Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

46 • Inferno • SETTIMO ANNO

T/n Pov
Sento i rumori di fuori. Sento gli incantesimi lanciati, le fiamme divampare, le urla di disperazione, le urla di paura, le urla di dolore. E qualche volta, anche risate di alcuni masochisti a cui piace far soffrire la gente. E spero ancora che tra di loro non ci siano i miei genitori e i miei fratelli.

Poi sento die passi correre verso di me. E mi sorprendo nel vedere Pansy, ma mi sorprendo ancora di più nel non vedere Goyle e Blaise.

T/n: Pansy, ma come sei riuscita a liberarti da Gazza?

Pansy: Ci ha aiutati... un nostro amico.

T/n: Quel famoso Draco?

Pansy: Si. Ma... T/n, veramente non ti ricordi niente? Di lui?

T/n: Non so nemmeno come è fatto, Pansy.

Mi abbraccia forte e la sento anche piangere... io l'abbraccio e le accarezzo la testa, o almeno cerchiamo di fare questo. Non si può fare più di tanto se in mezzo a noi ci sono sbarre di ferro che ci separano.

Pansy: Sai... forse è meglio.

T/n: Perché?

Pansy: ... Meglio se non lo sai...

T/n: Gli altri invece? Goyle, Blaise... ah, e poi mi dimenticavo. Prima non ho visto Tiger.

Pansy: Tiger ha cambiato scuola durante il sesto anno, perché i genitori avevano paura di Voldemort. Per gli altri due... non ti so dire... non li ho più visti da quando siamo scappati. Io volevo sono ritornare da te perché... perché non ci vediamo da... ormai... due anni? Ci siamo persi i nostri migliori anni insieme.

T/n: Già... é quello che ho pensato costantemente io, mentre non mi torturavano. Ovviamente.

Pansy: Cosa ti hanno fatto? Te lo giuro, non mi aspettavo anche il tuo coinvolgimento in queste storie.

Perché, nonostante i vari contatti che mi portavano a Voldemort, non ho mai voluto rivelare a qualcuno quello che stavo passando in quei anni. Al massimo con i miei fratelli. Ma sono sicura di aver parlato anche con qualcun altro. Ma non mi ricordo chi. So solo che stava costantemente vicino a me. E poi basta.

Pansy: Pensiamo alle cose serie adesso. Ma... come sei capitata qui?

T/n: Ricordo solo che il 7 Aprile, stavo ritornando ad Hogwarts, sono andata in camera mia perché voi stavate a lezione e mi sono messa a dormire. Da li, mi sono svegliata qui.

Pansy: C'è un modo per liberarti?

T/n: Devono uccidere Voldemort.

Pansy: Un modo più veloce?

T/n: Usare una maledizione senza perdono su di me.

Pansy: Allora spetteremo insieme qui. Non voglio farti del male più di quanto ne abbiano già fatto gli altri.

La guardo e la sorrido. E lei fa la stessa cosa con me. Poi mi prende la mano e me la stringe.

Pansy: E pensare che all'inizio ci odiavamo.

T/n: Abbiamo ancora altri anni da passare insieme, quando tutto questo finirà.

Pansy: Tu pensi realmente che questa guerrà avrà fine?

T/n: A tutto c'è una fine... O no?

Lei annuisce, senza dire niente. In lei vedo amarezza e sconforto, che nasconde perfettamente in un sorriso forzato.

Pansy: hai ragione, sotto sotto.

✩。:*•..•*:。✩

Passiamo li ore ed ore a parlare di tutto quello che mi sono persa in questi anni. Tutti gli incantesimi, tutte le pozioni, tutte le cose successe... anche la morte di Silente. Questa si che mi ha fatto male. Da quanto mi ha detto Pansy, è stato ucciso alla Torre di Astronomia e scaraventato giù, fino al cortile principale.

Poi, ad un certo punto, sento la collana bruciare. Quella che i miei fratelli mi avevano regalato al mio compleanno, se la mia memoria non mi mente. Come ha fatto soprattutto Adrian e i miei genitori.

Pansy: Che hai?

T/n: La collana che i miei fratelli mi hanno regalato... brucia.

Pansy: Ma... come?

T/n: E lo chiedi a me?

Poi un pezzo si stacca. Il pezzo dove c'è mio fratello maggiore Adrian. Io non ho fatto niente e nemmeno Pansy. Prendo il pezzo e lo guardo attentamente. C'è la foto... c'è la data di nascita... ma c'è anche una nuova data. Due maggio...

T/n: Scusa, Pansy... che giorno è oggi?

Pansy: Due maggio... perché?

Butto il pezzo più lontano da me, in direzione di Pansy. Quest'ultima mi guarda confusa. Io mi appoggio al muro e piano piano striscio a terra. Con le mani sulla faccia. A piangere... forse è morto. Forse è morto combattendo. Merlino perché l'hai fatto fratello... perché?

Pansy: Non penserai... io vado a cercarlo.

T/n: Pansy, no... adesso è pericoloso la fuori...

Pansy: Allora non usciremo mai da qui... siamo nei sotterranei, non ci arriveranno mai le informazioni.

T/n: Le catene e le sbarre sono collegate a Voldemort... appena scompariranno, corriamo subito fuori.

E, penso, cinque minuti dopo, tra silenzi, singhiozzi, ecco che le catene svaniscono come dei coriandoli. Lo stesso fanno le sbarre. I segni che mi ha fatto Voldemort, sono diventate cicatrici.

Appena colgo l'occasione, appena mi rendo conto che sono libera, corro verso l'uscita. Prendo il pezzo della collana e prendo per mano Pansy, e corriamo via... fuori dai sotterranei e fuori, al cortile principale. Hogwarts è ridotta malissimo. Pezzi che cadono, fuoco che divampa... la scuola più sicura al mondo, dicevano.

X: T/N!!!

Mi giro verso il ponte principale di Hogwarts... e vedo lui. È tornato! Entrambi ci corriamo incontro e, alla fine, ci abbracciamo. Forse lui mi può aiutare a trovare Niklaus e Adrian. E forse mi può aiutare anche in altro, se Pansy me lo consentirà.

✩。:*•..•*:。✩

Draco Pov
Mi giro e lo vedo. Un corpo. No, non un corpo qualsiasi. Adrian, il fratello maggiore di T/n. È disteso a terra, il volto insanguinato, un buco nello stomaco. Corro verso di lui, inginocchiandomi al suo fianco.

Draco: Adrian?

Balbetto, cercando di fermare il sangue.

Draco: Non dire niente... andrà tutto bene.

Ma non va bene, e lo so. Lui tossisce, il sangue macchia le sue labbra. Mi afferra per il collo e mi avvicina a sé.

Adrian: Draco... i tuoi... colleghi...

Draco: Anche i tuoi, Adrian."

Rispondo, cercando di mantenere la calma. Ha per caso preso un'amnesia?

Draco: Non ricordi? Sono anche i tuoi.

Adrian: No... non più.

Sussurra con difficoltà. Con affanno. Con gli occhi lucidi dal dolore. Ma comunque sorride. E non riesco a capire come possa essere felice che lui stia morendo.

Adrian: Non dopo quello che mi hanno fatto fare. L'Imperius... non posso perdonarmi.

Il suo respiro si affievolisce sempre di più. Con fatica, cerca qualcosa nella tasca. Dopo vari tentativi, tira fuori una piccola lettera.

Adrian: E poi ti devo dire una cosa da parte di mia sorella... Ti ama, Draco. Ti amerà sempre. E... dalle questo. E soprattutto... dille che mi dispiace... per... tutto... quello... che..."

Le sue parole mi colpiscono più di qualsiasi incantesimo. Mi allontano mentre Blaise afferra la lettera. I suoi occhi si spengono. È finita. Adrian è morto. Colui che era molto geloso che la sua piccola sorellina si fosse finalmente innamorata.

