41 • Merlino se mi manchi • QUINTO ANNO
4 Aprile
Draco Pov
Sono chiuso in camera, il mondo fuori sembra essersi fermato. Stringo forte il cuscino, quasi sperando che possa riempire il vuoto che sento dentro. Mi rannicchio su me stesso, come se ogni parte del mio corpo facesse male, come se il dolore fisico potesse almeno distrarmi da quello che provo dentro.
Da quando sono tornato ad Hogwarts, è sempre così. Mi sento solo. Mi sento abbandonato. Ogni cosa sembra svuotata di significato. Non riesco a mangiare, il pensiero del cibo mi nausea.
Non riesco a pensare a niente che possa portarmi sollievo. Le cose che un tempo mi rendevano felice ora mi sembrano lontane, irrimediabilmente distanti. Non voglio parlare con nessuno. Non voglio vedere nessuno.
Voglio solo lei. Lei qui, accanto a me. Voglio sentirla vicino, voglio che mi coccoli, che mi stringa. Voglio sentire le sue labbra sulle mie, il calore del suo abbraccio. Mi manca il suo profumo, così familiare, così rassicurante.
Mi manca il suo viso, i suoi occhi che mi guardano come se fossi l'unico al mondo. Ogni singolo centimetro del suo corpo mi manca. È come se ogni parte di lei fosse scolpita nella mia mente, e ora quel ricordo mi tormenta.
Ma non posso averla qui. Perché, ancora una volta, ho rovinato tutto. Ho fatto il coglione, di nuovo. Non valgo nulla. Me lo ripeto continuamente. Ogni volta che chiudo gli occhi, ogni volta che respiro.
Non voglio nemmeno aprire Instagram, so già cosa troverei. Le sue foto. T/n Prince, perfetta come solo lei sa essere. Quei sorrisi che sembrano così veri, così pieni di vita. E io resto qui, chiedendomi se anche lei, sotto quel sorriso, nasconde la stessa tristezza che mi sta divorando.
Chissà se pensa a me. Chissà se la nostra storia ha ancora un futuro, o se ormai è solo un ricordo che sbiadisce.
Io lo so cosa voglio. Voglio lei. Ho bisogno di lei come dell'aria che respiro. Ma ho paura. So che se la rivedessi, il dolore sarebbe insopportabile, perché ci siamo feriti, ci siamo fatti del male. E non so se lei potrà mai perdonarmi.
Ma la verità è che non posso più continuare così. Non posso continuare a fingere che tutto possa andare avanti senza di lei.
✩。:*•..•*:。✩
7 Aprile
Sono seduto sul solito divano, di fronte al camino. Non ricordo nemmeno come ci sono arrivato, e mi sorprende non essere inciampato lungo la strada. Non ho dormito per tutta la notte, i pensieri non mi hanno lasciato tregua. E oggi, come se non bastasse, ricominciano le lezioni. Devo rimanere sveglio, purtroppo.
Ma oggi è soprattutto un altro tipo di giorno. Il giorno del giudizio, lo chiamerei. T/n tornerà dall'Italia, e io non so se vorrà ancora stare con me. Probabilmente no. Dentro di me, lo so già. Eppure, mi sto preparando ad accettare la sua decisione.
Accetterò qualsiasi cosa, anche sapendo che, da domani, lei non mi guarderà più. Non ci saranno più i suoi occhi che cercano i miei, nessuna parola detta per caso.
Probabilmente farà di tutto per evitarmi, come se non fossi mai esistito. E io lo accetterò, perché so che è questo ciò che significa amare davvero qualcuno: lasciarlo andare, se è quello di cui ha bisogno.
Accetterò il silenzio, accetterò l'assenza. Accetterò la fine. Anche se ogni parte di me urlerà il contrario, anche se il solo pensiero mi dilania. Perché se lei sarà felice senza di me, allora forse tutto questo dolore avrà un senso.
X: Buongiorno, Draco. Che bella colazione fatta da aria e pensieri.
Riconosco questa voce. Astoria Greengrass. La guardo con la coda dell'occhio. Si sta dirigendo verso uno specchio per sistemarsi i capelli e la divisa.
Draco: Buongiorno, Astoria.
Lei subito si gira verso la mia direzione con una faccia molto sorpresa.
Astoria: Che miracolo divino, mi hai chiamato per nome. Non l'avevi fatto nemmeno quando ho dovuto riavvicinarmi a te... l'anno scorso... per riconquistare la Prince.
Dopo la sua affermazione, riconfermo che mi sono rovinato per T/n. Per lei. Per la mia T/n Prince. La unica e sola. E l'avrei fatto sempre se ne avevo l'occasione. Anche se, lei non avrebbe mai voluto che andasse a finire così la nostra storia.
