La congregazione
Crystal sospettava che quel ragazzo potesse avere a che fare con quella sparizione improvvisa di Claire, un po' di tempo fa. Le dinamiche erano esattamente uguali e questo le metteva inquietudine: entrambe le volte si era a ritrovata nel fare azioni che lei non pensava di aver potuto fare e poi dimenticava tutto.
Claire's POV
Io e Crystal stavamo parlando di certi cantanti abbastanza carini in camera sua. Diciamo che quella normalità mi mancava parecchio, ma ogni tanto decidevamo di averla di nuovo. E l'adoravo. Comunque si era fatto tardi così la zia ci avvisò che dovevamo per forza andare a letto. Ma, con la mia solita sfortuna, quella normalità svanì ancora una volta. Ebbi una visione in cui sentivo la zia alzarsi alle 4:00 di notte per poi uscire. Decisi il lavoro piuttosto che i piaceri, così decisi di impostare la vibrazione del mio telefono a quell'ora affinché mi svegliassi. Con la sua stessa rapidità misi il primo vestito che mi capitò per le mani: non potevo mica uscire in pigiama! Comunque la lasciai uscire e, quando fui sicura di non essere vista, uscii anche io. Dopo un paio di minuti in cammino, si fermò: era in biblioteca. Fortunatamente, credo per sbaglio, lasciarono una delle finestre aperte. Osservai tutti i membri di quella strana congregazione: la ragazza che era insieme alla sorella di Alex quando andammo a casa di sua madre per il libro, Carol O'Connor, un ragazzo con gli occhi e i capelli color nocciola, Cleo ed anche Alex. In quel momento mi sentii sprofondare. Come poteva essere possibile? Fino a quel momento aveva fatto finta di stare dalla nostra parte. Ad un certo punto sentii un'altra lacrima di quell'immenso mare scivolare sulla mia guancia rossa e calda; io ci tenevo veramente ad Alex. Pensavo ci tenesse anche lui, ma non era così. Probabilmente mi stava semplicemente usando per i loro scopi. Mentre pensavo, ebbi come un flash ed improvvisamente ricordai tutto quello che era successo con quel ragazzo al parco. Era Nate e come dimenticare i suoi modi cortesi. Ebbi un'altra visione: erano le 4:48 e Cleo stava tornando a casa. Avevo ancora un po' di tempo per ritornare, così decisi di prestare attenzione a ciò che stessero dicendo. Cercavano tutti coloro che avessero poteri. Parlarono di me e di altri ragazzi che non conoscevo. Ma ad un certo punto sentii Cleo parlare di Crystal. Com'era possibile? Lei non aveva nessun potere. Erano le 4:32 e decisi che era arrivato il momento di andare. Cominciai ad incamminarmi verso casa ma ebbi una terza visione: Cleo mi scopriva ma non sapevo che ore fossero, stavolta. Vidi Danielle affacciata dal balcone così cominciammo a parlare. Pensavo di esserci stata poco, invece guardai il telefono ed ero le 4:47 ed avevo ancora un piccolo tratto di strada da fare. Arrivai. Guardai di nuovo il telefono: 4:48. Ormai ero certa che mi avrebbe scoperta. Cercai di percorrere il tratto tra il marciapiede e la porta d'ingresso il più velocemente possibile dato che era proprio lì che mi scopriva, secondo la visione. Sentii allora dei passi. Il mio cuore batteva a mille dalla paura. Pensavo già alla scusa da inventare e da dire, la stessa a cui non avrebbe mai creduto. Ma appena la sentii a pochissimi centimetri da me, mi girai di scatto e le detti un pugno nello stomaco. In fondo, sfogai l'odio che provavo per lei. Dopo un istante arrivò anche Alex che le strappò la collana di protezione e chiamò Nate per cancellarle la memoria. Portammo Cleo a letto ed il giorno dopo era come se non fosse successo mai nulla. Capii che raccontando l'accaduto a Crystal, probabilmente Cleo l'avrebbe scoperto, così non dissi nulla.
"Crys, Cleo, io sto uscendo. Ci vediamo più tardi." Dissi avvisando entrambe.
"Non così facilmente, Claire. Dove vai?" Perché ci doveva essere sempre lei a rovinare tutto?
"Sto andando da Alex..." risposi visibilmente molto seccata. Senza nemmeno ascoltare cosa dicesse, uscii di casa sbattendo la porta. Ora ero infuriata. Cleo che mi trattava come fossi ancora una bambina, Alex che faceva il doppio gioco. Mentre camminavo lenta, la brezza del leggero vento mi accarezzava, ma in quel momento ed in quelle condizioni, non riuscivo ad apprezzare proprio nulla. La strada sembrò più breve stavolta. Bussai alla porta e cercai di coprire la rabbia nel mio viso, ma non ero mai stata brava a nascondere le mie emozioni e, naturalmente, non ci riuscii nemmeno questa volta.
"Claire?" Chiese lui stranito. Feci uno di quei sorrisetti malvagi, di quelli che non riescono sempre, al pensiero che era spaventato dalla mia espressione. Adoravo l'idea di farmi temere da una persona che non sopportavo.
"Che cosa stavi facendo in biblioteca stanotte alle 4:00?" Lo guardai negli occhi tutto il tempo e notai che lui non riusciva a reggere il mio sguardo e quindi lo abbassava a terra.
"Beh... Non è come sembra..." Mi disse imbarazzato.
"Ah sì? Vediamo cos'hai da dirmi allora!" Devo ammettere che una parte del mio cuore lo amava ancora, ma gli volevo fare credere il contrario.
"Lo giuro. Io ho deciso di entrare a far parte della congregazione solo per il libro di mia madre, fino ad allora in possesso di Amy e Carol. La prima, ho scoperto essere la mia sorellastra di 12 anni, mentre Carol, lo sai già, è mia sorella di 10 anni" Non riuscì a reggere il contatto visivo nemmeno per un attimo. "Ti chiederai come sia possibile che io abbia una sorellastra intermedia a me e Carol: mia mamma tradiva mio papà con un altro, ma fece credere a tutti noi che fosse la figlia di mio papà..." Ero un po' scioccata. Certo che ebbe un'infanzia poco facile lui... Comunque ora non poteva intenerirmi raccontandomi ciò. Non aveva tenuto lo sguardo, il che significa che probabilmente non mi stesse dicendo la verità.
"Comunque, guarda" Dicendo ciò, mi mostrò un libro rosso acceso con una scritta color oro impressa nella copertina: "FORMULE ED AMULETI". Cercammo la pagina e finalmente trovammo ciò che cercavamo. I materiali erano la pietra marina e la conchiglia. Io e Crystal andammo in una gioielleria per comprare due laccetti a cui erano legate due pietre, una ciascuno; mentre Alex cercava due conchiglie. Allora infilammo la pietra marina ciascuna nella propria conchiglia, facemmo un piccolo foro affinché riuscisse a passare il laccetto e le due collane erano pronte.
Crystal's POV
Ero così rilassata, anche se la tensione tra Alex e Claire si sentiva a chilometri. Cosa era successo tra i due? Probabilmente era colpa del ragazzo con cui Claire parlava giorni prima. Alex non mi era mai stato molto simpatico, quindi ben gli stava. Eravamo ancora a casa sua e stavamo bevendo del the freddo. Nell'istante in cui poggiai il bicchiere sul tavolino di fronte a me, il mio telefono cominciò a vibrare. Vidi chi mi stava chiamando. Era ancora lui: Ric. Dissi che sarei andata fuori per rispondere ed uscii. Mentre varcavo la soglia della porta pensavo che li avrei lasciati soli insieme. Chissà se potevano aggiustare le cose. Del resto, per quanto antipatico mi potesse stare, volevo solo che Claire fosse felice.
"Hey Ric"
"Crys, tutto bene?"
"Sì, perché?"
"Non so... Ho sentito strana la tua voce..."
"No no, davvero tutto okay Ric."
"Bene! Ehm... Ti volevo chiedere se volessi uscire con me. Stavolta ti porterò in un posto a sorpresa" Mi disse.
"Okay! Alle 20:30 ti va bene?"
"Okay. Alle 20:30 sono sotto casa tua."
Ho sempre adorato le sorprese. Del resto lui sapeva tutto di me: ci conoscevamo dalla 1ª elementare...
--Ore 20:30--
Era tutto fatto: il vestito era uno tra i più carini che avessi, il leggero trucco che mettevo era okay. Ora ero pronta per uscire. Guardai l'orologio: 20:29. Scesi le scale e mi sedetti sulla comoda poltrona all'ingresso. Osservai il telefono: 20:30. Feci appena in tempo a spegnere lo schermo, che qualcuno bussò alla porta. Era Ric.
"Hey Ric!"
"Hey Crys... Sali sulla moto. Ah ecco: tieni il casco" Non era una delle nostre solite passeggiate, se stavamo andando con la moto. Quindi quest'opinione era esclusa.
"Tieniti forte, mi raccomando." Appena mi disse così lo strinsi forte. Che carini che eravamo... Io lo abbracciai e poggiai la mia testa sulla sua schiena. Dopo un po' di minuti eravamo già arrivati. Appena tolsi il casco, la prima cosa su cui il mio sguardo si posò, fu l'insegna del ristorante. Mi aveva portato al ristorante più importante della città. Lo guardavo stupita. Volevo proprio baciarlo, ma non so se fosse opportuno, sarebbe stato il nostro primo bacio. Lui mi guardò negli occhi con uno sguardo che sembrava leggesse l'anima. Passarono un paio di secondi a fissarci intensamente e allora prese iniziativa e ci baciammo. Fu bellissimo. Avevo aspettato quel momento davvero per una vita. Lo amavo tantissimo. Ero troppo emozionata e non riuscivo nemmeno a sentire le cosiddette "farfalle nello stomaco"; in quel momento eravamo solo io e lui, tutto il resto girava attorno a noi, nulla aveva importanza se non che noi due. Mi faceva sentire speciale come mai nessuno avesse potuto fare. Appena entrammo però notai dei tipi abbastanza loschi. Iniziai ad insospettirmi, ma una volta distratta, non ci pensai più. Ric aveva ordinato il tavolo vicino la finestra che si affacciava sul piccolo laghetto del ristorante. Era una cosa così romantica...
"Crys, piccola, tu cosa ordini?" Mi chiese. Quando mi chiamò "piccola" sentii un brivido ripercorrere tutta la mia schiena, finendo per rabbrividire.
"Crys, hai freddo?" Mi disse un po' scioccato, dato il caldo.
"No, ho pensato una cosa. Nulla di importante. Comunque io prendo la pasta alla carbonara, l'arrosto e, di contorno, le patatine fritte. Poi decidiamo cosa prendere per il dessert. Beh, in base a quanto sazi ci sentiamo..." Dissi l'ultima frase ridendo un po'.
"Io prendo quello che hai preso tu. Abbiamo i gusti molto simili, eh? Non me n'ero mai reso conto..." Disse sorridendo. Quel suo sguardo... Ogni volta che mi guardava negli occhi mi sentivo così felice. Mi strinse forte la mano che stavo tenendo sul tavolo. Dopo un po' cominciammo a mangiare l'antipasto. Ad un certo punto sentii parlare quei tizi loschi al tavolo lì all'angolo in fondo ad un tono di voce molto alto. Quello era un ristorante di lusso, come potevano esserci persone così lì dentro? Erano molto lontani dal nostro tavolo eppure li sentivo. Li stavo fissando da un po' ormai e Ric faceva lo stesso. A volte credevo che lui sapesse il segreto di Claire per via dei suoi atteggiamenti. Ad un certo punto non capii più nulla. Persi i sensi. Non ricordo niente di quei momenti, solo il vuoto. Quando mi svegliai, mi ritrovai distesa a terra. Attorno a me c'erano tutti i presenti e Ric mi teneva la mano. Avevano tutti facce sconvolte. In un primo momento mi sembrò più o meno normale, ma poi capii che c'era dell'altro.
