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Prende il paio di forbici

La professoressa non vuole sentire ragioni e ci minaccia che se continuiamo in questo modo ne parlerà con il preside che prenderà provvedimenti per una classe così disubbidiente; ora, a Matty George e la maggior parte del suo gruppo non interessa un possibile richiamo, ma Victoria Janette e il resto della classe teme tale provvedimento e quindi la questione si chiude velocemente. In tutto questo trambusto non posso non compiacermi dello sguardo di Avan su di me e della sua espressione che lascia intendere un paio di cose sulla decisione degli insegnanti assegnati.
Dopo qualche altra raccomandazione iniziamo ad addentrarci nel fitto bosco guidati da Liam. Non è facile trascinare il trolley su per il sentiero irto e infangato; Janette si fa aiutare da Nathan, Matt porta il bagaglio di Ariana  mentre Victoria e Miranda si fanno scortare da Percy e Frankie. La mia valigia, nonostante sia piccola la metà delle loro a me sembra pesare tonnellate e quindi resto indietro. Sinjin si avvicina per offrirmi il suo aiuto, lo rifiuto vedendo i problemi che ha nel trascinare solo la sua valigia. Matty mi lancia qualche occhiata, ma non si fa avanti per aiutarmi, anzi resta a chiacchierare con George senza sforzo lungo la ripida salita. Resto parecchio indietro tant'è che rimango quasi sola con Avan, il chiudi fila... giuro che non lo faccio apposta ad essere così lenta e impacciata.

-Dai qua, faccio io.- dice Avan prendendo la maniglia del trolley dalle mie mani.

-Non importa.- ansimo inciampando all'ennesimo sasso, riprendo subito l'equilibrio.

-Lo faccio volentieri, e poi ricorda che non devi sforzare la schiena; dopo l'urto sai che è fragile e non puoi permetterti di fare grandi sforzi.- mi convince, lascio la presa sulla valigia e lascio che lui la sollevi senza sforzo. Porto le mani sulle spalline del mio zaino sospirando di sollievo per l'alleggerimento.

-Allora? È stata un'idea tua quella di dividere maschi e femmine e di fare da guida alle ragazze?- domando qualche minuto dopo aver preso fiato.

-Mh, in realtà no. La professoressa GutenMayer sostiene che io abbia un buon rapporto con le alunne, migliore di quello con i ragazzi. Dice che voi ragazze mi rispettate per qualche strano motivo.- risponde un po' ansante per la fatica, devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per respingere la pulsione di saltargli addosso.

-Ah, questo è poco ma sicuro: tutte le ragazze vorrebbero venire a letto con te!- commento, le labbra di Avan si curvano in un sorriso mentre io mi fingo imbronciata​.

-Qualcosa mi dice che qualcuno è un po' geloso...- lo guardo e gli faccio la linguaccia. -Mh... dai, sei un po' scema alle volte.-

-Un po'?- sussurro.

-Solo un pochino.- ripete lui.

-Beh, non  puoi dire che io abbia torto. Se non ti accorgi di tutti gli sguardi delle mie compagne c'è qualcosa che non va...- sbuffo, lui alza gli occhi al cielo.

-Ah beh, perché a te nessuno ti guarda, vero?- borbotta.

-Beh, solo Matty.- rispondo con una smorfia.

-Matty è l'ultimo dei miei pensieri..  hai visto Sinjin? Non ti stacca gli occhi di dosso da quando ti sei seduta in pullman. Ora ho un degno avversario con cui lottare per il tuo amore.- ridacchia; con lo sguardo cerco il riccio, è intento in una fitta discussione con Marck, ha il fiato corto per la salita e stringe in mano la medicina per l'asma.

-Mh, senz'altro... è proprio lui il tuo rivale.- commento ironica, lui si guarda attorno e poi mi bacia velocemente le labbra. -Questo ti convince della tua scelta?-

-Mh, non credo sia molto prudente...-

-Non è prudente che noi due stiamo vicini punto.- borbotta lui, controllo che siano tutti girati e ricambio il bacio.