Astoria si avvicina a me, prende una bottiglia d'acqua dalla sua borsa. Poi fa comparire due bicchieri sul tavolo davanti a me e versa un pò d'acqua. Poi si siede su una poltrona vicino al divano dove sono seduto io.
Astoria: Questa mattina T/n torna... o almeno, così ho sentito dire.
Draco: In realtà torna questa sera... ma a te che te cosa interessa, realmente?
Astoria: Era solo per chiedere, Draco. Non fare l'acido come sempre da quando hai lasciato T/n.
Si inumidisce le labbra guardando il camino. Perché sta parlando con me? Perché, dopo quello che le ho fatto, ancora mi parla? Anche se, dopo quello che ha fatto e sta facendo a T/n, nemmeno si dovrebbe avvicinare a me.
Draco: Dato che hai tanta voglia di parlare di persone che al momento non ci sono ma con cui hai avuto a che fare, hai saputo qualcosa di Nathan? Perché mi è sembrato di capire che l'anno scorso nemmeno gli hai rivolto la parola. O mi sbaglio, Astoria?
Lei rimane quasi impietrita alla mia sfacciataggine, tanto che rimane seria.
Astoria: Si è fidanzato con un'americana.
Draco: E te la stai prendendo molto bene, meglio del previsto.
Astoria: Perché? Secondo te avevo una cotta per lui?
Draco: Forse volevi farmi qualche dispetto, facendomi cambiare idea su T/n. Facendomi pentire di non aver scelto te al posto suo.
Beve l'acqua tutto d'un sorso, posa il bicchiere sul tavolo e mi fissa. Io cerco di non guardarla... ma comunque lo faccio. Anche io poso il bicchiere, mezzo vuoto.
Draco: Cosa vuoi realmente adesso da me, Astoria?
Rimane qualche secondo in silenzio.
Astoria: Niente... mi sono svegliata presto, come te e... pensavo di rimanere un po' sola nella Sala Comune, a rimarginare delle cose... dei pensieri. Alla fine ho incontrato te e, da buoni compagni di Casa, stiamo parlando... o come due persone normali dovrebbero fare.
Come d'istinto, mi spunta un mezzo sorriso, quasi un ghigno. Ho riso ad Astoria Greengrass... sicuro che quella era acqua? Perché mi sta dando alla testa. Non riderei mai ad Astoria... Non parlerei mai ad Astoria, soprattutto se io sto con T/n.
Astoria: Oggi doppio miracolo al prezzo di uno. Draco Lucius Malfoy ha addirittura riso ad Astoria Greengrass. Me lo segnerò sul calendario e te lo ricorderò ogni anno. Anche quando c'è ne saremo andati da questa scuola. Ti manderò delle strillettere apposta.
Tutte e due ridiamo adesso. Ed è una sensazione strana. Perché ero solito farlo con Tiger, Goyle... con T/n...
Draco: Colpa del poco sonno. Non t'illudere.
Astoria: È colpa del poco sonno, o sotto sotto stai notando che sono più simpatica?
Draco: Ti ripeto, è la prima.
Astoria: Si, Draco... continua con questa falsa.
Draco: La falsa qui sei tu.
Astoria: Pregi dei Serpeverde... o no?
Mi guarda con un ghigno. Io alzo gli occhi e mi stendo sul divano. Chiudo gli occhi. Respiro ed espiro. Mi devo calmare. Non devo fare cazzate. Ma poi sento dei passi venire verso di noi.
Pansy: Buongiorno... oh... ciao Greengrass.
Astoria: Parkinson... ci vediamo, Draco. Se tu lo vuoi.
Draco: Si vedrà, Greengrass.
Astoria: Gentile come sempre, Malfoy.
Sento chiudersi la porta della Sala Comune e dei passi venire verso di me. Apro un occhio e vedo Pansy, con una faccia incazzata che mi fissa furiosa con le braccia conserte.
Pansy: Cosa ci facevi con la Greengrass?
Draco: Non posso stare cinque minuti con una ragazza, che tu fai subito la gelosa.
La presi a ridere anche se aveva perfettamente ragione. Mi avrà preso sicuramente per uno che, adesso che è in pausa, può fare quello che vuole.
Pansy: Fosse stata una ragazza che prendevi in giro, mi sarei solo offesa perché non mi hai invitato. Ma stiamo parlando di Astoria Greengrass. Merlino, sai cosa ha fatto passare a T/n... e che cosa avete fatto per farla ingelosire. Cosa le ho nascosto pur di far andar bene il tuo stupido piano.
