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Sembrava tutto così magico a volte. Il palco, la gente, le urla.
Mi sentivo vivo lì sopra, vivo e amato. Il problema era il dopo, scendere e continuare a sorridere, così, anche se la mia vita era abbastanza triste.
Non avevo tanti amici intorno, e quelli che avevo non sempre mi sono stati accanto.
E non dico di essere stato sfortunato perché non è vero, ho avuto quello che molti, forse troppi non hanno potuto avere e questo mi destabilizza, vorrei che tutti lo avessero, vorrei tanto che la gente non soffrisse, perché so cosa si prova e no, non è per niente bello.
Era mattina e non avevo voglia di svegliarmi. Volevo dormire per sempre, e non sentire più quello che la gente diceva di me, ma purtroppo quella era la realtà e io come sempre dovevo sorridere.
Mi alzai trascinandomi fino al salotto dove le cameriere mi salutarono e mi chiesero se avevo fame.
<<Si, ho una fame tremenda! Ho così fame che mi mangerei a tutte voi>> dissi con sguardo malizioso.
Improvvisamente divennero rosse e allora mi misi a ridere, sapevo bene dell'effetto che facevo alle donne.
Mi avvicinai ai fornelli e in particolare alla cameriera più scura che indossava un grembiulino con le farfalle, scelto direttamente da me. Era buffo e lo scelsi pensando di rallegrare la monotonia della casa, priva di qualcosa, qualcosa come i bambini.
Le misi una mano sul fianco e avvicinandomi al suo orecchio le chiesi: <<Cosa si mangia?>>.
La vidi sussultare di colpo e questo mi fece ancora più ridere, era divertente.
Rubai un pezzo di Waffle mentre Melinda, la cameriera più scura cercava di bacchettarmi le mani con un cucchiaio di legno, senza successo. Mi diressi verso il giardino mentre le mandavo un bacio con la mano.
Uscito in giardino con la coperta sulle spalle aspirai l'aria fredda.
Il tempo rispecchiava perfettamente come mi sentivo dentro, freddo e gelato ma al contempo abbastanza sopportabile.
Mi riscaldai con le braccia mentre Melinda mi chiamava da dentro.
<<Arrivo!>>
<<Signor Jackson, si sbrighi o si fredda!>>
<<Non ha importanza se poi sono buoni Melinda. E poi ti ho detto sempre di chiamarmi Michael e non signor Jackson.>>
<<Ok signor Jack...ops!>> cominciò a ridere di gusto seguita da me.
Era davvero un atmosfera piacevole. Le mattine riuscivo sempre a superarle, stavo in compagnia di persone che in qualche modo pensavano bene di me e mi volevano bene.
Il resto delle giornate invece, quelle mi tramortivano.
Preferivo non guardare la televisione perché la realtà non l'affrontavano mai, qualunque cosa mi capitava sott'occhio in qualche modo era una grande bugia, come le brutte cose che dicevano su di me.
Ma ho sempre trovato abbastanza forza per superare tutto. La difficoltà non era superare le cose, ci riuscivo più volte a farlo e continuare non era un problema. La difficoltà era soprattutto prepararsi a qualcosa di peggiore. Mi chiedevo: Dove arriverà la gente?
La prossima sarà più brutta?
Cosa si inventeranno ora?
Perché vogliono vedermi a terra?
Erano queste le domande che mi tormentavano quando nel buio della mia stanza non riuscivo a dormire.
Ma l'ultima domanda che mi frullava in testa era: E ora cosa posso inventarmi per far capire alla gente che il cattivo non sono io? Devo essere originale, devo lasciare qualcosa di buono.
E io qualcosa di buono ho sempre provato a farlo, ma puntualmente i media ribaltavano tutto.
Amo la gente, amo i bambini, amo la mia famiglia, amo i miei fans, amo chi mi ama.
E spero tanto che l'amore mi salverà da tutto questo, perché fa male, troppo male.
Ciao moonwalker e non!
Questa è la mia prima fanfiction su Michael, in realtà è la mia prima fanfiction proprio.. Non ho molta dimestichezza con questo genere ma ho voluto provare.
Spero tanto vi piaccia :)
E soprattutto spero di rendere al meglio la memoria e il buon cuore di Michael, e che nessuno dimentichi quello che ha fatto e quello che ha passato!
Alla prossima e fatemi sapere cosa ne pensate che son curiosissima!
Baci! ❤💞
PS: ovviamente vi consiglio di leggere ascoltando Michael :) 💕
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