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Mi scuso per l'enorme ritardo! Per farmi perdonare ho scritto un po' di più del solito, spero vi piaccia!
Enjoy it Xx
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Quella notte non riuscii a dormire, e non era a causa della musica a tutto volume del karaoke improvvisato del gruppo di adulti in casa mia, no. Era a causa di tutti i pensieri che mi annebbiavano la testa.
Erano le 3 passate e quello stesso giorno sarei dovuta andare a scuola dopo una settimana di vacanza, ormai decisa a rimanere sveglia presi il telefono ed entrai su Instagram notando un messaggio che non avevo visto in precedenza.
Da Gemma:
Grandi notizie!!
Riguardo a cosa, dimmi!
Scrissi e inviai, sorprendentemente lei era online e rispose subito.
Ricordi l'Università a Londra?
E come potevo dimenticarla? Il giorno in cui incontrai Gemma era esattamente il giorno in cui aveva inviato una domanda di ammissione oltre ai test che le servivano per dimostrare le sue conoscenze.
Sì! Oddio, non dirmi che ti hanno presa!
Esatto!! Vogliono che domani vada a Londra a vederla e firmare dei fogli, CHERYL SONO LA RAGAZZA PIÙ FELICE DEL MONDO!
Immagino! E quando dovresti partire?
Domani... Resterò lì un mesetto.
Capisco, sono felice per te, mi dovrai chiamare e dire tutto quello che succede!
E dopo smisi di scrivere, wow, la mia migliore amica se ne andava per un mese, non era proprio il massimo. Però ero emozionata per lei, sapevo quanto ci tenesse.
Un'idea mi frullò in mente ma era troppo tardi per pensarci, ci avrei rimuginato sopra la mattina seguente. Così misi in carica il telefono e andai a dormire.
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"Così ho scoperto che i gatti hanno la lingua ruvida, ma il problema principale è stato quando il mio amico Jeremy ha cercato di farlo andare sullo skate, insomma-" aprii gli occhi e osservai gli occhi chiari di Trent che osservavano il soffitto mentre parlava.
"Un altro sogno?" borbottai girandomi verso di lui e lui annuì facendomi sospirare. "Mi sembrava di aver chiuso la porta a chiave."
Lui fece silenzio per qualche attimo per poi sbuffare. "Sono entrato dalla finestra."
"Trent potevi semplicemente bussare." parlai e lui alzò le spalle. "Comunque." mi alzai mettendomi seduta. "Sapevi che il tuo nome in origine era Tarent?" lui annuì.
"Sì, non è che mi piacesse molto così al mio settimo compleanno chiesi ai nostri geni- aspetta, tu come fai a saperlo?" chiese lui guardandomi sospettoso.
"Io-" deglutii leggermente. "L'ho chiesto a Michael." la buttai giù così. "Ieri sera, tardi, aveva bevuto della birra insieme agli altri e beh... Me l'ha rivelato." non sembravo certa, ma Trent annuì semplicemente e si alzò dal mio letto. "Hey, ti va oggi di andare a fare un giro?" chiesi e lui scosse la testa.
"Io e Jeremy andiamo fuori città, a quanto pare suo padre è il proprietario di un Acquapark e ci ha invitati a fare da cavie e provare le attrazioni." alzò le spalle. Qualche settimana fa mi era venuta in mente la grande idea di accompagnarlo ad uno skate park in modo che potesse trovare qualcuno con cui uscire come qualsiasi 20enne normale, così incontrò Jeremy che a quanto pare è diventato il suo migliore amico.
"Capisco." mi alzai anch'io. "Dove sono Michael e Luke?" chiesi e lui alzò le spalle. Sospirai mi decisi a scendere pronta a mettere in atto l'idea che tanto era entrata in testa, volevo avere risposte e le volevo subito.
"Papà." entrai in cucina e tutti e due si girarono verso di me. "Potrei saltare scuola?" chiesi e loro mi guardarono scettici.
