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Caffè

Le amicizie nascono in diversi modi,quella mia e di Misha con un caffè.Sembra banale?Forse lo è ma non mi importa.
Prima però vorrei darvi un'infarinata iniziale del mio essere.
Mi chiamo Chloe Potter, sono alta un metro e sessanta, sono lo stereotipo di una nerd sfigata e sono 'la tizia che c'è e non c'è'; in pratica completo il mondo con la mia esistenza ma nessuno sa che sono davvero presente.
Credo di avervi confuso abbastanza, quindi torniamo al caffè.
Avendo scelto di frequentare un'università mi tocca subirne le conseguenze, e quella mattina del 18 Maggio avevo un'inutilmente importante test di psicologia e scienza della formazione per il quale avevo sacrificato più di quindici ore di sonno durante quel mese.
Mi svegliai e non controllai l'orologio ma ero sicura che fosserò all'incirca le 5 di mattina.Il sole non era ancora sorto e per le strade camminavano quelli che sembravano i resti umani di una persona che quella notte si era divertita molto.
Andai a farmi una doccia gelata.Dovevo proprio far sistemare quelle tubature, sarebbero state un problema d'inverno.

I vestiti che avevo preparato la sera prima erano ben ripiegati sulla sedia; come un tempo usava fare la mamma.
Uscita dalla doccia mi strofinai velocemente nell'ascugamano e indossai quegli shorts, cercando di non alzarli troppo sulla vita per sembrare una prostituta; il reggiseno, la camicia;me la infilai cautamente attraverso la testa e chiusi i due bottoni vicino al collo.
I capelli bagnati ricadevano sulle mia spalle bagnando completamente la camicia, si sarebbe asciugata, pensai.
Li pettinai e li asciugai con il phon; poi passai al trucco.
Grazie al cielo non avevo molti brufoli da coprire ma non potevo comunque uscire struccata; sicuramente verrei notata ma verrei anche derisa a vita quindi meglio di no.
Spalmai il fondotinta che si intonava perfettamente alla mia pelle; aggiunsi la cipria che sembrò adattarsi alla mia faccia senza fare troppe storie e senza incipriarmi i vestiti.
L'eyeliner disegnava un'ala perfetta sul mio occhio; avevo imparato dopo anni e anni di sbavamenti.
Infine il mascara e il rossetto; scelsi il colore rosa scuro per le mie labbra e notai che si intova alla perfezione con la cinta degli shorts.
Ero quasi pronta; indossai le uniche scarpe con un minimo di tacco che avevo e raccolsi tutti i miei appunti in una borsa nera.
Erano le sei e dieci; perfetto, ci avrebbe messo dieci minuti ad arrivare allo Starbucks più vicino e con un po' di fortuna,se non c'era molta gente, avrebbe preso il suo caffè e dopo i 20 minuti del treno sarebbe arrivata in classe in orario.

Mi piace pianificare le cose dettaglio per dettaglio, purtroppo però solitamente non va come ci si aspettava.
Appena arrivai alla caffetteria rimasi stupita dala quantità di gente; solitamente mi faccio un caffè a casa e basta ma quel giorno avevo deciso di festeggiare il mio compleanno comprandomi un buon caffè.
Nonostante tutto, controllai l'orologio, e vidi che ero ancora in tempo, quindi mi misi in fila ad aspettare il mio turno.
Il tempo passava e ancora non ero riuscita ad ordinare, ero sul punto di rinunciare quando mi resi conto che il signore prima di me era stato servito e che quindi toccava a me.
-"Desidera miss?"
-"Un caffè macchiato da portar via, grazie"non mi ero resa conto di avere una voce molto roca la mattina.
-"Arriva subito"
E subito arrivò; pagai e uscì.
L'aria era ancora fresca ma già si vedeva spuntare il sole; attraversai il Central Park, e arrivai alla stazione con un po' di anticipo.
Non appena arrivò il mio treno cercai un vagone con meno gente, nella speranza di poter ripassare ancora gli appunti.
C'era un sedile vuoto vicino al finestrino; davanti un ragazzo che sembrava avere la mia età, era intento a leggere un libro con la copertina rossa con su scritto "La storia contemporanea dal 1789 ad oggi"; sembrava molto concentrato; teneva la testa bassa e indossava una di quelle camicie bianche semplici abbotonata fin sul colletto e una cravatta blu.Nonostante la parte sopra fosse elegante, indossava dei jeans e degli scarponi.
Ricordai di aver già visto quel libro prima, probabilmente il ragazzo frequentava la mia stessa università.
Mi sedetti.
Fu allora che lui alzò lo sguardo e mi salutò con un sorriso; gli risposi con lo stesso gesto.
I ciuffi dei suoi capelli neri cadevano sulla fronte e aveva gli occhi di un colore molto bello, tra il blu e l'azzurro.
Non avevo più voglia di ripassare così cercai di iniziare un discorso:
-"Studi?Ti capisco.Credo di aver già visto quel libro...non è che per caso studi alla Cornell University?"
All'inizio ci fu silenzio, pensavo non mi avesse sentito così cominciai a guardare fuori dal finestrino quando lui mi rispose.
-"Sisi..alla Cornell anche tu eh?Quando sono entrato non pensavo che la mia vita diventasse un'inferno"
lo disse con un tono sarcastico.
-"Già...dovrebbero cambiare il motto; invece di "We are here to get you trough the best experience of your life" sarebbe "We are here to get you to hell and to leave you there"
Risi, e anche lui sorrise un po'.
Intanto avevo quasi finito il mio caffè e in bocca avevo un'aroma dolce misto ad amaro.
Ad un tratto il treno si bloccò all'improvviso e il mio caffè finì dritto addosso al ragazzo: sul libro, sui jeans, sulla cravatta.
Sussultò, e io mi precipitai a scusarmi in tutti i modi che potevo; mi alzai in piedi per prendere dei fazzoletti dalla borsa quando il treno ripartì bruscamente, e io caddi proprio sopra di lui, macchiandomi gli shorts di caffè.
A quel punto lui iniziò a ridere e istintivamente io lo seguì; mi aiutò a rialzarsi e io lo aiutai a togliere le macchie più evidenti.
-"Mi chiamo Misha comunque.Misha Collins!"
-"Io Chloe Potter"
Questo è quanto; arrivati alla Cornell andammo nelle rispettive classi e devo dire che nonostante tutto, rimasi concentrata e passai con bei voti il mio test.
Dopo quell'incontro io e Misha ci incontrammo tante volte e ora è uno dei miei migliori amici.
Questa storia non è sul passato ma sul presente, però ci tengo ad introdurvi il mio altro migliore amico: Jensen.


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