Ancora il respiro leggero del sonno
Jake mi porta a casa, ma alla mia richiesta di fermarsi per la notte rifiuta. Raccolgo la borsa e lo saluto con un bacio sulla guancia. Scendo dall'auto, faccio il vialetto, cerco le chiavi di casa nelle tasche e mio malgrado non le trovo. Prendo il cellulare e chiamo Matt, dopo un paio di squilli risponde la segreteria telefonica. Mi siedo sul gradino di pietra davanti alla porta e mi rassegno ad aspettare Matt, sperando non decida di dormire da Ariana. Infilo le mani in tasca per cercare di scaldarle, passo le dita sulla carta liscia delle due polaroid. Sarà passata una decina di minuti quando il motore di un auto mi fa alzare la testa, una Rang Rover è ferma davanti al vialetto; non è l'auto di Jake perchè questa è nera. Mi alzo dal gradino e raggiungo l'auto, il vetro si abbassa e vedo Avan.
-Va tutto bene?- chiede, io mi guardo i piedi imbarazzata... come posso dirgli che son chiusa fuori di casa? Lui mi guarda, scuote la testa con un sorrisetto. -Non hai le chiavi per entrare, vero?- annuisco, lui si china in avanti e mi apre la portiera.
-No, non importa aspetto Matt...- tento di convincerlo facendo finta di non essere gelata e che i tacchi non mi stiano distruggendo caviglie e piedi.
-Insito Elizabeth, Matt potrebbe non tornare a casa; non sta bene che tu aspetti fuori da sola tutta la notte. Vieni a casa mia, dividerò volentieri la mia piccola tana.- mi sorride, sospiro e salgo al posto del passeggero.
-Grazie Avan.- dico arrossendo, lui alza le spalle e fa muovere la macchina. Restiamo in silenzio i primi minuti, poi mi chiede del ballo e mi racconta di Melissa. Io lo guardo sorridendo, non tanto per quello che sta dicendo, che mi giunge come un suono ovattato, ma per come sta parlando e per i gesti che accompagnano i suoi sorrisi. Mi mordo il labbro inferiore e inizio a fantasticare sul sapore che potrebbero avere quelle labbra un po' screpolate dal freddo. Mi domando come sarebbe il suo tocco leggero sulla mia pelle, il contatto del suo corpo con il mio, la sensazione delle mie dita tra i suoi capelli. Senza che me ne accorga siamo arrivati alla villetta dei suoi, parcheggia l'auto accanto alla sua roulotte e mi invita a seguirlo "nel suo regno". La sensazione che provo è diversa dal disagio iniziale, mi lascia sedere sul morbido piumino mentre cerca dei vestiti da prestarmi per la notte.
-Ecco, questi potrebbero andare bene.- mi passa un paio di pantaloni e una maglia a manche corte, fa caldo nella sua roulotte. Io prendo i vestiti ed imbarazzata aspetto direttive su dove andare a cambiarmi, lui ha già iniziato a cambiarsi.
-Dove dovrei cambiarmi?- chiedo abbassando lo sguardo sui vestiti.
-Uh?- alza lo sguardo su di me, la camicia è completamente aperta e lascia vedere il suo petto nudo e muscoloso. -Ah, eh... non ci sono altri locali. A meno che non ti vada bene il bagno qui fuori.- mi mordo il labbro inferiore, lui si volta. -Tranquilla, non guardo.- si sfila dalle spalle la camicia e io arrossisco. Con facilità abbasso la zip del vestito, lo sfilo e indosso la maglietta che Avan mi presta gentilmente. Mi arriva poco sotto la metà della coscia, decido di non mettere i pantaloni, evitando di sporcare vestiti inutili.
-Son pronta.- dico sistemando il vestito sulla sedia, lui si gira e posa il suo sguardo sulle mie gambe.
-E i pantaloni?- domanda sedendosi sul letto.
-Evito di sporcare vestiti inutili.- spiego, lui alza le spalle e mi fa segno di raggiungerlo. Ci sediamo entrambi a gambe incrociate l'uno di fronte all'altro. Tengo lo sguardo basso sulle mie dita che giocano con il bracciale per cercare di sciogliere l'imbarazzo del trovarmi qui sola con Avan; con la mente cerco frenetica un argomento di cui parlare, ma non son brava in questo tipo di cose.
-Bene, sono abbastanza stanco, buona notte.- si stiracchia e si stende sul letto, mi sistemo accanto a lui attaccata con la schiena al muro, lasciando spazio tra noi due.
-Buona notte.- sussurro, lui spegne la luce. Non è così facile riuscire ad addormentarmi accanto al mio professore di filosofia, sono ancora sveglia quando il suo respiro si fa lento e leggero. Prendo il mio cellulare e guardo i messaggi che non ho ancora avuto il tempo di guardare. Il primo è di Jake.
Vorrei rivederti, è stata una delle serate più belle della mia vita❤
Poso lo sguardo su Avan, il cui volto è illuminato dalla luce dello schermo del telefono. Penso al fatto che Jake non mi piaccia molto. Non fraintendetemi, è un bel ragazzo, ma non mi soddisfa. Quando lo guardo non penso alle sue labbra, non desidero baciarlo. È più come un amico; ci siamo divertiti questa sera ma i suoi baci non mi hanno fatto provare ciò che mi provocavano i baci di Matty o ciò che penso provocherebbe un bacio di Avan.
È stato divertente
Rispondo senza voler distruggere ogni speranza del mio cavaliere. Cambio chat, è Ariana. Mi ha mandato la foto fatta davanti allo specchio.
Ciao Liz, com'è andata al ballo?
Spero non ti dispiaccia se Matt non torna a dormire, si ferma da me 😉
Baci ❤
Non preoccuparti, ho trovato un'altra sistemazione anch'io, ci vediamo domani 🙈
Infine mi ricordo di scrivere a mio padre, per ringraziarlo del vestito e per raccontargli della bella serata. In effetti sono diversi giorni che non lo sento e ciò mi spaventa un po', ma allontano il pensiero che sia morto in missione. Tra un paio di giorni lo rivedrò, devo solo non pensarci.
Grazie del vestito, è stupendo.
Nonostante non ci vediamo da sette anni ricordi ancora i miei gusti meglio della mamma.
Non vedo l'ora di abbracciarti.
Gli invio la foto fatta con Ariana. Inizio ad avere sonno, i miei occhi si chiudono malgrado accanto a me dorma Avan. Lascio il cellulare sul comodino e mi addormento.
Quando mi sveglio sento il corpo di Avan dietro di me, il suo braccio é poggiato sul mio fianco, ha ancora il respiro leggero del sonno. Non volendo che si svegli resto ferma in questa posizione, solo poggio una mano sopra la sua accarezzando il dorso. Inavvertitamente sposto il bacino e sento una cosa dura sfiorarmi la schiena, è eccitato?
Passo abbastanza tempo a fantasticare su di lui prima che si svegli; sento i primi mormorii del risveglio, poi il braccio lascia il mio fianco. Mi giro verso di lui per guardare i suoi occhi color caramello aprirsi al nuovo giorno.
-Buon giorno.- mugugna cercando il cellulare sul comodino, accende la prima schermata per guardare l'orario: 12:23. -È tardi.- si mette a sedere ancora mezzo addormentato. Si passa una mano tra i capelli sistemandoli, poi si volta verso di me. -Elizabeth... dormito bene?-
-Io... si, benissimo.- rispondo, mi metto a sedere a gambe incrociate accanto a lui, il bordo della maglia sale e mi scopre completamente le cosce. Avan finge di non farci caso e si alza dal letto. Prendo il cellulare per vedere se ci sono novità da mio padre o da Matt.
Liz, io sono a casa... tu dove sei?
Troni per pranzo?
Matty è venuto a cercarti, dice che vuole parlarti di ieri sera.
Rileggo i messaggi cercando di decifrarne il contenuto, nonostante sia sveglia da quasi venti minuti ancora non connetto.
Si Matt, una mezz'oretta e sono a casa
Esco dalla chat, non ci sono novità da mio padre, ma ci sono un paio di messaggi da Matty che non ho voglia di visualizzare. Alzo lo sguardo su Avan, intento a chiudere la camicia; appena ha chiuso anche l'ultimo bottone mi guarda e sorride distogliendo lo sguardo.
-Cosa c'è?- chiedo alzandomi, lui scuote la testa.
-Niente, era una scena che non vivevo da parecchi anni ormai.-
-E quand'è stata l'ultima volta?- mi mordo la lingua, forse la domanda è troppo personale, forse lo infastidisce.
-Ah, al liceo. La mia ultima conquista della quinta liceo era uguale a te. Stessi capelli neri, stessi occhi chiari, stesso modo disordinato di raccogliere i capelli.- sorride, io non posso staccargli lo sguardo di dosso aspettando che continui. -Era seduta nella stesso modo l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore, ricordo come trovavo provocante la mia maglia indossata da lei.- scuote la testa. -Poi le cose sono cambiate, lei è andata all'università di medicina e io ho scelto filosofia.-
-E non vi siete più sentiti?-
-No, riteneva sciocca la mia vocazione per le materie umanistiche. In ogni caso meglio così, se sto con una ragazza vorrei che mi sostenesse nelle mie scelte.- si allaccia la cintura. Io mi alzo dal letto, rindosso le calze di ieri e mi volto di schiena sfilando la maglietta e vestendo l'abito di ieri. Sento la zip salire tirata da Avan. -Ti porto a casa Elizabeth...- annuisco e infilo giacca e scarpe.
Il viaggio in auto risulta più breve del previsto, canticchiamo i soliti ritornelli natalizi che la radio ripete ogni anno. Avan parcheggia davanti al vialetto di casa mia. Raccolgo la borsa e bacio sulla guancia il mio accompagnatore.
-Grazie ancora.- ripeto uscendo dalla macchina, lui mi sorride.
-Ci vediamo domani Elizabeth.- io inarco le sopracciglia senza ricordarmi l'appuntamento di domani. -Andiamo al cinema...- aggiunge per farmi ricordare.
-Ah, si certo. A domani.- lui fa un cenno con la mano prima di mettere in moto l'auto e partire. Percorro il vialetto, suono il campanello e mi viene ad aprire Matt. Lo saluto con un cenno della mano, salgo in camera per cambiarmi e mettermi qualcosa di più comodo.
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