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"Manca qualcosa." Mormorò Trent guardando la sua opera d'arte... Una macchia nera su un foglio bianco.

Piegai la testa di lato osservando prima lui e dopo il foglio. "Non dovresti aggiungere-"

"No! Cosa vuoi saperne tu di arte? Vai via!" Urlò e alzai gli occhi al cielo. A volte mio fratello sembrava una donna in una crisi d'esistenza, oppure con il ciclo.

A proposito di ciclo, quello era il giorno in cui, per sfortuna, alzavo le coperte e mi ritrovavo un Mar Rosso sul lenzuolo. Il brutto era che non era regolare e per quante pastiglie avessi provato per regolarizzarlo, non voleva proprio essere regolare. Uscii dalla stanza di Trent e mi diressi in cucina pronta per la colazione.

"Come sta la mia patatina?" Chiese papà seduto davanti a me mentre mangiava un piatto di cereali al cioccolato. Il suo modo di mangiare era pari a quello di una scimmia, per questo Luke lo rimproverava continuamente per dare il buon esempio, la verità era che era divertente guardarlo mangiare. Ma non quel giorno, non riuscii neanche ad aprire la mia solita barretta ai cereali, il ciclo mi stava distruggendo la pancia.

"Male." Mormorai e Michael si girò verso Luke che era ai fornelli, di nuovo. Non capivo perché si ostinava tanto a preparare dolci se poi facevano schifo.

"Non è arrivato quel periodo, vero?" Veloce come un fulmine papà guardò il calendario e sbarrò gli occhi.

"Siamo a metà del mese, potrebbe arrivarle da un momento all'altro." Disse con voce spaventata. Ecco il brutto di vivere con dei maschi, l'argomento ciclo era tabù e metteva loro paura quasi quanto una tigre pronta a divorarli. Così la prima volta che mi venne il ciclo dovetti fare appello alla nostra vicina di casa visto che nessuno di loro osava andare a comprarmi degli assorbenti o comunque qualcosa per aiutarmi.

"In realtà è arrivato." Sbuffai quando spalancarono in contemporanea gli occhi.

3. 2. 1.

"Credo sia arrivato il momento del nostro solito viaggetto mensile." E così lasciarono la cucina in cerca delle loro valigie già pronte.

Ogni mese lasciavano la città per circa 4 giorni proprio a causa del mio ciclo, dicevano che ero suscettibili e molte volte tendevo a urlare contro loro, non era vero! Comunque una pausa dalla mia famiglia faceva bene anche a me.

"Trent! In auto!" Urlò Luke mettendo le valigie nel bagagliaio prima di correre verso di me e prendere le mie mani nelle sue. "Ricorda, lo facciamo solo perché sappiamo che ti serve un po' di spazio da donna." Sussurrò accarezzandomi la guancia.

"E anche perché hanno aperto delle nuove terme!" Urlò Michael dalla macchina e papà gli fece segno di stare zitto prima di tornare a me.

"Va bene papà, divertitevi. Io sarò qui al ritorno." Dissi lasciando un bacio sulla sua guancia.

"Brava piccolina, saremo di ritorno per sabato, pronti per il pranzo."

"Certo, ricordate di non far entrare Trent nella sauna! L'ultima volta ha proposto un massaggio a tutti quelli dentro." Ridacchiai e lui mi fece un cenno con la testa prima di andare in auto.

"Niente feste! E se le fai ricorda di mettere da parte della vodka per il tuo papino preferito!"

L'auto partì e io sorrisi felice. Quel giorno niente scuola, tanto i miei non se la sarebbero presa, avevo il ciclo.

Poggiai lo zaino rosa sul tappeto rosa nella mia stanza rosa; papà non aveva molto gusto nell'arredare la stanza di una ragazzina, la cosa che più odiavo era il letto che era come un castello, da piccola lo usavo come nascondiglio ma crescendo ho iniziato ad odiarlo.
Neanche il tempo di cambiarmi che suonarono alla porta, non erano i miei perché avevano le chiavi e il postino passava verso le 10, nessuno veniva mai a farci visita; apparte gli zii, ma quello era un altro discorso.

"Chi è?" Chiesi dall'altra parte della porta, avevo corso per arrivare alla porta rischiando anche di cadere due volte. Non avevo intenzione di aprire la porta senza prima sapere chi ci fosse. Avevo troppa paura.

"Sono Harry!" Corrugai la fronte e aprii confusa, che diavolo voleva da me? E come sapeva dove abitavo? Lui era lì, in piedi fuori; quel giorno indossava una camicia nera che lasciava intravedere parte del suo petto e qualche tatuaggio, dei jeans neri e le solite converse nere. Molto colorato in pratica.

Rimasi ferma a guardarlo cercando di capire se era il caso di dirgli qualcosa o semplicemente sbattergli la porta in faccia e tornare in camera. Seconda opzione approvata. Feci per chiuderla ma lui, prevedendo la mia mossa, mise un piede in mezzo bloccando la porta e sorridendomi. "Accompagni il nuovo arrivato a scuola?"

Non urlare, non urlare. Ripeto: NON URLARE. Presi un sospiro prima di riportare lo sguardo sui suoi occhi. Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio, non mi andava di parlargli e di sicuro non l'avrei fatto.
"Cosa c'è bimba? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" mi prese in giro ridacchiando.

