_17_
E così ero finita a litigare con Harry, a respingere la mia prima uscita con Liam e a condividere il segreto di Roxy con la mia famiglia, niente male.
"Cheryl sono veramente dispiaciuto." parlò Trent una volta uscita dal bagno con indosso solo l'accapatoio visto che avevo appena fatto una doccia.
"È da ieri che lo dici." sbuffai aprendo l'armadio. "Non sono arrabbiata."
"Invece lo sembri." aveva una voce triste, si sedette sul mio letto e mi osservò. "Ieri sei entrata in sala che sembravi indemoniata."
"Non con te." precisai. "Hai fatto un errore, niente di grave anche se confidavo in te." sì mi aveva abbastanza delusa ma era pur sempre mio fratello, non potevo veramente arrabbiarsi con lui. "Ora posso finire di prepararmi in santa pace?"
"Certo." si alzò e a testa bassa uscì dalla mia stanza. Mi vestii mettendo un paio di leggins neri e un top sportivo con sopra una canotta.
L'ultima cosa che volevo era provare a fare boxe ma quell'uomo aveva ragione, provare non faceva male e l'ultima cosa che volevo fare era tornare a provare ad alzarmi sulle punte come una bambina che deve imparare. Ma per chi mi avevano presa?
Raccolsi i capelli in una coda alta e feci una smorfia, che schifo. Odiavo stare con i capelli raccolti, mi facevano la testa tonda ed enorme, ma dovevo tenerli così se non volevo ritrovarmi con tutti i capelli sparsi in viso.
"Tesorino appena sei pronta andiamo." mi richiamò Luke da fiori la porta e sospirai, ero pronta. Uscii dalla stanza e senza dire una parola superai papà andando dritta verso l'uscita. "C'è qualcosa che non va?" chiese lui seguendomi.
"No, va tutto alla perfezione." superai la cuccia di Roxy spostata ora in soggiorno dove Michael beveva un caffè leggendo il suo solito giornale. "Possiamo solo andare?" sbuffai raggiungendo la macchina.
"Perché non ne parliamo?" chiese salendo e mettendo in moto, feci lo stesso e misi la cintura.
"Di cosa vorresti parlare scusa?" chiesi acida e lui si fermò. Guardò per un attimo il volante e passò una mano tra i capelli.
"So quanto sia difficile l'adolescenza, ci sono passato anch'io, ho avuto i miei problemi essendo omosessuale. Michael li ha avuti, Trent ne ha avuti talmente tanti, ma siamo tutti qui adesso e scommetto che anche tu puoi superare questo periodo con o senza il nostro aiuto." mi sorrise. "Ma penso che un aiuto sia quello di cui hai bisogno, abbiamo fissato un altro incontro con quella psicologa."
"Papà io-"
"So che con noi non parlerai mai, siamo due vecchi che non capiscono niente di voi giovani, ma lei può." quasi mi supplicò e chiusi gli occhi pensando sul da farsi.
"Va bene." accettai infine. "Vedrò se riesco."
Lui sorrise e nessuno disse niente fino alla fine del tragitto, quando arrivammo davanti alla palestra scesi dall'auto e lo salutai per poi entrare nella palestra a passo lento.
Che lo strazio abbia inizio.
**
"Ci sono due cose che odio: i fannulloni." l'allenatore indicò un ragazzo che stava seduto su una panchina vicino ai sacchi da boxe. "E mia suocera, dio quanto odio quella donna." scosse la testa in disapprovazione. "Quindi Billy, tornatene a casa." disse al ragazzo che aveva indicato prima.
Questo si alzò a testa bassa e lasciò la palestra. Io stavo in mezzo a tutti quei ragazzi più alti di me di almeno 1 metro, avevo preso in considerazione l'idea di scappare almeno una decina di volte.
"Quindi adesso prendete quelle corde da saltare e iniziate a scaldarvi mentre preparo i sacchi, il primo che vedo fermarsi farà la stessa fine di Billy." incrociò le braccia al petto.
Seguii gli altri mentre prendevano ognuno una corda e andai a posizionarmi più in fondo possibile, dall'altra parte le ragazze borbottavano tra di loro guardandomi saltare la corda.
Per fortuna quello lo sapevo fare, avevo speso metà della mia infanzia da sola nel giardino facendo stupidi giochi come campana o il salto della corda, alcuni ragazzi sembravano in difficoltà ma probabilmente era normale visto che i maschi avevano una coordinazione inferiore rispetto a quello delle ragazze.
"Tomlinson, da questa parte!" urlò l'allenatore e un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli castani andò da lui, io rimasi a osservarli mentre saltellavo, riuscivo a vedere come lui sussurrasse qualcosa al ragazzo guardandomi.
Parlano di me, ovviamente.
Sbuffai contrariata e portai lo sguardo da un'altra parte, l'ultima cosa che volevo era spiarli mentre sparlavano di me.
"Hemmings, qui!" mi fece cenno di avvicinarmi e lasciai cadere la corda raggiungendoli a passi larghi.