Ed io, oltre a deludere T/n, ho deluso anche lui.

Blaise: Bella mossa, amico.

Lo dice con amarezza, la sua voce è fredda, distante. Mi volto verso di lui, confuso.

Draco: Gli dovevo dire in fin di vita che non sto più con sua sorella?

Ribatto, cercando di giustificarmi. Anche se non so concretamente di cosa dovrei giustificarmi.

Draco: Che non mi importa più? Sto con Astoria adesso e...

Blaise mi guarda con disprezzo.

Blaise: Te la sei scordata così tanto che non pronunci nemmeno più il suo nome.

Quelle parole mi colpiscono come un pugno. Ogni passo che Blaise fa allontanandosi sembra più pesante.

Blaise: Prima di entrare nella Stanza delle Necessità, ti dovevamo dire qualcosa. Io e Goyle.

Draco: Vero... allora dimmi cosa dovevate dirmi.

Rispondo, quasi implorante.

Blaise: Invece no

Ribatte a sua volta, con rabbia crescente. Lo afferro per la spalla, costringendolo a voltarsi.

Draco: Dimmelo!

Blaise: Perché dovrei? Di T/n non ti importa più niente. Sei andato avanti. Ti sei messo con Astoria. Non l'hai più pensata.

Grida. Ed io rimango lì, colpito da quelle parole. Voglio rispondergli, ma un Mangiamorte mi afferra e mi trascina via. Non ho tempo di elaborare niente. Anche se quello lo faccio da quando T/n mi ha lasciato.

Ogni passo che faccio verso Voldemort è un macigno che affonda nella mia anima. Le voci dei Mangiamorte si fanno più forti, eccitate, come predatori che si stringono attorno alla loro preda.

Harry è steso a terra, immobile. Non capisco se sia morto o meno, ma il Signore Oscuro ride, una risata agghiacciante, piena di soddisfazione.

Sono stato richiamato per il riconoscimento finale, il momento in cui la mia vita potrebbe prendere un'altra piega... o finire. Il mio cuore batte furiosamente, la mia mente rifiuta di accettare la realtà.

Voldemort allunga una mano verso di me. La sua pelle è pallida e fredda come la morte stessa, e il contatto mi fa rabbrividire. Mi chiama a sé, come un padre oscuro che reclama il suo figlio più debole.

Sento il peso degli occhi di tutti puntati su di me, mentre avanzo, come in un sogno. C'è qualcosa di nauseante nell'essere accolto da lui, nell'essere abbracciato dalle sue braccia scheletriche. Mi sembra che ogni parte di me venga contaminata da quel singolo contatto.

Voldemort: Draco...

Sussurra come un sibilo di un serpente. Il suo respiro freddo mi sfiora il collo.

Voldemort: Hai sempre fatto la cosa giusta.

Quelle parole, cariche di veleno, non significano nulla per me. Non c'è orgoglio nel sentirle, solo vergogna. Non sono mai stato veramente fedele a lui. Non perché non volessi, ma perché non potevo.

Guardo oltre la folla, cercando qualcuno, qualcosa che possa salvarmi da questo inferno. I miei occhi incontrano quelli di mia madre. Narcissa è in piedi, rigida, il volto impassibile, ma so cosa prova in realtà. So che vuole solo portarmi via da qui, lontano da tutto. Scappare, nasconderci, dimenticare.

Appena Voldemort mi lascia andare, corro verso di lei. Mia madre mi abbraccia, stringendomi forte, e in quell'abbraccio sento un calore che credevo di aver perso per sempre. Non è solo amore, è disperazione. Una disperazione così grande che quasi ci soffoca entrambi.

Lei vuole solo che io sia salvo, e in quel momento capisco che non importa cosa accadrà dopo. Non importa chi vincerà o perderà, tutto ciò che conta per lei è portarmi via da questo luogo.