Mi sposta le gambe e si siede sul divano, vicino a me. Io per ripicca, metto le gambe sopra le sue. Siamo come fratelli io e Pansy. Se lei stava in difficoltà, l'ho aiutata. E se io non sapevo cosa fare in una determinata situazione, mi ha aiutato. Penso che comincerà una sua solita ramanzina.
Draco: Stavamo solo parlando... da compagni di Casa. Come due amici
Pansy: E da quando tu e la Greengrass siete amici?
Draco: Riformulo... stavamo solo parlando... da compagni di Casa.
Pansy: No, come due che si stanno appena conoscendo seriamente e dove potrebbe nascere un'interessante storia d'amore, se non fosse che tu sei già fidanzato, Draco. O te ne sei già dimenticato?
Draco: Non mi potrei mai dimenticare di T/n.
Prende il cellulare e inizia a guardarlo. Sembra che stia cercando qualcosa che non trova. Chissà cos'è... dopo qualche secondo urla "Trovato". Io aggrotto le sopracciglia... che ha trovato?
Pansy: Penso che hai visto già le foto di T/n al matrimonio di suo fratello, Adrian.
Rimango in silenzio e scuoto la testa in un no.
Pansy: Poi ti chiedi di stare tranquilla sull'amicizia tua e di Astoria.
Draco: Salazar, non è per Astoria che non ho visto le foto di T/n. È che ieri non me la sentivo di vederla o sentirla.
Pansy: Non te la sentivi di vedere e sentire la tua ragazza?
Draco: Ti ricordo che ci siamo presi una pausa.
Pansy: Me ne fregasse qualcosa della tua pausa... una pausa non significa che non siete più fidanzati.
C'è qualche secondo di silenzio, poi...
Pansy: Ah, ecco perché stavi parlando con Astoria... per ripetere la situazione dell'anno scorso.
Draco: No, non è così. Non è come sembra.
Pansy: Invece a me sembra proprio così, soprattutto dopo quelle risatine che vi siete scambiati un attimo fa. Non ti entra in quel fottuto cervello che così le peggiori le cose con T/n? E soprattutto dopo cinque anni che continui a cadere sempre nella stessa fossa senza cercare di superarla.
Draco: Non è così che voglio fare...
È l'ultima cosa che le vorrei fare. L'ho già fatta soffrire troppe volte quest'anno... e gli altri anni, come mi hai gentilmente ricordato tu.
Pansy: E allora cosa, Draco. Cosa le vuoi fare? Guarda, sono proprio curiosa di ascoltare le tue altre patetiche parole.
Draco: Dire la verità. Che la amo. Che vorrei che fosse sempre vicino a me e... che voglio continuare con la nostra relazione.
Pansy: Allora riesci a pensare anche cose decenti, oltre a dire e fare idiozie. Riesci a connettere quei due unici neuroni che solo voi maschi avete.
Dice con un piccolo sorriso. Io prendo un cuscino e glielo butto in faccia. Poi, mi da il suo cellulare sull'Instagram di T/n. Mi trema la mano. Vado sull'ultimo post che ha pubblicato...
Ed è la meraviglia e la perfezione fatta a persona. Su un ipotetico vocabolario con le immagini dovrebbero mettere lei a significare queste due parole, ma anche molte altre.
Anche se sta in mezzo a tante persone, la cerco sempre di trovare e la trovo sempre. E la troverò sempre, anche se saremo lontani, a chilometri di distanza l'uno dall'altra. La troverei e correrei da lei, pur di riaverla vicino a me.
Appena finisco di vedere le foto, noto che ha appena pubblicato delle storie. Mi siedo, così che le può vedere anche Pansy. Metto il telefono al centro e... vediamo e sentiamo T/n cantare.
Merlino se canta bene... ha una voce così angelica. E poi, canta anche in italiano. Non sono le sue solite idiozie che gli vengono quando si arrabbia o per quando non si vuole far capire... sono parole dolci, lo percepisco, ed è fantastica.
Solo alla fine noto che sta cantando con il suo fratellino, Niklaus. Nemmeno l'avevo notato nei vari video che gli hanno fatto i membri della famiglia. Vedevo e ascoltavo solo T/n, come farò sempre.
Dopo vari video di cui lei canta, ha messo una storia con la traduzione. Sapeva già che qualcuno di noi gliela avrebbe chiesta. Leggo le parole della canzone... non penso proprio che sia in riferimento ad Adrian e Lilith. E come se l'avesse dedicata a me.
Pansy: Guarda cosa ti stai perdendo per la tua testolina fuori posto?
Non lo voglio ammettere, ha ha perfettamente ragione Pansy. Non so come... mi scendono delle lacrime lungo le mie guance. Pansy lo nota subito che subito mi abbraccia e mi asciuga le lacrime.
Pansy: Appena arriva, abbracciala forte, baciala e dille la verità. Come hai detto tu a me.
Non ho il tempo di rispondere che arrivano i ragazzi per andare alla prima lezione della giornata, Pozioni. Con tutta la mia forza di volontà e la mia voglia di vivere, mi alzo e li seguo.
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Quattro ore dopo
Sono insieme agli altri alla Sala Grande per pranzare. Continuo a guardare il tavolo dei Corvonero anche se so perfettamente che è inutile. Non c'è ancora T/n, e per il momento non arriverà. Però non ce la faccio a tenermi tutto dentro. Spero che arrivi presto.
Dopo mangiato, abbiamo un'ora libera, e la prendiamo per stare un pò intorno ai giardini di Hogwarts. Ci sediamo tutti sotto ad un albero che ci fa da ombra.
Goyle: Secondo voi T/n è tornata?
Pansy: Lo spero. Non ho capito questo passaggio della lezione, e lei è l'unica con cui capisco ogni materia e che non mi annoia mentre la spiega.
Blaise: Confermo. È molto brava. Così brava che potrebbe fare l'insegnante.
A noi ci raggiungono Cho e Luna. Si siedono vicino a noi, più precisamente vicine a Pansy e Blaise. Ancora non gli è passata la cosa della Umbridge o... della Squadra Inquisitori. E hanno perfettamente ragione ad avercela con me, Tiger e Goyle.
Pansy: È arrivata T/n?
Cho: Ancora no.
Luna: Anche se è strano... prima di partire, mi ha detto che stava qui per quest'ora o anche prima.
Goyle: Forse avrà avuto un contrattempo.
Draco: O non mi vuole vedere più.
Sento Tiger e Goyle sbuffare.
Tiger: E ricomincia con questa storia...
Pansy: Anche a voi ha tartassato? Ad un certo punto preferivo prendermi una strillettera dai miei genitori piuttosto che ascoltarlo.
Goyle: Non ne parliamo Pansy. Almeno tu non stai attaccato a lui ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette come me e Tiger.
Draco: Lo sapete che sono davanti a voi e che vi sento?
Tiger, Goyle e Pansy: Appunto.
Da lontano sentiamo la McGranitt chiamate Luna e Cho. Alla sua desta, c'è il piccolo professor Flitwick. Cho e Luna si alzano e attirano la loro attenzione. Appena le vedono, i professori si avvicinano a noi.
McGranitt: Salve ragazzi, volevo parlare con la signorina Chang e la signorina Lovegood riguardo T/n Prince.
Draco: Cosa le è successo?
D'istinto, mi alzo. A seguirmi, anche gli altri lo fanno. Intanto Pansy mi tiene il polso per non fare altre passi bruschi.
McGranitt: Preferirei parlarne in privato prima con le sue compagne di stanza.
Draco: Non per offenderla o per non essere scortese, ma T/n è la mia ragazza. Vorrei sapere anch'io cosa le è successo.
La McGranitt e Flitwick si guardano e poi accettano. Ci portano all'ufficio della vicepreside. I professori si siedono e il professor Flitwick fa comparire tre sedie con un colpo di bacchetta. Noi tre ci sediamo e attendiamo che uno dei due professori dica qualcosa... qualsiasi cosa.
McGranitt: Allora ragazzi... non so come dirvelo-
Flitwick: La signora T/n Prince non frequenterà più questa scuola.
Cosa...? Come...? Perché...? È colpa mia... lo sò che è colpa mia.
Luna: T/n? T/n che non vuole più frequentare Hogwarts? Mi sembra strano questo comportamento da parte sua. Soprattutto se non ci ha avvisato di questo suo tempestivo cambiamento.
Cho: Infatti. Vorremmo sapere proprio questo. Abbiamo passato insieme più di quattro anni insieme. C'è l'avrebbe detto immediatamente.
La McGranitt fa un grosso sospiro di tristezza, e lo stesso fa il professore d'incantesimi.
McGranitt: I suoi genitori ci hanno riferito che sia lei che il signorino Niklaus Prince, non verranno più ad Hogwarts. Purtroppo le cose al Ministero della Magia si stanno complicando più del dovuto, e hanno scelto di non opprimere anche i loro figli, mantenendoli al sicuro...
No... i genitori le hanno fatto qualcosa. T/n è a Londra, a casa sua, che si sta allenando per diventare una Mangiamorte. Come i genitori, come suo fratello Adrian secondo me.
Per seguire le orme dei genitori. E per combattere l'imminente guerra magica che ci sarà appena Voldemort sistemerà le ultime cose. Ma ovviamente non posso dirlo. Non posso dirlo a nessuno.
Ma lei è buona... gentile... e, ogni volta che si parla di Voldemort o robe del genere, vuole subito cambiare discorso. E se quel sogno fosse un sogno premonitore? No... non voglio che le facciano del male. Non a lei, vi prego.