"Tesorino, ti abbiamo mandata una settimana da tuo cugino, una settimana di scuola... È tanto." spiegò Luke cercando di fare l'impasto per pancakes.
"Ma io sono una studentessa modello, recupererò subito e poi le mie assenze negli ultimi tre anni sono state... 2, 3 giorni?" sporsi il labbruccio. "Per favoooreee."
"Cosa dovresti fare esattamente?" chiese e io mi preparai per spararla grossa.
"Gemma è stata ammessa all'Università che tanto bramava, mi ha chiesto di accompagnarla perché sono la sua migliore amica e vuole il mio sostegno. Vorrei ricordarvi che è la mia migliore amica."
Entrambi sembravano pensarci, speravo accettassero, sapevo di star mentendo e che questo era sbagliato ma era l'unico modo per avere delle risposte alle mie domande. "Ti darebbe lei un passaggio?" accidenti, mi ero dimenticata questo piccolo dettaglio.
"Sì, tornerò sta sera e prometto che domani andrò a scuola e sarà tutto come al solito." mi mossi più vicina a loro. "In oltre quest'anno vi ho fatto io il regalo più bello per l'anniversari." ricordai sbattendo velocemente le palpebre.
Luke guardò Michael che stava cercando di nascondersi dietro al suo giornale, sentendo il suo sguardo addosso alzò gli occhi e mi guardò per pochi attimi prima di osservare Trent che si stava allacciando il casco in testa. "E tu dove vai?"
"A provare delle giostre altamente pericolose, il padre di Jeremy ci ha chiesto di mettere delle protezioni visto che abbiamo firmato dei fogli e a quanto pare non siamo coperti dall'assicurazione." alzò le spalle. "Sarà divertente." allacciò ance le protezioni sui gomiti e alzò un pollice sorridendo.
"Beh, almeno siamo sicuri che Cheryl non andrà a rompersi l'osso del collo." borbottò Michael e i miei occhi si accesero di speranza.
"E' un sì?" chiesi.
"Basta che non torni con un piercing sulla-" venne interrotto da Luke.
"Vai tesoro." annuii un pochino confusa e andai a vestirmi in camera.
Misi un paio di jeans neri e una felpa bianca col cappuccio e mi infilai le scarpe da ginnastica. Dovevo trovarmi un passaggio o trovare un autobus che andasse a Manchester senza metterci cinque ore. Presi il telefono e guardai i pochi contatti prima di chiamare Gemma.
"Pronto?" rispose lei.
"Ciao Gem, sei già partita?" chiesi mordendomi leggermente il labbro e guardandomi intorno.
"Sì, ti serviva qualcosa? Volevo scriverti appena partita ma pensavo di disturbarti Cher."
"Oh no, tranquilla. Volevo un passaggio fino a Manchester, ma penso prenderò un treno o un autobus." parlottai sedendomi sul letto. Il mio piano non era ancora iniziato e già andava a rotoli.
"Oh, puoi chiedere a Harry, ha la patente da qualche mese ma penso non gli dispiaccia saltare scuola per stare con te." mi consigliò. "Se vuoi lo chiamo e glielo chiedo."
"Va bene, grazie, sei la migliore." spensi la chiamata e guardai Roxy che era appena entrata nella stanza, aveva ancora le zampe sporche di terra visto che passava la maggior parte del tempo in giardino. "No piccola." mi alzai e andai verso di lei per poi farle cenno di uscire. "Luke ti uccide se vede il casino che stai facendo." in risposta lei abbassò le sue orecchie sentendosi colpevole e sospirai. "Vieni che ti lavo le zampe." la presi in braccio in modo da non sporcarmi e la portai in bagno, la poggiai nella vasca e feci andare l'acqua per poi passarlo solo sulle sue zampette, intanto canticchiavo un piccolo motivetto.
Una volta finito la lasciai libera di andare in giro per casa e corsi a prendere il mio telefono che nel frattempo stava suonando. "Pronto?" risposi dopo aver letto il nome di Harry sullo schermo.
