1 • Arrivo ad Hogwarts • PRIMO ANNO
1 Settembre
Caro diario,
Oggi è un giorno diverso dagli altri. Andrò ad Hogwarts! La scuola di magia e stregoneria più bella e affascinante al mondo, con i migliori professori e il mago più potente degli ultimi secoli, nonché il preside della scuola, Albus Percival Wulfric Brian Silente... o almeno è quello che afferma mio fratello, Adrian.
Per lui sarà l'ultimo anno, per me il primo. Lui è stato sorteggiato nella Casa Corvonero, come nostro padre prima di noi. Nostra madre a differenza nostra è andata all'Accademia della Magia di Beauxbatons. All'inizio mia madre pensava che andassi lì pure io, essendo nata in Italia. Ma poi, questa estate, ho ricevuto la lettera da Hogwarts.
Chissà dove mi smisterà il cappello parlante.
Chissà se mi sentirò a casa.
Chissà se avrò degli amici fantastici. Mi bastano anche pochi, pochi ma buoni.
Sono le 6:00 AM, e sto controllando per la centesima volta se ho preso tutto per questa avventura. Ieri non ti ho scritto perché ho passato l'intera giornata a Diagon Alley, sai per varie compere prima di andare a scuola.
• Prima di tutto sono andata da Olivander per comprare la mia bacchetta. Mi è capitata... legno di acacia, nucleo di cuore di drago, 11 ¾, piuttosto flessibile.
• Poi sono andata a comprare la scopa, preso qualche galeone alla banca, e... Faithe, il mio gufo personale. Bianca e morbida come la neve e con due occhi grandi celesti.
Sento aprire la porta della mia camera. La guardo e noto che è Adrian, mio fratello maggiore. Mio fratello che viene nella camera della figlia di mezzo? Strano da parte sua. Non l'aveva mai fatto prima di adesso.
Adrian: Anche tu sveglia a quest'ora?
T/n: Sono solo le sei e un quarto del mattino, fratellone. Stavo controllando se avevo preso tutto per la scuola.
Adrian: Come al tuo solito, vuoi essere perfetta.
Con la perfezione sono in ordine, senza la perfezione sono in disordine e creo caos nel mio ordine. Mi alzo dal letto e poso il diario con la penna sopra al letto.
T/n: Scusa se voglio che tutto sia come dovrebbe essere. Parlando di te, cosa ci fai qui in camera mia?
Adrian: Volevo solo chiederti come stai?
Mio fratello che mi chiede come sto? C'è qualcosa che non va. Forse non si sente bene oggi il signorino. Nonostante sia molto titubante nella sua risposta, lo assecondo nei miei modi.
T/n: Ansiosa è l'unico aggettivo che mi può descrivere ora, a dir la verità.
Mi abbraccio leggermente per calmarmi.
Adrian: È normale sorellina, anch'io lo sono. E anche io lo ero il primo giorno del primo anno ad Hogwarts. O eri troppo piccolina per ricordarlo?
T/n: Ero piccolina, come dici tu. Ma adesso io e te ci troviamo in due situazioni completamente differenti. Tu hai più responsabilità di me. Sei Prefetto dei Corvonero, quest'anno hai il M.A.G.O. Anch'io sarei molto ansiosa. Più di quanto lo sono adesso.
Adrian: Ma anche gli altri anni è stata dura per me, e pure sono qui vivo e vegeto, e ti sto parlando.
Non ha tutti i torti.
T/n: È semplice il primo anno?
Adrian: La prima volta è sempre tutto difficile.
Cosa intendeva dire? Infatti lo guardo molto stranito. Ma passa solo poco tempo quando capisco le sue parole. Non ci credo.
Adrian: Adesso mi rendo conto di quello che ho detto... scusa, è colpa mia.
T/n: Come se non mi avessi detto altro in questi undici anni di vita.
Questo è il problema di avere un fratello più grande che ha degli amici della sua età.
Adrian: Deve rimanere tra noi due. Sempre.
T/n: Chi dice il contrario?
Ridacchiamo un po'. Dopo che anche lui aiuta a controllare la mia valigia, esce dalla mia camera salutandomi e ricordandomi di fare colazione oggi. Appena noto che sono da sola, riprendo il diario con la penna.
Adesso vado a fare colazione, ti porterò con me verso i sette anni ad Hogwarts. Sarai il mio diario di viaggio.
A presto♡
Poso diario e penna nella parte davanti della valigia. Esco dalla camera e scendo le scale senza fare rumore. Mi dirigo giù in cucina dove trovo mia madre che cucina e mio padre che legge La Gazzetta del Profeta. Quasi sembra un miraggio per me.
T/n: Buongiorno a tutti. Ma cosa ci fate qui anche voi?
Non li vedevo mai la mattina per i vari lavori che fanno per il Ministero della Magia. Sono felicissima che almeno al mio primo giorno di scuola ci sono loro con me. Oltre a mio fratello che ci sarà sempre per me.
Madre: Ciao amore.
Padre: Non potevamo mai mancare al primo giorno di scuola della nostra unica figlia.
Intanto sento scende mio fratello minore, Niklaus, chiamato da tutti Klaus. Ma io lo chiamerò sempre Niklaus. Appena arriva al piano, si mette vicino a me.