Ma non riesco a distogliere lo sguardo da quello che sta accadendo. Voldemort si avvicina a Harry, pronto a distruggere ogni resistenza rimasta. Osservo lo scontro come se fosse al rallentatore, ogni colpo di bacchetta, ogni incantesimo. Sono diviso tra il desiderio di scappare e il bisogno di vedere come tutto finirà.

La battaglia tra Harry e Voldemort non è solo uno scontro di magia, è uno scontro tra tutto ciò che mi è stato insegnato, tutto ciò in cui avevo creduto, e la realtà che si sta svelando davanti a me.

Il silenzio cala improvvisamente, interrotto solo dall'eco dell'incantesimo finale. Voldemort cade a terra, il suo corpo privo di vita. L'oscuro signore, che ho temuto per tutta la vita, giace davanti a me come un uomo qualunque, fragile e distrutto.

Sento un nodo stringersi nel petto. Non è sollievo quello che provo. Non c'è liberazione in questo momento. Sono sopravvissuto, ma a che prezzo? Ho perso tutto. I miei amici, il mio onore, persino la mia identità.

E mentre mia madre mi trascina via, lontano dal campo di battaglia, capisco che il vuoto dentro di me rimarrà, per molto, molto tempo.

✩。:*•..•*:。✩

T/n Pov
Landon: T/n, quanto mi sei mi sei mancata.

T/n: Non me lo dire... mi puoi aiutare?

Ci stacchiamo da quel abbraccio. Uno con più lacrime agli occhi dell'altro.

Landon: Qualsiasi cosa per te, ragazzina. Te lo promisi, ed io manteggo sempre le promesse.

T/n: Mi devi aiutare a trovare i miei fratelli. Il più piccolo, Niklaus e il più grande, Adrian.

Landon: Consideralo.

Si trasforma il lupo e corre via dentro il castello. Intanto che prendo i suoi vestiti da terra, guardo tre figure andare verso l'esterno di Hogwarts. Poi li guardo meglio. Sono Harry, Hermione e Ron. Il famoso Golden Trio che sicuramente avranno sconfitto Voldemort. E che adesso è solo un brutto ricordo che tutti noi vorremmo dimenticare.

Harry ha la bacchetta di Sanbuco con entrambe le mai e la guarda, mentre parla con Hermione e Ron... Ha in mano la bacchetta di Silente... la bacchetta di Silente.

Non vorrà mica spezzarla? È un pezzo fondamentale in tutta la storia magica. Corro subito da loro, mentre Pansy rimane lì ad aspettarmi, soprattutto se gli ho buttato i vestiti di Landon.

T/n: HARRY JAMES POTTER, OSA SPEZZARE LA BACCHETTA DI SANBUCO, ED IO SPEZZO TE.

Hermione: T/n... ma... ma da dove sei sbucata?

Dice mentre corre da me per poi abbracciarmi. Lo stesso fa Ron.

T/n: Nelle prigioni nei sotterranei di Hogwarts... dove hanno nascosto i Serpeverde. O almeno, hanno cercato.

Ron: Se lo sono meritati. Pansy voleva far consegnare Harry a Voldemort.

Me lo aspettavo da Pansy. Farebbe di tutto per pararsi la vita. Ci stacchiamo ed io mi dirigo da Harry. Anche lui mi abbraccia.

T/n: Ah... vabbè. Intanto adesso loro hanno perso.

Harry: Si... niente più guai. Soprattutto per noi due.

T/n: Non pensare che non continuerò a farti da guardia? Sei un passa guai. E hai ancora bisogno di protezione da me. Anche se per un periodo ho fallito il mio compito.

Ci stacchiamo e tendo la mano, indicando la bacchetta di Sanbuco. Anche se a malincuore, Harry me la cede.

Harry: Hai ragione. Ma il peggio è passato.

Poi Harry guarda la bacchetta.

Harry: La riporterai da Silente.

