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Passai l'evidenziatore lungo la pagina evidenziando la frase di un colore giallo acceso, era un po' il mio modo di passare il tempo, pasticciavo i libri scrivendo appunti vari e rendendoli più colorati e belli da vedere. Il trillo del mio cellulare mi fece sobbalzare leggermente, mi slanciai più verso il comodino e presi il telefono sbuffando leggermente, era un messaggio.
Il mio cuore si fermò, e i palmi delle mani iniziarono a sudare. Era da ieri che aspettavo con ansia la risposta di Harry, possibile che fosse lui?

Pensavo non ti piacesse parlare con le altre persone.
- Harry

Voglio solo chiarire quello che è successo giovedì.

Del fatto che ti sei comportata da vera stronza? O del fatto che ti senti in colpa e mi vuoi come migliore amico?

Certo che quel ragazzo riusciva sempre a dire quello che pensava, senza peli sulla lingua come si suol dire. Il suo messaggio mi infastidì leggermente, ma mi auto convinsi che era solo offeso per quello che avevo fatto e che sarei riuscita a migliorare questa situazione.

Va bene oggi alle 3? Magari al parco o qualsiasi altra parte.

Al parco va benissimo, a dopo piccoletta.

Ignorai anche il suo ultimo messaggio e mi sdraiai sul letto. Cosa ne sto facendo della mia vita? Da quando sono così ben disposta ad avere amici e ad andare al parco? Da quando Harry era arrivato a scuola probabilmente, non capivo se mi stava influenzando positivamente o negativamente ma speravo veramente di non star facendo la scelta sbagliata.

"Cheryl." Mio fratello bussò alla porta. "Ti va di scendere in sala?"

"Perché dovrei?" Urlai in risposta mettendo da parte il telefono. "E poi Luke e Michael stanno guardando la loro telenovela preferita."

"Niall é venuto a trovarci, domani riparte per l'Irlanda. Voleva salutarti." Mi alzai e camminai fino alla porta per poi aprirla e proprio allora Trent cadde di peso a terra visto che si era appoggiato completamente ad essa. "Al massimo andiamo in camera mia." Mormorò con la faccia ancora a terra.

"No, lo saluto velocemente da sola." Forse Niall poteva aiutarmi, poteva consigliarmi. Superai il corpo steso a terra di mio fratello e camminai velocemente fino al salotto dove trovai una scena alquanto bizzarra.

"E quella è Linsday, è una troia che vuole separare Mark da Hope." Luke indicò la televisione. "Sono 5 stagioni che ci prova, ma tanto l'amore tra i due è troppo forte." Si asciugò una lacrima finendo il suo discorso alquanto commovente, Niall era seduto di fianco a lui e annuiva fingendo di essere interessato alla cosa.

"Adesso dobbiamo iniziare la sesta stagione, a quanto pare arriverà un nuovo ragazzo che proverà a far colpo su Hope, è un vero figo!" Urlacchiò Micheal facendomi fare una smorfia.

"Scusami?" Fece Luke. "A che ti serve un figo quando hai me?"

"Beh, magari lui cucina meglio." Borbottò sperando di non farsi sentire.

"Cosa?!"

"Hey Niall, ti va di salire un attimo?" Intervenni in modo che non dovesse sorbirsi il litigio tra i due, lui annuì velocemente e salutò i miei genitori prima di seguirmi fino alla mia camera.

"Grazie per avermi salvato."

"Non sono così male quando ti ci abitui." Alzai le spalle. "Una volta ho provato a guardare con loro qualche puntata, sono finita ad avere incubi per qualche settimana, ma non ne parliamo. Quindi domani torni in Irlanda?" Chiesi facendolo entrare. Trent era andato in camera sua quindi non avrei avuto problemi a parlare a quattr'occhi con Niall.

"Eh già, mia madre non era molto felice di questa 'visita'." Fece le virgolette con le dita. "Ma potrei tornare non estate a trovarvi oppure potresti venire tu da me!" Fece un sorrisone e mi chiesi come faceva a trovarmi così simpatica.

"Non penso che tua madre-" mi interruppe subito.

"In realtà è rimasta impressionata dal tuo modo di fare e ha detto che non pensava che Luke potesse crescere così bene una ragazzina." Mi fece l'occhiolino andando a sedersi sul mio letto. "Quindi non sarai di disturbo, per quanto riguarda Trent-"

"Lo so." Risposi subito. "Ma non è per questo che ti ho fatto venire qui, in senso, a parte salutarti volevo chiederti un consiglio." Confessai.

"Allora sarò felice di aiutarti." Mi fece cenno di sedermi di fianco a lui e riluttante accettai.

"Voglio iniziare dicendo che non sono come le solite ragazze della mia età che è popolare e ha una vita... sociale." Spiegai gesticolando cercando di non far sembrare la cosa troppo strana.

"L'avevo capito." Disse e notando la mia faccia confusa aggiunse. "Insomma, non sono molte le diciassettenni che vestono di rosa e fanno la festa di compleanno con le zie insopportabili."

"Oh." Annuii leggermente. "Sì beh, diciamo che mi sono trovata una specie di amico solo che non so come comportarmi, credo di averlo fatto arrabbiare abbastanza."

Niall passò una mano tra i suoi capelli e socchiuse gli occhi. "Ok, cosa avresti fatto di tanto grave?"

"Lui mi ha preparato una sorpresa e io l'ho respinta perché non sapevo se fidarmi di lui, insomma, no capita tutti i giorni che qualcuno scriva uno striscione per il tuo compleanno e ti porti dei dolci, però lo conosco da troppo poco tempo e mi sembra strano il fatto che continui ad insistere per essere mio amico, anche perché non ne ho mai avuto bisogno e non ne ho mai voluto uno!"

"Aspetta un attimo." Mi fermò. "Allora perché ne stai facendo un dramma? Insomma, se non lo vuoi lo ignori e basta."

"La fai facile tu, mi ha chiesto un'occasione e non sono riuscita a dirgli di no, e poi continua ad insistere e io-"

"Scusa se ti fermo di nuovo. Ma mi sembra che sia TU quella che mi ha chiesto un consiglio perché lui è arrabbiato con te, se non ti importasse allora non vorresti chiedergli scusa."

Aprii la bocca per rispondere ma la richiusi subito non sapendo esattamente come rispondere, questo non si imparava a scuola.

Riuscivo a capire il discorso di Niall, lo capivo fin troppo bene e questo mi spaventava. Ero stata io a scrivergli perché mi sentivo in colpa, ero stata io a dire di sì alla sua richiesta di amicizia e infine ero stata io a chiedere aiuto a Niall. Ma perché?

"Cheryl." Niall mi prese le mani e mi guardò seriamente. "Hai appena trovato il tuo primo amico."

E allora realizzai che sì, avevo già accettato la proposta si Harry ed era diventato mio amico.

**

Non era stato difficile convincere i miei per farmi uscire, ma la strada da percorrere era abbastanza lunga e feci un pensierino sul motorino che mi avevano regalato, dopo aver fatto il patentino avrei dovuto sicuramente iniziare ad usarla.
Cercando nell'armadio ero riuscita a rimediare una vecchia felpa che non usavo da tempo ed era veramente raro che usassi una felpa se non per star in casa. Avevo deciso di metterla perché:
Primo, avevo freddo.
Secondo, avevo bisogno di essere comoda per poter pensare più lucidamente.
Terzo, se i miei mi avessero vista uscire vestita di tutto punto chissà cosa avrebbero pensato.

Mi sembrava di star pedalando troppo velocemente per i miei gusti, ma il mio corpo era avvolto da una scarica di adrenalina e difficilmente l'avrei calmato. Quando finalmente intravidi il parco scesi dalla bici per poi legarla nel parcheggio vicino all'entrata. Sistemai un attimo la mia felpa larga e passai una mano tra i capelli lasciati sciolti.
Quel che è fatto è fatto. Mi ripetei mentalmente camminando all'interno dell'area verde.
Alzai gli occhi guardando il cielo azzurro.

Devo solo scusarmi e accettare il fatto che lo voglio come amico e poi dovrò mettere in chiaro alcune casette senza sembrare troppo cattiva e-

Venni interrotta dal mio monologo mentale da una palla che mi arrivò dritta allo stomaco facendomi piegare in due dal dolore. La presi ancora frastornata e mi guardai intorno.

"Hey, scusa." alla fine un ragazzo si fece in avanti e arrossii violentemente, era della mia scuola, uno di quelli "popolari", il suo nome era Liam e mentirei se non dicessi che era veramente molto carino. " Colpa mia." mi sorrise facendomi cenno con le mani di ridargli la palla.

Osservai per un secondo i suoi tatuaggi ben visibili sulle sue mani ma distolsi subito lo sguardo dandogli l'oggetto. "Colpa mia." parlai senza neanche che me ne rendessi conto, potevo sentire la mia voce tremante. "Non stavo guardando."

"In effetti avevo notato." ridacchiò squadrandomi da testa a piedi e mi vergognai di aver messo quella stupida felpa. Eppure non me ne facevo un grande problema, però vedendo quel ragazzo mi sentivo a disagio. "Non ti ho mai vista di queste parti, sei nuova?" mi chiese avvicinandosi di un passo e deglutii leggermente.

Sono nella tua scuola. Ma la voce non voleva lavorare, ero di nuovo chiusa nel mio silenzio.

"No aspetta, non me lo dire." passò una mano tra i suoi capelli scompigliati e sorrise mettendo in mostra il suo sorriso bianco. "Terzo anno, amica del nuovo arrivato?"

Ancora una volta, sentivo la gola secca e mi limitai ad annuire lentamente. Che bello, ora sono ricordata solo per Harry.
"Beh, piacere, sono Liam." mi fece l'occhiolino e si allontanò con la palla.

"Sono Cheryl." sussurrai quando ormai era troppo lontano da me. Tossicchiai leggermente per riprendere aria e scossi la testa per cercare di tornare a ragionare.
Decisi di cambiare direzione e allontanarmi dal campetto da calcio per andare verso le panchine dove mi sedetti esitante decidendo di aspettare lì Harry.

Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e sbuffai guardando l'ora, ormai doveva già essere lì da tempo, perché non era ancora arrivato? Che non mi volesse più come sua amica?
Iniziai a muovere nervosamente il piede a terra e mi guardai nella fotocamera del telefono, sembravo un mostro con i capelli scompigliati e la pelle pallida. I miei occhi marroni sembravano più scuri del solito a causa delle leggere occhiaie che avevo, le mie labbra erano screpolate e infine avevo le lentiggini in vista sul naso.

Sospirai provando a pettinarmi usando le dita delle mani passandole tra i capelli.
"È una nuova tecnica di voi ragazze per allungarvi i capelli?" chiese una voce facendomi sobbalzare all'improvviso. Mi girai per trovare Harry sorridermi con fare divertito.

"No." borbottai alzandomi e sistemando la felpa spiegazzata.

"Oh wow, guardati! Sembri quasi normale così." esclamò con tono divertito. Lo guardai confusa e lui alzò gli occhi al cielo. "Niente rosa o gonnelline, hai presente no?"

"Oh." annuii. "Non sono qui per parlare del modo in cui mi vesto." dissi riponendo il telefono in tasca.

"Bene, dimmi tutto allora." si sedette sulla panchina lasciandomi lì in piedi di fronte a lui, sembrava tranquillo. Mi aspettavo di vederlo arrabbiato o offeso, invece sembrava emanare felicità da tutti i pori.

"È riguardo giovedì." giocai con la manica della mia felpa, guardai per un breve lasso di secondi le mie scarpe per poi alzare lo sguardo sui suoi occhi verdi. "Non volevo offenderti."

"Oh ma non mi hai offeso." alzò le spalle facendomi corrugare la fronte.

"Davvero?"

"Oh no, in fondo te ne sei solo andata via dalla tua sorpresa lasciandomi lì come un coglione a guardare il bellissimo striscione che avevo preparato tutto da solo, e per tua informazione, i dolcetti li ho dovuti offrire ai professori." lui sì che sapeva come far venire i sensi di colpa.
Sospirai e scossi la testa.

"Non era mia intenzione, credimi! Non sono abituata a queste... Cose, per quel che ne so io i migliori amici si scambiano abbracci e dividono il pranzo." confessai e lo vidi quasi più... Dolce? In ogni caso, si alzò e si avvicinò a me.

"Davvero, pensavo stessi scherzando quando hai detto che non ti servono amici." era più alto di me, forse fin troppo. Ma ero abituata, Luke era una specie di giraffa.

"Non ne ho mai avuto bisogno." riconfermai le mie parole facendogli fare una smorfia di disappunto. "Ma questo non vuol dire che tu non possa esserlo." finii sorridendo leggermente.

Questa volta spalancò gli occhi. "Oh mio dio! Cheryl Hemmings ha appena detto che io sono suo amico!" urlò come un cretino facendomi ridacchiare. "Ne sarei onorato." mi scompigliò i capelli.

"Andiamo a gradi, non puoi solo scompigliarmi i capelli." sbuffai leggermente e mi stupii di riuscire a essere come le altre persone.

Io, la ragazza più silenziosa di Holmes Chapel avevo trovato un amico.

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