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Capitolo 13.

Louis teneva gli occhi chiusi, mentre si rilassava alla dolce melodia del violino.
Harry aveva davvero tante doti nell’ambito della musica e, il ragazzo liscio, pensò che poteva benissimo diventare un musicista. Ma poi pensò anche che se lo fosse diventato davvero, sarebbe diventato famoso, il quale equivaleva a condividerlo con quasi tutto il mondo.
Aprì gli occhi di scatto e urlò un “no” senza rendersene conto.
Harry, il quale era concentrato nel suonare Liebesleid, sussultò e per poco lo strumento non gli cadde dalle mani. Il suo sguardo, poi, si rivolse subito a Louis, allarmato.
Il liscio, che non si era neanche accorto di cosa fosse successo, arrossì e sorrise timidamente, mentendo: “Ho poggiato la scopa nel posto sbagliato.”
Il ragazzo dalla chioma riccia aggrottò la fronte, ma poi sorrise ampiamente, quasi maternamente.
Posò il suo violino e si avvicinò al ragazzo più grande, mantenendo lo sguardo fisso nel suo.
Gli occhi di Louis non erano occhi come tutti; Erano l’oceano racchiuso in un piccolo cerchio. 
Si sedette accanto a lui e avvicinò il capo al suo petto, strusciandolo su di esso.

Louis sorrise e portò una mano tra i capelli di Harry, carezzando teneramente la sua cute, soffermando lo sguardo sul viso angelico del ragazzo. Quello era il momento in cui Harry voleva le coccole; Strusciava sempre il capo contro il petto piatto del suo amico e chiudeva gli occhi, sembrando un cucciolo di felino.

“Hai finito di suonare?” domandò Louis, osservando le labbra carnose di Harry, le quali avrebbe voluto raccogliere in un dolce bacio.
Harry aprì gli occhi e sollevò lo sguardo verso quello del più grande e annuì, accoccolandosi maggiormente.

“Voglio le coccole, Lou.” Disse con un tono non volutamente tenero e, Louis, quasi si sciolse per quella sua dolcezza e spontaneità. Voleva farlo stare bene, dargli attenzioni. Voleva fargli provare emozioni che nessuno gli aveva mai fatto provare e, non sapeva che ci stava riuscendo.
Harry, con Louis, si sentiva pieno di attenzioni, amato. Il bene che provava nei confronti dell’amico era inspiegabile. Sentiva di ricambiare tutto quello che Louis gli dava e, semplicemente, lo faceva. O meglio, cercava.

Il liscio sorrise al più piccolo e calò una mano su una delle sue candide e morbidi guance, carezzandola lentamente. Harry, a quell’azione, sospirò di sollievo e spinse il viso contro la mano del più grande, chiedendo maggiore contatto. Louis notò quell’azione e portò l’altra mano sulla seconda guancia del riccio, incastrando così, il suo viso tra i propri palmi. Avvicinò quel faccino tenero al proprio e lasciò un dolce bacio sulla punta del suo naso, facendoglielo arricciare.
Poi celeste nel verde. Verde nel celeste.
Ancora.
E ancora.
Le loro labbra socchiuse, erano ormai lontane poche centimetri l’una dall’altra. I respiri mischiati.
Louis si sporse maggiormente, ma, proprio mentre i due amici stavano per scambiarsi un bacio, un rumore li distrasse, facendoli balzare sul posto.

“Shh” disse una voce, lontana dalle loro orecchie.
I due ragazzi, con la fronte aggrottata, si allontanarono l’uno dall’altro e si alzarono dal divano.
Magari era un ladro, o un criminale. Magari era una spia. Ma non avevano paura; Erano insieme.
Si presero la mano e, dopo aver avuto la certezza di essersi guardati nuovamente negli occhi, avanzarono verso il retro del pianoforte.

“Gemma?” Harry sbarrò gli occhi.
La sua sorellina era seduta sulle gambe di un ragazzo e aveva la mano sulle labbra di quest’ultimo.
Non appena lei vide il fratello, sbiancò.
Louis, che sapeva del ragazzo di Gemma, fece una smorfia in direzione della ragazza.

“Hey, Harry! Come butta?” azzardò la ragazza, accompagnata da una risatina nervosa.
Il fratello non le stava dando ascolto. Stava osservando il ragazzo, attentamente.
Da dove sbucava fuori? Ma, soprattutto: Chi era?

Harry assottigliò gli occhi e incrociò le braccia al petto, rivolgendo lo sguardo alla sua sorella.
Attendeva una spiegazione plausibile e, la ragazza, rassegnata, si alzò, tenendo il capo chino.
Fece segno al ragazzo di alzarsi e starle al fianco, e lui, così fece.

“Harry…Lui..” iniziò la ragazza, sospirando pesantemente. “Lui è Nathan. Il mio ragazzo.”