T/n: È quello che lui avrebbe sempre voluto dopo che Tom sarebbe stato sconfitto una volta per tutte. O no?

Harry: Hai di nuovo ragione.

T/n: Altrimenti non sarei stata smistata nei Corvonero. Però tu sei stato sempre coraggioso, Harry. L'hai mostrato fin dal primo anno.

Harry: Altrimenti non sarei stato nei Grifondoro.

Sento da lontano sia Pansy che Blaise chiamarmi. Saluto i ragazzi e mi dirigo da loro due... perché ci sono solo loro due? So che Tiger è andato alla Durmstrang, ma... Goyle? I vestiti di Landon sono scomparsi. Che si sia andato a cambiare?

T/n: Ditemi tutto.

Pansy: Landon l'ha trovato... ma...

La paura ormai è l'unica emozione che provo. Non riesco più a pensare ad altro. Devo sapere che ha fatto mio

T/n: Portatemi da lui... vi prego. Lo voglio vedere.

Blaise prende la bacchetta e ci smaterializziamo proprio a qualche metro di distanza da Niklaus e Landon. Con le gambe che mi tremano, mi avvicino al corpo disteso di Adrian. Poggio la testa sul suo torace. E piango... piango come una fontana. Non sento i suoi respiri. Non sento il suo cuore battere... è morto... è morto per sempre.

X: Adrian...

Mi giro... è mio padre e mia madre. Pieni di graffi. Pieni di sangue. Pieni di lividi. Dovevano morire loro... non lui. Mi alzo di scatto e gli punto la bacchetta. Lo stesso fanno Niklaus, Pansy e Blaise, mentre Landon - che ci ha seguito fin da subito - tira fuori i canini.

Madre: È nostro figlio.

T/n: È anche nostro fratello. E da bravi genitori, lo dovevate proteggere... NON PORTARLO ALLA MORTE!

Per fortuna non faccio nessun altra mossa, che i guaritori sono venuti a prendere i morti e i feriti. Appena vedono Adrian, ci chiedono se è il marito di Lilith, e noi rispondiamo di si. Non ci dicono altro, ci dicono solo di raggiungerli all'ospedale San Mungo.

Pansy: Veniamo anche noi?

T/n: No... voi... pensate a qui. Andiamo solo io e Niklaus.

Blaise: Va bene... fateci sapere qualcosa.

Niklaus: Certamente.

Ma prima di andarmene, Landon mi prende da parte. Non è il momento, Landon. Ti prego, capiscimi.

T/n: Landon...

Landon: Starò vicino a te. Vi seguirò e non ti lascerò T/n. Non ti lascerò mai più da sola, T/n.

Come i guaritori si sono smaterializzati, anche io, Niklaus, nostro padre e nostra madre lo facciamo. Chiediamo a tutti gli infermieri possibili di Lilith, e dopo mezz'ora, eccola... con tutti i fili possibili attaccati. Flebo, ossigeno... entriamo nella stanza, e lei sta per chiudere gli occhi.

Infermiere: Non gli rimane molto da vivere... cinque minuti massimo.

Padre: Cosa è successo?

Infermiere: Maledizione lanciato male. Doveva morire sul colpo, ma... non c'è la fatta.

Lilith: È stato Adrian... a farmi questo.

Stento a crederci alle sue parole. Perché l'avrebbe mai fatto?

Madre: Perché, piccola...

Lilith: Perché ho scoperto di essere incita... e glielo detto.

Rimaniamo tutti sconvolti, senza dire una parola. Se muore, morirà anche il bambino che porta in grembo.

Padre: Non si può fare niente per il piccolo?

Infermiere: Penso di no.

Lilith: Invece si... si può fare... ma lo dovete fare prima che io muoia.

Madre: Dici tutto.

Lilith: Bisogna trasportare l'embrione in un altro corpo. Ci vorranno due anni per far crescere il bambino, ma crescerà bene.

Infermiere: Se sei sicura? Noi lo possiamo fare tranquillamente, ma ci devi dare la tua conferma assoluta. E, soprattutto, devi decidere solo a chi vuoi dare il bambino.

Lilith si guarda intorno, poi ferma lo sguardo su di me e mi indica. Aggrotto le sopracciglia e mi indico, facendo capire con la testa se davvero vuole che io porti il suo bambino. Lei accenna un lieve si con la testa.

Infermiere: Quanti anni hai, ragazzina?

T/n: Diciasette.

Infermiere: Hai mai avuto rapporti sessuali?

Con la coda dell'occhio vedo i miei genitori preoccupati per la risposta che darò. Ma non si devono preoccupare di niente. Non ho mai dato il bisogno di non fidarsi di me, a differenza loro.

Infermiere: Non fa niente. Significa che ti dovremmo fare diversamente quando... Dovrai partorire. Siediti vicino a Lilith e tienile la mano.

Faccio ciò che mi dice, mentre guardo Lilith nei suoi occhi verdi lucidi, stanchi, graffiati e pieni di sangue.

T/n: Come li volevate chiamare?

Lilith: Se era femmina, Siriana o Alexa. Se era maschio, Tommy o Billy.

T/n: Bellissimi nomi. Proprio da Adrian...

Infermiere: Quando volete.

Dice con una bacchetta in mano. Sia io che Lilith accenniamo un sì, e poi... chiudo gli occhi e stringo la mano di Lilith, e anche lei fa lo stesso con me. Poi... è come se mi sentissi un peso sulla pancia.

Appena sento l'infermiere dire "Finito", guardo Lilith... lei ancora tiene gli occhi chiusi... c'è un enorme silenzio nella stanza bianca dell'ospedale.

Si sente solo un bip... bip... bip... poi, zero assoluto. Lascio la mano di Lilith e mi allontano da lei. Niklaus mi tiene la mano, mi massaggia la pancia e mi porta fuori dalla stanza. Ci sediamo su due sedie nel corridoio.

Niklaus: Che ironia della sorte... i nostri genitori non volevano che scopassimo durante Hogwarts, per non fare il loro stesso errore. E poi, tu, a diciassette anni, se già incinta... hai superato la mamma.

T/n: ... Si...

Gli prendo la mano e mi appoggio alla sua spalla. Entrambi piangiamo. Piangiamo per tutto quello che è successo. Piangiamo per Lilith e piangiamo per nostro fratello maggiore, Adrian, che non potranno vedere il loro bambino crescere. E piangiamo anche per il bambino che non potrà mai vedere i suoi genitori biologici.

Ma poi esce l'infermiere e ci asciughiamo subito le lacrime, e viene verso di noi.

Infermiere: Allora... i tuoi genitori mi hanno già detto tutto di te, e io già gli ho detto le procedure successive all'incantesimo che ti abbiamo appena fatto. Tu per caso le sai?

Accenno un no. Non riesco a parlare. Sono distrutta. Dentro e fuori.

Infermiere: In pratica, ti dovremo sorvegliare per qualche mese... ma penso che prima di Settembre, sarai già fuori di qui. È per la tua sicurezza e quella delle bambine...

Niklaus: Bambine?

Infermiere: Si... facendo quell'incantesimo ho scoperto se è un maschio o una femmina, o se è solo o in compagnia. È uscito che sono gemelle eterozigoti. Cioè-

T/n: Che si sono formati da due ovuli che si stanno fecondando contemporaneamente, ma da due spermatozoi differenti... la scienza è il mio forte.

L'infermiere rimane sorpreso e mi fa cenno di seguirlo e dice che può venire anche Niklaus. Mi mettono in una stanza molto simile a quella che ho visitato prima. Anche questa è bianca, letto singolo e una vista meravigliosa tra le varie colline.

Sono passata dall'inferno, al purgatorio, al paradiso tutto in un solo giorno. Quello che mi aveva detto Silente ha ragione in quella lettera... Se stai attraversando l'inferno, fallo a testa alta.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro