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Quando la morte giunse, l'oscurità divorò la luce.

Quando la vita si spense, la terra iniziò a tremare.

Quando il sole sparì e con lui la luna e le stelle, il tempo iniziò a rallentare fino a fermarsi.

La terra cadde, si spaccò.

I fiumi si riversarono violenti nel mare, questo si innalzò fino al cielo e il vento soffiò più forte che mai.

Quando la natura capovolse l'ordine naturale d'ogni cosa, quando la sua sofferenza fece vacillare il mondo intero, l'uomo capì di non avere più scampo.

Tutto fu spazzato via.

Tutto fu risucchiato da quel vortice di dolore e tormento.

Niente venne risparmiato.

Una goccia dorata cadde. Una lacrima.

Del Vecchio Mondo non rimaneva più nulla.

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Non poteva sottrarsi alla Legge dei Favori, Nirina mesi prima era stata piuttosto chiara. Lei sapeva? Ma certo che sapeva, era una dea, la sorella di Araw. Anche Vuxta sapeva, realizzò, il cuore che si strinse in una morsa. Era per quello che era sceso nel mondo terreno alla fine, no? Per prepararla alla venuta del Dio Sole, per educarla come la perfetta sacerdotessa che lui voleva che fosse. Una marionetta che non avrebbe fatto domande, che non si sarebbe opposta.

Ad Araw non interessava niente di loro Skysee, della dinastia a cui lui aveva dato vita. Ad Araw interessava solo riavere Vayanne. Fleurdelys riprese a camminare, allontanandosi dal muro e dalle chiacchiere sempre più lontane delle nobildonne all'interno del salone.

Il lancinante mal di testa la costrinse a fermarsi di nuovo.

«Tutto ciò per dirti che avevi ragione, possiamo scegliere come essere e, forse, persino chi essere. Noi dèi siamo equilibrio, Natura, ma non possiamo decidere per voi umani. Fleur tu sei libera di scegliere, sei libera di essere chi desideri e ora, dopo anni di dubbi, ne ho la certezza. Voi uomini, noi dèi, viviamo tutti nella stessa gabbia»

La voce che rimbombò nella sua testa era quella di Vuxta, eppure Fleurdelys sapeva di non averle mai udite quelle parole. Si accasciò contro la parete, la testa tra le mani. Il Dio Luna l'aveva già informata a suo modo di quanto l'aspettava. Vuxta, il suo Vuxta.

Un altro ricordo, questa volta non suo.

«È uno dei miei preferiti, lo disegnai nella mia gioventù»

«Questi tratti... È ciò che penso?»

«In tutti questi anni non avevo mai compreso funzionasse così»

«Nemmeno io prima di quel giorno»

La risposta sul suo futuro era sempre stata lì, nel Sinjeon, appesa a una delle pareti della sala da pranzo.

E lei non ci aveva mai fatto caso.

[Spazio Autrice]

Ciao a tutti/e, benvenuti nel mio nuovo mondo, mondo pieno di sfaccettature, che spero riuscirete ad apprezzare! :D

Non voglio promettere nulla, non sono una scrittrice e non mi reputo tale. Scrivo per passione, per riempire il mio tempo, per sfogo, ma comunque nella speranza di lasciare a dei presunti lettori un qualcosa.

Premetto che la storia, secondo le mie idee, si divide in due parti.

La prima è molto introduttiva, motivo per cui vi chiedo di avere pazienza nel caso risultasse lenta o troppo descrittiva, la seconda è invece più dinamica, tanto che la storia si farà via via sempre più movimentata, entrando nel vivo della trama e soprattutto dei personaggi.

Non mi prolungo ulteriormente,
spero con tutto il cuore che la mia storia vi piacerà. Vi aspetto nei commenti, perciò non temete a dirmi tutto ciò che pensate (critiche comprese eh), io non potrò che esserne contenta! ^^

A.