Capitolo XVIII
La donna davanti a lei si torturava le mani affusolate, i lunghi capelli biondi che le scivolavano sul viso, si mordicchiava nervosamente il labbro inferiore con gli incisivi, esattamente come faceva lei. Non rispose tenendo lo sguardo basso.
"Ti ho chiesto : cosa - diavolo - ci - fai - qui?!" - ripeté Jade, le braccia incrociate sotto il seno uno sguardo di puro disgusto sulla faccia.
"Sono venuta a parlarti..." - rispose con voce flebile.
"Adesso vuoi parlare?! No mi dispiace, è tardi. Dovevi pensarci prima." - l'astio nella voce della ragazza era così evidente che sembrava quasi di poterlo vedere avvolgerla nelle sue spire.
Seguì un silenzio carico di tensione. Fu nuovamente Jade a spezzarlo.
"Come sei entrata?" - domandò apparentemente calma, ferma sulla soglia della cucina.
"Ho usato le chiavi di riserva che tieni sotto il vaso..."
"Quindi adesso mi spii anche!" - sbuffó l'attrice incredula.
La donna si alzò andandole incontro.
"Non ti spio... voglio solo-"
"Si si, lo so che cosa vuoi! Tutte cazzate! Dovevi pensarci prima... ti pare che non lo sappia?! Non te n'è mai importato nulla di me e adesso magicamente torni. Proprio ora che sei al verde e io ho le tasche piene di soldi. Non sono stupida." - la aggredí alzando la voce.
"Ti stai sbagliando Jade io vo-"
"Fuori."
La bionda difronte a lei si bloccò, sbattendo le palpebre.
"Che cosa?"
"Hai sentito bene. Fuori Helen. Adesso." - Jade alzò il braccio magro indicando il corridoio che conduceva al portoncino della casa.
Helen la guardò amareggiata, come se le parole che la ragazza aveva appena pronunciato fossero stati coltelli infilzati nel suo cuore.
"Sai che non ho mai sopportato che mi chiamassi così..."
"E tu sai quanto male hai fatto a me? Jadelyn fai questo, Jadelyn vai lì, Jadelyn sei un mostro! È tempo di ripagarti con la stessa moneta." - rispose fredda, i suoi occhi erano ghiaccio.
"Sono tua madre."
"Ed io ero tua figlia."
" Tu sei mia figlia, Jade."
" No, ho smesso di essere tua figlia quando tu hai smesso di essere mia madre. Da quando hai cominciato a farmi pesare tutto quello che era successo. Da quando papà è morto. Da quando hai lasciato il peso del mondo intero ad una bambina di sette anni! Tu non mi hai mai voluta, l'hai detto da te. Allora perché adesso dovrei chiamarti mamma?"
"Ho sbagliato- FAMMI PARLARE. - urlò notando che la figlia stava per interromperla ancora una volta. - " ma mi merito una seconda possibilità." - concluse, guardandola negli occhi.
"Ne hai avute abbastanza di possibilità. Vattene. Non voglio ripeterlo più." - Jade non interruppe il contatto visivo. Solo rabbia e disprezzo si riuscivano a leggere nelle sue iridi chiare.
Sua madre non si mosse, aveva gli occhi lucidi.
"FUORI HO DETTO!" - sbraitó la ragazza muovendo minacciosa un passo verso la figura esile difronte a lei.
Helen allora la guardò un'ultima volta, le lacrime che minacciavano di uscire, per poi uscire dalla casa a passo veloce.
Appena sentì la porta chiudersi Jade afferrò la prima cosa che le venne a tiro e la lanciò contro il muro. Un rumore di porcellana infranta echeggió per tutta la stanza, seguita dall'urlo rabbioso dell'attrice. In quel momento, nel silenzio della solitudine, osservando i cocci sparsi per terra, lei proprio non riusciva a distinguere se stessa da quei pezzi di porcellana bianca. Era andata in pezzi per l'ennesima volta.
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"Ma insomma Beck dove eri finito?" - vide la figura bassina della madre scattare in avanti con un cucchiaio di legno impregnato di salsa in mano e bloccarlo sulla soglia - " Ci hai fatti preoccupare! Non rispondevi alle chiamate ed hai passato la notte fuori senza avvertire!" - lo rimproveró sventolando l'arnese di qua e di là, schizzandolo di salsa dappertutto.
"Mamma scusami davvero, ho avuto un contrattempo con l'auto... è una storia lunga..." - si giustificó, evitando di doversi mettere a raccontare tutti gli avvenimenti della sera,notte e mattina che aveva affrontato.
"Cos'è successo alla macchina?!"
"Non lo so... adesso è dal meccanico, fatto sta che non partiva più."
"D'accordo, speriamo che non sia niente di grave, so che ci tieni molto a quel vecchio rottame! Però, tesoro mio, la prossima volta avverti o mi farai venire un colpo prima del tempo!" - fece giocosa la signora Oliver, dando un buffetto affettuoso sulla guancia del figlio.
"Va bene mamma. Ti voglio tanto bene lo sai?" - disse il ragazzo abbassandosi per abbracciare la madre.
Lei rise e stava per ribattere scherzosamente quando la voce burbera ma gentile del marito li interruppe.
"Se avete finito con le smancerie qui c'è un uomo che sta morendo di fame!"
"Arriviamo!" - risposero in coro per poi incamminarsi verso la cucina.
Passato qualche minuto, mentre la rotondetta signora dal viso gentile serviva la pasta nei piatti, Beck, già seduto a tavola, richiamò l'attenzione dei genitori.
"Mamma, Papà" - esordì serio - " Ho deciso che ormai sono troppo grande per vivere in una roulotte ed ecco... io ho pensato di comprare una villetta qua vicino, volevo che lo sapeste." - concluse, guardando speranzoso in direzione dei genitori.
"Beh figliolo" - disse il padre dopo aver scambiato un'occhiata con la moglie. - " Per quanto sia difficile ammetterlo... è vero sei cresciuto, sei un attore di successo come hai sempre sognato... per questo noi crediamo che sia giusto che tu vada ad abitare in una casa tutta tua. Anche se sarà difficile non vederti più uscire da quella vecchia trappola!" - sorrise stringendo la mano alla donna accanto a lui.
Beck ricambió il sorriso. Non avrebbe potuto desiderare famiglia migliore.
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Non ce l'aveva fatta più. Le mura di quella casa sembravano le sbarre di una gabbia terribilmente piccola. Le mancava l'aria. I pensieri le avevano affollato così tanto il cervello che non riusciva più a ragionare. Troppe emozioni mischiate in un groviglio di nervosismo. Aveva preso le chiavi dell'auto ed era uscita. Non aveva pensato ai fan, a chiudere la porta della villetta a chiave o semplicemente a decidere dove andare. Aveva messo in moto ed era partita sgommando. La rabbia la accecava. Sua madre... aveva il coraggio di considerarsi ancora tale dopo tutto quello che le aveva fatto!? No, non poteva accettarlo. Correva, sempre più veloce. Spingeva con forza sull'acceleratore, senza guardare la strada deserta dove era andata ad infilarsi. La odiava. La odiava così tanto da arrivare ad odiare se stessa perché nonostante tutto non poteva evitare di volerle bene... Asciugó le lacrime che stavano scivolando sulle sue guance con un gesto rabbioso del braccio, bagnando la manica nera del suo abito. Non riusciva a vedere niente, accecata dall'odio e dal pianto. Non vedeva nulla, neanche la curva che non era riuscita a prendere, neanche il muro contro cui era andata a sbattere. Solo buio. Un rumore assordante, l'airbag che scoppia. Un dolore lancinante alla pancia. Non sapeva cosa fosse stato a spingerla a farlo, probabilmente l'istinto di sopravvivenza, con uno sforzo inimmaginabile riuscì a tirarsi fuori dall'auto accartocciata ed ad alzarsi in piedi. Si guardò intorno spaesata. Non aveva la minima idea di dove si trovasse. La sua borsa era stata scaraventata via dalla macchina. Con le mani tremanti afferrò il cellulare e compose il primo numero che gli venne in mente.
- Pronto? - una voce calda e rassicurante la raggiunse dall'altro capo del telefono.
- B-Beck... ho avuto un incidente i-io- - non riuscì a continuare la frase.
Una fitta allo stomaco la fece piegare in due. Sentì l'apparecchio scivolarle dalle dita. Portò le mani alla parte dolorante, sentendo qualcosa di viscoso impregnarle. Sangue.
- Jade? Jade?!
Un capogiro improvviso. Poi solo buio.
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Sono in ritardo tremendo, lo so. Vi prego non venitemi a cercare con torce e forconi, davvero non è colpa mia! Troppi compiti, verifiche, interrogazioni, mancanza di ispirazione e beh altri problemi personali. Comunque, spero il nuovo capitolo vi piaccia. Si è aggiunto un nuovo personaggio, che avrà una certa importanza nella trama della storia. Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento e lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo!
A presto (spero!)
ps: abbiamo superato i 6k di visualizzazioni, GRAZIE DI CUORE A TUTTI I LETTORI!
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