Niklaus: E finalmente sarò l'unico qui in casa, in pace e serenità.
Adrian: Adesso dici così, poi arriverà la lettera da parte tua ad Hogwarts, dicendo che ti stai annoiando molto senza noi due.
T/n: E che ci vuoi a casa il più presto possibile.
Adrian si alza dal divano e posa il cellulare con cui stava messaggiando o con i suoi due migliori amici o la sua fidanzata non tanto segreta. Si avvicina a noi, e tutti ci sediamo a tavola. Nostra madre, per l'occasione, ha preparato la tipica colazione italiana: caffè, latte, biscotti, cioccolato... Nonché la mia colazione preferita.
T/n: A che ora parte il treno?
Chiedo, appena finiamo di mangiare la colazione.
Adrian: Alle undici.
Padre: Ma noi saremo lì per le dieci. Devo parlare con delle persone.
Senza fare domande, io e i miei fratelli sistemiamo tutto e ci dirigiamo nelle nostre camere per prendere i bagagli. Nemmeno il tempo di aprire la porta della mia stanza che sento il clacson della limousine dei miei genitori. Prendo tutto, e piano piano porto le mie valige al piano di sotto. Mio padre, già con la bacchetta in mano, con l'aiuto della magia prende tutti i bagagli e li posa nel bagaglio della limousine.
Mi apre anche lo sportello ed io entro e mi siedo subito. Appena mio padre entra, e tutti siamo dentro, mio padre fa cenno al nostro elfo alla guida che può partire. Infatti è quello che fa.
Niklaus: Hai preso il diario, T/n?
Chiede in tono scherzoso. Sa perfettamente della mia abitudine. Come lo sa Adrian e i miei genitori. E in questo mi hanno sempre appoggiato. E non mi hanno chiesto mai di leggerlo, garantendo tutta la privacy possibile.
T/n: Ovvio, come faccio a sopravvivere senza quello?
È la mia unica valvola di sfogo quando non riesco ad aprirmi sentimentalmente con le persone. Ma serve anche per ricordarmi cosa ho fatto durante la giornata.
Padre: Ricordo ancora il mio primo giorno ad Hogwarts come se fosse ieri. La stazione di King's Cross, l'arrivo con le barche ad Hogwarts-
T/n: Andremo con le barche?
Quasi me ne ero dimenticata. È il mio sogno vedere Hogwarts dal Lago Nero. Come nella foto che mi fece vedere qualche tempo fa Adrian nel suo primo giorno ad Hogwartsx
Adrian: Si, solo il primo anno all'andata e al settimo anno al ritorno, per il resto andrai con le carrozze magiche.
T/n: Sembra bello.
Niklaus: Confermo, ma dove si divideranno le nostre strade?
Lo chiede con molta tristezza. Così gli prendo la mano e lo accarezzo. Tutti sappiamo perfettamente che sarebbe arrivato il momento della dura verità per il mio fratellino.
Madre: Al binario 9 ¾.
Niklaus: Non posso salire anche io, per almeno un secondo?
Padre: Assolutamente no. Klaus. Si dice che sfortuna salire sul treno. Potresti anche non andare più ad Hogwarts. E tu non vuoi correre questo rischio, eh?
Io, mia madre e Adrian sappiamo perfettamente che mio padre sta scherzando. Infatti tutti ridiamo, nel mentre Niklaus mi stringe a sé.
T/n: Dai Niklaus, devi aspettare solo un anno e anche tu verrai ad Hogwarts.
Niklaus: Conterò ogni giorno uno ad uno.
Adrian: Ci vorranno trecentosessantacinque giorni...
Non ci credo che l'abbia veramente detto. I miei genitori accennano un sorriso, Niklaus mi guarda con la faccia di uno che vorrebbe dire che non ha capito, mentre Adrian ride come uno scemo.
T/n: Potevi dire miliardi di cose, e tu hai scelto di dire questo.
Adrian: Fatti una risata, sorellina.
T/n: E se non me la volessi fare?
Adrian: Avere la bocca non ti obbliga a parlare in questo modo a tuo fratello, signorina.
Madre e Padre: Adrian!
Lo rimproverano subito i nostri genitori. I battibecchi tra noi due sono una cosa di routine, quindi non mi sono offesa per niente. Ma intanto Adrian mi guarda con occhi di un cane bastonato.
Adrian: Scusami, sorellina. Non l'ho volevo dire seriamente.
T/n: Tranquillo, Adrian. Lo so.
Gli sorrido per assicurarlo che dico la verità. Anche lui ricambia con un piccolo sorriso. Tutto ritorna per un momento alla normalità.
Madre: In nostra assenza, guarda T/n.
Raccomanda mia madre, guardando Adrian seriamente.
Adrian: Non potrò sempre, lo sapete.
T/n: Come se non me la sapessi cavare da sola.
Adrian: Infatti, la mia sorellina è grande e vaccinata.
Klaus: E alcune volte sembra più grande lei che tu.
Tutti ci mettiamo a ridere, nel mentre Adrian guarda al finestrino, molto offeso. Ha sempre odiato sentirsi dire che sembro io quella più grande, soprattutto da Niklaus.
Padre: Hai ancora undici anni, principessa mia. Sei uscita poco in questi anni e non conosci a fondo la natura umana. Voglio solo che qualcuno ti aiuti e ti guidi nella giusta via senza imprevisti.
T/n: Lo farò solo perché tu me lo dici.
Senza nemmeno esserci accorti, arriviamo alla stazione di King's Cross. Sono le dieci del mattino da quello che vedo al mio cellulare. Quindi manca ancora un'ora alla partenza. Tutti scendiamo dalla limousine e ci dirigiamo verso la stazione. È molto ampia e ci sono molte persone come ci sono tanti treni che arrivano, che se ne vanno e che stanno fermi.
Madre: Adrian, T/n, avete il biglietto?
T/n e Adrian: Sì.
Dopo aver fatto qualche passo, ci dirigiamo al famoso "muro". Anche se sia mio padre che mio fratello me ne hanno parlato, ammetto di essere sia emozionata che impaurita. Soprattutto la seconda.
Adrian: Per ritornare al discorso di prima, chi devi incontrare papà?
Secondo me questa domanda se la stava tenendo da quando ce ne aveva parlato in cucina questa domanda. Mio fratello è molto curioso, ecco perché è nei Corvonero. Ovviamente, ci sono altre cose che lo fanno a somigliare dai Corvonero, ma questa è una che si nota di più.
Padre: Delle famiglie Purosangue, come noi.
Anche se mio padre non è fissato con la linea di sangue, vuole sempre specificare che tipo di famiglie erano. Ormai conosce quasi tutte le famiglie per il lavoro che fa.
Arrivati d'avanti al famoso muro, i miei genitori e i miei fratelli fanno un passo indietro, lasciandomi da sola davanti al muro. E la mia paura e la mia ansia stanno crescendo ancora di più.
T/n: Che fate?
Adrian: Rito di famiglia. Prima la novellina.
Mi sogghigna ed io mi blocco definitivamente. Pensieri e emozioni miste mi girano in testa. Non ho mai visto mio fratello o mio padre passare il muro, e ho molta paura. Adrian, vedendomi così, si avvicina a me e mi tende la mano.
Adrian: Lo facciamo insieme, per questa volta.
Gli do la mano e partiamo verso il muro. Appena riapro gli occhi... vedo il grande Espresso di Hogwarts, a vapore, color scarlatto. È molto grande e quasi non riesco a chiudere la bocca dallo stupore. Subito dopo vedo i miei genitori e Niklaus sbucare dal muro.
Padre: Sembra di riavere undici anni ogni volta che faccio questo.
Mi guardo intorno, sembra davvero magico. Il treno sembra già pronto a partire, e lungo il binario si vedono solo poche famiglie. Tra tutti quanti, spiccano due teste bionde con una mezza nera e mezza bionda.
T/n: Chi sono quelli?
Chiedo a mio fratello. Infatti, anche lui li osserva, ma sembra più confuso di me.
Adrian: Sembra una famiglia molto altezzosa per come si sono vestiti. Forse qualche famiglia purosangue fissata con la magia. Anche se percepisco patriarcato, soprattutto perché l'uomo sembra che abbia la puzza sotto il naso.
Senza dirci niente, mio padre si avvicina proprio a quella famiglia che ho adocchiato. Io non lo seguo, come non lo seguono mia madre e i miei fratelli, ma vediamo e sentiamo da lontano. Almeno io ed Adrian.
Padre: Lucius Malfoy! Ma che bello rincontrarti.
E l'uomo molto elegante, dai lunghi capelli biondo platino si volta verso mio padre e gli sorride. È appoggiato su un bastone che tiene sulla sua mano destra. Che sia zoppo o per bellezza?
Adrian: Mamma, li conosci?
Madre: Ovviamente. Chi non conosce la famiglia Malfoy. Molto antica e sempre in linea.
E poi ci fa cenno di fare silenzio, e noi l'ascoltiamo. Intanto io mi sistemo la maglietta perché il non fare niente mi scoccia e m'imbarazza allo stesso momento.
Lucius: Tarquin Prince, è un onore rivederti. Cosa ti porta qui? Non dovresti essere al Ministero della Magia a vedere qualche sentenza o cose del genere?
Padre: È il primo giorno di scuola di mia figlia, e l'ultimo del mio figlio maggiore. E ho promesso ad entrambi di esserci per loro.
Lucius: Davvero? Che combinazione. Anche per mio figlio è il primo giorno. Figliolo, vieni un attimo!
E da lontano noto che quel signore serio sta chiamando suo figlio. È un ragazzo un po' più alto di me e sembra molto simile al padre. O almeno, è quello che vedo da lontano.
Lucius: Ti presento Tarquin Prince, un mio vecchio amico molto importante.
X: Molto lieto di conoscerla, signor Prince.
Padre: Come è educato, come il padre.
Lucius: E i vostri figli?
Padre: Dietro di me.
Mio padre fa cenno a tutti noi di avvicinarsi, e l'uomo fa cenno a sua moglie. Il panico mi sale, e non so nemmeno il perché. Ho conosciuto tante persone per i lavori che fanno i miei genitori, adesso perché mi sento così? Forse sono tutte queste emozioni che sto provando da quando mi sono svegliata.
Ci avviciniamo tutto insieme, ed io e il mio fratello e siamo gli unici a mantenerci sulla difensiva. Mio padre mi mette alla sua destra, poggiando mano destra sulla mia spalla.
Padre: Ragazzi, vi presento la famiglia Malfoy, Purosangue come noi.
Lucius: Moglie, figliolo, vi presento la famiglia Prince. Famiglia famosa per quanto riguarda il Ministero della Magia.
Odio quando qualcuno mi riconosce come figlia di quelli del Ministero della Magia. Mi fa sentire importante anche quando non lo voglio essere. Soprattutto perché non lo voglio essere. Preferisco stare nell'ombra, perché so già cosa comporta stare sotto ai riflettori. Nulla di buono.
Lucius: Eravamo grandi amici quando frequentavamo Hogwarts, ci siamo conosciuti proprio qui, in questo preciso punto, allo stesso modo.
Padre: Esatto, anche se appartenevamo a Case diverse, abbiamo sempre trovato il modo per incontrarci e divertirci.
Lucius: Soprattutto con la mappa dei Malandrini che ti ha dato il tuo amico. Tuo cugino Narcissa, Sirius Black, se ricordo bene.
Padre: Ah si...
Il treno fischia, e noto che adesso ci sono molte più persone al binario. Studenti che entrano con tutti i loro bagagli e animali. Per fortuna che noi portiamo solo un gufo che vale per due, altrimenti come avremmo fatto?
Lucius: Penso che per voi, sia l'ora di salire. È stato un onore rincontrarci con le nostre relative famiglie. Sicuramente quando ci sarà occasione, potremmo parlare con più calma. buona fortuna a...
Mi guarda aspettando che dica il mio nome.
T/n: T/n Prince.
Narcissa: Che bel nome, cara.
T/n: Grazie mille, signora.
Sento che mi sono fatta molto rossa da quanto sono calda.
Adrian: Invece io sono Adrian.
Lucius: Che nomi particolari che avete scelto per i vostri figli.
Madre: Li abbiamo decisi sempre insieme. Come ogni nostra scelta.
Noto che il figlio di Lucius non ha accennato una parola. Ci guardava ma guardava sopratutto me. Più che guardare, mi squadrava dall'alto verso il basso. Come se mi stesse giudicando dalla testa ai piedi. Altra cosa che odio.
Padre: Tu invece sei?
Chiede guardando il ragazzo.
X: Draco.
Niklaus: Ed io sono Niklaus, per gli amici semplicemente Klaus.
Un altro fischio del treno, un altro fischio prima che mi separi per qualche mese dalla maggior parte della mia famiglia. Un'ultima chiamata prima di lasciarci per un lungo periodo
Lucius: È meglio che andiate. Non vi vogliamo far fare tardi il primo giorno di scuola.
Padre: Ha ragione Lucius. Buona fortuna a tutti e tre, soprattutto ad Adrian per il suo ultimo anno.
Adrian: Grazie mille, papà.
Dopo uno scambio di sorrisi, mi viene l'impulso di abbracciare mio padre e lo faccio, seguita da Adrian. Poi abbraccio mia madre, e infine Niklaus che non mi lascia più. Così, mio padre ci divide. Anche a me fa ribrezzo e senso dover lasciare mio fratello per tutto questo tempo insieme. Già ci siamo conosciuti in tarda età, figuriamoci se dopo sette anni passati nello stesso tetto.
Mi volto verso Draco, che sta salutando e abbracciando i genitori. Anzi, sta abbracciando solo la madre. Il padre gli da solo una leggera pacca sulle spalle e gli sorride. Strano comportamento da parte del padre. Così, mi avvicino a lui e lui continua a guardarmi con i suoi occhi grigi, senza dire niente.
T/n: Piacere di averti conosciuto, Draco.
Draco: Anche il mio.
Come è freddo. Riesco a sentirlo anche a questa distanza da lui.
Adrian: Vuoi venire con noi, Draco?
Perché lo ha proposto? Sapevo che era scemo, ma non fino a questo punto.
Draco: No grazie.
Senza aggiungere altro, si dirige verso il treno, così facciamo la stessa cosa noi senza farci troppe domande. Ci sediamo dentro uno scompartimento libero. Mio fratello mi fa sedere di fronte a lui ed io accetto.
Intanto guardo il finestrino, ma mi focalizzo su mia madre, mio padre e il mio fratellino. E sono ancora vicini alla famiglia Malfoy, che invece stanno salutando Draco che si è messo a qualche vagone più distante da noi.
Adrian: -E qui parte la ship...
Non ho ascoltato per niente quello che ha detto prima, penso a una sola cosa e non penso ad altro... la mia famiglia. Che sto lasciando per vivere un'avventura magica e personale.
T/n: Come scusa?
Adrian: Tra te e il biondino platinato, qui parte la ship.
Spero che non abbia bevuto prima di partire. Oppure nel suo latte mattutino ha messo anche qualche altra bevanda?
T/n: Draco? Ma se lo conosco appena. Anzi, ti ricordo che l'ho appena conosciuto.
Adrian: Ho visto come lo guardavi e come lui guardava te. E poi tu non volevi un principe azzurro, biondo e occhi azzurri?
T/n: Ce li ha grigi.
Devo sempre puntualizzare ogni minima cosa con mio fratello.
Adrian: Allora l'hai fissato completamente bene, eh?
T/n: Ti ricordo che abbiamo gli occhi per vedere, altrimenti sarebbero inutili. Ma dato che fai lo spavaldo, parliamo di te. Come va con la tua fidanzatina segreta, eh?
Mio fratello ha l'abitudine di parlarmi e parlare nel sonno, ecco come l'ho scoperto realmente la prima volta. Sa che se dico ai nostri genitori che è fidanzato, lui è un uomo morto. Questo solo perché i nostri genitori non accettano che stiamo crescendo e dobbiamo fare le nostre esperienze personali.
Adrian: Va bene, ho capito che non ti devo più disturbare.
T/n: Ormai sono abituata al tuo disturbo nei miei confronti. Ma almeno dici le cose come stanno e non sei troppo creativo su queste cose.
Adrian: Perché altrimenti ci credi anche tu e crei di peggio? Conoscendoti, ne saresti capace.
Dopo che le ultime persone salgono e le porte si chiudono, il treno parte fischiando un altro po'. Io saluto i miei genitori e mio fratello con un cenno di mano, e la stessa cosa la fa Adrian.
T/n: Perché sai che io sono per le cose realistiche quando si parla nella realtà, e delle cose fantastiche e immaginarie per altro.
Adrian: Non prendere tutto sul serio. Sto scherzando, T/n.
T/n: Lo spero.
Il treno ormai ha lasciato la stazione. E non vedo nemmeno l'ombra dei nostri genitori. Siamo ufficialmente solo io ed Adrian soli soletti nello scompartimento. Ma so perfettamente che questa solitudine durerà poco.
Adrian: Ti puoi considerare fuori dalla portata degli adulti.
T/n: Un po' di relax adesso.
Adrian: Si infatti, goditi queste ore di viaggio.
Appena non vediamo più nemmeno la stazione, arrivano nel nostro scompartimento Kai e Kol, i migliori amici del mio fratello e. Aprono la porta trasparente e si siedono vicino a noi. Kol vicino a mio fratello, Kai vicino a me.
Kai: Ecco qui la novellina.
T/n: Già...
Nonostante li conosco bene, dato che ogni estate vengono da noi, mi sento sempre in soggezione nei loro confronti. Molto probabilmente per il fatto che loro siano molto più grandi di me.
Kol: Sarai nei Corvonero come noi?
Kai: O ci lascerai per andare dagli altri nemici?
Adrian: Lei sarà Corvonero. È un vizio di famiglia.
T/n: Dipenderà tutto dal Cappello Parlante, da quello che mi hai detto, fratellone.
Kol e Kai si guardano un attimo, poi guardano mio fratello.
Kol e Kai: Si, sarà Corvonero.
E tutti noi ridiamo un po'.
Kol: Non fa niente se parliamo di cose... oltre la tua portata? Abbiamo bisogno di alcuni consigli da tuo fratello, dato che è l'unico fidanzato nel gruppo.
T/n: Mio fratello parla di queste cose anche nel sonno, ormai la fase di shock mi è passata già da un bel po' di tempo.
Kai guarda subito infastidito mio fratello.
Kai: Amico, ti devi far controllare questa cosa. Non è normale. Non è affatto normale.
Per non sentire certe cose e godermi il viaggio in santa pace, metto le cuffie e guardo all'orizzonte dalla finestra. Montagne, prati, alberi, fiori, nuvole, sole... sono le uniche cose che vedo. E da qui mi viene anche l'ispirazione di fare una piccola cosa.
Prendo dallo zaino il diario e una penna, la prima che mi capita. Non ci scrivo solo, disegno anche, disegno quello che mi piace vedere o quello che vedo in quel preciso momento. E qualche volta, commento anche il disegno.
Ad un certo punto, una ragazza riccia si avvicina a noi. Già indossa la divisa di base e sembra preoccupata. E solo per quel momento, mi tolgo una cuffia per ascoltare.
X: Qualcuno ha visto un rospo?
Mio fratello e i suoi amici la rispondono bruscamente con un netto "No".
T/n: Mi dispiace, non abbiamo visto nessun rospo...
X: Grazie mille comunque.
Rimetto la cuffia e continuo ad ascoltare la musica, nel mentre disegno e scrivo sul mio diario.
Buon viaggio, che sia un'andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo...
Sarà strano e raro quando scrivo o parlo in italiano. Però queste tipo di canzoni mi rilassano, come ha detto mio fratello, adesso relax perché me lo devo godere. Ti riprenderò questa sera, a letto, prima di andare a dormire. La nostra routine. Ti dirò la Casa in cui sono stata smistata, se ho fatto qualche amicizia, come è la Sala Comune... Ma adesso voglio solo riposarmi.
A presto♡
✩。:*•..•*:。✩
Adrian: Sorellina.
T/n: Dimmi.
Sbadiglio anche mentre lo dico. Mi sono addormentata ad un certo punto. Immagino sia stata colpa dell'ansia del primo giorno di scuola.
Adrian: Tra mezz'ora arriviamo, ti consiglio di metterti la divisa provvisoria.
T/n: Ah, bene.
Mi guardo intorno e noto che Kai e Kol non sono più seduti vicino a noi. Dove sono andati a finire? Mi hanno vista dormire? Che imbarazzo. Non che sia la prima volta, però...
Adrian: Se ti stai chiedendo dove sono Kai e Kol, sono andati a salutare gli altri amici della Casa.
T/n: E non sei voluto andare con loro?
Adrian: E lasciare mia sorella novellina da sola in mezzo a tutta questa gente? Non ci pensare nemmeno. Ho fatto una promessa che manterrò sempre.
T/n: Grazie ma... perché lo fai? Di solito quando fai queste cose, vuoi sempre qualcosa in cambio.
Lui si guarda intorno, poi mi fissa
Adrian: Quello che succede ad Hogwarts, rimane ad Hogwarts.
T/n: Mi sembra logico, e questa cosa vale anche per me.
Adrian: Ovviamente. Patto fraterno?
T/n: Patto fraterno.
Il famoso patto fraterno, un patto che nessuno di noi fratelli può sciogliere. Conseguenze, incazzatura da parte dei nostri genitori e dei nostri fratelli, con l'aggiunta di dire a tutti un nostro segreto imbarazzante che ci potrebbe rovinare a vita. O almeno, è così che è successo l'ultima volta a Niklaus.
✩。:*•..•*:。✩
Appena arrivati alla stazione di Hogwarts, posso vedere il famoso castello. È magnifico, magico, antico e gotico, il mio stile preferito. E nel mentre ammiro il paesaggio mio fratello si allontana e mi avvisa di seguire Hagrid, un mezzo gigante che ci farà da guida. Ma intanto che vado dal custode delle chiavi di Hogwarts...
X: Prince?
Una voce che preferivo scordarmi mi richiama da dietro. Ma invece... mi deve tormentare anche qui. Mi volto e la guardo arrivare, con la sua divisa provvisoria, capelli a caschetto neri e il suo sguardo da vipera. Non mi sorprenderei se capitasse in Serpeverde.
T/n: Anche tu qui, Parkinson?
Pansy: Ovviamente, se no dove andavo? In Francia da quei lecchini dei francesi? Immaginavo che saresti andata tu, conoscendo la familiarità da parte di tua madre.
T/n: E invece mi hanno mandata qui. Spero che non sia un problema per te.
Pansy: Nessuno. Andiamo alle barche insieme?
Potrei dire di no, ma essendo che poi rimarrò da sola, e che non voglio avere subito impatto con degli sconosciuti, devo accettare. E poi, perché adesso si comporta in questo modo nei miei confronti? Si è scordata quello che mi ha fatto passare insieme alla sua amichetta in passato? Non credo proprio.
T/n: Va bene.
Pansy: Quindi, immagino che ora sia passato quel che è passato...?
E fu così che i miei nervi volevano sbucare dalla mia pelle e picchiarla fino a farla morire. Però ho avuto una risposta.
T/n: Cosa? Avermi fatto fare una figura di merda davanti a tutta la scuola perché ti piaceva fare la bulla di turno su quelli che tu credevi deboli? In fondo, siamo bambine. Dobbiamo ancora capire come trattare veramente le persone. O no?
Il bello di me è che posso anche perdonare, ma non dimentico mai. E non dimenticherò mai chi mi farà del male e chi mi farà del bene.
Pansy: Bene... mi è dispiaciuto molto, lo dico sul serio non è tanto per dire. Sono cambiata, e te lo dimostrerò.
T/n: Lo spero. E per il momento ti perdono.
In parte, la perdono in parte. Perché a differenza sua, sono buona. Anche troppo fin troppe volte. Soprattutto con le persone più sbagliate al mondo.
Pansy: Va bene per te se viene con noi un mio amico?
T/n: Tranquilla, va bene.
Lei fa cenno ad un ragazzo e lui si avvicina. Ha pelle scura, occhi neri come per i capelli ed è abbasta alto per la sua età.
Pansy: T/n, lui è Blaise Zabini, Blaise lei è T/n Prince.
Blaise: Piacere di conoscerti, T/n.
T/n: Il piacere è mio. Andiamo prima che partano gli altri? Non so voi, ma non voglio fare tardi. Soprattutto il primo giorno di scuola.
Blaise: Sono della tua stessa idea. Seguitemi donzelle in difficoltà.
Io e Pansy alziamo gli occhi al cielo e seguiamo Blaise. Arrivati a riva, prendiamo una barca e, con la magia, parte portandoci alla base di Hogwarts. E l'atmosfera è come nella foto di Adrian. Stupenda, unica e meravigliosa. Il castello ben illuminato di candele, la luna che l'ha illumina con i suoi raggi. Tutto è perfetto.
Arrivati a sfonda dopo un po' di tempo, seguiamo Hagrid dalla McGranitt, la vice preside di questa scuola. Lui ci conduce dalle "segrete" fino alla porta di quella che dovrebbe essere la Sala Grande. Lì arriva la McGranitt molto felice ed entusiasta, e intanto si sente il chiacchiericcio dei ragazzi dal secondo al settimo anno. Che stanno aspettando solo noi.
McGranitt: Benvenuti a Hogwarts, il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio. I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro al dormitorio cui verrà destinato. La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete.
La McGranitt è stata chiara e precisa. Ha detto le cose che pensavo da sempre di Hogwarts. Famiglia, unione, qualche litigio e sana competizione. Ma si sa che non sarà sempre così, e che ci sarà sempre qualcuno a rovinare tutta la pace. Adesso manca solo aspettare in quale Casa andrò. Sono tutte allo stesso livello dal mio punto di vista. Ognuna ha i suoi pregi e i suoi difetti. Quindi non c'è differenza per me.
