Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Prologo

La suola del mio stivale affondava nel terreno, reso fangoso per colpa del sangue, denso e fetido, scaldato dal sole cocente di una giornata estiva.

Mi coprii il viso dalla luce con una mano, mentre osservavo la battaglia intorno a me.

L'uniforme in pelle e la corazza in metallo che mi avevano fatto indossare mi stava letteralmente cuocendo, sentivo il sudore colare sulla schiena, la fronte umida e la treccia stretta dietro la nuca appiccicata alla pelle. Lo scontro procedeva come era stato previsto, i Magici cadevano più delle pedine del domino, e l'esercito di Sloam avanzava nel territorio nemico come un coltello nel burro. Il mio compito era molto semplice: usavo il mio potere per nascondere i primi soldati, li rendevo invisibili e silenziosi; poi, una volta vicini all'obbiettivo, lanciavo la solita ondata di fiamme roventi, seguita subito dopo dall'imboscata dei soldati. Seguendo il primo attacco, giungevano gli altri soldati, rimasti lontani e nascosti. Ci assicuravamo che nessuno potesse scappare. Ogni creatura veniva massacrata, oppure finiva nelle le gabbie del Dottor Kurtic, un destino peggiore della morte.

Avevo abbandonato definitivamente i suoi laboratori da qualche settimana, da quando mi ero allontanata anche dalla Capitale, per raggiungere il confine ovest, dove avevo iniziato la mia opera.

Uno schizzo di sangue mi finì sul viso, distraendomi dai miei pensieri. Osservai la fonte del fiotto, alla mia destra un soldato stava trafiggendo il corpo di un Magico a colpi di accetta, spargendo sangue scuro lungo tutta la traiettoria di ogni colpo. Digrignai i denti infastidita e con un semplice movimento delle dita, lanciai il soldato e la creatura, ormai morta, lontano da me, travolgendo altri al loro passaggio.

Mi pulii il viso con il dorso della mano e decisi di tornare al punto di raccolta degli strateghi, da cui guardavano lo svolgimento della battaglia.

Un piccolo sbuffo blu e in un attimo mi trovai al fianco di Parker, finalmente all'ombra sotto al telo della veranda improvvisata.

"Perchè sei tornata? Dovresti essere a fare il tuo lavoro, Arma", mi rimbeccò subito lui.

Presi un respiro, lo sguardo diretto verso la strage.

"Se la cavano senza il mio aiuto", sibilai.

Percepii la sua ira aumentare, e quando mi afferrò il braccio, pronto a dire chissà che cosa, per farmi obbedire ai suoi ordini, mi voltai fulminea, gli occhi puntati nei suoi.

La sua espressione mutò in un secondo, vidi il lampo di terrore nel suo sguardo, subito prima che il suo corpo si contorcesse dal dolore. Bastarono pochi secondi, giusto il tempo perchè mollasse il mio braccio e barcollasse sul pavimento in legno della tenda, sotto gli occhi attoniti di tutti gli altri generali e strateghi presenti, che si allontanarono di qualche passo per lo spavento.

Mi era stato impedito di soggiogarlo a mio piacimento, come con tutti gli alti gradi dell'esercito, ma non per questo gli avrei permesso di darmi ordini.

"Kurtic ha fatto un casino con te, c'è qualcosa che non va nella tua evoluzione", mormorò lui, mentre tentava di alzarsi sui gomiti.

Mi chinai con il volto verso il suo, l'espressione spenta.

"Il Dottore ha fatto quello che doveva e tu riferirai che sono perfetta proprio come lui mi voleva, giusto?" Il mio pugno si strinse nell'aria, dietro la mia schiena, ma lui si portò una mano al collo, sentendosi soffocare. Gli feci un cenno col capo, non udendo la sua risposta.

"G-giusto", rantolò. Sorrisi per la soddisfazione di sentire la sua paura nei miei confronti, e il potere strisciare sotto le mie dita. Gli afferrai il polso e lo aiutai ad alzarsi.

"Ora chiudiamo questo teatrino, è andato avanti abbastanza, richiama i nostri", ordinai a Wilburn, mentre si sfregava ancora la mano sulla gola dolorante.

Diede il segnale al suonatore di soffiare nel grosso corno di guerra, il suono si espanse per tutta la vallata. Avanzai qualche metro, intanto che i soldati iniziavano la ritirata.

Ormai i nemici erano pochi e non avevano alcuna speranza di vincere. Quando il campo di battaglia iniziò a svuotarsi, la mia magia bruciò qualsiasi creatura viva, compresi i soldati ritardatari, ma erano una perdita necessaria e non rilevante.

L'urlo di gioia dell'esercito si alzò al cielo, insieme al rumore delle armi sbattute tra loro.

Rubai la spada a un soldato poco lontano da me, che prima mi guardò male, ma una volta incrociato il mio sguardo, si inginocchiò mormorando qualche frase di ringraziamento, che non ascoltai. Passai due dita sulla lama insanguinata mentre tornavo alla tenda.

Mi sporsi sulla mappa del Regno, lanciai la spada lontana e con le dita sporche di sangue, lasciai caderne una goccia sulla carta, proprio sul punto in cui ci trovavamo.

"E ora? Dove si va?", chiesi, osservando le altre macchie ormai secche, lungo tutto il confine.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro