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17: Interruzione


Terre di Alaron - Contea di Istmil
FAOLAN

-Chi arriva ultimo paga!- propose Darfel, riprendendo fiato dopo gli allenamenti. –Facciamo un'ultima corsa e vediamo come va!-
Faolan lo scrutò rapidamente, cercando di capire se fosse ancora nelle condizioni di sforzarsi.

Darfel aveva le ginocchia sbucciate e le mani indolenzite, a furia di provare i vari tipi di armi, ma sembrava ancora pieno di energia. Faolan, dunque, annuì, battendo il pugno contro il suo.
Darfel si era dimostrato un apprendista incredibilmente bravo, in quegli ultimi tre anni: lavorava senza mai lamentarsi, stringendo i denti fino a quando non otteneva ciò che voleva.

La mattina presto faceva sempre un po' fatica a svegliarlo, e doveva incoraggiarlo con ingenti quantità di cibo per tirarlo giù dal letto, ma per il resto, stava ottenendo il massimo dei risultati. Quel pomeriggio avevano addirittura provato a sconfiggere un branco di mostri di lava, di quelli che emergevano dai vulcani vicino all'Accampamento e rischiavano di bruciarti come legna da ardere. Darfel aveva tutti i capelli biondi pieni di fuliggine, ma sorrideva colmo di soddisfazione, canticchiando allegramente.

Più passava il tempo, più sembrava essersi ripreso dai tristi avvenimenti dal passato. Sfoggiava costantemente un'espressione allegra e non stava fermo un minuto. Trovava ogni scusa possibile per mettersi in moto, non restando quasi mai all'Accampamento. Si spostava in varie città non appena aveva un giorno libero, chiedendo spesso a Faolan di poterlo accompagnare in missione, o chiacchierando con alcuni dei compagni guerrieri.

Faolan, spesso, si sentiva rassicurato nel vederlo tanto allegro. Ma altre volte, iniziava ad aver paura che i comportamenti di Darfel fossero soprattutto uno scudo, una corazza per non ripensare al dolore.

Non gli era capitato di rado di trovarlo solo, in piena notte, in mezzo al giardino dell'Accampamento, con la testa tra le mani e gli occhi fissi verso il cielo, verso chissà quali pensieri spiacevoli.

Per questo, cercava di impegnarsi ogni istante per distrarlo.

Avevano passato parecchio tempo insieme, negli ultimi due anni, tanto che Darfel aveva preso a trattarlo esattamente come un suo pari, e viceversa. Faolan, in un primo momento, aveva creduto che Darfel, giunto all'Accampamento, lo avrebbe perso di vista, preso dai nuovi allenamenti. O peggio ancora, che lo avrebbe trattato con timore e rispetto, come qualunque altro suo dipendente.

Ma così non era stato: Darfel, contrariamente alle sue aspettative, lo aveva cercato spesso, prendendosi sempre più confidenza, divertendosi addirittura a prenderlo in giro o a sfidarlo, per nulla impaurito. Il suo carattere cupo non sembrava turbarlo, quanto più incentivarlo a escogitare metodi per scioglierlo un po', per farlo divertire.

Faolan, quasi senza rendersene conto, aveva finito per assecondare i tentativi di Darfel, smettendo un poco alla volta di chiudersi in armeria e restare solo con i propri pensieri.

Spesso si ritrovava a crogiolarsi in quel piccolo spazio in cui Darfel era riuscito a trascinarlo, uno spazio in cui lui non era più un'autorità, una persona da tenere distante, bensì un coetaneo, un amico, una persona con dei pregi, con cui era addirittura piacevole passare del tempo.

A volte, una parte di lui non poteva ancora fare a meno di pensare che, forse, stava commettendo un errore. Che non era opportuno, lasciare che un'altra persona influenzasse a quel modo il suo umore.

Ma poi si diceva che, se per una volta stava andando tutto bene, forse avrebbe dovuto semplicemente lasciare che le cose seguissero il loro corso.

Anche la voce misteriosa che lo aveva perseguitato qualche tempo prima era svanita, insieme alle strane visioni sul pianeta rotondo e sui due ragazzi.

Nulla poteva andare meglio di così, tutto sommato. Doveva smettere di preoccuparsi: la forza di volontà di Darfel, che riusciva ad andare avanti nonostante tutto, doveva fargli da esempio.

Certo, i ricordi del passato lo tormentavano ancora, ma aveva anche il presente su cui concentrarsi.

-E va bene.- Faolan si riscosse da quei pensieri e accettò la sfida dell'amico, prima di schernirlo: -Preparati a finire in bancarotta, allora.- Si gettò poi di corsa giù dalla montagna, senza aspettare che Darfel gli desse il segnale di avvio.

-Ehi, certo che a volte sei proprio stronzo!- gli urlò dietro Darfel, affrettandosi a raggiungerlo, con voce affannata.- NON HO DETTO DI PARTIRE!-

-Non mi hai nemmeno detto di aspettare il tuo segnale..- ribatté Faolan, sogghignando, senza fare una piega, svoltando ad una curva. Poi smise di rispondere, volendo risparmiare il fiato. Darfel era quasi riuscito a recuperare la distanza che lo separava da lui, spostandosi con ampi passi, ma Faolan non aveva nessuna intenzione di perdere.

Gli alberi parvero sfrecciargli di fianco, da tanto correva veloce.

Quando arrivò a destinazione, sullo spiazzo che precedeva l'entrata dell'Accampamento, si voltò verso Darfel, incrociando le braccia al petto con aria strafottente.

-MA INSOMMA!- si lamentò Darfel, sbuffando, prima di raggiungerlo e scrollare le spalle, fingendosi offeso. –Ora mi tocca offrirti qualcosa?-

-Già, proprio così. Ora sta zitto e paga.- replicò Faolan, con un certo orgoglio.

Darfel gli diede una gomitata scherzosa, prima di avviarsi verso una delle locande dei dintorni. Era un edificio dal tetto a punta, costruito secondo lo stile tipico di quella zona di montagna, con le pareti di legno finemente intarsiate e le tende verdi, decorate da fiori e foglie fresche. Darfel prese un paio di bibite color zafferano, porgendone una all'amico con fare riluttante.

-Tieni, tieni! Ha un aspetto schifoso, ti pentirai di aver vinto la scommessa.- se ne uscì Darfel, con tono divertito, prima di prendere posto nel cortile interno, su una panca di legno. I pini intorno a loro creavano un'ombra gradevole, e un'atmosfera più tranquilla e riservata. Persino Darfel parve condizionato da quell'ambiente tranquillo, per un istante: socchiuse gli occhi e si lasciò accarezzare il volto dalla brezza fresca, osservando il profilo dei monti in lontananza, il blu dei laghi incastonati tra le rocce.

-E' la stessa roba che hai preso anche tu, genio del male.- osservò Faolan, accennando una risata e sedendosi di fronte a lui, bevendo poi un sorso di succo. Nonostante le apparenze, non era niente male, soprattutto dopo una lunga giornata passata a combattere.

-Ah, in effetti..- commentò Darfel, mettendogli un leggero broncio, per poi bere a propria volta e cambiare subito espressione.

Era il tipo di uomo che metteva parecchia enfasi in ogni azione, in particolar modo quando provava un cibo nuovo: appena assaggiato il succo sgranò gli occhi e fece un gran sorriso. Faolan spesso trovava divertente osservarlo: vedere così tante emozioni riflettersi sul suo volto, in un certo senso, riusciva ad amplificare anche le proprie. Inoltre, adorava passare le giornate a parlare con lui: riuscivano a scherzare con estrema facilità, e le ore trascorrevano sempre in fretta, tra una risata e una battuta.

-WOW! Niente male, niente male! E' la prima volta che assaggio una cosa del genere..- commentò Darfel, esaltato, quasi stesse assistendo a un miracolo. –E' tipico di questa zona?-

-Non ne ho idea, sai?- rispose Faolan, stringendosi nelle spalle.

-Dalle tue parti non lo hai mai visto?- chiese Darfel.

Faolan si irrigiì di colpo, quasi impercettibilmente, prima di scuotere la testa con decisione. Non si era aspettato quella domanda, e sperò in ogni modo di deviare la conversazione da quella piega spiacevole, senza doverlo chiedere esplicitamente. Darfel non poteva sapere quanto quell'argomento lo infastidisse, ma forse la fortuna lo avrebbe distratto con un altro argomento.

-Non mi parli molto della tua città natale, ora che ci penso. Di cosa si beve e si mangia là, di chi ci vive..- osservò invece Darfel, senza indovinare la sua preoccupazione e continuando ad insistere su quel punto. Non lo disse col tono di chi voleva lanciare un'accusa, ma con sincera curiosità. 

Darfel sapeva poco e niente sul passato di Faolan: solo che era il fratellastro del conte Grevor, ma che non andava troppo d'accordo con lui. E che aveva sicuramente qualche parente elfo, a giudicare dalle orecchie. Ma per il resto, Faolan non sembrava voler raccontare troppo della sua famiglia o della sua infanzia. Darfel, in due anni, non aveva neppure mai visto i suoi genitori. Le rare volte in cui andavano a trovarlo, Faolan li incontrava sempre da solo.

-E' che è un posto un po' piccolo.- tagliò corto Faolan, agitandosi leggermente sulla sedia, pur cercando di mantenere un tono gentile e cordiale. –Diciamo che è un paesino di montagna abbastanza carino. Ma vivere qui, a Istmil, mi piace molto di più. Ci sono più attività da fare, e molta più gente.-

-Quanto tempo hai vissuto là? Eri con la tua famiglia e Grevor, giusto?- domandò Darfel, prima di dare un'occhiata al menù, valutando di comprare anche qualcosa da mangiare. -Ci torni spesso, o..-

-No, direi di no.-

Faolan, senza accorgersene, aveva risposto con un tono fin troppo secco, tanto che, subito dopo, si affrettò a scusarsi, aggiungendo: -Cioè...di solito rimango qui a Istmil.-

-Faolan.- disse Darfel, dopo qualche istante, come volendo disperataente recuperare la conversazione, resosi finalmente conto che qualcosa non andava. –Ho detto qualcosa di..-

-No, no. Stai tranquillo, non è colpa tua, volevi solo chiacchierare. E' che non ho dei ricordi molto carini legati a quel posto. Ma non ci pensare, adesso.- si affrettò a  rassicurarlo Faolan, aggiungendo, sforzandosi di sorridere: -Che ne dici di prendere qualcos'altro da bere?-

-Se non vuoi parlarne a me va bene. Non voglio forzarti a fare niente. Scusami, mi dispiace.- Darfel lo colse di sorpresa con quelle parole, quasi facendogli rovesciare addosso la bibita, mentre gli rivolgeva un'espressione rassicurante.

-No, è che io..- provò a dire Faolan, cercando le parole con cui giustificarsi, senza riuscirci.

Doveva aspettarselo, prima o poi, di arrivare a quel punto della conversazione. Lo aveva saputo fin dal primo momento in cui aveva incontrato Darfel e aveva deciso di passare così tanto tempo con lui. La consapevolezza che avesse dei segreti, delle verità che non poteva svelare neppure a una persona così importante, lo aveva accompagnato quasi ogni istante. Ma aveva sempre cercato di ignorare quel pensiero, quasi sperando che il tempo lenisse il dolore che gli provocava.