Ci fu il silenzio.
Poi un sorriso.
Louis, Gemma e Nathan si meravigliarono della reazione del ragazzo dai capelli ricci.
Se Harry avesse dovuto dire di essere geloso, lo avrebbe fatto. Ma non era arrabbiato.
Gemma aveva 23 anni. Chi mai avrebbe potuto vietarle di avere un ragazzo?
Certo, Harry non lo conosceva, non sapeva quale fosse il suo carattere, ma di Gemma si fidava.

Nathan era un ragazzo di 24 anni. Alto, capelli lisci e lunghi fino alle spalle. Occhi di un castano molto chiaro, tendente quasi al verde.
Non era un brutto ragazzo, anzi, era piuttosto carino, pensò il ragazzo dai capelli ricci.
Ma Harry, pensava che Louis fosse comunque più bello. Ma non solo rispetto a Nathan, ma rispetto a tutti gli esseri viventi (e non) al mondo.
Louis non era semplicemente un ragazzo. Era un dio.
Harry avrebbe potuto benissimo paragonarlo alla versione maschile di Afrodite.
Amava il sorriso del suo amico. Amava le piccole rughe agli angoli degli occhi, come amava anche i suoi occhi; Talmente celesti da poter fare invidia al cielo.
Harry  non sapeva che ogni volta che vedeva Louis i suoi occhi brillavano. Non sapeva che ogni volta che era con lui il suo cuore cambiava velocità nel battere. Non sapeva di amarlo. Non sapeva nulla.

Louis non stava neanche considerando i due fidanzati; Era troppo impegnato a scrutare il viso angelico del suo Harry. Gli si riempì il cuore di gioia quando, al posto di arrabbiarsi con la sorella, lui sorrise.
Voleva dirgli quanto fosse bello, quanto ci teneva a lui. Ma tutti ormai sappiamo quale fosse la natura di Louis e sappiamo che non parlava quasi mai. Così stese zitto, nascosto tra i suoi pensieri; Con il cuore che stava per esplodere di gioia nel sapere che Harry esisteva davvero ed era suo amico e con gli occhi persi in quella meraviglia che quel ragazzo era.

“Ho intenzione di presentarlo ai nostri genitori stasera, al gran galà.” Disse Gemma, mentre osservava con occhi sognanti il suo amante. Avevano le dita delle mani incrociate e strette tra di loro.
Harry era felice ed emozionato nel vedere quella scena, ma poi aggrottò la fronte.

“Galà?”


La sala da ballo era piena di gente. Quando Louis entrò, quasi si disperse.
Centinaia di donne stavano sventolando il loro ventaglio davanti il proprio viso, pavoneggiando e
centinaia di uomini erano al loro fianco, distratti nel guardarsi attorno.
Louis schiuse le labbra. Tutto quello lo meravigliava. Non aveva mai visto una cosa del genere; la musica classica in sottofondo e le risatine delle persone risuonavano nelle sue orecchie. La sala era illuminata da enormi lampadari di cristallo e ornata con enormi vasi di fiori. C’erano innumerabili tavoli con sopra calici pieni di vino e altri liquori.

“Hey, Lou!” lo richiamò Eleanor, con il suo solito ampio sorriso sul volto.
Louis le sorrise e si avvicinò velocemente a lei. Si scambiarono un veloce abbraccio e si guardarono attorno.
Il ragazzo non aveva idea di quando fosse stato organizzato tutto quello, ma sapeva che era allucinogeno.
Harry era entrato. Si stava guardando attorno, con aria seccata da quella monotonia.
Ogni volta c’erano soltanto vecchi ed Harry non si divertiva neanche un po’.
Vide Louis, stretto ad Eleanor e assottigliò involontariamente gli occhi, serrando i pugni.
Si avvicinò a loro e, dopo aver preso Louis da un fianco e stretto a se, sorrise quasi falsamente alla serva, che stava ricambiando con un sorriso sincero.
Louis si tese a quel contatto. Il riccio stava premendo le dita sul suo fianco e il povero ragazzo dai capelli lisci era sempre più confuso, quanto felice.  
Eleanor notò quel gesto e, sotto i baffi se la rideva. La ragazza notava sempre più frequentemente –quando le capitava- il contatto visivo e fisico tra Harry e Louis.
Si chiedeva se stessero insieme oppure no. Era molto curiosa e non avrebbe perso tempo a chiedere a Louis a proposito, quando ne avrebbe avuto tempo.

Louis non poteva stabilire con precisione quando le danze fossero iniziate.
Gente sincronizzata stava svolazzando sui pavimenti di quell’enorme sala, lasciando il ragazzo sempre più meravigliato. Gemma e Nathan raggiunsero i tre ragazzi, i quali li accolsero con un enorme sorriso.