"Hey Cher, Gemma dice che hai bisogno di un passaggio per Manchester?" chiese insicuro.
"Sì ti prego. So che dovresti salare la scuola e mi dispiace chiedertelo così all'improvviso ma per me è davvero importante." spiegai sperando che accettasse la mia richiesta. Lui non immaginava neanche quanto questo contasse per me.
"Stai scherzando spero. Non ho la minima voglia di andare a scuola e un viaggetto a Manchester di sicuro non mi farà male." ridacchiò. "Sono lì tra dieci minuti." chiuse la chiamata.
Mi preparai mentalmente e presi la mia borsa nella quale avevo messo dentro il cellulare, alcuni vestiti in caso mi sporcassi. Avevo tutto quello che mi serviva, soldi in caso servissero e soprattutto avevo tutte le immagini caricate sul cellulare.
Dopo di che scesi in salotto e salutai i miei con un bacio prima di uscire di casa. Non sopportavo tutta quell'ansia che mi stava divorando, per di più la curiosità sembrava non volermi lasciare stare. Avevo pensato di più alla mia famiglia biologica nelle ultime dodici ore che in tutti i miei 17 anni.
Quando l'auto di Harry accostò proprio davanti a me entrai senza ripensamenti e lui ripartì immediatamente. "Ciao." sorrisi posando la borsa ai miei piedi. "Grazie infinite per quello che stai facendo, non sai neanche quanto questo mi stia a cuore."
"Figurati." stava con lo sguardo fisso sua strada mentre masticava un chewin-gum. "Quindi, Manchester eh? Cosa c'è lì di così tanto importante?" ridacchiò portando per un attimo gli occhi su di me.
"Oh, niente di ché. Diciamo che volevo staccare un attimo." parlai mettendomi comoda sul sedile in modo da poter guardare il mio migliore amico. Mi sentivo strana vicino a lui, sapevo che c'era ancora una cosa in sospeso con la storia di Kylie, ma la mia mente era in pappa.
"Non eri appena tornata dall'Irlanda?" chiese scuotendo la testa e passando una mano tra i suoi ricci.
"Sì beh, Niall mi ha tartassata tutto il tempo. Mi serviva del vero tempo per rilassarmi." alzai le spalle e posai i piedi sul cruscotto al ché, Harry fischiò in disapprovazione e mi fece cenno con la mano di levarle.
"Nessuno sporca questa macchina, è un regalo dei miei per i 18." spiegò dando un colpetto al volante.
"Ah." rimasi a guardarla. Non capivo niente di macchine, non sapevo che modello fosse e tantomeno di che anno. "Bella, ne sarai molto fiero." sorrise facendo spuntare la sua fossetta. "È... Nera." dissi semplicemente annuendo.
"Già, nera." rise lui. "Sei nervosa, quasi isterica."
"No, perché lo dici?" chiesi sbattendo velocemente le palpebre.
"Perché: uno, non hai ancora messo la cintura." mi rimbeccò e mi sbrigai ad allacciarla sentendomi una bambina. "Due, quando sei agitata fai tremare la gamba ed essendo in macchina la sento, in oltre fai sempre quella cosa con gli occhi."
"Che cosa?" chiesi di nuovo.
"Quello, alzi gli occhi al cielo e sbatti velocemente le ciglia." mi indicò e sbuffai. "E tre, di solito tendi a parlare tanto, quando non sei nervosa o arrabbiata o col ciclo o più semplicemente annoiata."
"Potrei essere annoiata." scattai.
"Se lo fossi non staresti ancora parlando con me."
Sospirai e portai le dita sulle tempie massaggiandole lentamente. Nota per il prossimo viaggio che dura più di dieci minuti: portare dello scotch per tappare la bocca di Harry.
"Ok va bene, parliamo di qualcosa." me ne uscii inclinando leggermente lo schienale in modo da non dover stare per forza seduta dritta.
"Di cosa?"