-Ti ringrazio. Davvero. Sei molto gentile.-,gli disse, semplicemente, dopo qualche istante, posando rapidamente una mano sulla sua, in un cenno di gratitudine. Il proprio sguardo si ammobidì, quando aggiunse, sperando di non ferirlo: -Forse, non riesco ancora a parlarne, è vero. Ma non devi scusarti di nulla. Apprezzo molto il tuo sostegno.-

Grevor aveva imposto delle regole piuttosto rigide sulla propria vita e sui legami che poteva tessere con le persone. Non c'era nulla che terrorizzava Faolan di più che mettere in pericolo chi aveva intorno per colpa del suo fratellastro, e rivelare parti del suo passato lo avrebbe fatto senz'altro. Tuttavia, anche se Grevor gli impediva di parlare apertamente degli anni della loro adolescenza, trascorsi in quel piccolo paesino di montagna di cui Darfel gli aveva chiesto informazioni, non poteva controllare il proprio atteggiamento in maniera assoluta. 

Avrebbe mantenuto dei segreti, certo, ma non si sarebbe comportato da ingrato con colui che stava dimostrando di tenere così tanto a sé.

La premura di Darfel lo commuoveva. Faolan aveva cercato di proteggerlo e aiutarlo, in quegli ultimi due anni, ma vedere quanto anche l'altro tenesse ad aiutarlo faceva affiorare in lui un senso di gratitudine immenso. E voleva a tutti i costi trasmettergli quel sentimento.

Darfel sembrò piacevolmente colto di sorpresa dalle proprie parole, e gli rivolse un sorriso smagliante, anche se i suoi occhi erano ancora velati di preoccupazione e rammarico. -Ma certo. Ci mancherebbe. Ci sono, se hai bisogno.-

-Anche io per te.-,rispose Faolan, sincero, sentendo una sensazione di inusuale pace pervaderlo, mentre lo dichiarava ad alta voce.

Aveva un'idea ben chiara, per il futuro, nonostante tutte le incertezze del passato che lo avvolgevano: voleva continuare a tessere quel legame con Darfel, ascoltandolo ogni volta che ne avesse bisogno.

Darfel trattenne la mano di Faolan per un istante in più del necessario, prima di riprendere il menù. Il suo sorriso si allargò leggermente troppo e un'espressione di imbarazzo fugace attraversò il suo volto. Quel dettaglio provocò a Faolan un battito più accelerato, anche se non riuscì a spiegarsi il motivo di quella reazione improvvisa. Non ebbe modo di rispondersi, quando sentì una voce apostrofarli in maniera decisamente sgradevole.

-Ehi, si può sapere che ci fate qua, voi due? Soprattutto tu, Faolan, perché giri con questo qua? Non hai di meglio da fare?-

Faolan voltò leggermente il capo, fino a individuare Shalenya, una delle reclute dell'Accampamento, stretta per mano ad un ragazzo e accompagnata da un'amica dai capelli bianchi. Aveva l'aria accigliata e li fissava con perplessità, scuotendo il capo.

-Perché, è un reato bere un succo di frutta?- ribatté Faolan, con tono seccato. Se c'era una cosa che non sopportava, era la gente che si impicciava nel suo modo di gestire il tempo e le compagnie. C'era stato già Grevor a farlo in continuazione, per anni e anni.

-Abbiamo finito di allenarci presto, oggi. Anche se è un giorno di riposo, volevamo dare un'occhiata ai mostri vicino al vulcano.-

Aggiunse Darfel, cercando di mantenere un tono di voce amichevole. Faolan sapeva benissimo quanto si stesse sforzando di sembrare allegro: durante le esercitazioni comuni, Shalenya gli dava spesso fastidio, irritandolo a morte e facendogli dispetti. C'era da dire che, purtroppo, quella donna aveva un carattere caparbio e parecchio difficile, e che soltanto quando combatteva riusciva a concentrarsi su questioni più serie. Era una delle sue reclute più problematiche. Non lo sorprendeva troppo che neppure Darfel, solitamente amico di tutti, riuscisse ad andarci d'accordo.

-Come ti permetti di parlarle così?- sbottò l'amico di Shalenya, fissando Faolan in cagnesco. –Vuoi forse un pugno, eh?-

Faolan lo squadrò con aria di sufficienza, riconoscendolo solo dopo qualche istante: capelli viola, pelle leggermente grigia. Era Akùr, un ragazzo dalla tendenza litigiosa e palesemente innamorato di Shalenya. Pendeva dalle sue labbra ogni volta che lei parlava, in una maniera quasi comica.

-Rilassati. Ti spaccheresti solo la mano.- rispose Faolan, senza scomporsi.

-Ma che vuoi?- sbottò Shalenya, improvvisamente. –Già esci con uno sfigato che ti ho sempre detto che non mi piace per niente, ma poi rispondi pure male ai miei amici, adesso? Sei il solito scemo che si butta via con le compagnie sbagliate, ecco cosa.-

-Ragazzi, che vi prende?- intervenne la ragazza dai capelli bianchi, l'unica apparentemente tranquilla in quel gruppetto. –Loro non sono dei tuoi colleghi, Shalenya?-

-Fatti gli affari tuoi, Ayslin!- la apostrofò Shalenya, con tono petulante.

-Io sono il suo capo, in realtà.- rispose Faolan. –E in effetti, sto valutando di restringere l'età minima richiesta per entrare all'Accampamento. Quella mentale, però.-

Shalenya divenne rossa come un peperone, come quando era particolarmente arrabbiata. Ayslin, invece, sembrava abbastanza seccata dai modi di fare dei due amici, come se ci fosse fin troppo abituata.

-Ah-ah-ah, molto divertente.- sbuffò Shalenya. –Quasi quanto tu che passi tutto il tuo tempo libero con un guerriero a dir poco mediocre. Devo ribadirlo per la terza volta?-

Darfel sussultò appena, sentendosi chiamato in causa, prima di aggrottare la fronte. –Beh, sempre meglio che sprecarlo a rompere a tutti!-

-E chi sei tu per dire che lui è un guerriero mediocre? Darfel è fantastico. -,lo difese, senza pensarci due volte. Darfel sussultò, prima di sorridergli con gratitudine. -Si impegna tanto, ogni giorno. Se tu passassi la metà del tempo che passi a criticarlo per lavorare tu te stessa, forse arriveresti al suo livello e non saresti così invidiosa.-

Faolan avrebbe giurato di vedere Ayslin trattenersi a stento dal ridere. La vide dare una pacca sulla spalla dell'amica e sussurrale un "dai, Shalenya, andiamo..", ma Shalenya gli rivolse un'ultima occhiata accigliata.

-Ci sono guerrieri migliori all'Accampamento, Faolan! Ma tu fai sempre favoritismi, e non so perché!-

-Favoritismi? Ma se faccio fare delle esercitazioni uguali a tutti, e ti ho dato i voti più alti, nelle ultime. Direi anche più alti di quelli di Darfel, se è questo il problema.-

-Non sto parlando di voti.- Shalenya sembrava in procinto di tirare un pugno a Darfel, a giudicare da come lo stava fissando. –Parlo del tempo libero: stai frequentando la persona sbagliata. Oh, già, non hai idea di quanto sia sbagliato questo ragazzo per te, ma prima o poi lo scoprirai, e riderò. Se solo tu capissi che dovresti stare dalla mia parte, Faolan...beh, tanto un giorno te ne renderai conto.-

Faolan, sul momento, non prestò troppa attenzione a quelle parole. Le prese per ciò che pensava che fossero: uno dei soliti deliri di onnipotenza di Shalenya, perennemente ossessionata dal suo egocentrismo. Non poteva certo sapere che, qualche tempo dopo, sarebbero pesate come dei macigni.

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