Ieri sera, dopo aver salutato Sweet Pea, mi sono svestita e senza pensarci due volte sono filata dritta a letto. Speravo di addormentarmi subito, ma l'immagine del culo di Kevin era sempre lì, in bella mostra, come una foto scattata da una Polaroid che volteggiava davanti ai miei occhi ogni volta che li chiudevo.
Poi, a metà nottata, é finalmente scomparsa, lasciandomi godere un paio d'ore di sonno.

Faccio una smorfia al solo pensiero.

Oggi mi sono svegliata piena di iniziativa e allegria! Entro in bagno e, senza guardarmi allo specchio, mi insapono il viso, massaggiandolo delicatamente per poi sciacquare via tutto.
Ecco cosa succede quando non ci si strucca la sera, che l'indomani sembri più una controfigura presa da Resident Evil che un essere umano.

Tampono un pò per poi specchiarmi, spero non ci siano ancora tracce di trucco.

Oh cazzo!
E questo da dove salta fuori?!

Mi avvicino ancora di più al vetro.
Forse ho visto male, d'altronde mi sono appena svegliata.
E invece no, quel coso è proprio
Sul mio collo!

Ma quando è successo? Quando l'ha fatto? E io cosa diavolo stavo facendo per non accorgermene?
Le nostre labbra sembravano attaccate con la colla, come ci sono andate a finire quaggiù?

Okay, okay, calma, non è la fine del mondo, nessuno é mai morto per un succhiotto. In fin dei conti posso sempre mettere un foulard o una sciarpa, potrei anche provare con del fondotinta.

In fin dei conti é piacevole pensare che mi abbia lasciato un segno al nostro primo appuntamento. Non è di certo uno che si fa problemi, questo glielo devo riconoscere.

Sorrido al suo pensiero e vado a prepararmi per andare a lezione.
Quando esco dalla mia stanza, trovo Veronica china su un ciotola di cereali, sembra affamata.
Mi sistemo meglio il foulard e mi avvicino per fare colazione.

Spero che la mia espressione non mi tradisca, o che la valanga/tornato/onda anomala soprannominata V non si abbatta su di me.

<Non credi sia un pò esagerato iniziare a indossare quella sciarpa?>, domanda masticando.

<Emh no... e poi è una sciarpa leggera, mi piace il contrasto che crea con la maglietta che indosso>

<Se lo dici tu>, lascia cadere il discorso e torna a mangiare.

Pericolo scampatato.

Ma quanto tempo ci vuole per farlo sparire? Non me ne hanno mai fatto uno, tempistiche di giarigione?
Ci sarà scritto su google?

Riempio la tazza di caffè, soffiandoci sopra prima di iniziare a bere.
La colazione mi ruba più tempo del previsto, rischio di arrivare a scuola in ritardo!
Corro fuori di casa come un ninja, lasciando che la tracolla che mi porto dietro svolazzi liberamente.
Dopo un'estenuante sessione di letteratura, posso finalmente prendere un'altra dose di caffeina e avviarmi verso la sede del Blue&Gold.
Appena entro nella stanza trovo Jug seduto a una delle postazioni, é molto concentrato.

<Hey...>, distoglie lo sguardo dallo schermo per poi posarlo delicatamente su di me.

<Hey anche a te, collega>, mi sorride e torna a lavoro.

Come un'eco prepotente, le sue parole, che non hanno minimamente dato cenno di voler scomparire, mi frullano di nuovo in testa. Vorrei tanto sapere a cosa si riferiva quel pomeriggio nel parco, a cosa non va nella sua vita e a cosa lo ha reso ciò che è. Seguono venti minuti di silenzio intenso, rotto dal rumore della stampante.
Jughead si alza, si sgranchisce le ossa, raccoglie un paio di fogli e me li porge.

<Il mio nuovo articolo>

<Di già? Cavolo, ma sei una scheggia sulla tastiera>, mi sorride per la seconda volta, senza aggiungere altro torna alla postazione e, come al solito, poggia i piedi sul tavolo, portandosi indietro con la schiena.

Sono talmente immersa nella lettura del pezzo che mi ha appena consegnato da non accorgermi di quacuno che gira la mia sedia, si abbassa e preme forte le sue labbra sulle mie.

Ricambio il bacio, incerta e scioccata.
Questo bacio è diverso da quelli a cui sono abituata.
È possessivo.
Quando si stacca da me, mi osserva con quel suo sorriso che adoro. Io, rimasta con gli occhi spalancati per questa incursione che non mi sarei mai aspettata, non posso fare altro che ricambiare il sorriso.

<Sono passato a farti un saluto veloce>, che dolce.

Si avvicina e sfiora la mia bocca con la sua. Con discrizione mi allontano un pò, mi sono appena ricordata che in redazione c'è anche il mio collega, e quasi amico di lavoro, nonché fratello non di sangue di Sweet Pea.

Mi giro verso Jughead, lo trovo come paralizzato davanti al suo portatile, ha gli occhi fissi su di noi.
I nostri sguardi si incontrano solamente per qualche secondo. Questo lasso di tempo mi basta per captare una miriade di emozioni passare in quel fievole azzurro, azzurro che qualche attimo dopo si incupisce totalmente.
Interrompo il nostro contatto visivo, perché ho la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato?

<Ci vediamo dopo>, Sweet Pea mi saluta, fa un cenno al mio collega ed esce dalla stanza, accompagnato dal suono della campanella.

Sto per dire qualcosa a Jug ma non me ne dà il tempo. Con una velocità da Barry Allen raccoglie tutte le sue cose, assume un'espressione seria in volto ed esce anche lui, quasi di corsa.
Rimango senza fiato, interdetta, le parole che volevo pronunciare mi muoiono in gola.

É una mia impressione o la faccenda del bacio l'ha alquanto scocciato?

Jughead's pov

Non posso crederci! Come é possibile? Quindi la biondina di cui parlava Sweet Pea é Betty! Roba dell'altro mondo.
Escono addirittura insieme, ma da quando?

Dove sono stato per tutto questo tempo, come ho fatto a non accorgermene?
Aspetta... ma perché me la sto prendendo così tanto?
Cosa me ne importa, lei può uscire con chi vuole, non siamo così intimi da poterle consigliare chi prendere in marito.
Ma sentitemi...

Mentre il mio cervello si scinde in due parti del tutto opposte e dà vita a un dibattito violento, noto che non sto facendo abbastanza attenzione a dove metto i piedi. Mi scontro con Archie, facendo volare in aria il mio libro di filosofia.

<Jug? É da un po' che non ci si vede fratello!>, mi abbraccia calorosamente.

<Hey, Archie, come te la passi? Ti ho visto poco al White Wyrn ultimamente>, raccolgo il libro con calma.

<Emh, si, scusa. Sto portando avanti un progetto con Veronica, riguarda la musica>, non posso fare a meno di sorridere. Quando parla del suo sogno, di quello che vuole realmente fare, i suoi occhi luccicano. Quanto lo invidio.

<Ti perdono solo se mi fai avere un'anteprima della tua canzone>, il suo sorriso si allarga.

<Sarà fatto>

Dopo averlo salutato non perdo altro tempo e mi fiondo fuori dall'edificio, sfortunatamente dovrò tornare a casa a piedi, ho forato una ruota della moto ieri sera. Meglio così, camminare mi schiarirà le idee.

"Come si fa a capire quando si è in torto? Mi sembra di esserlo continuamente, di deludere tutti..."

Rallento il passo fino a fermarmi totalmente.
Perché...
Perché ho ripensato alle parole di Betty?
Cosa l'ha spinta a essere così triste, chi ha deluso di così importante?
Sento un brivido corrermi lungo la schiena.
Stringo i denti e proseguo per la mia strada, ho un brutto presentimento, non solo riguardo a quello che provo da qualche giorno a questa parte verso di lei, no, é più esteso. Senza una ragione logica, inizio a correre verso casa.

La brezza fresca mi fa lacrimare, il cielo sta diventando sempre più cupo e nuvoloso, che sia già arrivata la fine del mondo?

Sfreccio tra le moto dei miei amici ed entro nel locale, tutti quanti si voltano verso di me.

<Tutto bene, Jug?>, ho il fiato corto, mi guardo intorno, sembra tutto regolare.

<Si... tutto okay>, cerco di inspirare quanta più aria possibile, mi siedo al bancone e bevo tre bicchieri d'acqua di fila.

<Oggi mi sembri più suonato del solito>, Tall Boy sghignazza col suo vocione.

<Figliolo!>, mio padre mi abbraccia al volo.

<Ciao, papà>

<Come mai quel muso lungo?>, non posso dirglielo, non posso dirgli che ho una brutta sensazione, che temo per la vita dei miei amici, mi prenderebbe per paranoico.

<Niente di che, mi é mancata la mia moto>, ridacchia alle mie parole, per poi andare via subito dopo.

Passo il resto della giornata al locale, l'orologio segna la mezzanotte, ho intenzione di fare il turno di notte.

<Jug, puoi andare se vuoi, domani non hai scuola?>

<Archie, che ci fai qui?>

<In che senso? Oggi tocca a me fare la guardia>, una morsa mi si stringe intorno al cuore.

<Non se ne parla, torna a casa>

<Perché dovrei? Sono venuto fin qui appost...>, il rumore di varie moto in lontananza blocca la nostra discussione. Ci guardiamo negli occhi, sconvolti, non aspettiamo nessuno dei nostri.

Mi alzo di scatto per controllare meglio, sono quei dannati dei Gholies!

<Archie, presto! Controlla se le entrate sono bloccate!>

<Subito!>

Prendo il cellulare e compongo il numero dei miei uomini, avverto tutti di avvertire tutti, mio padre compreso. Ci metteranno circa cinque minuti a essere qui, dobbiamo resistere! Archie scende di corsa le scale.

<Tutto sprangato, Jug!>

<Bene>

Le moto nemiche si fermano nel parcheggio del locale, sento la voce roca e profonda di quei cani rognosi. Il suono delle mazze chiodate che si portano dietro inizia a riempire l'aria.
Un vetro viene infranto lasciando intravedere il volto del loro capo. Le porte oscillano pericolosamente, sono troppi.

Le schegge continuano a volare fin sopra ai tavoli da biliardo, i primi Gholies fanno la loro entrata in scena, scavalcando i cocci rimasti attaccati ai vetri.

<Ragazzi, che succede?>, dal retro, con un tempismo perfetto, fanno la loro comparsa Tall Boy, Sweet Pea e altri quattro dei nostri, finalmente i primi rinforzi!

<A quanto pare non c'è il tuo paparino a coprirti le spalle stavolta>, serro la mascella ed estraggo il mio coltello, si sta avvicinando.

<Jug! Dicci cosa fare!>, sorrido, mostrando un ghigno che inquieta anche me.

<Mano alle armi ragazzi, stasera scorrerà parecchio sangue...>

Holaaaaa!

Vi aspettavate una cosa simile? Il peggio deve ancora venire!😏

Serpents vs Gholies, chi vincerà?😏

Ci saranno vittime? Ci saranno conseguenze? Ci sarà un lieto fine?😱

Ci sarà un modo per farci perdonare? 😂

Alla prossima!! 🖤🐍