Sbuffai, cosa potevo fare per levarmelo di torno? "Andiamo piccola Cheryl, prometto che non farò niente di male." mi prendeva pure un giro?

Il male te lo faccio io se non ti levi. "O-oggi non vengo." mormorai, probabilmente sussurrai. La mia voce era così: bassa. Non potevo farci niente.

"Meglio, allora, che facciamo?" non si fece problemi a superarmi chiudendo la porta ed entrando nel mio salotto. Nella mia casa. Mia. Come si permetteva? Non l'avevo invitato ne tanto meno mi stava abbastanza simpatico da farlo entrare.

"Wow, casa tua è veramente bellissima." lo seguii arrabbiata, lasciò per terra il suo zaino e si sedetto comodamente sul mio divano. "Sai, non ti credevo una che marina la scuola, sei una vera e propria cattiva ragazza," scherzò per poi squadrarmi dalla testa ai piedi. "Anche se credo che le cattive ragazze non vestano con fiorellini e gonne rosa."

Lo guardavo neutrale, così come guardavo praticamente tutti e alzai le sopracciglia come a dirgli:"Hai finito?"
Dovevo mandarlo via di casa e subito.

"Aw, non ti arrabbiare, le brave ragazze dentro sono sempre le peggiori." mi fece l'occhiolino. Si aspettava una reazione? No perché da me non avrebbe avuto niente. Anzi, fa quel momento decisi che non avrei più rivolto la parola a quel riccio maleducato.

Battei le mani con sarcasmo e poi puntai il dito verso la porta decidendo che il nostro "incontro" fosse finito. Era entrato da appena pochi minuti e già mi stava facendo ammattire, neanche Trent era così insopportabile quando mi pregava di aiutarlo a trovare un lavoro.

"Mi stai mandando via?" ridacchiò passando la lingua sulle sue labbra, annuii con vigore e presi il suo zaino da terra per poi buttarglielo contro. "Wowowo, calmati. Andiamo, non vorrai annoiarti tutto il giorno da sola."

"No, non mi annoierò da sola, bensì mi divertirò da sola. Ora gradirei che te ne andassi." parlai corrugando la fronte, addio ai buoni propositi. A quanto pare non riusciva a capire.

"Ma allora parli! Pensavo fossi un mimo."

"Harry, basta. Ti sei divertito, ma io voglio stare da sola e tu sei un maleducato. Ora, vattene." mi avvicinai a lui, probabilmente mi stava venendo un tic all'occhio.

"Ok, vuol dire che quando avrai paura tutta sola a casa, io non verrò a tenerti compagnia." si alzò sbuffando leggermente ma mantenendo lo stesso il suo sorriso beffardo.

"Non sono una bambina, ciao." finalmente gli aprii la porta e lui fece un passo verso l'esterno, ma prima di uscire mi porse un fogliettino.

"In caso volessi divertirti." mi fece l'occhiolino, presi il pezzo di carta riluttante e finalmente se ne andò.

Chiusi la porta sbattendola e sorrisi pensando di essere finalmente sola, guardai il fogliettino con su scarabocchiato il suo numero e non ci pensai due volte ad accartocciarlo e andare a buttarlo nella spazzatura.
**

Otto di sera e ancora nessuna notizia da parte dei miei genitori e di mio fratello... E dire che erano tutti così iperprotettivi con me. Sospirai ancora sdraiata sul mio letto fissando il soffitto.

Potrei farmi portare della pizza a domiciglio. Tanto non sarei riuscita a mangiare una pizza intera da sola, sarebbero stati solo soldi sprecati.

Potrei leggere qualcosa. Ma avevo passato l'intera giornata a leggere e guardare la tv, quindi ero stanca e stufa.

Potrei fare una passeggiata. Portai lo sguardo sulla finestra, fuori iniziava già a fare buio, meglio di no. Non si sapeva mai chi o cosa girava per strada ad una certa ora.

A questo punto avevo esaurito le idee. Mi alzai svogliatamente dal morbido materasso e raggiunsi la cucina assorta nei pensieri, mi sedetti su una sedia della tavola e presi il cellulare che avevo lasciato sul ripiano della cucina.

Lo aprii e notai un messaggio da parte da papà Luke:

Ciao cucciola, non siamo riusciti a chiamarti visto che qui non c'è molto campo. Noi siamo arrivati e ci stiamo rilassando alle terme, ho una buona notizia: Trent è riuscito a farsi assumere come cameriere!
In ogni caso, torneremo in due giorni, fai la brava e non distruggere casa :*

Sorrisi e scrissi un semplice ok in risposta. Dovevo solo tenere la mente occupata, d'un tratto un'idea mi passò per la mente.

Magari se avessi veramente chiamato Harry avrei potuto avere compagnia.

Scossi la testa ridacchiando. Che cosa stupida, ovviamente si stava prendendo gioco di me e poi perché avrei mai dovuto perdere il mio tempo prezioso con un maleducato come lui?

Aprii il frigo e presi un succo per poi dirigermi in salotto decisa più che mai a guardare l'ennesimo film del giorno pur di non pensare a quel pezzetto di carta che mi chiamava dalla spazzatura.

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