_21_
"Molto bene Cherry, alza un po' di più i pugni quando colpisci il sacco, gli avversari sono alti." disse Mark e mi fermai dal colpire il sacco.
"Io sono Cheryl." gli ricordai e lui alzò le spalle non curante.
"Io non faccio distinzioni, ora continua a picchiare il sacco e fai in modo di alzare le braccia, gli avversari sono alti." alzai gli occhi al cielo e ripresi l'allenamento.
"Io non voglio picchiare degli avversari." borbottai e di fianco a me sentii la risata di Tomlinson.
"Allora hai scelto lo sport perfetto." mi prese in giro e lo guardai male.
"Puoi smetterla di essere un antipatico insensibile, io e Harry abbiamo litigato." gli dissi non guardandolo veramente negli occhi. "Non so quale sia il tuo nome, ma sono sicura che tu possa calmarti."
"Sono Louis." sbuffò. "E so tutto, Harry e io parliamo continuamente e posso assicurarti che c'è rimasto male, dalla vostra litigata intendo." mi fermai e corrugai le sopracciglia. "Non ci tengo a te, ma a lui sì e ti chiedo di andarci a parlare almeno."
"Senti, Louis." scandii bene il suo nome facendolo irrigidire. "Voglio bene ad Harry, ma questo non cambia il fatto che si sia arrabbiato per niente, ci parlererò quando sarò sicura che non mi urlerà contro per cose futili." dissi e lui mollò un pugno al mio sacco facendomi sobbalzare.
"Mark voglio una dimostrazione pratica con Hemmings." urlò all'allenatore che ci guardò confuso. "Secondo me non ha ben capito come funziona questo sport."
"Cosa? Stai scherzando spero."
"Mi sembra un'ottima idea! Fermi tutti! Hemmings, Tomlinson, venite nel ring e preparatevi ad un combattimento controllato." fischiò e il resto dei ragazzi si spostò verso il confine del ring che era formato da dei tappetini imbottiti.
"Io non voglio combattere con un ragazzo!" mi opposi indicando il castano che si stava preparando con un sorriso stampato in faccia.
"Non vedo ragazze con cui farti combattere, quindi accontentati di un ragazzo." mi indicò con la mano di prepararmi e così feci posizionandomi di fronte a Louis.
Che cosa stupida.
"Perfetto, ricordo le regole: vince il primo che riesce a mandare fuori l'avversario. Non sono permessi calci, colpi bassi o nelle parti sensibili quali: fegato, collo e bocca dello stomaco. Chi infragerà una regola dovrà fare 500 addominali e 300 flessioni sotto il mio controllo." spiegò e deglutii spaventata. Dai, non penso che ci andrà forte con me, sono pur sempre una ragazzina.
"Pronti! Via!" si spostò e io e Louis ci mettemmo in posizione di attacco.
Il mio cuore batteva velocemente e il mio respiro era diventato improvvisamente pesante. L'unica cosa a cui pensavo era a quale fosse la sua prima mossa.
Mi ucciderà.
Con uno scattò Louis provò a darmi un sinistro sul fianco ma fui più veloce e corsi letteralmente dall'altra parte del ring emettendo un urletto di terrore.
"Forza Hemmings! Non avere paura!"
Parla facile lui, non sta lottando con un ragazzo antipatico che mi vuole uccidere.
Questa volta immaginai toccasse a me attaccare e feci un piccolo scatto con il pugno destro pronto a colpirlo, ma lui lo schivò prontamente con un passo e mi diede un pugno sulla guancia destra facendomi andare a terra.
Sentivo solo risate da parte degli amichetti di Louis, portai un guantone sulla guancia sentendo un dolore tremendo e contrassi la mascella.
Cosa. Aveva. Appena. Fatto?
Mi rialzai e sospirai di rabbia.
"Questo era per quello che hai fatto ad Harry."
"Brutto stronzo." la mia seconda parolaccia uscì così spontanea dalla mia bocca che neanche me ne accorsi.
Senza aspettare un attimo gli saltai addosso di sorpresa in modo tale che non avesse modo di schivare e mi misi a cavalcioni su di lui.
"Questo è per il pugno di prima." gli diedi un pugno sulla guancia destra. "Questo è perché sei un antipatico e un bambino." gliene diedi un altro sulla guancia sinistra. "E questo perché non ti devi interessare nella mia vita privata!" urlai dandogliene un altro prima che qualcuno mi prendesse dalle ascelle e mi alzasse dal suo corpo.