“Harry, la mamma vorrebbe ballare con te.” Annunciò la bella Gemma, con un sorriso largo da un orecchio all’altro. Sicuramente aveva rivelato ai genitori del suo fidanzamento. Louis era davvero curioso di sapere cosa loro ne pensassero. Dall’espressione di Gemma, sicuramente, erano più che felici. Almeno Anne.
Harry annuì e, dopo aver sorriso al suo bel Louis, si allontanò con Gemma e il suo ragazzo.

“Lou, ti va di ballare?” chiese Eleanor al ragazzo dagli occhi blu.
Quest’ultimo, allegro, annuì. Prese per la mano la ragazza e la portò tra la massa di persone che danzavano agilmente.
Si posizionarono e iniziarono a ballare allegramente, tra sorrisi e risate.
Louis le calpestava quasi ogni secondo i piedi e, la ragazza, era davvero divertita.
Se fosse stata una nobile, si sarebbe offesa e magari avrebbe pianto fino al mattino seguente, pensò il ragazzo.

Harry stava facendo roteare la sua mamma. Di Des neanche l’ombra.
Ogni volta che c’era un galà, l’uomo si allontanava e si rinchiudeva nella sua camera da letto.
Stavano danzando al centro della pista, fin quando, lo sguardo di Harry, non si posò sul suo amico danzante con Eleanor. Si fermò d’un tratto, facendo quasi inciampare la povera Anne.

“Harry?”

Il ragazzo però non le rispondeva. Fissava il modo in cui Louis ed Eleanor erano felici insieme e gli venne una morsa al cuore. Lo stomaco si contrasse dolorosamente e abbassò lo sguardo.
Che Louis fosse innamorato di Eleanor?
Harry non lo sapeva; ma non voleva.
Anne, si guardò attorno, fin quando non trovò il motivo dell’improvvisa tristezza di Harry.
Non poté non sorridere. Il suo figlioletto era dannatamente cotto del suo amichetto e lei ne era più che felice. Anne non aveva pregiudizi. Se l’amore esisteva, poteva esistere tra uomo e donna, donna e donna, e uomo e uomo. Nessuno ha mai detto che l’amore doveva essere per forza tra due persone di sesso opposto ed Anne, era fiera del coraggioso cuore di Harry.
Prese il volto del suo ancora bambino tra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.

“Vai e riprenditi ciò che è tuo.” Sussurrò la donna, carezzando il volto del figlio.
Harry chiuse gli occhi e sospirò, ma poi li riaprì e sorrise.

“Hai ragione, mamma.”

Anne gli sorrise fiera e lo mandò da dove il suo cuore lo voleva portare: da Louis.
Harry camminò velocemente verso Louis ed Eleanor. Non vedeva più le innumerevoli persone che gli roteavano attorno. Non vedeva più Eleanor. Vedeva solo il suo amico Louis, meraviglioso da mozzare il fiato.
Una volta piazzatosi davanti ai due amici danzanti, scostò malamente Eleanor e attirò Louis al suo petto, cogliendo entrambi di sorpresa

“Harry!” esclamò Eleanor per le maniere del ragazzo.
Ma poco importava, perché Louis era tra le braccia di Harry ed Harry aveva Louis tra le braccia.
La ragazza, capì di non essere ascoltata e, dopo aver notato gli sguardi dei due amici, sorrise intenerita e si allontanò velocemente.

“Louis.” Iniziò Harry, facendo fare una giravolta al ragazzo più basso.
Stavano danzando, facendo attenzione a non inciampare.
Ogni tanto gli enormi piedi di Harry finivano per schiacciare quelli più piccoli, di Louis.
Erano stretti l’uno all’altro, come sempre, in una danza che non sembrava finire mai.

“Harry.” Rispose Louis, poggiando entrambe le mani sulle spalle del suo adorato Harry.
Una giravolta.
“Devi capire una cosa, Louis.”
Un’altra giravolta.
“Forse non ti è chiaro, ma tu..”
Un’altra giravolta ancora.
Un casquè.
La primavera di Vivaldi.
Verde nell’azzurro.
Azzurro nel verde.
“Tu sei mio, Louis.” 

N/A: 

SONO VIVA.
Scusate il ritardo.
Sapete quando ci sono talmente tanti compiti da non riuscire più neanche a respirare?
Ecco cosa ho affrontato. Non è meraviglioso?
Ma comunque sia, eccomi.
Ho fatto un capitolo un pò più lungo per farmi perdonare.
I larry si avvicinano sempre di più. 
Scusate se ogni volta che stanno per baciarsi faccio capitare qualcosa. SONO MALVAGIA.
No ok, sto riservando tutto per dopo, deheh.
Adesso vi lascio in pace, ok.
FEDERICA, STAI LEGGENDO? TVB.

Se volete seguirmi su twitter, sono @xhovranx. 

Ok, ok, a presto.

-Aurora xx.


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