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12/10/14
Caro Tizio.
Gabriele, Giovanni, Alfredo, Pinco Pallino... Il tuo nome non importa.
Ti conosco solo attraverso gli occhi di qualcun altro. Tutti parlano così bene di te, e sono sicura che sono sinceri. Si vede che sei una brava persona. Si vede da come non dici mai no, anche quando vorresti dirlo.
Però io so poco di te. So che ti piacciono dei gruppi strani, che per me sono strani ma forse è solo perché abbiamo gusti diversi in musica. So che non perdi troppo tempo sui social. So che non ti piacciono molto i posti con gente che non conosci come le discoteche.
Non è sufficiente per descriverti. Non è sufficiente per piacermi. Eppure mi piaci. Sto scrivendo di te, e non mi era mai capitato prima.
Ho paura. E tanta.
Io ho sofferto in amore. E me lo ricordo cosa vuol dire essere rifiutate, non sentirsi abbastanza, essere solo una in una coppia. E mi ricordo che fa male.
Vedi, io sarei anche pronta a scottarmi, è che sono così sicura di scottarmi che non ce la faccio.
Quello che ci vuole nella mia vita è una relazione sana e semplice. E non una scottatura.
Se ti dico quello che provo per te sicuro mi scotterei.
E non voglio.
Non voglio venire rifiutata e poi restare da sola, di nuovo, acciambellata sotto le coperte a bagnare il cuscino di lacrime. Non voglio abbassare lo sguardo ogni volta che ti vedo perché mi sento a disagio. Non voglio crearti problemi e farti sentire in colpa perché sto male a causa tua. Non è colpa tua se non ti piaccio, non è colpa di nessuno.
Dico che non ti piaccio, ma in realtà non lo so. Che senso ha sperare? Preferisco sperare male che bene. Se spero bene, sarà il doppio più doloroso. Se spero male, mi dirò semplicemente: "te l'avevo detto".
Più vado avanti più mi rendo conto che non è una battaglia contro di te, ma contro di me. È per questo che un giorno ti evito e l'altro ti dico che voglio uscire con te.
Sono stata rifiutata recentemente da un ragazzo. Non ci sono rimasta male, ero semplicemente interessata. Ma con te ci rimarrei male. Non perché tu mi piaccia più di quanto mi piacesse lui, ma essere rifiutata due volte in pochi mesi... è come ricevere due stilettate al cuore in un minuto. Non mi arrabbierei con te, ma mi domanderei cosa c'è che non va con me.
Cos'ho che non va? Perché non ti piaccio?
Scusa, sono così patetica. Sembro una disperata in cerca di affetto. Beh... in effetti lo sono, ed è molto deprimente.
Ma spero che potrai capirmi visto che anche tu è da tanto che sei solo.
Io sono sola, tu sei solo.
Non ti chiedo di diventare una coppia.
Ti chiedo di diventare amici.
Magari uno fa forza all'altro.
O magari no.
Odio essere una donna. Soprattutto per queste situazioni. Interpreto ogni tuo gesto come se fosse oro colato, quando invece si vede chiaramente che non era che gentilezza.
Maledetta gentilezza.
Se fossero tutti stronzi fin dall'inizio sarebbe molto più semplice non prendersi una cotta.
E non si creerebbe alcun problema.
Vorrei scriverti queste cose veramente. Vorrei veramente parlarne con te.
Ti do fastidio?
Se mi dici anche solo cosa pensi di me potrei anche lasciarti in pace. Se vuoi che ti stia lontana, lo farò.
È frustrante.
Vuoi la verità? La verità è che ti vedo fisicamente attraente. Non solo fisicamente, anche nel tuo modo di comportarti. Sai sono cresciuta con Jane Austen e il signore degli anelli. Quindi viva la barba e gli uomini misteriosi (come te). Mi attrae tutto di te. E questo basta a farmi scrivere due pagine di word su quello che provo.
Il fatto è che non sono brava a buttarmi. Con i tipi misteriosi bisogna buttarsi, bisogna essere sempre pronti e cogliere l'occasione.
Io non sono capace.
Magari ho l'occasione di parlarti, ma non la sfrutto. Ho l'occasione di vederti, ma la evito.
Mi crei talmente tanti casini che ti evito.
Ti evito.
Che stupida che sono.
Sono talmente stupida che ti capisco se mi rifiuti.
SOLO CHE SEI UNA BRAVA PERSONA. È maiuscolo perché sono arrabbiata. ARRABBIATA. Un momento fa avevo detto che non è colpa tua e che non sono arrabbiata con te, MA ORA SI. Perché dovevi essere così buono? Se ti chiedo se mi odi tu mi risponderai: "no!". E ALLORA PERCHE' SEI COSI DIFFICILE DA AVVICINARE?!
Io faccio pena. Ma anche tu fai abbastanza schifo.
Pagherei l'oro del mondo per sapere cosa pensi.
Non sono masochista, ma devo saperlo, così me ne farò una ragione.
Posso farmela da sola.
Non ti piaccio.
Fine.
No, fa male pensarlo.
LO VEDI QUAL E' IL PROBLEMA?!
TI ODIO.
Sono ridicola. Tu non hai colpe. Questi sentimenti li ho perché mi sto immaginando tutto io.
Sto soffrendo per colpa mia.
Forse il fatto di farmi male da sola lo rende ancora più doloroso.
Sono masochista?
Mi dispiace così tanto che sia successo a te... non volevo coinvolgerti. Sei una brava persona. Non ti ci voleva una rompiscatole come me nella tua vita. Anche se in realtà non sono nella tua vita. Ma tu sei nella mia, ed è un problema molto complicato, da come puoi dedurre dalle righe precedenti in cui blatero su quello che mi passa per la mente.
Aspetta.... una soluzione... io la vedo...
UN CAZZO DI CAFFE'.
Se lo prendi con me allora ho una possibilità.
Se mi dici di no, allora è stato un piacere conoscerti. Ti auguro tutto il meglio.
Addio.
Ma, alla fine,
se non vuoi prendere un caffè, va bene qualsiasi altra cosa.
Anche niente.
Anche solo noi.
Oppure, se non vuoi il "noi"
possiamo salutarci e dire che ci conosciamo,
tanto passerai
questa cosa che ho per te passerà
e tu diventi
solo lo zucchero residuo nella tazzina dove prima c'era il caffè.
Un dolce ricordo
di un buon caffè.
Ma io, di caffè,
ne bevo quattro al giorno.
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