-Forse hai ragione.-

Altri dieci minuti di camminata ed arriviamo ad uno spiazzo, a quanto pare passeremo qui i prossimi due giorni. Prima di iniziare a montare le tende o fare qualsiasi altra cosa, ci lasciano mangiare i panini portati da casa, non vedevo l'ora... ho una fame terribile. Mi siedo a mangiare con Victoria, Ariana, Janette e Miranda che passano la breve pausa pranzo a raccontarmi quello che mi sono persa sedendomi davanti con Sinjin; le battute di Frankie, George che si è alzato la maglietta per obbligo, il cantare accompagnati dalla chitarra di Matt e tante altre cose. Sinceramente non m'importa... son felice di essere stata dietro ad Avan, a me basta lui per essere felice. Victoria inizia a sbuffare per il fatto che Matty non l'abbia minimamente cagata da quando siamo partiti. Poso lo sguardo sul moro seduto sulle radici di un albero intento in una conversazione con George e stranamente con Posy e Camilla, le due ragazze timide e sempre solitarie, sono paonazze in viso e dal loro atteggiamento decisamente a disagio, anche se si sforzano di ridere.  La conversazione con le ragazze si sposta sul professor Jogia, quasi tutte esprimono il desiderio di entrare nella sua tenda, ignorando che probabilmente è proprio quello che farò io questa notte.
Dopo una mezz'oretta di pausa la GutenMayer ci richiama e ci divide in maschi e femmine, il primo pomeriggio sarà dedicato alla costruzione del campo: tirare su le tende è già un'attività che richiede tutto il pomeriggio a noi ragazze. Avan e Liam si muovono per la nostra metà di campo e aiutano a tirare su le tende. Io ed Ariana, la mia compagna di tenda, cerchiamo di fare da sole... seguiamo le indicazioni sulla sacca della paleria e beh, passo passo riusciamo a tirare su la tenda.
È quasi l'imbrunire quando entriamo dentro a sistemare sacchi a pelo e cose varie.

-Ah, una bella scocciatura il campo diviso, eh?- sbuffa sistemando il cuscino dall'altra estremità della tenda, le annuisco distratta, intenta a guardare Avan aiutare Victoria e Janette con la loro tenda. -Mh, sarà meglio che queste le tenga io...- prende dalle mie mani il paio di forbici che stavo usando per tagliuzzare l'erba reprimendo la gelosia.

-Eh? Cosa?- borbotto uscendo dal mio stato di trance solo ora, lei mi mostra le forbici e i fili d'erba dentro la tenda.
-Me lo sono sempre chiesta...- con la mano spazza via lo sporco, io alzo lo sguardo su di lei.

-Chiesta cosa?- lei si stringe nelle spalle e respira profondamente.

-Si insomma... cosa succede tra te e il professor Jogia, è abbastanza chiaro che ci sia qualcosa sotto.- abbasso lo sguardo sulle mani arrossendo, Ariana si stiracchia un poco e si stende sopra al sacco a pelo.

-No... non c'è nulla.- tento di dissuaderla dai suoi sospetti, lei ride piano.

-Non serve che mi prendi in giro... vi ho visti baciarvi questo pomeriggio.- non mi guarda in viso, parla digitando sul cellulare qualcosa.

-Oh... io... noi, cioè non pensavo qualcuno ci stesse guardando.- balbetto, lei alza le spalle e poggia il cellulare sopra i vestiti cercando, immagino, le sigarette nella tasca della felpa.

-Va beh, tranquilla... solo... si insomma pensavo che me lo avresti detto, io ti avrei detto se uscissi con un nostro professore.- la sua voce suona delusa, porta alla bocca la sigaretta e accende il tabacco.

-Non è che ci sia molto da dire, io ed Avan ci frequentiamo ecco tutto.-

-Avan?- ripete, ha la stessa espressione che aveva Matty la prima volta che mi è scappato il nome del prof.

-Il prof, è il suo nome. Le cose sono molto tranquille, nessuno deve venirlo a sapere e gli unici a sapere di ciò siamo io, lui e tu.- rispondo con l'intenzione di troncare la conversazione. Lei non mi fa altre domande, anche se dal suo sguardo  capisco che è delusa dal fatto che io non mi fidi di lei; così dopo qualche altro istante di incertezza decido di raccontarle ogni cosa. Lei si limita ad ascoltarmi senza giudicare o dire niente. Alla fine sono felice di averle detto tutto, magari aiuterà me ed Avan a nascondere la nostra relazione al mondo.

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