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Ci sono cose nella vita che sono difficili da capire, come quando la mattina ti svegli e ti chiedi il perché tu debba andare a scuola. O ancora peggio quando fai qualcosa e non ne capisci il senso, ad esempio: perché controllo costantemente il cellulare anche se so che non riceverò nessun messaggio?

Quello era il mio dilemma del giorno.

Non avevo mai veramente apprezzato il mio telefono, lo usavo sì e no 5 volte al giorno e lo usavo solo per ascoltare musica e per comunicare con i miei genitori.

Poi subentrò Harry. E iniziai ad usarlo anche la sera tardi per parlare con lui.

Si aggiunse anche Gemma. Che mi chiamava ogni tanto e mandava qualche messaggio quand'era annoiata.

Gigi e Kendall avevano il mio numero ma non ne avevano ancora mai fatto uso, quindi era come se non avessi mai avuto realmente il loro contatto.

Ma la sera prima ero riuscita ad avere il numero di Liam che, mezzo ubriaco, mi aveva detto che mi avrebbe scritto il giorno dopo, cioè oggi, per metterci d'accordo su un'eventuale uscita insieme che avevo accettato.

Erano le 14:45 e il mio telefono era carico al 100% senza nessun segno dell'arrivo di un messaggio. Che bella la vita. Avevo perso la speranza di studiare ormai dalle 10:23 dopo che Trent era entrato in camera mia dicendomi di voleva pulire per allenarsi a fare il casalingo.

Peccato che lo cacciai via in modo da non fargli vedere Roxy che stava rintanata sotto al letto a dormire, a quanto pare le piaceva molto quel posto per fare un pisolino. Quasi quasi volli unirmi a lei per fare un riposino, ma con tutti quei pensieri nella mia testa era difficile anche solo respirare.

Non provavo mai ansia. Ma a quanto pare le cose cambiano quando hai degli amici.

Alle 15:12 esatte il mio cellulare trillò avvertendomi dell'arrivo di un messaggio e mentirei se dicessi di non aver quasi fatto una capriola per prenderlo dall'altra parte del letto.

Da Harry:
Hai voglia di fare un giro?

Non saprei, sono abbastanza occupata.

Daiii, torniamo a casa presto! Magari andiamo a fare un semplice giro in centro.

Va bene.

Tanto ormai non valeva più la pena di stare ad aspettare, probabilmente Liam stava male da come aveva bevuto la sera prima quindi mi avrebbe scritto un altro giorno.

La cosa peggiore di tutta quella situazione era che Roxy non poteva restare sola a casa, mi serviva qualcuno che stesse con lei e che la curasse in caso le venisse fame o stesse male, ma a chi avrei potuto chiedere? Gemma era impegnata con lo studio e l'ultima cosa che volevo fare era infastidirla e non c'era verso che lo chiedessi a Kendall. In più Ashton era a casa sua siccome la scuola era chiusa.

Così presi una pessima decisione.

«Trent, apri» battei il pugno contro la porta della sua stanza finché questa non si aprì, mio fratello era vestito come un elegante uomo delle pulizie con uno spolverino in mano. «Ho bisogno di un favore enorme»

Lui mi guardò a lungo per poi sorridere. «Non ho soldi»

«Sì, non mi interessa in realtà» corrugai le sopracciglia. «Vieni con me» lo presi per mano e lo trascinai in camera mia non ascoltando le sue lamentele.

«Ma io volevo finire di pulire» borbottò andando a sedersi sul mio letto. «Dimmi, cosa ti serve?» chiese infine.

«Devi prenderti cura del mio cucciolo» dissi e mi piegai sulle ginocchia per poi fischiare leggermente, in un attimo Roxy corse fuori da sotto il letto e mi raggiunse felice.

«Aiuto una puzzola!» urlò lui indicandola con fare spaventato.

«È una volpe» precisai accarezzando la testolina di quest'ultima.

«Ah» fece una pausa per poi indicarla di nuovo. «Aiuto una volpe!»