"Di Kylie Jenner." sputai prima che potessi rendermene conto e Harry impennò schiacciando il freno e facendomi quasi andare contro il cofano, per fortuna avevo messo la cintura. E per fortuna l'unica macchina che c'era era di fronte a noi e si stava allontanando.
"Cosa?" chiese rimettendo in moto l'auto mentre io ero ancora stupita da quella frenata improvvisa.
"Ho detto." tossicchiai leggermente. "Voglio sapere cos'è successo tra te e Kylie Jenner."
"Come sai il suo nome?" domandò e sembrava realmente spaventato.
Mi morsi leggermente le labbra e guardai di fronte a noi. "Le voci girano, Harry, ma non so niente di lei, soltanto che ha avuto a che fare con te e con Liam."
Rimanemmo in silenzio per attimi interminabili prima che lui scoppiasse a ridere. "Certamente." parlò scuotendo la testa. "Ti importa perché c'è di mezzo il tuo fidanzatino."
"Harry." lo ripresi guardandolo male. "Ho saputo semplicemente che avevate entrambi una cotta per lei, magari è per questo che non vi sopportate!" in quel momento sentivo la voce di Liam che mi diceva di stargli alla larga, che mi imponeva di non essergli amica. Ma io lo raccattai nel fondo della mia mente e lo zittii. Volevo delle risposte e le avrei avute.
"Senti, per quel che ti può interessare, è andata così: Kylie aveva un debole sia per me che per Liam, usciva con me quando si annoiava di lui, ma lui non la lasciava stare e cercava di comprare il suo amore con regali costosi e uscite pagate da lui. Lei mi aveva detto svariate volte di essere stanca di lui, ma Liam era prepotente e lei una ragazzina che adorava i gioielli e le cene costose." sbuffò. "Così quando provai a parlare per farle capire che stava sbagliando tutto, lei andò fuori di testa e disse di poterci avere entrambi. Intervennero Gemma e sua sorella, lei ora è in America e io sono stato mandato da mio padre." finì.
"Mi dispiace, Harry." la realtà era che io non ero dispiaciuta per niente, volevo delle risposte che potessero aiutarmi non che mi confondessero ancora di più le idee.
Liam diceva che Harry l'aveva allontanata da lui, Harry diceva che Liam l'aveva costretta a stare insieme a lui. Io a chi avrei dovuto credere? Al mio fidanzato o al mio migliore amico? Ero sicura che qualcuno non fosse stato sincero ed era sicuro come la morte che avrei cercato di capire di chi fosse la colpa.
"Mi hai fatto venire fino a qua per parlare di questo?" chiese inarcando le sopracciglia.
"No." giocai con le dita delle mie mani. "A Manchester c'è l'ultima casa famiglia in cui sono stata, spero che mi aiutino a capire chi sia la mia famiglia biologica." sputai infine tutto fuori.
"Cheryl." rimase zitto, probabilmente non si aspettava questo da me. Fino a un mese fa non sapeva neanche fossi stata adottata. "Perché non l'hai detto subito?" chiese.
"Perché è strano, ok? Me ne sono sempre fregata della mia vera famiglia, sono felice con i miei genitori, ma-" mi bloccai e scoppiai a piangere, quello che avevo cercato di non fare per tutta la notte. "-a volte spero che ci sia qualcuno là fuori che mi sta cercando, che vuole ritrovarmi e dirmi: Eccomi, sono venuto apposta per te." portai le mani sul viso e sospirai. "Ma so che non è così e per questo devo essere io a cercare." mi asciugai gli occhi e li chiusi. "Voglio solo capire cos'è successo nella mia vita."
"Va bene, io sono qua, non ti lascerò da sola." posò una mano sulla mia coscia e sorrisi leggermente.
"Grazie." borbottai e presi il telefono per vedere l'ora.
Due messaggi.
Da Liam:
Dove sei? Perché sei assente? Va' tutto bene?
Perché anche Harry non c'è? Spero tu mi abbia dato ascolto e non sia con lui al momento...
Spensi il telefono e poggiai la testa sul finestrino guardando il panorama.
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