Sono i cavalieri a scrivere alle dame
Finalmente l'ultima campanella, non ne posso più delle occhiate di Matty o dei tentativi di approccio di Sinjin. Prendo la borsa ed esco, faccio veloce per non farmi raggiungere da Matty. Il fiume di studenti che esce mi aiuta a nascondermi e a sparire, almeno fino al cortile; lì gli studenti si separano e quasi nessuno viene al bus, per via della pioggia molti fortunati torneranno a casa con i genitori.
Ma non è il mio caso, devo muovermi se non voglio perdere... oh no. L'autobus mi sfreccia davanti senza fermarsi a raccogliermi.
-Merda.- impreco, guardo il marciapiede bagnato e la strada spoglia da tettoie, portici o terrazzi sotto i quali ripararsi dalla pioggia.
Sbuffo, che vita di merda. La situazione peggiora quando collego che anche Matty dovrà passare di qui in macchina e che certamente, vedendomi, si fermerà e sarò costretta a parlargli.
Una Range Rover nera si ferma davanti a me, mi guardo attorno... son l'unica in fermata. Mi avvicino, l'autista misterioso abbassa il finestrino.
-Ciao.- devo strizzare gli occhi per riconoscere il guidatore, professor Jogia?
-Ciao...- balbetto diffidente, lui mi rivolge un sorriso.
-Aspetti l'autobus?- no guarda, sto qui sotto la pioggia per sport... mi limito ad annuire -Vuoi un passaggio a casa? Tanto devo passarci.- sto già per rifiutare quando vedo la macchina di Matty girare l'angolo ed imboccare la via principale. A parità di possibilità questa mi sembra migliore, nonostante lui sia un mio professore; non voglio parlare con Matty.
-Si grazie.- accetto salendo, appena chiudo la portiera il prof parte sgommando sull'asfalto bagnato e scivoloso. Sistemo lo borsa tra i piedi, mi sfilo il piumino completamente zuppo, per non bagnare o rovinare il costoso sedile di pelle, lo poggio sopra la borsa e raccolgo i capelli bagnati in una crocchia disordinata. Mi lascio andare sul sedile e metto la cintura.
-Hai caldo?- chiede notando le mie guance arrossate, in effetti fa caldino qui... o forse è solo il fatto dell'essere in macchina con Lui.
-Oh no, va bene così.- balbetto sistemando le mani con le dita aperte sulle cosce, lui annuisce.
-Tutto okay?- annuisco, lui sorride tamburellando le dita sul volante. Il cellulare vibra ai miei piedi, lo prendo dal giubbotto bagnato; Matty:
Pensi ancora di scapparmi?
Prima o poi ne parleremo
Anche se non vedo quale sia il problema se bacio la mia ragazza.
Lo hai detto tu stessa: il nostro è solo sesso.
Alzo lo sguardo, il prof mi guarda, io arrossisco e cerco di rispondere a Matty:
L'unico problema è che, come tu hai già detto, sei fidanzato e continui a venire a letto con me.
Son stanca di sentirmi chiamare puttana da tutti.
Piccola, ma che ti frega degli altri?
Lo stesso di quanto mi importa di te
Uh, questa forse era un po' pesante.
Infondo Matty non ha fatto altro che baciare la sua ragazza in giardino durante la ricreazione. Janette e Nathan lo fanno in continuazione.
Perchè mi interessa tanto di lui?
Solo perchè siamo amici?
Tanto lo so che per te sono importante, se no non faresti così... in ogni caso divertiti con il professore, dagli il culo per il tuo otto del cazzo.
Lo farò
Alzo lo sguardo sul moro che segue la strada. È come sospettavo, Matty mi ha vista salire e questo lo ha infastidito.
Bene. Meglio. Vorrei solo fargliela pagare. Il cellulare vibra:
Ah, si... solo ricordati di riportarmi la mia camicia.
Abbasso lo sguardo sulla larga camicia bianca che questa mattina ho preso da Matty, così comoda, bagnata dal giubbotto che ci ho poggiato prima è diventata trasparente a macchie.
Fottiti.
Aspetto qualche secondo, Matty non risponde. Infilo il cellulare nella tasca degli skinny. Sono quasi arrivata a casa. Qualche via.
La macchina si ferma, ma non spegne il motore come faceva Matty.
-Beh, allora grazie.- gli sorrido poggiando la mano sulla maniglia della porta -A domani professore.-
-Elizabeth?- mi volto verso di lui -A sta sera se mai.- sospiro.
-Già, scusi.-
-Scusa- mi corregge -Comunque vestiti carina.- cerco il suo sguardo per capire se è serio, sembrerebbe di si. Alzo le spalle.
-Okay, va bene.- lui mi sorride, si china in avanti e prende una penna dal porta oggetti. Mi prende il braccio e ci scrive il suo numero.
-Ecco, se qualcosa dovesse andare storto dimmelo. Ce l'ha già tua madre, ma penso possa essere utile anche a te.- sorrido arrossendo, prendo la penna dalle sue dita e scrivo il mio sulla sua mano.
-Di solito sono i cavalieri a scrivere alle dame, mi scriva lei per primo.- gli lascio la penna sulla mano ed esco dalla macchina prendendo le mie cose. Percorro il vialetto senza voltarmi, ma non sentendo il motore acceso immagino resti lì almeno fino a quando entro in casa.
Un dolce tepore accompagnato dal profumo del pasticcio mi avvolge e non posso far altro se non sbavare.
Mia madre, avvertita dalla porta sbattuta del mio arrivo, si affaccia in ingresso. Lo sguardo freddo, glaciale, mentre mi prende le chiavi di casa dalle mani e chiude la porta a chiave.
-Queste le tengo io.- dice facendole scivolare nella tasca davanti del suo grembiule.
-Tranquilla, non scappo.- sussurro, lei mi sente e porta i pugni sui fianchi.
-Ah si Elizabeth?!? A te sembra...- bla bla bla bla bla Matt, bla bla bal scuola, bla bla bla studio, fumo, stanca di te, sembri una sgualdrina, bla bal bla. Il suo cazziatone mi giunge solo come un sottofondo ovattato. La mia attenzione viene attirata da una busta ancora da aprire poggiata sul tavolino del telefono in entrata.
From: Afranistan
To: Usa
-Mi hai capita?!?- volgo lo sguardo a mia madre e annuisco chinando la testa, lei sospira -E vedi di lavarti le mani che Matt e Philip ci aspettano a tavola.- la supero e salgo di sopra a lasciare il giubbotto e la borsa in camera e a lavarmi le mani.
A pranzo non ricevo particolari segni da nessuno, mia madre e Philip sono impegnati a discutere sul loro viaggio di giovedì e venerdì; Matt si limita a guardarmi di sottecchi ogni tanto e a mangiare strato per strato il pasticcio.
Appena finisco la mia fetta di pasticcio ripongo il piatto nel lavello e corro di sopra chiudendomi in camera. Un messaggio da numero sconosciuto:
Per le otto, ti va bene?
-AJ
Perfetto, la aspetto
Mi stendo sul letto: computer, coperta di pile viola, tazza di the "vaniglia e frutti di bosco" e nessuno che mi disturbi.
Passo il pomeriggio a rigurdarmi alcuni episodi della serie di American horror story.
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