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L'aeroporto era più affollato di quello che pensassi, odiavo dover stare in mezzo a tutta quella gente che faceva avanti e indietro lasciandomi da parte visto che non avevo nessuno con cui stare. In fondo c'ero abituata. E proprio per questo mi ero seduta sulla mia valigia vicino all'aerea atterraggi, continuavo a controllare il cellulare sperando in un messaggio di Niall che mi dicesse che era venuto a prendermi.

Durante il volo mi ero ritrovata con una vecchietta seduta di fianco a me e per quanto avessi cercato di ignorarla, lei continuò a parlarmi del suo cane che si trovava nella stiva. Allora le raccontai di Roxy ma questa si girò e mi disse che non le interessava e che era preoccupata per il suo Fuffy che a detta sua era "un cane di razza pura e molto prezioso" avrei voluto risponderle che la mia volpe avrebbe potuto mangiarsi il suo stupido chihuahua in dieci secondi, ma restai zitta.

L'altra metà del viaggio avevo cercato di scegliere una canzone da cantare al prom. Nel mio cellulare non c'era niente che facesse al caso mio, poi mi ricordai del mp4 che mi aveva dato Calum e mi misi ad ascoltare la musica della loro band.

Belle era poco per descriverle. Erano stupende e con dei significati che andavano dal profondo al giocoso. Facevano proprio al caso mio e in più erano poco conosciute, per cui non avrei fatto brutta figura.

Il mio cellulare vibrò e capii che Niall mi stava chiamando, quindi risposi. "Niall, dove sei?"

"Ciao anche a te, cuginetta, sì sto bene e tu?" Ridacchiò e alzai gli occhi al cielo.

"Dimmi che sei vicino, mi sento a disagio qui." Sospirai e mi guardai intorno. "Non sono venuta qui per rimanere sola." mi lamentai.

"Sono praticamente qui davanti, vuoi uscire o devo entrare dentro?" chiese e sbuffai. E addio al "Ti vengo a prendere io, tranquilla."

"Arrivo." sbottai e mi alzai prendendo la valigia e incamminandomi verso l'uscita. Chiusi la chiamata e mi mossi velocemente attraverso la folla raggiungendo così l'uscita che si affacciava sul parcheggio.

Perfetto e ora dove trovo quel biondo?

Mi guardai intorno e finalmente vidi una macchina bianca nella quale stava mio cugino che mi salutava felice. Scossi la testa divertita e mi avvicinai alla sua auto, lasciai la valigia nel bagagliaio e poi salii. "Ciao Niall."

"Ma che bello rivederti mora, no scusa, nera. Come mai la tinta?" chiese ridendo e facendo partire la macchina.

"Un piccolo ritocco, ti piace?" chiesi guardandolo, lui portò per un attimo gli occhi su di me e poi sulla strada.

"Non è male, ma il castano ti dona di più." alzò le spalle. "Ma che vuoi che ti dica? Mi sono tinto i capelli di biondo per anni." spiegò e ridacchiai.

"La prossima volta so a chi chiedere di aiutarmi con una tinta." scherzai a bassa voce e lui scoppiò a ridere.

"Sei vuoi ci so fare col biondo, con gli altri colori mica tanto."

"Non ho dubbi." risi. "Immagino tu ti sia chiesto come mai questa visita da parte mia?" chiesi poi tornando seria.

"Perché sono il cugino perfetto nonché il tuo preferito e perché ti mancavo tanto?" domandò vantandosi. "Insomma, capisco questa tua decisione, chi non vorrebbe stare in compagnia di Niall J. Horan."

"Niall J. Horan? Per cosa sta la J?" chiesi curiosa.

"Niall James Horan, segnatelo bene per quando sarò famoso." mi fece l'occhiolino e alzai gli occhi al cielo per poi guardare il finestrino.

Aveva lo stesso secondo nome di Liam. Ma non dovevo pensare a lui, avevo deciso di fare una pausa da tutta quello che stava succedendo.

"Comunque, non mi aspettavo il tuo arrivo. Ma vedendoti adesso capisco un po' di più." disse e corrugai la fronte non capendo. "In senso che sei cambiata, e non mi riferisco solo alla tinta. Quando ti ho visto la prima volta a malapena aprivi la bocca, facevi schifo a socializzare e vestivi con gonne rosa e camicette."

"Diciamo che è successo molto da quando te ne sei andato." borbottai chiudendo la discussione e facendo calare il silenzio.

**
"Dov'è tua madre?" chiesi una volta dentro l'enorme casa di Niall, ora ci credevo alle storie di papà quando diceva che sua sorella si era sposata con un uomo d'affari. La villa era molto più grande di casa mia e probabilmente aveva anche più camere.

"Diciamo che in viaggio, uno di lavoro credo" borbottò e lo guardai confusa.

"Lei lavora?" domandai.

"No, accompagna mio padre perché non ha niente da fare a casa." spiegò alzando le spalle e mi fermai ad ammirare il grande salone che portava alla cucina e più in là ad un lungo corridoio.

"E tu?"

"Non mi lamento, ho casa tutta per me e posso fare tutto quello che voglio. Adesso ti mostro la tua stanza, seguimi." mi fece cenno di seguirlo e lo feci. Salimmo le scale e attraversammo un altro lungo corridoio fino ad arrivare davanti ad una porta di legno. "Questa è la camera degli ospiti, sistemati e dopo fatti una doccia. Sta sera ti porto in un bel posto." mi fece l'occhiolino e non sapevo seriamente cosa aspettarmi da lui, tra l'altro non sembrava una cosa buona uscire la sera.

Di certo non mi sarei lamentata, ero stata io a chiedergli di venire e per il disturbo che gli avevo provocato di sicuro non gli avrei detto d no ad un'uscita, magari avrebbe potuto aiutarmi a divertirmi un po' e non pensare a cosa stava succedendo a casa.

"Va bene." sospirai aprendo la porta e guardando l'interno della stanza. La prima cosa che notai fu la sua ampiezza, la mia in confronto sembrava un ripostiglio. "Non pensi sia un po' esagerato?" chiesi. "A me va bene anche una camera più piccola." spiegai notando il suo sguardo confuso.

"Non ti preoccupare, è stata mia madre a dirmi di darti questa, voleva darti un assaggio di confort prima che, parole sue, "Te ne torni in quella topaia di città che nessuno conosce.", quindi non lamentarti e fai come se fossi a casa tua." mi spinse praticamente dentro. "A dopo." chiuse la porta dietro di lui e se ne andò fischiettando.

Scossi la testa sorridendo e poggiai la valigia sull'enorme letto matrimoniale prima di ammirare l'enorme stanza. Non mi sorpresi nel vedere un piccolo balcone affacciato sulla strada e non persi tempo a uscire e guardare le strade intorno, era bellissimo. C'era molta confusione, potevo sentire i vicini parlare, alcune donne per strada chiacchierare allegramente, le macchine continuare a passare senza mai fermarsi, i palazzi si alternavano tra alti e bassi con diversi colori e per una volta tutto quel trambusto non mi dispiacque.

Quando tornai all'interno decisi che era il momento di disfare la valigia, non avevo portato molto con me anche perché volevo comprare dei regali per la mia famiglia e amici quindi mi sarebbe servito molto spazio. Presi i vari vestiti e li sistemai nell'armadio bianco laccato di fronte al letto, poi misi in carica il telefono visto che l'avevo scaricato durante il viaggio. Infine decisi di seguire il consiglio del biondo e presi i vari prodotti per lavarmi e andai a cercare il bagno.

**

"Niall, non mi sento per niente comoda con questo vestito." tirai in giù l'orlo del vestito che Niall mi aveva chiesto di indossare per uscire. "Ha la scollatura troppo profonda ed è dannatamente corto." mi lamentai e lui sbuffò guardandomi attentamente.

"Vai benissimo, stai tranquilla, tengo io d'occhio i maschietti." scherzò e alzai gli occhi al cielo.

"Almeno dimmi dove andiamo." borbottai mettendo le scarpe, lui sorrise e prese la mia borsa.

"Ti porto al mio bar preferito, lì ci sono le persone giuste, la musica giusta e la birra giusta." finì il discorso con un occhiolino e mi trattenni dal dirgli che non bevevo, giusto perché non mi andava di deluderlo tanto sembrava felice.

"Ok." ridacchiai. "Però sappi che voglio tornare entro mezzanotte." gli puntai il dito contro e lui alzò le mani all'aria con fare innocente.

Se c'era una cosa che avevo capito conoscendo Niall, era che lui non era innocente nonostante lo sembrasse.

Così mi condusse al suo bar, camminammo per tutto il tragitto e quando chiesi perché non avessimo preso la macchina, Niall mi rispose che non sapeva se al ritorno sarebbe stato capace di guidare e la cosa mi aveva abbastanza spaventata perché l'ultima cosa che volevo era portare un nano irlandese ubriaco a casa, nonostante non fosse molto lontana dal locale.

Quando vi ci entrammo rimasi un poco delusa, mi aspettavo una cosa tipo una piccola discoteca, era la prima cosa a cui avevo pensato dalla descrizione di Niall. Invece era un vero e proprio bar, anche abbastanza rustico a dirla tutta. C'era un grande bancone dove stava il barista, dietro di lui c'erano i bicchieri esposti e le varie bottiglie di alcolici, il resto del locale era occupato da tanti tavoli rotondi di legno laccato, non c'era molta gente, giusto degli uomini di una certa età e una donna, che era la cameriera.

"Pensavo andassimo in un posto un po'... più giovanile." mormorai al suo orecchio mentre ci avvicinavamo ad un tavolo di fianco al bancone.

"Quella roba schifosa? Nah, non è un posto adatto a una come te, vedrai che qui ti piacerà." mi fece sedere e si accomodò di fianco a me.

Se solo sapesse che avevo partecipato a un sacco di feste e che ormai non sapevo neanche quale fosse il mio posto.

"Frank!" urlò facendomi spalancare gli occhi dall'imbarazzo visto che ora gli occhi di tutti erano su di noi.

"Horan!" rispose il barista alzando un calice vuoto. "Il mio miglior cameriere, cosa vuoi sta sera per te e la tua signora?" rise e Niall scosse la testa.

"E' mie cugina! Prendiamo due birre bionde!" urlò e gli scossi il braccio riportando l'attenzione su di me.

"Io non bevo.." bisbigliai.

"Sciocchezze, tutti bevono la birra, non voglio sentire scuse." mi avvertì e sbuffai cercando di non farlo notare. "Vieni." tirò fuori il cellulare e aprì la fotocamera, mi avvicinai di più a lui e scattò una foto.

"Dimmi come ti chiami su Instagram che ti taggo." mi disse. "Così fai vedere ai tuoi amichetti con che figo di cugino esci."

"Non ho Instagram." risposi tranquillamente e lui spalancò gli occhi. "Non ne ho mai avuto bisogno." spiegai in breve.

"Non va affatto bene, dammi subito il tuo telefono." ordinò e glielo diedi tranquillamente dopo avergli detto la password, mi fidavo di lui ed ero sicura che non avrebbe fatto niente che io non avessi voluto.

"Vado un attimo in bagno." dissi e mi alzai per poi raggiungere i servizi. Non ne avevo veramente bisogno ma volevo stare un attimo da sola, mi sembrava di sentire le voci di Kendall, Gigi e Liam mentre bevevano tranquillamente a casa di Justin con gli altri e si chiedevano che fine avessi fatto. avevo ancora un groppo in gola da quando avevo litigato con le due e da quando il mio fidanzato mi aveva implicitamente proibito di frequentare il mio migliore amico.

Gelosia? Era ovvio ci fosse, ma non volevo facesse il prepotente con me, anche io avrei potuto lamentarmi delle sue amiche ma di sicuro non gli avrei fatto una scenata del genere. Ero sicura che ci fosse qualcosa tra i due, che avessero litigato in precedenza o magari che conoscessero persone in comune, non ne sapevo niente.