Mi appoggio al manico della sedia, tentando di non impazzire. È molto brutto sapere una cosa e non poterla urlare, se no ti prenderebbero per pazzo.
Cho e Luna, al contrario di me, sono molto tristi... e se non fosse per quello. E se ha deciso di andarsene perché non mi vuole più? E ha coinvolto anche i genitori e il fratello pur di non avere qualsiasi contatto con me?
Ma in questo caso avrebbe avvisato Cho e Luna... o no? Ormai non riesco più a capire niente di questa situazione. Vorrei solo risvegliarmi da questo brutto incubo che sto vivendo e svegliarmi realmente questa volta.
McGranitt: Draco... tutto bene?
Draco: Secondo lei? Ovvio che non sto bene!!!
Mi alzo di scatto e me ne vado. Corro nei sotterranei, verso la Sala Comune, attraverso il dormitorio maschile fino alla mia stanza.
Non vedo nulla, non sento nulla. Sento solo il rumore dei miei passi che rimbomba nelle orecchie, il cuore che batte troppo veloce. Mi fermo davanti a uno specchio. Mi appoggio al mobile, la testa bassa. E lì, senza nemmeno accorgermene, inizio a piangere.
Non è come l'ultima volta. Non è solo una ferita. Questa volta, mi ha distrutto. Mi ha preso il cuore e l'ha fatto a pezzi, come se non valesse nulla. Eppure, mi aveva promesso che non mi avrebbe mai lasciato solo. Era una promessa.
Le sue parole risuonano nella mia testa, ma ora mi sembrano vuote, come se non fossero mai state vere.
Alzo lo sguardo e vedo il mio riflesso nello specchio. Ma non vedo me. Vedo uno sconosciuto. Poi il mio sguardo si sposta su una delle foto accanto al letto. Noi due, sorridenti. Era tutto così semplice allora.
Mi avvicino lentamente, il cuore che pesa sempre di più. Prendo la prima foto tra le mani, ma non la guardo nemmeno. La scaglio contro il muro più vicino. Il vetro si frantuma, la cornice si spezza.
Lo sento, ma non mi fermo. Prendo la seconda foto, poi la terza. Ogni volta, il suono del vetro che esplode contro il muro sembra quasi liberatorio. Ma non basta.
Cerco di prendere la foto dai frammenti, non importa se i vetri mi graffiano le mani. Il dolore fisico non può competere con quello che provo dentro.
Alla fine, riesco a tirare fuori la foto. La guardo per un istante, poi la strappo in mille pezzi. Se potessi, la incendierei. Distruggerei tutto, pur di non sentire più questo vuoto.
Prendo il cellulare. La chiamo. Niente. Ci riprovo, ancora. Ancora silenzio. Ogni squillo è una pugnalata. Perché non mi risponde? Perché non mi ha detto niente? Se mi amava davvero, perché mi ha lasciato così, senza una parola, senza nemmeno guardarmi negli occhi un'ultima volta?
In quel momento, sento la porta aprirsi.
Astoria: Draco, tutto- ma che cazzo hai combinato?
La sua voce è bassa, stupita, mentre fissa le mie mani insanguinate. Le ignoro. Dico di lasciar stare, ma lei insiste, come fa sempre. Si avvicina, cercando di pulire e curare le ferite.
Poi si gira e vede il disastro che ho combinato. Con un colpo di bacchetta, rimette tutto a posto. Come se potesse sistemare tutto con un incantesimo. Come se la mia vita potesse essere riparata così facilmente.
Draco: Grazie, Astoria, ma non dovevi. Soprattutto a me.
La mia voce è fredda, distante.
Astoria: Non preoccuparti. Sono abituata a cose del genere. Daphne a casa fa molto peggio... e qui non è diversa. Ma, Draco... che è successo? Perché tutto questo casino?
Mi guarda, e in quel momento non so se dovrei dirle la verità. Ma la verità mi sta divorando da dentro, e non ho nessun altro a cui rivolgermi. Astoria, in qualche modo, ha dimostrato di essere affidabile in situazioni come queste. O almeno più affidabile di quanto pensassi.
Draco: T/n... non tornerà più a Hogwarts.
Il silenzio nella stanza diventa insopportabile. Astoria mi fissa, sorpresa, ma anche dispiaciuta. Il suo dispiacere mi fa venire voglia di vomitare. Che bella faccia tosta ha nel mostrarsi dispiaciuta adesso. Dopo tutto quello che ha fatto.
Astoria: ...Come?
La sua voce trema leggermente, e vorrei prenderla a pugni per questo. Mi dà la nausea.
Draco: Non fare la finta dispiaciuta. Non per lei.
Il suo nome mi si blocca in gola. Non riesco nemmeno a pronunciarlo senza sentire il petto stringersi.
Astoria: Veramente mi dispiace. T/n è stata mia amica, anche se solo per un breve periodo...
Draco: Sì, fino a quando non l'hai di nuovo pugnalata alle spalle, giusto? Come hai fatto con tutti. Come hai fatto anche con me.
E come T/n ha fatto con me. Il silenzio che segue è assordante. Astoria abbassa lo sguardo, imbarazzata, come se le mie parole fossero finalmente arrivate a segno. La vedo per quello che è. E ora non posso più sopportarla.
Draco: Astoria, ascoltami bene. Prima che ti faccia del male sul serio, esci da questa stanza. E non tornare mai più. Non voglio più vederti e non voglio più sentirti.
Lei si alza lentamente, gli occhi che si stringono in una smorfia di disprezzo.
Astoria: Come vuoi. Stavo solo cercando di aiutarti, ma come sempre fai di testa tua. Proprio come con T/n... l'hai mandata a quel paese. E adesso non sei nemmeno capace di prenderti la responsabilità delle tue azioni. Bravo, Draco. Davvero, complimenti. Buona fortuna. Ne avrai bisogno.
Sbatte la porta mentre se ne va, e il silenzio che segue mi schiaccia. So cosa vuole da me. Ora che sono libero, pensa di potermi avere. Ma non capisce niente.
Nessuno può avere ciò che resta di me. Perché quello che ero, quello che avevo, l'ha già preso lei. E non tornerà più.
✩。:*•..•*:。✩
30 Giugno
Un altro anno a Hogwarts è finito. Poteva finire nei migliori dei modi... ma invece, eccomi qui, solo. Solo con quattro compagni al mio fianco.
Luna e Cho parlano sempre con Pansy, non più con noi ragazzi. Blaise e Pansy sono sempre insieme. E fanno bene. Sono fidanzati, e io mi sento male solo al pensiero... Ogni volta che li vedo, è come rivedere me e T/n.
Questi giorni, settimane, mesi senza di lei. Senza vederla, senza sentirla, senza sapere nulla di lei... mi hanno distrutto. Mi hanno fatto isolare da tutto e da tutti. Non so come farò a dirlo a mia madre e a mio padre. Che ci siamo lasciati. Che lei è andata via e non è più tornata.
Ma devo avere il coraggio di farlo. Per una buona volta. Perché gli racconterò tutto. E non lascerò nessuno spazio vuoto o buco di trama. Sarò chiaro e limpido, e accetterò la cruda verità come l'ho accettata anch'io oramai.
✩。:*•..•*:。✩
Sono finalmente arrivato a casa. Alla mia enorme villa, con l'enorme giardino e la fontana al centro. Passeggio lentamente per la stradina che mi porta all'entrata.
Ogni singola cosa intorno a me mi ricorda lei... T/n Prince. Rivedo i flashback di quando siamo andati insieme, mano nella mano, verso la stazione di King's Cross. Ridevamo, scherzavamo... stavamo bene insieme. Stavamo...
Entro in casa, trovando gli elfi indaffarati.
Draco: SONO TORNATO!
Subito arrivano mia madre e mia zia Bellatrix. Mia madre mi abbraccia, mentre Bellatrix mi guarda con un'espressione che non riesco a decifrare.
Draco: Cosa è successo?
Madre: Draco, promettimi che starai calmo.
Draco: Sì, ma adesso dimmi cosa sta succedendo.
Mia madre rimane qualche secondo in silenzio per trovare le giuste parole da dirmi. Ma nemmeno ne basterebbero poche, nella situazione in cui sto adesso.
Madre: Tuo padre è ad Azkaban.
Mio padre... nella prigione dei maghi... dove è stata anche mia zia Bellatrix? Perché?
Draco: C-cosa? Come? Perché?
Mia madre lancia un'occhiata a Bellatrix, che si avvicina con un'aria innocente, quasi colpevole.
Bellatrix: Da dove cominciare... ah sì. Io, tuo padre e altri Mangiamorte siamo stati incaricati dal Signore Oscuro in persona di uccidere Harry Potter all'Ufficio Misteri del Ministero. Dopo una lunga battaglia, il Signore Oscuro ed io siamo riusciti a scappare. Per gli altri... non c'è stato più niente da fare.
Lascio cadere a terra i bagagli, e infine cado anche io. Metto le mani sul viso e comincio a piangere.
Anche se a volte ho odiato mio padre, mi ha fatto molti favori in questi sedici anni di vita. Mi ha dato una scopa, ha fatto condannare Fierobecco, mi ha reso Prefetto... tutto grazie a lui. È tutta colpa di Potter. Quello sporco Mezzosangue. Giuro che gliela farò pagare, fosse l'ultima cosa che faccio.