"Crys... Oddio..." Ric non riusciva a far altro che balbettare queste due parole.
"Mmmh che c'è, Ric? Cos'è successo?" Chiesi con la mia mente ancora in stato confusionale. Avevo i brividi e sudavo tantissimo. Non riuscivo a trattenere lo sguardo in unico punto, così cambiavo l'oggetto da focalizzare di continuo. Mentre facevo ciò, notai che c'erano ancora quei tizi. Stavano scappando. O meglio, stavano uscendo ma il loro passo era molto svelto, come se volessero andare via da quel ristorante più velocemente possibile. Comunque notai Ric a fissarmi sconvolto.
"Quindi? Che c'è? Perché mi guardate tutti così? Qualcuno può spiegarmelo?" Dissi abbastanza spazientita.
"Eh... Crystal... Dopo aver perso i sensi, sei caduta a terra e si è formato come un cerchio di fuoco attorno a te... Ma è comparso dal nulla e nel nulla è scomparso..." Mi disse Ric guardandomi scioccato.
"Avete avvisato Claire?" Speravo di no, dato che nell'ultimo periodo aveva avuto troppi dispiaceri. Più che altro Cleo dovrebbe essersi interessata a me, ma non era mai presente. Era solo un peso per noi.
"Ehm no, ma tanto non avrebbe potuto far nulla. Però se ti serve da supporto la chiamiamo..." Mi disse cercando di farmi sentire al sicuro.
"No no!" Mi affrettai a dire.
"Okay. Ma ora come ti senti? Ti gira la testa oppure ti fa male? Dimmi." Mi chiese preoccupandosi per me.
"Tutto bene. Ora la testa non mi gira più, non ti preoccupare." Dissi tranquilla. Mi aiutarono ad alzarmi. Ora era tutto passato. Però riflettei: Claire sapeva o comunque poteva ricavare informazioni su ciò che mi era successo, quindi lo doveva venire a sapere per forza. Pensai di dirglielo quando fossimo state entrambe in casa, da sole.
Claire's POV
Ormai passavo più tempo al parco che a casa, o meglio, quel posto in cui ormai mi sentivo un'estranea. In realtà quelle fuori luogo lì dentro non eravamo nè io nè Crystal, bensì quella signora, Cleo Martin che, solo per stato di parentela, eravamo costrette a chiamare zia. In ogni modo, quella casa ormai era solo una fonte di tristezza ma soprattutto nostalgia; però la cosa che più mi faceva arrabbiare era che un'estranea si trovasse lì: in quel luogo in cui con lei non c'era nemmeno un ricordo. Mi sedetti sulla mia solita panchina ma appena vidi Nate, andai via. Ricordavo che per quanto fosse carino, era pur sempre una minaccia per me. Ormai tutti lo erano. Non mi fidavo nemmeno di Alex. Il mondo era cambiato così tanto. Capii che ormai non c'erano più mamma e papà a proteggerci e di sicuro non lo avrebbe mai fatto Cleo, anzi, quasi sicuramente era una minaccia anche lei.
"Che vita..." Un'altra volta di nuovo dissi una cosa, che vorrei aver semplicemente pensato, ad alta voce.
"Che cosa succede, signorina Claire?" Dalla sua espressione si capiva che si fosse lasciato sfuggire qualcosa, anche se cercava di non scomporsi. Gli era sfuggito il mio nome ed ora glielo avrei rinfacciato.
"Mi scusi, come sa il mio nome?" Gli dissi, quasi urlando. Lui era imbarazzatissimo ed io adoravo il fatto che fossi riuscita a battere, seppur in una piccolezza, un mio potenziale nemico: mi faceva sentire più forte.
"Non si preoccupi, signor Nate" Gli dissi facendo una risata sarcastica e malvagia. "Io so tutto: un po' di sere fa mi ha cancellato la memoria ma poi l'ho ricordato quando l'ho visto in biblioteca. E poi ha cancellato la memora a Cleo, cioè..."
"Cioè sua zia. Lo so già. Comunque lo so che mi ha vista in biblioteca. Avevano appositamente lasciato la finestra aperta. Mi avevano incaricato di catturarla, ma non ho voluto così adesso sono uno dei loro obiettivi anche io. Ma se ci aiutiamo a vicenda, non ci prenderanno mai, signorina Claire." Mi raccontò. Già una volta la mia fiducia era stata tradita, non mi sarei lasciata affascinare dai suoi modi e dal suo charme.
"Mi scusi, ma perché ha rifiutato di catturarmi? Ci siamo visti una volta appena e diciamo che non sia andata così bene, quindi?" Gli chiesi insospettita.
"Non volevo che facessero del male anche a te..." Questa fu la risposta più vaga che ricevetti in tutta la mia vita.
"Anche? Chi altro hanno usato? Mi scusi ma..." Ora volevo saperlo a tutti i costi.
"Mia sorella, Tiffany, di 15 anni. Ha forse la sua età, signorina." Si vedeva che era ferito veramente nel cuore perché tentò di abbassare lo sguardo e ormai so che quando facciamo così è perché cerchiamo di nascondere le nostre ferite dentro, non vogliamo mostrare agli altri quanto dolore ci sia dentro di noi. Alcuni lo fanno per vergogna, io lo faccio per non mostrarmi debole e credo che lui l'abbia fatto per la mia stessa ragione.
"Ehm, se vuoi cambiamo discorso. Cioè... So cosa si passa a raccontare qualcosa che ci ha colpiti dritti nel cuore e fa tanto male, quindi se vuoi parliamo d'altro." Tentai di metterlo a suo agio perché so veramente quanto facesse male, ricordavo quanto duro fu raccontare ogni volta ad ogni singola persona del paese come avessimo scoperto dei nostri genitori e come ci sentivamo. Nelle piccole cittadine, pur di sapere tutto, diventano anche grandi insensibili.
"Ehi! Non mi ha dato del lei, signorina!" Disse scherzando. Cercava di essere felice e soprattutto dimenticare ma appena alzò lo sguardo verso il mio viso, vidi i suoi occhi brillare. Gli uscì una lacrima che cercò di coprire a tutti i costi, ma in vano. Così gliel'asciugai io con la mia mano cercando di essere più delicata possibile.
"Grazie, Claire..." Mi disse. La mia natura paranoica non si fidava ancora, ma avevo un piano per capire da che parte fosse veramente.
"Se vuoi comunque puoi abitare nella casa che abbiamo nel bosco. Beh non è il massimo per tipi per niente coraggiosi come me, ma non credo sia il tuo caso." Dissi ridendo.
"No, anzi grazie mille!" Mi rispose.
La sera andai lì per chiudere a chiave lo scantinato in modo che non potesse entrarci e il giorno dopo venne anche lui.
"Che te ne pare?"
"Molto meglio dei posti in cui ho vissuto fino ad ora!"
"Davvero? Non sembra dato i tuoi modi raffinati!"
"Grazie, Claire, grazie davvero per tutto quello che stai facendo per me; alla fine sono pur sempre un estraneo ai tuoi occhi."
"Non ti preoccupare, per me non c'è alcun problema." Gli dissi. Così ritornai a casa.
Cosa ne pensate? Questo è l'8º capitolo di Sixth Sense. Onestamente pensavo che non avrebbe riscosso molto successo. Beh siamo a 139 visualizzazioni... Cosa posso dire? Grazie chicas e chicos!
Vanessa007love 💟
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