"Allora, ho deciso di fare così: hai esattamente un'ora per imparare i tre pugni fondamentali, non mi interessa che la tecnica sia perfetta, quella si pulisce col tempo." guardò il ragazzo. "Lui ti aiuterà, è uno dei migliori qui. L'ultima mezz'ora la useremo per allenarci al sacco, ma tu ragazza farai un po' di esercizio con me per vedere le tue capacità." spiegò in breve.
"Va bene." lui sorrise e mi fece cenno di seguirlo, lo feci a testa bassa finché non fummo fuori, fece il giro dell'edificio e rimasi sorpresa nel notare che c'era una specie di area di allenamento. "Ok, iniziamo subito, non voglio perdere tempo." disse lui, il suo sorriso amichevole era improvvisamente sparito.
"Ehm, va bene. Ti dico già che sono una frana." lo avvisai seguendolo e mettendomi di fianco a lui.
"Sinceramente? Non mi interessa, è Mark a valutare." disse riferendosi all'allenatore.
Wow, calma l'entusiasmo.
"Posizione di guardia." istruì mettendosi in posizione e io cercai di copiarlo in qualche modo. "Sinistra avanti." mi riprese e sbuffai facendo come aveva detto lui.
Non saremo andati lontani così.
**
"No, dando il terzo pugno devi portare il peso sulla gamba davanti! Rifai." sospirai, potevo sentire il sudore colare dalla mia fronte fino al mento.
"Sono quaranta minuti che mi alleno senza una pausa, posso respirare un attimo?" chiesi poggiando una mano sul fegato dolorante.
"Ti sei già stancata bambolina?" chiese con un sorrisino derisorio.
"Abbastanza." gli mandai un'occhiataccia. "E non chiamarmi così."
"Come? Bambolina?" mi derise di nuovo e battei un piede a terra.
"Ma sei duro di comprendonio? Non sono una bambolina!" gli urlai contro.
"A me sembra di sì invece, sei così minuta e piccola. Non faresti male ad una mosca neanche volendo." rise.
"Sei un antipatico!"
"E parli anche come una bambina."
"Ma si può sapere cosa vuoi da me?" sbottai.
"Voglio che provi a colpirmi come ti ho insegnato e che mi dimostri che sto sbagliando, oppure ho ragione e sei solo una bimba troppo cresciuta." mi schernì e non ci vidi più.
Gli andai contro e gli diedi prima il sinistro e poi il destro che schivò abilmente, mi misi di nuovo in guardia e lo guardai rabbiosa.
"È tutto qui quello che sai fare? Dov'è il gancio? E il montante?"
Questa volta mi fermai e rimasi ad osservarlo mentre si muoveva agilmente a destra e a sinistra con piccoli passi, poi appena capii i suoi passi cercai di precederlo e sferrai un sinistro, un destro e un gancio fallendo miseramente quando li schivò.
"Pensavi fosse così facile?" rise. "Come tecnica non è male, ma sei lenta." alzò le spalle. "Puoi fare una pausa." disse poi notando il mio fiatone.
"Perché c'è l'hai con me?" chiesi ancora col fiatone cercando di respirare. "Neanche ti conosco."
"Io invece sì." sbottò. "Condividiamo un migliore amico a quanto pare." parlò acido riducendo gli occhi a due fessure.
"Stiamo parlando di Harry?" chiesi giusto per accertarmene e quando lui annuì ebbi la mia conferma. "Allora sei un suo amico!" sorrisi alla nuova scoperta.
"Il suo migliore amico." puntualizzò. "Non mi piace condividere, soprattutto con delle ragazzine come te."
"Scusami?" spalancai gli occhi. "Mi stai dicendo che mi odi perché non vuoi che io sia amica del tuo migliore amico? Con quale ragionamento?" sbraitai alzando le braccia in aria.
"Da quando ti ha conosciuta non fa altro che parlare di te." strinse i pugni. "Cheryl fa questo, Cheryl fa quell'altro, dovresti vedere che ragionamenti fa Cheryl, sai cosa? Mi sono pienamente rotto le palle di te."
"Magari se mi conoscessi la penseresti in maniera diversa." provai a persuaderlo.
"No grazie, so come avete litigato ieri, so tutto." incrociò le braccia al petto. "Porti guai, l'ultima cosa che voglio è conoscerti."
"Bene, allora rimaniamo così, come due persone che praticano lo stesso sport, niente di più, niente di meno." lui annuì e ripresi a parlare. "In ogni caso, non dire a Harry che vengo qui, non per altro, ma non voglio si sappia." odiavo gli sport in generale, in qualche mese sarei riuscita ad uscirne.
"Sei proprio strana." borbottò. "Non dirò niente, non sono uno spione." mi girò le spalle. "Ora rientriamo, Mark probabilmente vorrà vedere cos'hai imparato."
Annuii e lo seguii dentro a testa bassa. Non sapevo neanche il suo nome, solo il suo cognome e non mi era molto d'aiuto. Dovevo risolvere la faccenda del litigio alla svelta e avevo capito che se volevo sopravvivere in quella palestra mi sarebbe servito l'aiuto di Tomlinson.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro