare con Ainosuke dell'incidente durante la loro sfida alla 'S', né voleva tornare con la mente al colpo che Adam gli aveva tirato in pieno volto con lo skateboard. Non avrebbe mai ammesso che quel gesto violento gli aveva fatto comunque meno male del colpo inferto al suo cuore, la conferma che l'amico sincero dell'adolescenza che Kaoru ricordava, fosse definitivamente scomparso.

Eppure, in quel momento sembrava tornato, l'uso del vecchio nomignolo e la confidenza tra di loro che tornava spontanea, come se quei dieci anni di lontananza fisica ed emotiva non fossero davvero mai esistiti.

"C'è posto anche per noi?"

Una folata di aria gelida accompagnò l'ingresso di Langa e Reki.

Il momento sospeso nel tempo era passato.

Kaoru approfittò della confusione generata dai ragazzi che si facevano la doccia, per uscire dalla vasca, infilarsi l'accappatoio e sparire nella sua stanza.

Anche Ainosuke se ne andò dopo qualche minuto, forse infastidito dai due ragazzi che avevano iniziato a spruzzarsi l'acqua addosso.

"Domani mattina si parte alle sette. Vedete di essere puntuali!" intimò prima di lasciare l'Onsen.

"Dici che si è arrabbiato?" chiese Langa mentre osservava Ainosuke che usciva dalla stanza con passo deciso.

"Naaaa." rispose Reki.

Andò a sedersi sul sedile occupato in precedenza da Kaoru e appoggiò la testa al bordo di pietra "Credo che sia colpa del solito bastone che ha infilato nel culo, quando non veste i panni di Adam..."

Langa lo raggiunse sghignazzando e si sedette sul sedile accanto a lui.

Il silenzio aleggiò sull'acqua per qualche minuto, spontaneo e rilassante, accompagnando le volute di vapore sulfureo in una danza eterea e leggera. Non avevano bisogno di infrangerlo, si sentivano completamente a loro agio anche senza parlare, e questo era uno degli aspetti del loro rapporto che Langa amava di più. Reki era un vulcano in eruzione la maggior parte del tempo, ma spesso con lui amava godere della reciproca compagnia senza dover necessariamente dire o fare alcunché.

"Se mi addormento, svegliami." mormorò il rosso dopo qualche istante, gli occhi che si chiudevano di loro iniziativa nel caldo tepore della vasca.

"Certo che per te ogni posto è buono per dormire." lo canzonò.

"Non è colpa mia se qualcuno mi ha tirato giù dal letto alle quattro del mattino, né che quello stesso qualcuno mi ha fatto faticare tutto il pomeriggio sulla neve!"

"Avresti preferito restare a casa?" chiese Langa un po' piccato.

Reki riaprì immediatamente gli occhi, ma il volto di Langa era disteso e sorridente a dispetto del tono asciutto con cui aveva posto la domanda. Reki pensò che Langa sarebbe stato un grande attore.

"E perdermi gli 'Snow Monster'...? Mai!" rispose sorridendo a sua volta.

"Ah, quindi sei contento di essere venuto solo per quello?" Langa lo provocò con un finto broncio.

"Beh, per quello, e per fare snowboard. Mi è piaciuto un botto! Direi che ogni cosa che abbia la parola 'Snow' al suo interno mi piace un botto!"

Langa non aveva assolutamente idea se la frase di Reki celasse un doppio senso, facendo riferimento al suo nomignolo sulle piste da skateboard. E tutto sommato non era importante in quel momento. Il sorriso sulle labbra di Reki era l'unica cosa che contava per lui. Era caldo e morbido, languido per la sonnolenza che gli leggeva negli occhi che il rosso davvero faticava a tenere aperti.

"Reki, sul serio, non ti addormentare. È pericoloso qui in vasca."

"E allora svegliami tu..." mormorò tornando a chiudere gli occhi e appoggiando di nuovo la nuca alla roccia.

"Guarda che ti faccio il solletico..."

"Ma che principe del cazzo sei! Non mi risulta che a Biancaneve o Aurora, il principe avesse fatto il solletico..."

Langa cominciava a pensare che Reki stesse davvero flirtando un po' con lui. Aveva accompagnato la sua battuta con uno sguardo storto e assolutamente adorabile, cercando di sbirciare la sua reazione sotto le lunghe ciglia.

Langa avrebbe tanto voluto baciarlo ma, fino a che non fosse stato sicuro di aver davvero interpretato bene i segnali del rosso, non voleva osare più del dovuto. Non poteva rischiare nel modo più assoluto di rovinare la loro meravigliosa amicizia.

"Mi sento più Shrek in questo momento..." ammise quindi, ancora imbarazzato, e deciso a proseguire nel gioco per vedere come avrebbe reagito Reki al suo rimbalzo.

"Ah, e quindi io sarei Fiona?"

"I capelli rossi ce li hai!" lo canzonò, schizzandogli un po' d'acqua col palmo della mano.

"Beh, guarda che se la mettiamo sul piano dei colori, più Azzurro di te si muore! Tu sei il Principe Azzurro!"

E a furia di parlare di principi e principesse, in quel momento nella testa di Langa si accese un enorme segnale luminoso: B-A-C-I-A-L-O-!

Poteva avere ancora qualche difficoltà a capire le infinite sfumature della lingua giapponese (chi altri al mondo usava cinquanta parole per dire 'pioggia'?) ma pensava che il flirt di Reki fosse ormai inequivocabile. Aveva ripensato un milione di volte nelle ultime ore a quel momento nella neve, quando lo aveva buttato a terra per schivare lo slittino. Avrebbe dovuto baciarlo già allora. Forse lo avrebbe anche fatto se gli altri snowboarder non fossero intervenuti a vedere se stessero bene. Le sue labbra erano così vicine, e quello sbaffo di cioccolato era la scusa perfetta per assaggiarle. Chissà se erano davvero così morbide come gli sembravano...

"Langa? Tutto bene?"

Langa sbatté le palpebre un paio di volte, accorgendosi solo il quel momento che stava fissando la bocca di Reki. Deglutendo, si costrinse a distogliere lo sguardo.

"Sì perché?"

"Ti eri incantato..." mormorò Reki, le guance che sembravano un po' più rosse di qualche attimo prima. Forse si era accorto che Langa fissava le sue labbra come un assetato guarda un'oasi nel deserto.

"Forse è meglio che andiamo a dormire." mormorò Langa "Questo caldo ha fatto venire sonno anche a me."

Reki alzò un sopracciglio, ma l'espressione interrogativa sul suo viso indicava che non l'aveva bevuta. Forse Langa non era un attore così bravo come aveva pensato in precedenza.


❆∞✹

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