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Aspetta, ho voglia di te

Fisica, letteratura e storia sembrano ore di pura tortura. I professori iniziano già a spiegare, a parte quello di storia, lui se ne sta semplicemente seduto alla cattedra e ci squadra uno ad uno ripetendoci che questo sarà un anno duro e che dovremo studiare fin da subito. Sono così sollevata quando suona l'ultima campanella!

Prendo il mio zaino, ci ficco dentro il foglio, la penna e la felpa ed esco dalla classe per prima finendo nella corrente di studenti che lentamente si muove verso l'uscita. Cerco le cuffiette, le attacco al telefono e faccio partire la prima canzone che mi capita. Il fiume di studenti inizia a disgregarsi dopo il cancello, attraverso la strada e vado verso la fermata del bus accendendomi una sigaretta.

Quando ormai sono in fermata vedo l'autobus passarmi davanti senza fermarsi, merda. Sospiro e mi limito a sedermi sul marciapiede cazzeggiando con il telefono. Vedo passare Matt in bicicletta con Ariana, la sua ragazza, montata sul bastone... non è il caso che gli chieda un passaggio. Mi limito ad un cenno con la mano quando mi passano davanti.
La fermata inizia a riempirsi con gli altri studenti sfigati che, come me, hanno perso il primo. Sbuffo quando un gruppetto di ragazze si siede sul marciapiede a qualche metro da me e inizia a parlare ad alta voce.

-E quello di motoria? Lo hai visto che bonazzo?- ocheggia quella più vicina a me rivolta alle altre, saranno ragazzine di seconda.

-E quello di fisica? Maddò che stronzo!- aggiunge una seconda ochetta.

-Ragazze... io penso di avere un crash per il professor Jogia, quello di filosofia...- alzo gli occhi al cielo.
Gna gna gna...

Sono veramente tentata di farmi la strada a piedi pur di non sentire queste tre.

-Si hai ragione, e poi hai visto che capelli? Fa vo lo si.- okay, mi son rotta il cazzo, mi alzo e raccolgo lo zaino, sto per incamminarmi quando una macchina si ferma qualche metro davanti a me, il finestrino si abbassa.

Le tre ragazzine sbiancano sospirando quando vedono chi è il conducente.

-Quant'è bello... un altro che mi farei.- sussurra quella più vicina a me all'orecchio della sua amica.

-Sali.- sembra un ordine, io poso lo sguardo su Matty, le sue labbra si allargano in un sorriso. Apro la portiera, salgo e la richiudo. Mi tolgo le cuffiette e le infilo nella tasca dello zaino.

-Mi spieghi perchè cazzo non sei venuto a scuola?- lo rimprovero poggiando lo zaino tra le gambe.

-Perchè non me ne frega un cazzo e la trovo un enorme rottura di coglioni.- espone le sue ragioni, io lo guardo e sospiro.

-Oh, andiamo... sai meglio di me che diventerò un giocatore di football: a che mi serve sapere la fisica e la genetica se tanto non le userò mai?- chiede inserendo la terza marcia.

-Immagino non ti serva a nulla.- bisbiglio, lui poggia una mano sulla mia coscia.

-Ecco, vedi? Ci capiamo.- segue qualche minuto di silenzio, di tanto in tanto mi lancia uno sguardo e ridacchia, io arrossisco.

-Vieni da me? I miei non ci sono, ho casa libera.- sussurra al mio orecchio mentre siamo fermi ad un semaforo.

-Ah, no, non posso: mia madre è incazzata per ieri.- lui si acciglia, per la prima volta non ho voglia di stare con Matty, voglio solo andare a casa.

-Perchè che hai fatto?- domanda serio come se non capisse la ragione.

-Per il ritardo...- provo a spiegargli, lui annuisce e torna silenzioso, il semaforo diventa verde.

Una decina di minuti dopo arriviamo davanti a casa mia, lui ferma la macchina e spegne il motore.

-Bene, grazie Matty, ci vediamo domani a scuola.- ringrazio, poggio una mano sulla maniglia per aprire la portiera, ma lui mi ferma.

-Aspetta, ho voglia di te.- bisbiglia avvicinando le sue labbra al mio collo. Io mi guardo attorno.

-Matty, potrebbero vederci!- lo respingo allontanando le sue labbra dal mio collo.

-È proprio questo quello che rende questo momento eccitante.- ribatte, mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue cosce, schiacciata tra lui e il volante.

-E va bene.- sbuffo sfilandomi la canotta, lui inizia a baciarmi sul seno e sul collo. Le mie mani sbottonano la sua camicia, una volta aperta slaccio la sua cintura e il bottone abbassando la zip. A tastoni Matty cerca la leva per abbassare il sedile, d'un tratto mi trovo stesa sopra di lui, il mio petto poggiato sul suo, sento il suo cuore battere. Per qualche istante ci guardiamo negli occhi, poi mi sposto sull'altro sedile e abbasso i suoi pantaloni, lui mi guarda con le braccia incrociate dietro la nuca. Senza tante cerimonie gli abbasso anche i boxer e inizio a segarlo. Lui geme un paio di volte prima di alzarsi e rovesciare le posizioni facendomi stendere sul sedile del passeggero. Abbassa anche questo schienale, mi guarda per qualche secondo cercando di capire come prendermi, si sposta sull'altro sedile e abbassa skinny e mutande con garbo.

Lo guardo mentre cerca un preservativo sul cassettone della macchina, lo infila e si mette a cavalcioni su di me chino in avanti per non sbattere sul tettuccio.
Mi penetra con destrezza, inizia a spingere e io gemo.

-Uh, Liz...- mugugna. Io chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dal piacere, l'immagine del prof Jogia riempie i miei pensieri. È come se lui fosse al posto di Matty, non mi è difficile immaginare il fisico che si nasconde sotto la camicia larga che indossava questa mattina... è come se mi stesse insegnando anche qui qualcosa... come se non sapessi ogni cosa sul sesso...

-Uh... daddy.- gemo, subito spalanco gli occhi. Matty si ferma per un secondo interdetto. Ma che cosa mi sta succedendo? Non mi era mai capitato... di solito non penso ad altri ragazzi quando sto con Matty.

-Daddy?- ripete confuso, io arrossisco: fortuna che non ho detto professore.

-Che vuol dire? Mica se vergine...- dice sempre più stranito.

-Io non lo so... non ci ho pensato.- lui alza le spalle e torna a spingere, gemo. Qualche altra spinta e viene, poco dopo vengo anch'io. Si sfila il preservativo e si allaccia i pantaloni, io mi alzo le mutande e mi rinfilo la canotta. Mi guardo sullo specchietto, sistemo i capelli e aspetto che mi passi il fiatone.

-Grazie del passaggio.- gli bacio la guancia.

-Grazie a te.- mi risponde con un sorrisetto malizioso, io prendo lo zaino e scendo dalla macchina, aspetto che sparisca oltre l'angolo prima di fare il vialetto. Cerco in zaino le chiavi, nel frattempo arriva Matt in bicicletta, mi suona il campanello. Gli faccio un cenno della mano, lui entra in garage e io non trovando le chiavi lo seguo. Lui poggia la bici al muro, si volta verso di me e posa il suo sguardo sui miei pantaloni. Abbasso lo sguardo anch'io e noto una macchia biancastra sulla mia coscia destra.

-Immagino quello sia....- tiene in sospeso la frase per farmela concludere.

-Non è come pensi.- rispondo coprendo con la mano.

-Mah, io penso sia sboro, sboro di Matty McKibben, non è forse così?- lo dice con particolare risentimento, abbasso lo sguardo arrossendo, lui alza le spalle ed entra in casa. Io mi sfilo gli skinny ed entro in casa in mutande trascinandomi dietro lo zaino, salgo le scale di fretta mentre mia madre è in cucina. Vado in camera a cambiarmi e scendendo butto i jeans a lavare.

Vado in cucina, sono tutti e tre seduti, compreso il mio patrigno. Gli lancio un occhiata per capire che giornata ha oggi, mi sorride... immagino sia... felice?

Mia madre tenta un paio di volte di chiedermi com'è andato il primo giorno di scuola, ma io tento di sviare su altri argomenti, oppure calcio Matt sotto al tavolo affinché risponda lui.
Finisco di mangiare e salgo di sopra, mi chiudo in camera e sto stesa sul letto a cazzeggiare su instagram.

Passo il pomeriggio tra il computer e il cellulare, di tanto in tanto lancio un'occhiata allo zaino, chiedendomi se forse dovrei studiare; ma la risposta è semplice: è solo il primo giorno di scuola!

Intorno alle sette Matt bussa alla mia porta.

-Che vuoi?- urlo senza aprirgli.

-La mamma chiede se scendi a mangiare, e poi mi chiedevo se sapessi già l'orario di domani.- risponde facendo sbucare la testa in camera mia, sorge il naso quando l'olezzo di fumo lo raggiunge.

-Non so l'orario.- sbuffo alzandomi dal letto con la cicca ancora tra le dita per aprire la finestra.

-Beh: motoria, filosofia, arte...- Io sospiro pensando a quella merda di scaletta che ho consegnato al professor Jogia.

-Arte? Ancora?!?- borbotto buttando la cicca dal balcone.

-Si, arte, chimica e diritto.- finisce di elencare, le conto sulle dita... anche domani cinque ore.

-Che materie di merda.- mi lamento, Matt alza le spalle e chiude la porta.
Mi sdraio sul letto e contemplo il soffitto pensando a cosa penserà di me il professore. Forse non ha corretto il mio compito e sono in tempo per scrivere qualcosa di decente... no, non penso: son stata l'ultima a consegnarglielo, sarà stato il primo che ha letto. Ripenso al momento dell'appello e rivedo sua penna segnare il mio nome.

-Sono fottuta.- sospiro affondando la faccia nel cuscino, qualcuno bussa alla porta.

-Che vuoi?- urlo, quasi sicuramente è ancora Matt; mia madre non si avventurerebbe mai in camera mia, se non in occasioni più importanti... tipo assicurarsi che non sia uscita di nascosto o che mi sia svegliata in tempo per la scuola.

-Mi son scordato di chiederti se mangi a casa.... perchè allora è pronto.- prendo il cellulare e controllo, nessun messaggio da Matty.

-Mangio a casa, arrivo.- lentamente mi alzo dal letto, infilo dei pantaloncini e scendo a cenare.

Si ripete pressappoco la scena del pranzo, con l'unica variante che c'è il polpettone. Più volte durante la cena sorprendo il mio patrigno a guardarmi, penso abbia capito che non dev'essere iniziata bene la scuola.
Appena vuoto il piatto mi alzo da tavola e torno in camera, cambio i libri dello zaino e ci metto quelli giusti per domani. Mi stendo a letto, son solo le otto, prendo il portatile e mi guardo un film.

Verso le dieci mia madre entra in camera mia per la solita ronda prima di dormire, spengo il computer e lo spingo sotto al letto. La osservo mentre chiude le persiane, raccoglie i vestiti da terra e sistema i miei libri dalla scrivania alla mensola. Una volta in "ordine" la stanza si avvicina al letto e mi bacia la fronte.

-Buona notte Elizabeth.- sussurra, io mi scanso subito. Lei sospira ed esce dalla stanza spegnendo la luce. Cazzeggio un po' con il cellulare prima di addormentarmi. Mio padre mi scrive:

Com'è andata a scuola? 🎒

Tutto bene😘

Mi sento tremendamente in colpa, dovrei avere il coraggio di dirgli che a scuola faccio schifo, eppure l'idea che lui possa essere deluso da me mi uccide.

Son felice 😉 mi raccomando in gamba che a dicembre vengo a trovarti 😘

Stringo il cellulare tra le dita, mi manca così tanto.

Davvero?!? Non vedo l'ora 😋

Si anch'io, ora dormi che domani hai scuola 🎒

Okay ❤

Buona notte scimmietta 🙈

Buona notte, papà 🐻

E come potrei addormentarmi senza la sua buona notte? Grazie papi, ovunque tu sia, sappi che mi manchi.

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