A noi si avvicina Dobby, con passi piccoli ma molto veloci.
Dobby: Tutte le stanze sono pronte, signora.
Madre: Grazie mille, Dobby.
Draco: Chi deve venire?
Mi asciugo le lacrime. Non bastava tutto quello che ho passato in questi mesi, adesso anche questo.
Bellatrix: I colleghi Mangiamorte... verrà anche il Signore Oscuro. Vuole conoscerti, Draco.
Il mio incubo ha finalmente inizio. Non si può più tornare indietro. Ho fatto una promessa un anno fa. E ormai devo iniziare questo percorso.
Draco: Vuole conoscermi? Perché?
Bellatrix: Per prendere il posto di tuo padre, Draco. Sembra ovvio.
Se ne va, saltellando in giro. Conoscendola, sarà andata a controllare che tutto sia perfetto per l'arrivo degli ospiti. Non sia mai che qualcuno possa cruciarla perché una sedia non è allineata al tavolo.
Madre: Avrei voluto parlartene prima, ma non mi sembrava il caso. Ero sicura che ti stessi divertendo con i tuoi amici e con la tua fidanzata...
Draco: In realtà no...
Mia madre mi prende per mano e mi porta in giardino, lontano dal caos della casa. Ci sediamo a terra, e mi guarda negli occhi mentre stringe la mia mano.
Madre: Raccontami cosa è successo...
Draco: Non so se sai cosa è successo a Hogwarts. La Umbridge, l'Esercito di Silente, la Squadra Inquisitoria...
Madre: Sì, mi hai detto che sei entrato nella Squadra, e che avete vinto alla fine. Avete scoperto Harry e il resto dei suoi amici.
Draco: Beh... T/n faceva parte dell'Esercito di Silente.
Madre: E allora?
La guardo stranita. Tra tutte le risposte che mi poteva dare o che mi sarei immaginato che mi poteva dare, non avrei mai pensato a questa domanda.
Draco: Come "E allora"? Stava dalla parte opposta alla mia. Non mi ha detto che era in quell'esercito. Mi sono sentito ingannato...
Madre: Solo perché aveva un'opinione diversa dalla tua sulla Umbridge? Solo perché ha fatto quello che riteneva più giusto?
Si alza e comincia a camminare. Mi guarda e mi fa cenno di seguirla ed io lo faccio senza oppormi.
Madre: Ascolta, Draco. Anch'io avevo un'opinione diversa da tuo padre. Non volevo diventare una Mangiamorte del Signore Oscuro. Ma poi è arrivata Bellatrix, poi lui... ho dovuto accettare per proteggere la mia famiglia e le persone che amo...
Draco: Cosa che lei non ha fatto.
Madre: Perché lei è più forte di quanto pensi. Non è debole come me.
Draco: Tu non sei debole, mamma.
Madre: Oh, lo sono... Draco, lo sono. Soprattutto adesso che tuo padre è in prigione e che tu stai per diventare uno di noi.
Mi fermo, e anche mia madre si ferma. Sta difendendo T/n? Mia madre sta difendendo T/n, dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Madre: L'ho capito da quando siete entrati a cena insieme quella sera. Ho capito tutto di lei, perché è uguale a sua madre. E per un periodo ho conosciuto sua madre, Althea Gamp. Era una donna forte, coraggiosa, intelligente, e soprattutto vendicativa.
T/n è come sua madre? Se davvero è così...
Madre: T/n non vuole avere a che fare con l'arte oscura, perché sa che rovinerebbe la reputazione della sua famiglia.
Draco: Ma sono Mangiamorte...
Madre: Ma lei non lo sa... a meno che tu non glielo abbia detto.
Scuoto la testa in un no. Ma sicuramente, se non l'ho avvisata io di questa orribile verità, adesso quasi sicuramente sa tutto dei suoi genitori. Chissà cosa starà pensando e dicendo in questo preciso momento...
Continuiamo a camminare. Mia madre mi mette una mano sulla spalla e mi sorride.
Madre: E quindi, in tutto questo, cosa mi vuoi dire? Che vi siete lasciati per questa sciocchezza?
Draco: Il giorno prima delle vacanze di Pasqua, abbiamo deciso di prenderci una pausa. Mi correggo, io ho deciso di prendere una pausa. E lei ha accettato le mie condizioni. Al suo ritorno dall'Italia avremmo deciso cosa fare realmente dopo... se continuare no.
Madre: Vero. Il fratello si è sposato. Tuo padre me l'ha detto mille volte, aggiungendo le solite storie sulla purezza del sangue magico e le solite parole che ripete quasi ogni giorno come una preghiera.
