Quando ho rivisto la lettera di A. mi è tornato in mente un album che ascoltavamo da ragazzi fumando in macchina.

Ma io non ho ucciso paranoia. Non solo, almeno. Insieme a lei ho combattuto e ucciso anche i miei demoni. E, beh... una manciata di persone.

Mentre i medici legali cercano di capire chi sono guardando dentro i corpi che mi sono lasciato alle spalle, io faccio altrettanto studiando i resti dei miei mostri. Si mescolano sul tavolo con parti di me. C'è tutto ciò di cui si è nutrita la mia anima, cosa ha intossicato la mia mente e cosa mi ha tenuto in vita fino a questo punto. In quel groviglio di interiora vedo chi sono.

Se lo potessero vedere anche loro, a quest'ora mi avrebbero già fermato. Ma al tavolo della mia autopsia siamo invitati solo io e il cavalluccio marino.