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Quella mattina fu diversa dalle altre, fu molto più... Strana, e ce ne voleva per dire strana visto che la mia famiglia era strana. (Da notare il numero di volte che uso la parola strana :D)
In ogni caso, fu una mattinata diversa dalle altre.

Mi alzai stranamente tardi e rimasi sorpresa nel notare che la mia sveglia era stata spenta, mi vestii come al solito con una gonna viola e una maglia bianca per poi andare a lavarmi e pettinarmi.

Quando arrivai in cucina trovai tutta la mia famiglia alquanto silenziosa. Quasi mi spaventai.
Michael mangiava delle patatine leggendo il giornale, Luke puliva i fornelli e Trent giocava col cellulare.

"Buongiorno." corrugai la fronte sedendomi a tavola, in un attimo tutti gli sguardi furono su di me.

"Buongiorno cucciola, sei arrivata giusto in tempo." papà venne verso di me baciandomi la guancia e sorridendomi mettendo in mostra il suo piercing al labbro.

"In tempo per cosa?" chiesi confusa.

"Uh, tra poco usciamo, è per questo che ti abbiamo lasciata dormire. Oggi niente scuola." ridacchiò l'altro papà non staccando gli occhi dal giornale, Luke mi porse uno yougurt e un cucchiaio che accettai volentieri.

"Bene, dove andiamo?" chiesi aprendo lo yogurt, Trent mi lanciò un'occhiata ma tornò subito al suo cellulare, il ché era strano. Lui non era mai così silenzioso.

"Vedrai." rispose solo Michael ma potei notare una punta di insicurezza nella sua voce.
E Michael non era mai nervoso o insicuro.

**

"Benvenuti alla seduta figli-genitori, vorrei iniziare presentandomi: sono la dottoressa Vega, chiamatemi pure Tracy." sorrise la donna alzandosi in piedi e osservando tutte le persone presenti sorridendo.

Siamo veramente ad una seduta figli-genitori? Mi chiesi mentalmente ma non dissi niente e a proposito, Michael e Luke sapevano quello che facevano, era meglio se li assecondavo a basta.

"Perché siamo qui? Perché abbiamo qualche problema a capire i nostri figli, non riusciamo a parlare con loro oppure non riusciamo a farli aprire con noi.
Al contrario, magari sono i figli che non riescono a capirci, vorrebbero dirci che sbagliamo ma noi non li ascoltiamo, forse si sentono vittime della nostra attenzione." spiegò. Mosse i suoi capelli biondi sulle sue spalle e lanciò un'occhiata ai miei genitori, potei vedere una scintilla di confusione nei suoi occhi, soprattutto quando passò lo sguardo su di me.

Sapevo cosa vedeva.
Una ragazzina vestita come una bambina con una famiglia che probabilmente le impedisce di essere normale.

E invece no, io amavo la mia famiglia.

"Bene, qualcuno vuole presentarsi per primo?" Chiese senza ottenere risposta ma, per mia sfortuna, ci pensò mio fratello alzando la mano con fare allegro. "Sì?" Chiese lei guardandolo speranzosa.

"Lei per caso è fidanzata?" Domandò lui ingenuamente facendo scoppiare a ridere l'intera stanza compresa la donna che fece una leggera smorfia.

"Queste domande lasciamole da parte per favore, ma visto che ci sei, perché non ci parli della tua famiglia?" Gli sorrise e lui si alzò in piedi.

"Oh sì, certo. Io sono Trent Clifford, questa è mia sorella Cheryl Hemmings e questi sono i nostri genitori: Luke Hemmings e Michael Clifford." Disse sorridente e calò un silenzio imbarazzante. Alcuni genitori erano senza parole e alcuni ragazzini addirittura schifati.

Non avete mai visto una coppia omosessuale? Mi venne quasi voglia di urlarlo, ma come al solito il mio silenzio mi bloccò nella mia bolla di pensieri. E finalmente ricordai perché avevo nascosto al mondo i miei genitori pur di non essere presa in giro fino allo sfinimento, invece Trent a differenza mia continuava a sorridere come se non fosse successo niente.

"Bene." Annuì Tracy. "E come mai siete qui?"

"Perché io e mia sorella siamo adolescenti? E perché papà ha detto che dopo mi portava a prendere un gelato?" Rispose come se fossero delle domande rivolte indirettamente ai nostri genitori.

"Certo, grazie. Mhm, vi potrei chiedere di aspettarmi nel mio ufficio? Sarò da voi tra qualche attimo." Ci sorrise invitandoci ad uscire ed alzai gli occhi al cielo seguendo il resto della mia famiglia fuori, questo sicuramente non è professionale.

**

"Spero di non avervi fatto attendere a lungo." Si scusò entrando e sedendosi alla sua scrivania mentre io e gli altri stavamo seduti davanti a questa. "Vi ho voluti prendere da parte perché il vostro è un caso molto particolare e pensò abbiate bisogno di più aiuto possibile."

"Guardi che non siamo disperati." Commentò Michael ricevendo una pacca di rimprovero da parte di Luke.

"Come stavo dicendo, voglio dare tutto il mio contributo possibile a questo ragazzo e a questa dolce ragazzina." Passò una mano tra i suoi capelli biondi e mi venne voglia di sputarle in un occhio. Ho 17 anni.

"Grandioso, cosa dobbiamo fare?" Solo Trent e Luke sembravano veramente entusiasti della cosa, io e Michael ci scambiavamo delle occhiate complici e decisamente annoiate.

"Voglio parlare da sola con ognuno di voi, voglio vedere com'è la situazione e poi fare un resoconto decidendo infine come aiutarvi." Tutti annuimmo alle sue parole e lei prese un quadernino per poi portare lo sguardo su di noi. "Iniziamo da te?" Mi chiese e volli sbuffare ma mi trattenni.

"Certo." Borbottai mentre i miei genitori e Trent lasciavano la stanza, mi sedetti scomodamente su quella sedia mentre sentivo il cellulare vibrare nella borsetta che avevo portato con me. "Un attimo solo." Mi scusai tirandolo fuori per notare la chiamata di Harry, decisi di rispondere in fretta. "Pronto?"

"Dove sei sparita? Quando ho detto che ti avrei assillata tutto il giorno stavo scherzando, non dovevi spaventarti tanto." Ridacchiò e scossi la testa, non cambierà mai.

"Scusa se non ti ho avvertito ma sta mattina mi sono sentita male e ho preferito stare a casa." Di sicuro non potevo dirgli di essere ad una seduta genitori-figli, avrebbe fatto troppe domande. "Va bene se ti richiamo io oggi pomeriggio?"

"Sempre disponibile, un saluto."

"Ciao." Chiusi la chiamata e tornai a Tracy che mi guardava assorta nei suoi pensieri. "Possiamo iniziare." Dissi e lei sbatté un paio di volte le palpebre per poi annuire.

"Allora, Cheryl?" Chiese non ricordandosi il mio nome e io annuii semplicemente. "Sei consapevole di avere una famiglia diversa dalle altre?"

"Certo che sì." Risposi ovvia alzando gli occhi al cielo.

"E questo ti crea qualche problema?"

"Certo che no."

"Va bene, facciamo un passo indietro." Sospirò scrivendo qualcosa sul suo quaderno. "Spiegami un po' come sei arrivata nella famiglia, come si comportano i tuoi genitori e tuo fratello."

"Sono stata adottata quando avevo 3 anni, ricordo poco di quei tempi, Michael e Luke avevano 30 anni e Trent ne aveva 5. I miei genitori si comportano normalmente con noi, sono protettivi ma allo stesso tempo comprensivi, ci hanno cresciuti con tanto amore e impegno, hanno dato tutto quello che avevano. Mio fratello è un ragazzo sensibile e molto dolce, purtroppo in questo momento è in una fase nella quale cerca di capire quale sia il lavoro della sua vita, ma noi cerchiamo di dargli tutto il nostro appoggio."
Avrei voluto aggiungere il fatto che negli ultimi due anni aveva provato più di cento mestieri fallendo miseramente, come quando cercò di fare l'elettricità a Natale bruciando le decorazioni o come quando volle fare il medico offrendo visite gratuite ai passanti per strada.

"Parlami della tua routine."

"Mi sveglio verso le 7 meno un quarto." Sperando che Trent non sia sul mio letto a parlarmi della sua vita. "Poi mi lavo e mi vesto, vado a fare colazione con la mia famiglia. Michael è il primo che esce di casa per andare al lavoro, poi vado a scuola mentre Trent cerca annunci di lavoro e Luke pensa alla casa, sto a scuola fino alle 4 quasi ogni giorno, mangio alla mensa e torno il pomeriggio con la mia bici. Arrivata a casa studio e faccio i compiti, poi ceno sempre insieme alla mia famiglia e infine vado a dormire." Spiegai tralasciando alcuni dettagli come Harry, Gemma e Liam.

"Non esci con gli amici? Non fai nessuno sport?" Chiese confusa.

"Ugh, non sono solita a uscire spesso, preferisco restare a casa e leggere."

"Parlami un po' dei tuoi amici." Socchiuse gli occhi.

"Il mio migliore amico si chiama Harry ed è stato il primo a voler fare amicizia con me, poi c'è Liam che però non so ancora se è un amico visto che ci parlo solo durante l'ora di Arte e quando ci incontriamo in corridoio. E infine c'è Gemma con cui ho fatto amicizia da poco." Spiegai diventando tutta rossa.

"E da quanto sei amica con queste persone?"

"Con Harry da un mesetto circa, con Liam da qualche settimana e con Gemma da... ieri?" Spalancò gli occhi e iniziò a tossire.

"Vuoi dire che prima di un mese fa non avevi amici?" Annuii e lei scrisse qualcosa velocemente, poi mi rivolse uno sguardo preoccupato. "Non è normale per la tua età, dovresti avere più amici, uscire, divertirti. Dobbiamo trovare una soluzione." Portò una mano sulla fronte pensando. "Ti aiuterò a fare una vita normale Cheryl, è quello che cerco di fare con tutti." Mi rassicurò.

"A me piace la mia vita."

"Perché è semplice, normale, monotona." Disse scuotendo la testa. "Quello che ti manca è vivere, trovare degli amici, uscire e provare quella gioia nel sapere che tutto andrà sempre meglio, però prima di aiutarti voglio essere sicura che anche tu vuoi questo cambiamento."

Lo volevo? Avere amici, uscire i pomeriggi e la sera per divertirmi, sembrava quasi un sogno. Troppe cose nascoste, troppi dubbi e sicuramente troppe paure, ma chi volevo prendere in giro? Non riuscivo neanche a immaginare quel tipo di vita. "Non mi interessa più di tanto." Risposi.

"Capisco tu sia spaventata, ma se decidi di cambiare idea contattami pure a questo numero." Mi passò un bigliettino da visita e mi fece un cenno col capo. "Puoi andare, fai entrare tuo fratello."

**

Ero stata quasi tre ore ad aspettare nella sala d'aspetto e nel mentre avevo praticamente scaricato qualsiasi gioco avessi trovato sul cellulare per cercare di distrarmi, Luke e Michael non avevano neanche provato a rivolgermi la parola impauriti dalla mia reazione è non mi sarei stupita se avessero deciso di lì a poco di fare un'altra "vacanza causa ciclo" visto che mi sentivo come se avessi avuto un intero mese di mestruazioni.

Quando ormai era mezzogiorno passato mi decisi a chiedere a Trent se potevamo andare a casa visto che ero stanca di stare là, ma papà mi disse che prima di andare a casa volevano portarmi in un altro posto. Speravo vivamente non fosse un ospedale psichiatrico o qualcosa del genere.

In macchina eravamo tutti zitti, c'era una tensione nell'aria quasi palpabile. "È stato interessante." Luke ruppe il silenzio.

"Già, abbiamo imparato come comportarci l'uno con l'altra, non vi sentite più rilassati?" Michael continuò a parlare guidando lungo la strada.

"In effetti, Tracy è stata brava." Annuì Trent e sbuffai mentalmente.

"A te com'è andata Cheryl?" Chiese Luke dolcemente dandomi un'occhiata dallo specchietto retrovisore.

"Perché ci siamo andati?" Sbottai. "Non abbiamo mai avuto problemi."

"Tesoro, negli ultimi giorni ci sei sembrata strana, abbiamo visto che non riuscivi ad aprirti con noi così abbiamo pensato che Tracy avrebbe potuto aiutarci." Spiegò mordendosi il piercing al labbro. 

"Quindi ora dove stiamo andando?" Chiesi senza ormai interesse.

"Tracy ci ha detto che secondo lei tendi a tenere dentro tutto quello che provi, non puoi continuare così, scoppierai. Così ci ha consigliato di farti praticare uno sport." L'idea non mi sembrava cattiva, anzi, avrei potuto occupare il mio tempo libero e avrei potuto "sfogarmi" in un altro modo. Non ero mai stata una ragazza sportiva ma c'era sempre una prima volta.

**

Seriamente?

Questo è quello che i miei genitori chiamavano "sport per sfogarmi"?

"Gli allenamenti sono sempre la sera dalle 6 alle 8, il martedì, il giovedì e il sabato. Scegliete voi quante volte a settimana allenarla e quali giorni." Spiegò la donna mentre fumava una sigaretta, la sua voce era acida e la sua espressione era neutra.

"Possiamo iscriverla anche per tutti e tre i giorni, non ci sono problemi, che ne pensi cara?" Chiese Luke sorridendomi mentre io rimanevo ferma a osservarli. Non volevo fare quello sport, sempre se poteva essere definito tale.

"Magrolina ma in salute, il fisico è perfetto per essere una ballerina." Commentò questa osservandomi da testa a piedi.

"Non voglio fare danza classica." Borbottai leggermente senza farmi sentire però. Era la cosa più stupida che mi avessero mai fatto fare.

"Quindi, tutti e tre?" Chiese di nuovo Luke emozionato, potevo vedere la gioia nei suoi occhi e per quanto volessi dire di no, non ci riuscii, finii per annuire per non deluderlo.

"Perfetto, potete pagare mio marito che si trova dentro." Fece cenno alla palestra, a quanto pare quest'edificio era di proprietà della donna e del marito che insegnavano lì. Luke annuì e mi fece cenno di seguirlo all'interno, lo feci e fui sorpresa di vedere come fosse diviso in due, da una parte c'erano un sacco di ragazze che ballavano a tempo di musica classica mentre dall'altra parte c'erano tanti ragazzi che si allenavano prendendo a pugni i sacchi da boxe.

"Salve." Papà attirò l'attenzione dell'uomo che stava incitando i ragazzi a colpire più forte. "Dovrei pagare per la sua iscrizione." Fece cenno a me con la testa.

"Pausa di cinque minuti!" Urlò per poi girarsi verso di noi. "Danza o boxe?"

A sto punto iscrivimi a boxe e lasciami morire felice.

Invece papà scoppiò a ridere. "Questa è buona, la mia bambina non farà mai boxe." Disse e scosse la testa. "Tre giorni alla settimana di danza." Rispose invece tirando fuori il portafogli.

L'uomo mi guardò per qualche secondo ma io distolsi subito lo sguardo e tornai a esaminare la palestra divisa, chissà quanto avevano risparmiato per poterla rendere così bella e decisamente attrezzata. Non ascoltai quello che dissero i due e mi concentrai sulle ballerine che si stavano allenando alla sbarra, deglutii al solo pensiero di dover fare la stessa cosa.

"Perfetto, ci vediamo sabato allora." Salutammo l'uomo e tornammo in macchina dagli altri che subito iniziarono a chiederci dettagli, ci pensò Luke però a rispondere, io mi concentrai invece sul mio telefono e sulla notifica che mi avvertiva di un messaggio da parte di Harry.

La scuola sembra più noiosa senza di te, per fortuna ora sono a casa.

Mi dispiace, tornerò domani.

Non vedo l'ora :)

Anzi, stavo pensando, e se domani andassimo a mangiare insieme per cena?

Nello stesso momento mi arrivò un altro messaggio che mi fece sobbalzare leggermente.

Hey, oggi non sei venuta a riprendere Roxy, successo qualcosa?

Gemma. Mi ero dimenticata di lei e di Roxy.

Scusa, ho avuto da fare con la mia famiglia, vengo a riprenderla domani dopo la scuola, ho procurato problemi?

Per niente, allora ci vediamo domani.

Certo!

E se andassimo domani sera a cena in pizzeria? Altrimenti starò ad annoiarmi fino a tardi.

Perfetto, due inviti, chi sceglievo? Harry? O Gemma?
Tracy diceva che avevo bisogno di uscire con gli amici e per quanto volessi bene ad Harry non potevo dipendere solo da lui, così scrissi a Gemma.

Certo, magari passiamo insieme anche il pomeriggio?

Così mi piaci ragazza, vengo a prenderti dopo la scuola.

Poi sospirai e scrissi a Harry.

Scusa ma domani avevo in programma già un'uscita, se vuoi mi posso rifare un altro giorno.

Va bene piccoletta, vuol dire che offrirai tu la cena ;)

"Cheryl, secondo te?" Chiese Michael e io sbattei le palpebre presa alla sprovvista.

"Scusa non stavo ascoltando."

"E cosa stavi facendo?" Chiese curioso.

"Ehm... ecco, io, stavo programmando un'uscita con un'amica." Risposi e sul viso di tutti spuntò un sorriso.

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