Draco: È vero allora, le voci che giravano sul treno... Harry Potter è venuto ad Hogwarts.
Il bambino sopravvissuto? Ne parlano da molto tempo al Ministero della Magia. Ma perché Draco se la prende con lui? Lo guardo, sta puntando i suoi occhi su un ragazzo dai capelli corvini e gli occhiali. È vicino ad un ragazzo con i capelli rossi. Invece Draco è vicino a due ragazzi molto grossi e simili.
Draco: Loro sono Tiger e Goyle, ed io sono Malfoy, Draco Malfoy.
Perché adesso si comporta così con loro? Ma chi cavolo si crede di essere. Il ragazzo con i capelli rossi vicino ad Harry ha fatto bene a ridere, io avrei riso di più.
Draco: Il mio nome ti fa ridere eh? Non c'è bisogno che mi dici il tuo. Capelli rossi e una vecchia toga di seconda mano, devi essere un Weasley.
Dicevo io che somigliava ad Arthur, è un gran lavoratore da quello che mi hanno detto mia madre e mio padre, l'ho conosciuto anche di persona ad una delle tante riunioni del ministero. La famiglia di maghi dai capelli rossi, Purosangue, unici nel loro genere.
Draco: Scoprirai che alcune famiglie di maghi sono migliori di altre, Potter!
Siamo tutti nello stesso livello, solo se sai anche le magie oscure puoi considerarti migliore... anzi peggiore.
Draco: Posso aiutarti io.
E Draco gli tende una mano. Harry, non prendergli la mano... ho già capito il soggetto.
Harry: So riconoscere le persone sbagliate da solo, grazie.
Menomale. Harry, hai capito già tutto. Intanto Draco non sembra molto contento. Ma, a far ritornare tutto alla normalità e alla pace, è la McGranitt.
McGranitt: Siamo pronti per ricevervi.
Tutti noi la seguiamo, invece Draco si è fermato nel mentre i suoi due amici si allontanano da lui, ridendo anche un po'. Invece io ci passo vicino.
T/n: Colpito e affondato.
Lui alza gli occhi al cielo e mi segue, ma solo per superarmi e affiancarsi ai suoi amici. Entrati nella Sala Grande, vedo le quatto tavolate, una per ogni casa, il preside nel centro della grande sala, quasi alla fine del lungo corridoio che stiamo percorrendo. Alla sua destra e sinistra ci sono tutti i professori di tutti gli anni.
Arrivati quasi alla sedia con il Cappello Parlante, intravedo mio fratello con un posto libero vicino a lui ed i suoi amici. Sta cercando di dirmi che quello è il mio posto.
Finché morte non ci separi, fratello.
McGranitt: Quando chiamerò il vostro nome, vi metterò il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati.
Chiama prima una ragazza, Tassorosso.
Chiama un ragazzo, Corvonero.
Vedo già il volto di mio fratello dire a quel povero ragazzo di spostarsi da lui.
Poi chiama la ragazza che voleva sapere del rospo, Grifondoro.
Ora tocca a Malfoy, la povera McGranitt non ha avuto nemmeno il tempo di appoggiare il cappello su Draco, che il cappello grida "Serpeverde".
Poi il ragazzo del rospo, Grifondoro.
Harry Potter, il cappello era indeciso tra Serpeverde e Grifondoro. Vedo Harry pregare di non andare in Serpeverde, e il cappello lo ha ascoltato, Grifondoro.
Weasley, Grifondoro.
Pansy, Serpeverde... adesso anche io devo pregare per non andare in Serpeverde.
McGranitt: Prince T/n.
Bene, che lo show inizi, e per show intendo il mormorio che diranno sul mio conto. La figlia dell'Auror, cose così. Odio totale per quelle persone. Mi siedo e guardo subito mio fratello... non devo più pregare, ci sta pensando già lui. E appena mi siedo, con tutti gli occhi degli studenti puntati su di me, la McGranitt mi mette il cappello e...
Cappello: Prince... è inutile che dico che tuo padre e tuo fratello sono andati in Corvonero. Ma oltre il cognome vedo creatività, intelligenza e la grande curiosità. Ma anche molta determinazione e arrivi sempre al tuo scopo... non so...
L'ansia è a mille, quella di mio fratello a tremila.
Cappello: Va bene, ho in mente dove metterti.
No Serpeverde. No Serpeverde. No Serpeverde.
Cappello: Corvonero!
Faccio sospiro di sollievo insieme ad un sorriso. Scendo dallo sgabello e mi dirigo vicino a mio fratello, che mi aspetta con un grosso abbraccio.
Kai: Benvenuta fra noi, T/n.
Kol: Non deluderci.
Adrian: Lei è più responsabile di me, quindi non c'è da preoccuparsi.
T/n: Quindi ammetti quello che ha detto Niklaus in macchina.
Adrian: Cioè?
T/n: Che sono più grande di te.
Dico ridendo. Adrian mi guarda in faccia arrabbiato e frustrato.
Adrian: Non ho mai detto questo!
Io, Kai e Kol ridiamo all'unisono e cominciamo a mangiare nel mentre ascoltiamo la canzone del Cappello Parlante, che narra delle origini di Hogwarts che ormai tutti sappiamo a memoria, nonostante il Cappello ogni anno aggiunga quel che dettaglio in più alla sua storia.
Dopo aver mangiato, mio fratello chiama tutti i Corvonero a raccolta per andare nel dormitorio, e per spiegare a noi novellini come accedere alle stanze. Saliamo le scale, che a loro piace cambiare, e ci dirigiamo alla torre Ovest.
Adrian: Ogni Casa ha una Sala Comune con la propria chiave per entrare. La nostra chiave di sicurezza è rispondere agli indovinelli dell'aquila che si troverà sulla porta. Per i novellini, vi abituerete quasi subito. Volete provare?
T/n: Vediamo.
Tutti rimaniamo in attesa che l'acquila dica l'indovinello, appena ci troviamo di fronte a lei.
Corvo: Qual è l'unico strumento che si può sentire, ma non si può vedere e non si può toccare.
Adrian: Interessante.
Tutti gli strumenti si posso vedere, però alcune volte si usa la voce per ricreare dei suoni, battimenti. Ci provo.
T/n: La voce.
Corvo: Risposta corretta.
Tutti i ragazzi esultano e si congratulano con me. Intanto vedo mio fratello guardarmi molto fiero di me. Anche se so alla perfezione che lui è è sempre sarà fiero di me. Come io sarò sempre fiera di lui.
Adrian: Mi stupisci ogni giorno di più, sorellina.
Entro, salgo delle scale a chiocciola e vedo la Sala Comune. È circolare, ampia e ariosa. Vi sono finestre ad arco e sulle pareti sono appesi drappi di seta blu e bronzo. Il soffitto è a cupola, e sia questo sia la moquette, sono trapuntati di stelle. Le finestre ad arco disposte lungo i muri della sala dominano il comprensorio della scuola: il lago, la Foresta Proibita, il campo di Quidditch e i giardini di Erbologia.
Adrian: Dormitorio femminile a destra, quello maschile a sinistra. Se volete potete andare a fare visita ai compagni dell'altro genere, ai vostri amici.
Mi dirigo nella mia camera assegnata. Apro la porta e noto che non la condividerò con nessuno dato che c'è un solo letto. Ottimo, mi posso fare gli affari miei senza che nessuno lo sappia. Le mie cose sono arrivate in camera e così le comincio a sistemare. Ma nel mentre faccio ciò, bussano alla porta. Vi avvicino alla porta e ci trovo mio fratello.
T/n: L'hai chiesto tu una singola per me?
Adrian: No, si chiama avere un gran colpo di fortuna. Ti volevo chiedere se ti piace.
T/n: Si... è molto... familiare.
Dato che dormo anche da sola in casa nostra. E mi sono abituata a stare da sola ormai.
Adrian: Mi fa piacere. Allora ti auguro una buona notte, sorellina. Domani è un gran giorno e devi riposare per bene.
T/n: Va bene. Ma questo vale anche per te. Notte fratellone.
E se ne va con un piccolo cenno di sorriso sul volto. Appena chiudo la porta, mi volto e vedo la divisa ufficiale sul letto... unica pecca, la gonna... odio le gonne. Prendo il cellulare dalla tasca di questa divisa provvisoria e messaggio mio fratello se, per caso, invece della gonna, posso mettere pantaloni di jeans o altri tipi.
Mi risponde dopo un po' di sì, basta che siano lunghi. Provo la mantella, ed è bellissima, mi sta bene il blu, e bellissimo anche lo stemma dei Corvonero cucito alla perfezione. Alla fine mi metto il pigiama, prendo diario e penna e annoto le ultime cose importanti prima di andare a dormire.
Corvonero! Stanza unica! A parte gli amici di mio fratello che mi conoscono da una vita, stranamente gli altri mi vedono di buon occhio.
Ah, all'inizio ho saltato un piccolo dettaglio. Ho conosciuto il figlio di un amico di mio padre, Draco Malfoy. Purosangue anche lui. È un tipo molto silenzioso, scorbutico e particolare. Figurati che se le presa con Harry Potter... poverino. Già sta in una situazione strana per lui, poi tu lo stuzzichi pure... Siè anche offeso dopo la risposta di Potter.
Parlando d'altro, la sala comune della mia Casa è bellissima, piena di stelle, pianeti... con la testa fra le nuvole che puntiamo in alto.
Poi per andare alle barche ho incontrato Pansy Parkinson. Di lei te ne parlerò nei giorni seguenti, anche se i tuoi predecessori sanno per filo e per segno cosa mi ha fatto lei insieme alla sua amichetta del cuore, che per ora non ho visto. Anche se lei era un anno più piccola di noi.
La cosa positiva è che provato la divisa, bellissima, pecca la gonna ma ha detto mio fratello che posso mettere anche jeans o pantaloni neri, quindi tutto a posto.
Adesso però vado a dormire, domani ho colazione e la mia prima lezione, chissà quale sarà! Spero che andrà tutto bene. Buona fortuna a me e che la forza sia con me.
A domani... ti avviso già che ti scriverò unicamente la sera per non portarti sempre insieme a me, e per non farti vedere e leggere da nessuno! ♡
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