«È innoqua» alzai gli occhi al cielo. «Puoi prenderti cura di lei mente esco con un mio amico?» chiesi sporgendo leggermente il labbro.

«Non lo so, sono un pessimo bebysitter lo sai» brontolò quando gliela porsi tenendola in braccio, con una lentezza disarmante la prese e lei iniziò ad annusargli le mani e poi la maglia fino ad arrivare al viso. "Che sta facendo?" Chiese leggermente spaventato.

"Ti sta conoscendo." Alzai le spalle e mi alzai da terra pronta a cambiarmi per uscire. "Trattala con cura, è la mia piccola."

"Da quanto tempo è in casa?" Chiese osservandola attentamente.

"Due settimane o di più." Aprii l'armadio e guardai i vari vestiti. "L'ho trovata nel boschetto vicino alla scuola, appena starà bene la riporterò a casa sua." Dissi prendendo un paio di pantaloni per poi rimetterli a posto e prendere una gonna nera. "Si chiama Roxy ed è una piccola ingorda."

"Va bene, la porto in camera mia?" Chiese dubbioso accarezzandole leggermente la schiena.

Annuii. "Se vuoi ho anche una specie di guinzaglio, puoi portarla fuori... senza farti vedere ovviamente." Presi una maglia a caso e mi voltai verso di lui. "In ogni caso ti chiedo di mantenere il segreto, non so come la prenderebbero Luke e Michael."

"Nessun problema." Si alzò dal letto tenendo Roxy in braccio. "Non ti deluderò." E dopo di che lasciò la mia camera e pregai mentalmente che non succedesse niente a quella po era volpe, probabilmente stava più al sicuro da sola. Cercai di non farmi complessi mentali e mi vestii velocemente.

Sono pronta.
Scrissi subito dopo a Harry pettinandomi velocemente i capelli.

Vengo a prenderti sotto casa tua?

Chiese e io spalancai gli occhi. Assolutamente no. Non avrei lasciato che i miei genitori lo vedessero e tanto meno che lui vedesse loro, ero sicura si sarebbero creati solo casini.
No tranquillo, ci incontriamo direttamente in centro?

Va bene

Sospirai di sollievo e andai a mettermi le scarpe da ginnastica, speravo solo sarebbe andato tutto bene.

**

"Ciao Harry!" lo salutai felice non appena lo vidi di fronte alla fontana del centro, mi venne incontro sorridente e mi abbracciò.

"Ciao Cher." si staccò. "Mi stavo annoiando a morte a casa, avevo anche pensato di mettermi a studiare ma poi ho riso alla mia idea e ho deciso di scriverti."

"Sinceramente neanche io avevo molta voglia di studiare." dichiarai alzando le spalle mentre iniziammo a camminare.

"Oddio, questo me lo devo segnare sul calendario." scherzò dandomi un leggero spintone al quale alzai le spalle leggermente infastidita.
"Dopo il trucco, i vestiti, i capelli e ora lo studio? Dov'è la mia piccola e innocente Cheryl?" rise guardandosi intorno.

"Smettila." sbuffai una risata. "Non mi serve una ramanzina." gli puntai il dito contro. "Soprattutto da te, mr. Saltolelezioni, in ogni caso sono migliore di te." gli feci la linguaccia.

"Questo fa male." posò una mano sul petto con fare drammatico. "Come puoi pensare che io salti le lezioni apposta?"

"Perché me l'hai detto tu?" alzai un sopracciglio e lui passò una mano tra i capelli.

"Magari ho mentito." sussurrò con una voce provocante ma lo scostai da me ridendo e scossi la testa divertita. "In ogni caso, come mai non avevi voglia di studiare?"

"La verità? Ero nervosa." giocai con le mie dita, lo guardai con la coda dell'occhio e sperai vivamente potesse capirmi.

"E per cosa? Perché aspettavi di poter uscire con Harry Sexy Styles?"

"Oh sì certo, sto avendo un attacco di panico in questo momento." ironizzai facendolo sogghignare prima di tornare seria. "Comunque non è per quello, la realtà è che aspettavo un messaggio da parte di qualcuno."

"Una delle tue nuove amichette?" chiese riferendosi a Gigi e Kendall ma scossi la testa mordendomi leggermente il labbro.

"Un mio "amico"." feci le virgolette e lui corrugò le sopracciglia. "Credo di avere una piccola cotta." confessai poi abbassando la testa sentendo le gote scottare dall'imbarazzo dal momento.

"Ma questo..." si fermò per guardarmi. "... È fantastico! Inizi a provare dei sentimenti veri!" rise allargando le braccia e lo abbracciai.

"Già, ti voglio bene Harry." e io non dichiaravo quello che provavo a tutte le persone.

"Beh ora sono curioso, chi è?" alzò le sopracciglia divertito.

"Ehm... È uno di quinta." borbottai.

"Quindi sei interessata ai vecchi eh, buon a sapersi." mi fece l'occhiolino e sbuffai.

"Davvero? Abbiamo due anni di differenza." replicai. "Comunque lo conosci, è Liam Payne."

"Payne?"

"Sì."

"Quel Payne?"

"Quanti Liam Payne conosci nella nostra scuola?" sbottai all'improvviso.

"Ok, scusa." fece leggermente irritato, portò poi una mano sul suo viso. "Ora si spiega tutto."

"Cosa?" chiesi confusa.

"Il tuo cambiamento, cazzo Cheryl stai facendo tutto per lui, non è vero?" rimasi in silenzio e guardai le mie scarpe bianche. "Io non-" sbuffò. "Ti credevo più intelligente di così."

"Cosa?" scattai. "Sono stupida perché ho una cotta per uno di quinta che non starebbe mai con una come me?" chiesi arrabbiata.

"No, cristo." si leccò le labbra con fare nervoso. "Dico solo che non puoi cambiare così per una persona, se gli piaci ti accetterà così come sei." spiegò indicandomi.

"Quello succede solo nei libri, sveglia Harry, questa è la vita reale, se vuoi piacere qualcuno devi cambiare e cercare di essere una persona normale!"

"Tu eri già normale!" urlò. "Ma cosa ne parlo a fare, sai cosa? Torna pure da Payne e continua a cambiare fino a diventare un'altra delle sue puttanelle, poi quando ti pianterà non venire a piangere da me." si girò e iniziò a camminare nella parte opposta.

"Harry! Non puoi essere serio!" gli urlai contro. "Sei il mio migliore amico!"

"I migliori amici vengono informati dei cambiamenti e si prende in considerazione quello che dicono!" mi urlò in risposta.

"Torna qui!" urlai provando a seguirlo ma mi bloccai quando si girò e mi fece il dito medio per poi continuare la sua camminata.

Mi aveva appena mandata a quel paese.

E io non ero mai stata mandata a quel paese, che bello.
"Ok, va bene!" ormai ero fuori di me, così cambiai strada e camminai velocemente volendo tornare a casa.

A metà strada sentii il telefono squillare e lo presi sperando in un messaggio di scuse da parte di Harry, perché era lui ad avere torto.

Da Liam:
Hey, ti va domani di andare a mangiare qualcosa insieme?

Sbuffai calciando un sassolino che si trovava a terra.

No mi spiace, domani sera sono già impegnata, magari un altro giorno?

nessun problema, ci vediamo lunedì a scuola e ci mettiamo d'accordo :)

Non risposi neanche, non ne valeva neanche la pena.

**

Aprii la porta di casa ed entrai dentro sentendo subito vari mormorii, corrugai la fronte e raggiunsi velocemente il salotto nel quale trovai Luke, Michael e Trent concentrati... A spazzolare Roxy.

"Cazzo." sbottai.

E la prima parolaccia che avessi mai detto uscì fuori dalla mia bocca senza che potessi fermarla e quasi riuscivo a sentire la rabbia con la quale la pronunciai.

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