I miei pensieri vennero interrotti da una musica proveniente dal locale, mi guardai un'ultima volta allo specchio e mormorai un: "Cheryl, oggi ti divertirai con Niall, niente pensieri." e con questo tornai dentro raggiungendo Niall seduto al nostro tavolo. Avevo ragione, avevano iniziato a suonare una musichetta molto allegra e probabilmente tipica irlandese.

"Fatto, hai un bellissimo profilo ora e i tuoi amici hanno già iniziato a seguirti, in più ho pubblicato la nostra bellissima foto sia sul mio profilo che sul tuo. Prego." sorrise ed ero sicura di non aver capito niente di quello che aveva detto.

La cameriera portò i bicchieri con la birra e ripresi il telefono osservando quello che aveva fatto. In realtà non era niente di che, aveva solo creato il mio profilo mettendo come foto una che avev fatto ad una festa, le ragazze mi avevano detto che era uscita molto bene. Poi aveva pubblicata la nostra foto che aveva già ricevuto like da Liam, Harry, Kendall, Trent e.. Ashton? non mi feci domande e mi concentrai sul biondo che mi stava porgendo il bicchiere enorme riempito fino all'orlo.

"Al tre devi berne almeno metà in un sorso solo, altrimenti non ha senso gustarla." mi istruì e annuii accettando il boccale. "Uno... due... tre!"

Presi un grosso respiro e poggiai la bocca sul bicchiere per poi far scivolare il liquido amarognolo ma allo stesso tempo frizzantino nella mia gola, come gusto non era male. Anzi, mi piaceva molto, on sapevo quanto alcol contenesse ma non potevo lamentarmi. Arrivai a metà bicchiere come aveva detto Niall e poi mi staccai riprendendo aria, quando portai lo sguardo sul biondo lo vidi ancora attaccato alla sua birra, ma prima che potessi dirgli qualcosa lo vidi finirla tutta in un solo colpo. "Ma come hai fatto?" risi quando poggiò il calice vuoto sul tavolo.

"Talento naturale e molte serate a bere la birra." sorrise. "Mark fanne altre due!" urlò e questo gli fece un cenno, io sorridevo al suo comportamento spensierato e felice. Poi mi guardò e qualcosa sembrò passargli per la testa. "Vieni." mi porse la sua mano che accettai riluttante.

Non pensai, semplicemente lo seguii, salimmo sul bancone ed ero sicura di essere rossa dalla vergogna in viso, rimasi ferma mentre Niall incominciava a ballare sulla musica. Muoveva agilmente i piedi mentre teneva le mani dietro la schiena e questa dritta. Ero scioccata, io non sapevo ballare, figuriamoci fare quello che stava facendo lui. Così per non fare niente iniziai a filmarlo con il mio telefono mentre lui continuava facendo facce buffe alla fotocamera.

Poi cambiarono canzone e l'irlandese mi porse la mano, ma io gli mostrai telefono cercando di dirgli che era meglio se restavo a filmarlo piuttosto che mettermi in ridicolo, ma lui prese il cellulare dalle mie mani e lo lanciò a Mark che lo prese al volo. "Riprendi la nostra parte migliore." gli urlò e mi prese per mano conducendomi a fare degli strani passi.

Prima che potessi rendermene conto eravamo impegnati a ballare come due pazzi mentre tutti nel locale battevano le mani a tempo e ci fischiavano, mi sentivo libera e felice, per la prima volta dopo tanto mi sentivo come se niente avesse potuto rovinare quel momento.

C'eravamo solo io e Niall con la sua strana musica e balli a tenermi compagnia, non mi sembrava di aver bisogno d'altro.

Praticamente passammo tutta la serata così, tra balli stupidi e scatenati, gare a chi beveva più birra in un colpo solo e selfie che avremmo rimpianto il giorno dopo di cui non ci importava più di tanto.

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