Mia madre, nonostante tutto, cerca di ridere e cerca di far sorridere me. Sta cercando di farmi dimenticare il dolore di tutte queste sciagure che mi stanno piombando sopra di me peggio delle bombe aeree. Ma è impossibile non pensare a un dolore del genere.
Draco: Già... il solito. Comunque, lei non è più tornata a scuola.
Mia madre adesso è molto sorpresa.
Madre: Oh... hai saputo perché?
Draco: Secondo i professori, né T/n né Niklaus torneranno per... perché i loro genitori hanno deciso di proteggerli. Dopo tutto quello che sta succedendo al Ministero della Magia.
Madre: Mmh... Ovviamente non potevano dire la verità...
La verità? Quale verità? Devo sapere tutto all'istante.
Draco: Quale verità mamma?
Madre: Althea non mi ha scritto via gufo che anche T/n e Niklaus sono diventati Mangiamorte.
In che senso anche T/n e Niklaus? Se ne è andata per diventare Mangiamorte... Allora lo diventerò anch'io. Per lei. Per chiarire tutto farei di tutto, anche uccidermi.
Mi fermo e fermo anche mia madre.
Draco: Bellatrix ha detto che Voldemort mi vuole come Mangiamorte... vero?
Madre: Draco... non è una strada facile. È lunga, faticosa e pericolosa. Sei sicuro di voler seguire le orme di tuo padre?
Draco: Se c'è una possibilità che T/n stia diventando una Mangiamorte, lo diventerò anch'io. Si fa di tutto per chi si ama... non è vero?
Mia madre non risponde. Mi prende per mano e torniamo dentro casa. Elfi corrono ancora da tutte le parti. Mi dà un bacio sulla fronte e va a calmare il via vai.
Mi dirigo in camera e mi chiudo dentro. Non faccio nemmeno in tempo a stendermi, che qualcuno bussa alla porta. È Dobby. Non so cosa ci faccia qui, ma immagino già chi l'abbia potuta mandare. Mia madre.
Draco: Hey... Dobby.
Dobby: La signora Malfoy ha detto a Dobby che il signorino Draco è molto triste.
Draco: Ed è vero.
Dobby: Se Dobby lo può sapere, perché il signorino Draco è triste?
Draco: Beh, Dobby... mio padre è ad Azkaban, diventerò Mangiamorte e... la mia ragazza mi ha lasciato.
Dobby: La signorina T/n non lascerebbe mai il signorino Draco.
Draco: Lo pensavo anch'io, Dobby.
Mi stendo a letto e chiudo gli occhi, ascoltando i passi leggeri di Dobby che si muove nella stanza. Sento il rumore di penne e fogli che cadono.
Draco: Cosa stai facendo?
Dobby: Dobby ha letto che... quando si è tristi, si possono scrivere i pensieri cattivi su un foglio e poi bruciarlo. È un modo per liberarsi dei brutti sentimenti.
Draco: Sembra una cosa stupida. Ma molto stupida.
Dobby: Potrebbe funzionare. Almeno provaci.
Apro un occhio e guardo Dobby. Mi osserva con una penna in una mano e un foglio nell'altra, quasi speranzoso. Forse ha ragione. Non riesco a dire a nessuno come mi sento davvero, e forse scrivere potrebbe aiutarmi. Mi alzo, prendo la carta e la penna, e mi siedo alla scrivania. Provo a scrivere.
Ma appena tocco la penna, la mano mi trema. La lascio cadere sulla scrivania. La mano si calma... ma perché?
Dobby: Tutto bene? Dobby può andare, così il signorino Draco può riflettere in pace e in silenzio?
Draco: Sì... grazie, Dobby.
Dobby: Dobby fa tutto per la famiglia Malfoy.
Lo vedo correre via, lasciandomi solo con i miei pensieri. Riprendo la penna e, di nuovo, la mano trema. Forse so il motivo... T/n scrive sempre sul suo diario. Scrive le cose che le accadono, le sue emozioni, ciò che prova.
È come se scrivendo, mi stessi aprendo a uno sconosciuto. Forse invece di scrivere un semplice sfogo, dovrei provare a scriverle una lettera. Anche se non la spedirò mai. Potrebbe aiutarmi... almeno un po'.
Con questo pensiero, riprendo la penna. Il tremolio scompare. È come se, pensando a lei, tutto si sia risolto. Grazie, T/n. Anche se non ci sei, mi hai aiutato a fare questo piccolo passo.
Merlino, quanto mi manchi...
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Angolo autrice:
●Ah, e se siete completamente confusi, tranquilli... è normale. Non ho mancato nessun pezzetto. Va tutto nella norma... almeno nella mia.
💚🐍🦅💙
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