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A due voci

Che l'amore sia uno dei temi prevalentemente trattati nei miei racconti è piuttosto evidente. Eppure, a suo tempo, mi ci volle un po' per rendermene conto e ammettere con me stessa che la sottotrama sentimentale era spesso e volentieri il motore dell'azione.

Ciononostante, questo è l'unico mio racconto in cui il focus della narrazione è l'amore e nient'altro. Ancora adesso lo considero un argomento spinoso, forse troppo intimo o forse – più probabilmente – troppo difficile da scrivere senza scadere nella banalità. Però in qualche modo mi ero promessa di raccontarlo prima o poi, o almeno di raccontare quello che rappresenta per me.

Trovai uno spunto che mi sembrava adatto ad essere riportato su carta. Così lo rinchiusi nella notte di due amanti, in un canto che comincia alternandosi per poi ricongiungersi in un solo pensiero sul finale. La prima versione la buttai giù nel novembre del 2009 in una notte in cui i pensieri non mi lasciavano dormire. Una notte in cui ero innamorata. Da allora ho riscritto più di una volta alcuni passaggi, e apportato modifiche alla forma.

Credo che questo finirà con l'essere uno di quei racconti di cui non sarò mai soddisfatta del tutto, eppure è quello al quale più di tutti sono legata.

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Baritono

Spago era un gran cazzaro. Ci vuole più coraggio a restare che ad andarsene. Come se si potesse considerare coraggioso chi non tenta di ricominciare altrove. Andarsene vuol dire solo scappare da se stessi. Cazzaro. Lui sembrava sicuro della sua tesi mentre, tutto tranquillo, lucidava la chitarra buttandosi via dagli occhi la cascata di treccioline. Non ero mai stato d'accordo con qualunque cosa dicesse. Un artista che cantava di libertà e praticava il confinamento volontario in un buco dimenticato da dio. Incoerenza, ecco il suo nome.

Ma la vita ha un modo strano di insegnare le sue lezioni. A volte svela le risposte quando ormai hai dimenticato le domande. E la domanda era "è possibile desiderare di scappare solo per desiderare, poi, di tornare ancora?"

Lo è.

Lo capii solo a distanza di anni, quando mi ritrovai finalmente libero di scegliere. Nulla mi legava ad una terra, nulla mi incatenava a quella che mi sembrava una prigione. Tutta la vita avevo desiderato di ritrovarmi in quella situazione: essere libero di andare. Quella cittadina mi aveva sempre asfissiato. Ogni giorno vissuto lì era stato nulla più che una finestra chiusa e sbarrata sulle mie potenzialità inespresse. Mi era sempre mancato un motivo, una ragione che valesse il mio desiderio di non muovermi più da lì. Finalmente ero libero e finalmente potevo scegliere. Ed ecco che nel nulla tutt'intorno quella ragione era apparsa. Mi stava davanti.

Ecco che nel nulla tutt'intorno mi sta davanti. La ragione per restare. Mi sta davanti nuda, la sua pelle è calda e profumata. Ed è bella come una statua antica. Ha l'anima di chi ha troppe ferite dentro e, nonostante questo, sa che finirà col ritrovarsene ancora. Troppo assetata, troppo intensa. Troppo viva forse. Alcune persone sono strane. Amano follemente anche quando sanno di non avere speranze. Come loro anche lei sa che non si sottrarrà al desiderio e finirà col disperarsi ancora. Ed io mi chiedo se questo la renda ai miei occhi incredibilmente forte o incredibilmente stupida.

Ma adesso mi sta davanti in quella nudità che è natura e tutto il resto sembra confinato altrove come chiuso all'esterno di una cella sterile. La sfioro ed ogni cosa è essenza. Ogni cosa è esatta.

Soprano leggero

La prima cosa è il profumo dell'acacia.

La seconda è l'erba sotto i piedi nudi.

La terza è la calma gloriosa dei pomeriggi d'estate.

Ma no, nessuna di queste è la cosa più bella a cui riesca a pensare.

La sua pelle sulla mia. Questo è il pensiero che mi riempie adesso. In silenzio mi dorme accanto e mi sembra quasi straniero. Come siamo piccoli nel sonno. Inermi e vulnerabili a qualunque pericolo intorno, sia esso il freddo della notte o il potere di chi ci respira accanto. Neanche lui è esente da questa trasformazione, così subdola eppure così rassicurante. Ha il corpo di un uomo fatto ma l'espressione di un bambino. Irreale. Ma tangibile, vicino al punto di poterlo afferrare.

Il mio cuore si spezzerà di nuovo. So che accadrà, ma non so quando. Accadrà e io non potrò tirarmi indietro E ogni mattina al risveglio silenziosamente prego che quel giorno non sia oggi.

Non oggi, ti prego, non oggi...

Ci vuole più coraggio a vivere un amore disperato che a lasciarlo morire. Più coraggio a implodere in un singolo schianto che a spegnersi soffocando silenziosamente.

Non oggi.

E bloccare, se si potesse, uno di questi attimi immobili. Essenziali. Di nient'altro avrei bisogno se non di abbandonarmi alla serenità della notte che ormai già si rischiara, e sentire che da qualche parte in questo mondo ogni cosa è esattamente dove dovrebbe essere.

Da qualche parte

in questo mondo

ogni cosa è esattamente dove dovrebbe essere.

Alcune persone sono strane. Credono che si possa amare solo ciò che è altrove. Cacciatori per indole o miopi semplicemente. Convinti che la felicità se ne stia arroccata sulla cima di un monte quando basterebbe tendere una mano per scostare il velo che la ricopre. E che la racchiude in attimi di poesia pura, di quelli che si infilano sotto la pelle a imprimerne il ricordo nella memoria. Senza scampo né salvezza.

Un giorno tutto questo verrà a solleticarmi il cuore. Un giorno, non oggi. Non in queste notti irreali, dove l'essenziale si concretizza. Che forse davvero bloccare il tempo è possibile. E darsi l'anima e amarsi senza aversi. Oppure aversi senza amarsi, non lo ricordo più.

Armonia

Troppo amore va perduto in questo mondo. È così triste. Indolenza e paura, e noi nel mezzo a fuggire dall'amore o da noi stessi. Ci vuole coraggio a restare. Ci vuole coraggio a non soffocare una fiamma quando comincia a scottare.

Si potrebbe vivere un amore al contrario. Una storia anomala,che cominci con un cuore spezzato e finisca con un incrocio di sguardi capacedi firmare un addio nell'eterno prima di – chissà come! – svanire. Unadistorsione imprevista nel tessuto perfetto della natura del mondo con alcentro quell'attimo di vita estraneo al mondo stesso. Sospeso. Esatto.

(novembre 2009)

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