"Basta, calmatevi entrambi!" urlò Mark tenendomi mentre cercavo di liberarmi.
Louis si rialzò da terra e scosse la testa cercando di riprendersi da quello che era appena successo. "Tomlinson hai perso, Hemmings sembra sapere troppo bene cosa si fa in questo sport." disse e sbuffai soddisfatta.
Così imparava a tirarmi un pugno.
Solo dopo qualche attimo mi resi conto di cosa era appena successo e spalancai gli occhi colpevole.
Cos'avevo appena fatto? Non ero mai stata violenta.
"Louis mi dispiace." andai verso di lui liberandomi dalla presa dell'uomo che mi aveva allontanata da lui.
"Risparmiatelo." disse togliendosi i guantoni. "A differenza tua so ammettere una sconfitta."
"Davvero, non volevo, cioè, sì lo volevo ma ho esagerato." gli porsi la mano. "Scusa, amici?"
Lui me la strinse e volli quasi sorridergli, ma subito dopo usò quella presa per buttarmi a terra sul tappetino. "No." rispose semplicemente andandosene.
Ciclato.
**
Bussai all'ennesima porta e aspettai che qualcuno aprisse, intanto mi guardavo intorno innervosita.
"Posso aiutarti in qualche modo?" chiese una donna sui 40 anni aprendomi la porta.
"Sì, vede sono qui per vedere una certa Charlotte." spiegai e lei mi guardò confusa.
"Charlotte è mia figlia, ma non abita più con me da anni." spiegò e portai lo sguardo sui fogli che avevo stampato da Gemma.
"Ah, mi dispiace averla disturbata, sto cercando una ragazza più o meno della mia età." sicuramente se la ragazza se n'era andata doveva aver avuto più di 17 anni. La mia ricerca non aveva fruttato alcun risultato, avevo fatto visita a tutte le Charlotte a Holmes Chapel e oltre a vecchie decrepite o bambine dell'asilo non avevo trovato nessuna ragazzina.
"Capisco, hai provato dai vicini? So che hanno una nipote di nome Charlotte che vive con loro, dovrebbe avere intorno ai 17 anni." disse e le sorrisi felice.
"Grazie davvero, non sa quanto sia importante." la ringraziai e lei mi salutò prima di tornare nella propria casa. Camminai lungo il vialetto e raggiunsi la villa dei vicini fermandomi davanti alla porta con un sospiro.
Bussai e attesi di nuovo, avevo passato così l'intera serata dopo essere uscita da boxe con un livido sulla guancia tra l'altro. Ma Louis era messo peggio.
"Salve?" chiese un'anziana signora osservandomi.
"Buonasera, lei per caso ha una nipote di nome Charlotte?" chiesi andando dritta al punto sperando vivamente in un sì.
"Sei una sua amica per caso?" chiese sistemando i suoi occhiali sul naso.
"Oh, uhm, una specie." balbettai cercando di trovare una scusa. "Ecco, avrei bisogno di parlarle un attimo riguardo una cosa, ehm, importante."
"Mi dispiace cara ma ora non è a casa, è a casa di un'amica, se vuoi torna domani." mi sorrise dispiaciuta e annuii. L'importante era averla trovata.
"Non fa niente, grazie per l'aiuto." la salutai e me ne andai. Presi il foglio e segnai la via e il numero della casa decidendo di riferirlo il giorno dopo al sig. Malik, magari avrei potuto anche chiedere spiegazioni.
A quell'ora le strade erano quasi deserte se non per qualche macchina e presto avrebbe fatto buio, ma la cosa non mi spaventava più di tanto.
Ma sobbalzai non appena sentii il telefono vibrare nella tasca dei miei jeans, lo estrassi subito e lessi il messaggio.
Da Liam:
Ciao bellissima, ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa insieme domani come in un appuntamento?
Sorrisi a 34 denti e rilasciai un urletto di gioia. Che domande, era ovvio che ci sarei andata.
Ciao Liam, mi piacerebbe tantissimo!
Allora facciamo domani alle 7?
Va benissimo :).
Iniziai a correre verso casa sentendo un'improvvisa adrenalina dentro di me.
Liam mi aveva invitata ad un appuntamento e molto probabilmente questo voleva dire che gli piacevo e la cosa migliore era che lui piaceva a me. Mi sentivo carica e felice, ero sicura che niente avrebbe potuto rovinare il momento.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro