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2. Le Dipendenze

Ogni giorno nel vuoto mi butto
Sono giovane per questo gioco
E non voglio ragione né torto
Vieni con me le tenebre
Ti passo a prendere

***

«Sono Clare, molti di voi già mi conoscono, faccio parte di questo gruppo di sostegno da quasi due anni e non faccio sesso da 532 giorni». Una delle spalline del vestito di Clare cade proprio mentre lei sta parlando. La ragazza non ci fa particolarmente caso, infatti continua a parlare fitta fitta, risollevandolo in un gesto casuale, che passa inosservato agli occhi degli altri, ma non a Max. Max rimane fermo a questo momento e parte della sua concentrazione va a puttane. 

«58 giorni fa però ho fatto l'amore. So che molti potrebbero non capire la differenza, ed è sottile ma lo è per chi non ha una dipendenza. Per me l'amore va fatto dolcemente, guardandosi negli occhi, baciandosi. Il sesso sa essere tutto il contrario, sa essere duro, urgente, sporco e ti da quella cazzo di scossa che ti parte dallo stomaco e ti attraversa tutto il corpo. Io quella scossa non l'ho mai sentita con gli uomini che ho amato, o che pensavo di poter amare. Non l'ho sentita nemmeno con Alex, anche se era meraviglioso: ci ha provato con me per mesi, alla fine ho accettato di uscire insieme. Mi ha portata in barca, abbiamo cenato a lume di candela, poi siamo andati da lui e abbiamo fatto l'amore. Ho capito che fosse amore perché il mattino dopo mi sono svegliata con una rosa sul letto e un bigliettino in cui mi diceva che era dovuto uscire presto». Clare fa una pausa, passandosi una mano tra i capelli. 

«Ho avuto una gran voglia di fare sesso quella mattina. Invece sapete cosa ho fatto? Sono venuta qui, al gruppo di sostegno, ne ho parlato con voi e ho capito che con Alex non ci potevo stare perché non era lui. Non era quello che avrebbe potuto amarmi e scoparmi allo stesso tempo. Stare con lui mi avrebbe spinta a ricominciare e così avrei fatto del male ad entrambi, perché le dipendenze  prendono ogni parte di te, della tua vita. Ne diventi succube, menti per la tua dipendenza, fai qualsiasi cosa per lei, qualsiasi cosa per non perderla, non rendendoti conto che sei tu ad esserti perso per colpa sua. All'inizio non pensi che potrebbe essere un problema, nemmeno io lo pensavo. Poi sono finita col non pensare ad altro che al sesso, ci pensavo sempre: quando ero a lezione, quando facevo la spesa, persino quando andavo da mia nonna alla domenica per il pranzo di famiglia. Ne avevo bisogno, altrimenti nemmeno riuscivo a concentrami sulle altre cose. La cosa più difficile non è tanto smettere, ma ammetterlo. Dobbiamo avere il coraggio di essere sinceri con noi stessi!»

Max l'ha osservata per tutto il tempo e lei ha ricambiato per tutto il tempo. Clare non ha visto sul suo viso nemmeno per un attimo quell'espressione di compassione mista al disgusto, che compare spesso quando ne parla con qualcuno che non sia un sesso dipendente. Ma come potrebbe Max giudicarla, insomma si assomigliano anche fin troppo bene e lei questo l'ha capito subito. 

«Vi ringrazio per l'attenzione», conclude, lasciando il suo posto ad un'altra persona, ma Max proprio non ci fa caso a cosa dice. Clare è in ogni angolo della sua mente, con il suo profumo, con la scollatura del suo vestito, con quel modo in cui ha accavallato le gambe. E finisce col pensare a quanto sarebbe bello toglierglielo quel vestito e accarezzarle le gambe, salendo su, sempre più su, fino a sfiorarle l'intimità da sopra le mutandine già bagnate. Pensa a tutte queste cose, eppure non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello che sì, dannazione sì, è decisamente sesso dipendente.

«Quindi, come ti è sembrata questa prima riunione?» chiede Clare appena finiscono, riportandolo alla realtà. Sono rimasti seduti solo loro due e la voce di lei rimbomba contro le pareti della sala ormai vuota.

«Sbaglio o mi hai guardato per tutto il tempo?» chiede Max invece di rispondere, avvicinandosi a lei e spostandole una ciocca di capelli dalla spalla.  «Usciamo insieme stasera?» sussurra. Clare ride, scuotendo la testa, poi si allunga verso la sua borsa e prende carta e penna, scrivendo frettolosamente qualcosa.

«Provarci con qualcuno del gruppo di sostegno è una chiara indicazione che ti serve un gruppo di sostegno», dice porgendo un fogliettino a Max. Lui lo prende, accarezzandole in maniera del tutto volontaria le dita. Le lascia uno sguardo, che scivola verso il suo petto e potrebbe quasi giurare di riuscire a vedere il suo cuore battere attraverso la stoffa del vestito che indossa. «Questo è il mio numero, chiamami se hai voglia di fare sesso». Max la guarda lascivo, allora lei precisa. «Cercherò di persuaderti dal farlo. All'inizio è dura, molto dura, lo so bene». In realtà qui l'unica cosa dura è il cazzo di Max, ma forse è meglio non farlo sapere a Clare.

«Ti posso chiamare solo per questo?» chiede, rigirandosi il bigliettino tra le dita.

«Per quale altro motivo dovresti chiamarmi?»

«Mi piace la tua voce, potrei starti ad ascoltare per ore», confessa Max lascivo. «Oppure potrei invitarti ad uscire. Potrei farlo ogni giorno. Finché non accetti». Clare ride e le scivola una seconda volta la spallina lungo il braccio. Max è più veloce e gliela mette a posto lui, fermandosi con le dita contro la sua clavicola. «Questo è un chiaro segno che dovrei togliertelo questo vestito, non credi?»

«O forse dovrei portarlo da una sarta, per farmi sistemare le spalline», ribatte lei ma non fa niente per allontanare Max. «Comunque non si esce mai con qualcuno del gruppo di sostegno. Insomma, due sesso dipendenti insieme, o ex sesso dipendenti, non possono che far danni!»

«Ma io non lo sono, problema risolto. A che ora passa da te?»  

«Oh, ma davvero? Dovresti fare la prova della prima settimana», dice Clare, ma Max non capisce a cosa si sta riferendo. «Una settimana senza sesso, se ci riesci allora hai ragione tu», gli spiega, alzandosi dalla sedia e lasciandolo con il braccio sospeso in aria. 

«E se ci riesco esci con me?»

«Può essere», dice Clare. «Una settimana. E porti il culo qui tutti i giorni, mi basterà guardarti negli occhi per capire se menti», lo intima dandogli un ultimo sguardo. Max ricambia, irrigidendosi,  e lei capisce subito che non resisterà manco fino a stasera. Le ritorna in mente la lei di due anni fa e capisce che deve fargli toccare il fondo prima di aiutarlo.

Ma che ingenua che sei Clare, davvero pensi che Max Verstappen possa toccare il fondo? Max Verstappen lo buca il cazzo di pavimento e ti porta nell'abisso con lui.

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