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"No, neanche così mi piace, tu che dici Roxy?" chiesi alla volpe dando un altro colpo di spazzola ai miei capelli, lei rimase a guardarmi fissa per poi piegare la testa di lato e sbuffai. "Lo so che sono brutti, ma almeno fingi che ti piacciano." mi lamentai a bassa voce e lei tirò fuori la lingua respirando rumorosamente. "Roxy, sei un'ingorda." la rimproverai tirando fuori altri croccantini, ormai avevo capito che la lingua di fuori era il suo modo per avvisarmi che aveva fame.

"Cheryl!" Trent urlò bussando alla porta. "Ieri mi aveva chiesto un passaggio per arrivare prima a scuola, sbrigati o faremo tardi." mordicchiai il mio labbro inferiore e tornai a guardarmi allo specchio.

Quella non ero io. Ma andava bene, insomma, sembravo mille volte meglio, o almeno speravo. In ogni caso, il giorno prima le ragazze mi avevano chiesto di arrivare prima a scuola per raggiungere il loro gruppo sul retro, a quanto pare si ritrovavano lì ogni mattina a parlare e... Fumare.

"Arrivo." risposi infine prendendo la mia borsa dalla sedia e aprendola aspettando che la volpe vi si mettesse dentro, ormai occupava più spazio lei che i miei libri. Controllai un'ultima volta il mio outfit che consisteva in un paio di leggins neri aderenti e una felpa lunga alquanto stretta sulla vita, i miei occhi erano pieni a causa dell'ombretto bianco che avevo messo con la matita, il mascara e l'illuminante e come tocco finale un lucidalabbra trasparente.

Speravo bene.

I capelli neri mi davano un'aria più misteriosa, quasi bella ed elegante, non ero abituata a quella vista ma immaginavo lo sarei diventata presto.

**
"Eccoci, buona giornata." Disse Trent fermando la macchina di fronte alla scuola ma io rimasi ancora ferma a guardare il finestrino. Non posso uscire così, mi sento male.
"Ascoltami." posò una mano sulla mia coscia e lo guardai con gli occhi lucidi. "Io sarò strano ma tu vestita così sei peggio, perché non sei te stessa."

"Piantala." chiusi gli occhi sentendo la mia nausea farsi largo.

"No, se vuoi cambiare io lo rispetto, ma devi essere te stessa, se non ti senti bene così allora torna come prima." sospirai e poggiai la mano sulla sua.

"Grazie Trent, ma ho intenzione di essere una nuova me, starò bene." gli sorrisi e aprii la portiera per poi uscire.

Entrai in fretta nella scuola e andai a portare Roxy da Ashton che l'accolse a braccia aperte, poi tornai fuori e raggiunsi il retro della scuola sperando la bontà divina di fare una bella figura.

Camminai attentamente fino a raggiungere il posto indicatomi e infatti lì intravidi Kendall e Gigi insieme a Liam e altri due ragazzi. Non feci in tempo a spiccicare una parola che la mora mi notò subito e mi sorrise prendendomi a braccetto.
«Ragazzi, è arrivata Cheryl» annunciò portandomi tra di loro.

Gigi non aveva neanche alzato lo sguardo dal suo cellulare mentre Liam e gli altri mi stavano fissando intensamente mentre continuavano a fumare le loro sigarette. «Cheryl» spiccicò parola il primo. «Sei... Bellissima»

Mi sentii arrossire e abbassai lo sguardo sulle mie scarpe bianche. «Grazie» mornorai imbarazzata e un altro ragazzo mi porse la mano.

«Piacere Dylan, sono quello che ti è venuto addosso a motoria» mi fece l'occhiolino mentre gli stringevo la mano e per un attimo mi ritrovai a pensare a quel giorno.

Già, era stato lui a venirmi incontro per prendermi la palla fino a spingermi, non mi stava molto simpatico. «Piacere, credo»

«Io sono Justin, ti ho già vista da qualche parte?» chiese il terzo, il biondino, guardandomi da testa a piedi.

«Se non sbaglio hai l'armadietto poco lontano dal mio» ragionai sforzando un sorriso e lui annuì pensieroso.

«Beh, benvenuta nel gruppo» Liam spense la sigaretta e la buttò a terra prima di avvicinarsi a me e posare un braccio sulle mie spalle mentre io rimanevo spiazzata dalle sue azioni. «Immagino che questo voglia dire che domani sera devi venire alla festa di Justin» mi disse e sentivo la puzza di fumo, ma nonostante non fossi abituata mi sembrava quasi invitante come profumo.

«Festa» rise il ragazzo. «È un ritrovo tra amici che si divertono un po'» chiarì. «E certo, devi assolutamente venire ciliegina»

«Mi chiamo Cheryl» ripetei corrugando le sopracciglia.

«Ti sta meglio Ciliegina» sorrise sfacciato e Dylan gli diede una pacca sulla spalla.

«Amico non vedi che sta già con Payne?» rise e io arrossì violentemente.

«Noi non- in senso, non-» mi bloccai non sapendo neanche cosa dire, Liam mi osservò con la coda dell'occhio e sorrise.

«Infatti, non è ancora ufficiale»

**
Passai di nuovo le salviettine struccanti sugli occhi e tolsi il mascara residuo, per mia fortuna non dovevo rimanere truccata quando loro non c'erano.

La macchina si fermò e papà mi sorrise dai sedili anteriori. «Sono sicuro che andrai benissimo» mi spronò e volli sbuffare come una bambina.

«Sì, certo» sforzai un sorriso e scesi dall'auto rifilando la salviettina nella borsa, l'ultima cosa che volevo era venire in un posto del genere.

Dopo che l'auto ripartì mi decisi ad entrare nell'edificio vecchio e a scendere nella palestra, potevo già vedere i maschi nella parte di boxe che si riscaldavano saltando la corda mentre dall'altra parte le ragazze erano a terra ad allungare i muscoli facendo non so quali esercizi.

«Hemmings suppongo» la vecchia donna mi venne incontro e annuii. «Gli spogliatoi sono in fondo a destra, lascia lì la borsa e vieni a scaldarti» batté le mani e io mi mossi a fare come aveva detto.

Lasciai la mia roba e mi fermai ad osservare le mura rosa della stanza. Dovevo farlo per forza? Non potevo tipo scappare dalla finestra e tornare a fine allenamenti? A quanto pare no, mi tolsi le scarpe restando con i miei calzini bianchi e tornai nella palestra, purtroppo.

Raggiunsi le altre ragazze e mi misi nella stessa posizione in cui erano loro, tutte sedute con le gambe allungate che cercavano di toccare i piedi con le mani. Lo trovai abbastanza difficoltoso, ma non impossibile. Mi girai verso la prima ragazza che mi capitò e le sorrisi. «Ciao»

Questa emise un rumore a metà tra uno sbuffò e un grugnito e distolse lo sguardo lasciandomi perplessa. Wow, calma l'entusiasmo ragazza.

«Bene ragazze, oggi iniziamo la nostra coreografia che deve essere perfetta per la fine dell'anno» annunciò la vecchia bionda mentre fumava una sigaretta. Avevo visto fin troppe persone fumare nelle ultime 24 ore.
«Su, in piedi»

Mi alzai e rimasi ferma aspettando che continuasse. «Ora mi aspetto questo: sequenza di prima posizione, plié, seconda posizione e salite sulle punte. Vediamo come siete messe con le punte» aspettò qualche secondo e iniziò a battere le mano a tempo. «E uno, due, tre, quattro» e mentre batteva le mani le altre ragazze compievano tutte movimenti a me sconosciuti che cercai invano di ricopiare.

«Stop!» urlò. «Hemmings, fammi vedere come sali sulle punte» tutte si girarono verso di me e avrei voluto seriamente scappare via.

«Sulle punte?» chiesi spalancando gli occhi.

«Sì, cosa non capisci?» chiusi gli occhi e salì sulle mezze punte, fin lì era facile. Poi presi un grande respiro e cercai di salire sulle punte per poi realizzare quanto facesse male e scendere subito.

«Poverina, è venuta qua senza neanche saper salire sulle punte» sentii mormorare da una brunetta ad un'altra.

«Patetico» le rispose l'amica e sbuffai.

«Non sei mai salita sulle punte?» chiese la donna alzando un sopracciglio.

«Non ho mai danzato, non può aspettarsi che salga così» schioccai le dita. «È il mio primo giorno, mi aspettavo almeno una spiegazione!» quasi urlai e notai come anche i maschi si fossero fermati dal loro allenamento per guardarmi.

«Bene, vai alla sbarra e allenati a salire sulle punte» mi indicò un punto lontano dalle altre. «Voi continuate»

Brutta strega. A passi veloci raggiunsi il punto e posai una mano sulla sbarra, sarebbe stato un lungo allenamento.
**
Aspettai che tutte fossero uscire dallo spogliatoio prima di entrarci e mettermi le scarpe, presi la borsa e mi allontanai borbottando.
«Sulle punte, salire sulle punte non è la mia ambizione nella vita»

La palestra era praticamente vuota, mi fermai sospirvig e pensando a quanto odiassi essere così silenziosa da non riuscire a ribellarmi ai miei genitori.
«Maledizione» alzai un pugno e lo diedi dritto al primo sacco che avevo vicino. «Maledizione a me e a tutti» ne diedi un altro sentendo un leggero bruciore alle nocche.

«Hey tu!» sobbalzai e guardai con gli occhi spalancati l'allenatore venire verso di me.

«Oh, io non stavo facendo niente, anzi, me ne stavo giusto andando» feci velocemente iniziando a fare qualche passo indietro.

«Mi piace la tua carica!» disse invece stoppandomi sul posto. «Hai mai pensato di fare boxe?»

«Io, oh no, i miei mi ucciderebbero» ridacchiai.

«Invece io direi che fa al caso tuo, la prossima volta che vieni voglio che provi una lezione di combattimento, se non ti piace potrai tornare pure sulle tue punte»

E in quel momento sentii un bruciore nel petto, poi mi sentii accaldata e prima che me ne rendessi conto annuii. «Va bene» e mi girai pronta ad uscire.

Maledizione alla mia vita.

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