18. New friends
Mi affacciai sulla lavanderia dove mia madre stava svuotando la lavatrice per avvisarla che sarei uscita e di non contarmi per la cena, sulla porta incontrai Daryl che rincasava dal lavoro così salutai pure lui e uscii. Mentre raggiungevo l'Holden rossa parcheggiata dall'altra parte della strada mi strinsi nella giacca di jeans constatando che negli ultimi giorni il clima aveva iniziato a farsi meno caldo.
Appena una settimana prima Michael era partito per andare a trovare la madre che viveva a Melburne, quel venerdì mattina ci eravamo svegliati tutti presto e l'avevamo accompagnato all'aeroporto, lì io e Mike ci eravamo salutati solo con un cenno della mano di cortesia per non destare sospetti nei nostri genitori, ma ci eravamo poi sentiti al telefono subito dopo che era atterrato.
Dovevo ammettere che mi mancavano le lunghe partite ai video-game fino a tarda sera; come mi mancava non vederlo girare in casa come un fantasma, con i pantaloni della tuta sgualciti e il vizio di tirare le maniche della felpa a nascondere le mani. Ricordai una notte che mi ero alzata per andare a bere e mi ero spaventata a morte quando me lo ero trovato davanti con un pacco di biscotti in mano e la scusa del “non riuscivo a dormire perché avevo fame”.
«Cosa ti fa tanto ridere?» domandò Ashton quando salii in macchina, notando il sorriso da ebete che avevo sicuramente assunto in quel momento.
«Niente, pensavo.» risposi arrossendo cercando di scacciare quei pensieri.
«Fammi indovinare...» Ash finse di pensarci su, «a Michael?» annuii sapendo che non c'era bisogno che rispondessi. «Da quando state insieme non fai altro che pensare a lui.» scherzò.
Sì, Ashton sapeva che io e Michael ci eravamo messi insieme come sapeva che volevamo tenere la relazione nascosta, era stato l'unico a cui l'avevo raccontato.
«Possibile.» feci una breve risata, annunciando poi felice: «Torna domani, sai?»
«Sì, me l'avevi già detto.» rise.
Arrossii rendendomi conto che forse avevo esagerato. Decisi di cambiare discorso, «Allora, quali sono i programmi per stasera?» come sempre Ashton era rimasto vago sul perché mi aveva chiesto di uscire.
«Andiamo dal giapponese con gli altri.»
«“All you can eat”?» Ash annuì ed io esultai al pensiero di tutto quello che avrei potuto mangiare.
Dopo una ventina di minuti Ashton fermò la macchina ma mi resi conto subito che non ci trovavamo vicino al ristorante giapponese, pensai anche che avesse deciso di parcheggiare lì perché aveva trovato un posto più comodo però era impossibile perché era in tutt'altra zona. Senza dire una parola Ash aprii la portiera e scese lasciandomi da sola.
«Dove stai andando?» chiesi affacciandomi dal finestrino abbassato mentre faceva il giro dell'auto.
«Vado a chiamare Violet, ho invitato anche lei.» disse indicando il palazzo alle sue spalle.
Ashton si voltò dirigendosi verso il portone di vetro e ferro, lo vidi suonare uno dei tanti campanelli senza neanche il bisogno di cercarlo come se ormai fosse abituato (cosa molto probabile), si chino per rispondere al citofono e sparì oltre il portone che nel frattempo era stato aperto.
Erano oramai passati più di una decina di minuti e per tenermi compagnia mi ero messa ad ascoltare un CD che avevo trovato già nella radio, era X di Ed Scheeran e sebbene non conoscessi le sue canzoni la maggior parte di quelle le avevo già sentite così avevo potuto anche mettermi a canticchiare indisturbata. Dopo aver finito di cantare a squarcia gola la terza canzone (Sing) decisi che Ashton sarebbe già dovuto tornare da un pezzo così presi il telefono per dirgli di darsi una mossa.
«Che cazzo state facendo?» chiesi esasperata appena rispose. Ero stufa di essere messa da parte da Ashton per quella ragazza.
«Stiamo arrivando, scusa.» disse chiudendo la chiamata prima che potessi dire altro.
Dalla voce mi era sembrato concentrato su qualcos'altro e non potei non incazzarmi ulteriormente: poteva fare tutto quello che voleva con la sua ragazza, ma non mentre la sua migliore amica era in macchina ad aspettarlo!
Incrociai le braccia al petto sbuffando mentre posavo il cellulare nella borsa, fortunatamente poco dopo il portone del palazzo si aprì e ne uscirono Ashton seguito da due ragazze - una aveva i capelli molto chiari mentre l'altra scuri, sembravano i due opposti - una delle due ovviamente doveva essere la ragazza di Ash mentre l'altra non avevo idea di chi fosse.
Scesi dalla macchina, rendendomi conto che stavo facendo la maleducata, e li raggiunsi per andare a presentarmi. «Ciao, piacere Samantha.» salutai porgendo la mano alla bionda che si era avvinghiata al braccio del mio migliore amico. Lei doveva essere Violet.
«Violet, piacere mio,» disse stringendomi la mano «Ashton mi ha parlato tanto di te.»
Sorrisi a quelle parole, non credevo che Ash mi avesse tenuto in tanta considerazione. «Spero bene.» scherzai.
«Certamente.» rispose chiudendo uno dei due grandi occhi scuri ridendo, e pensai che non era così male e che saremmo potete anche essere amiche. Violet si voltò verso l'altra ragazza, «Lei è la mia coinquilina, Gwendolyn. Spero non sia problema se viene anche lei.»
Osservai la ragazza che era rimasta un passo indietro alla coppia, teneva lo sguardo basso e si tirava i lembi della felpa tormentandosi le mani, sembrava tremendamente spaesata. Mi chiesi a cosa stesse pensando e perché fosse così diffidente, quando si accorse che la stavo guardando alzò gli occhi chiari nei miei e io le sorrisi per salutarla.
Ci incamminammo alla macchina e Violet mi prese sottobraccio per essere a portata del mio orecchio probabilmente per non farsi sentire dagli altri, «Ecco vedi, Gwen sta passando un brutto momento,» iniziò a spiegare parlando a bassa voce, «e non mi va di lasciarla da sola a casa.»
«Tranquilla, non c'è problema.» Buttai un occhio alle mie spalle e vidi Ashton che l'accompagnava tenendole un braccio dietro alla schiena. «Mi dispiace.»
«Anche a me. È una fortuna che c'è Ash,» disse voltandosi verso al ragazzo che le sorrise, «mi sta aiutando molto con lei.»
Annuii voltandomi verso Gwendolyn, guardava a terra e sembrava stesse dicendo qualcosa ad Ashton che scosse il capo sfregandole la schiena con la mano. Mi chiesi mentalmente che cosa fosse successo a quella ragazza silenziosa.
Ci sistemammo in auto, Violet aveva insistito di stare dietro con la sua coinquilina e così mi era toccato il posto davanti (non che mi lamenti, anzi, ma pensavo che avrebbe voluto sedersi vicino al suo ragazzo); come prima impressione mi era sembrata una brava persona ed ero sicura che saremmo diventate buone amiche.
Nel giro di una decina di minuti eravamo arrivati a destinazione, Ashton aveva bruciato un paio di semafori dato che eravamo in ritardo, e trovammo l'allegra combriccola già dentro ad aspettarci. C'erano proprio tutti: Kelsie e Vanessa, RJ, e i due fratelli Hemmings.
Essendo in tanti ci dividemmo in due tavoli vicini e mi illuminai osservando le coppette colorate contenenti ogni ben-di-dio che scorrevano sul rullo che passava tra i due tavoli, Ashton si mise a capotavola con Violet e Gwendolyn ai lati mentre io e Luke fummo incaricati del difficile compito di distribuire il cibo, dall'altra parte del rullo Jack e RJ avevano seguito il nostro stesso esempio con Nessa e Kelsie ai rispettivi fianchi.
Non ebbi nemmeno il tempo di posare la giacca sulla sedia che gli altri “animali” avevano già iniziato ad accumulare valanghe di coppette, sorrisi sbuffando e iniziai ad analizzare il rullo in cerca di qualcosa che fosse di mio gradimento.
«Ragazzi, la coppetta verde!» Ashton richiamò l'attenzione indicando il rullo, «Cosa c'è dentro?».
«Riso alla cantonese, mi sembra. Lo vuoi?» chiese Luke mentre osservava il piatto che si avvicinava.
«No, mi divertiva sbracciarmi come uno scemo per distrarvi.»
«Oh ok»
«Certo che lo voglio!» sbottò Ash.
«E dillo subito!» Luke si sporse per afferrare la fatidica coppetta verde.
Mi portai il palmo della mano sulla fronte ridendo seguita da Violet che mi sedeva accanto, mentre Gwen abbozzò un sorriso e solo in quel momento mi accorsi che aveva uno “Smiley” le cui due palline argentate cadevano sugli incisivi superiori.
«Ne prenderesti uno anche per me, per favore.» gli chiese poi Violet, lui l'accontentò e le porse entrambe le coppette. «Grazie Luke.»
«Tu invece cosa prendi...?» il biondo si rivolse alla ragazza al suo fianco, «Scusa ma non ricordo il tuo nome.»
«Gwen, ehm, Gwendolyn Penguin.» rispose abbassando lo sguardo mentre arrossiva lievemente.
Mi sembrò che gli occhi di Luke si illuminarono per un secondo ma se aveva qualcosa da dire non lo fece. «Allora Gwen, qualche richiesta?» chiese invece indicando il rullo.
La ragazza guardò per un po' le varie coppette, «Ehm, gli spaghetti?»
Luke allungò il braccio per prenderli posandoglieli davanti, ne presi una coppetta anche io mettendola insieme alle altre e iniziai finalmente a mangiare.
* * *
«Sono piena come un uovo.» sbuffai osservando a malincuore il piattino con ancora due ravioli al vapore, «Qualcuno mi aiuta a finirli?»
Guardai speranzosa i miei amici sperando che qualcuno si offrisse ma a quanto pareva eravamo tutti sulla stessa barca: come ogni volta che si andava al “All you can eat” ci ritrovavamo a strafogare piatti su piatti come se non ci fosse un domani e così a nemmeno metà serata eravamo già stremati e con le cinture che chiedevano pietà.
Iniziai a fissare insistentemente RJ sperando di convincerlo: era la fogna del gruppo, non poteva rifiutarsi!
«No Sam, sono pieno anche io.» disse il ragazzo di colore scuotendo il capo.
«E dai, ti prego!»
Lui scosse ancora la testa ma io continuai imperterrita a guardarlo con gli occhi da cucciolo: avrebbe ceduto!
«E va bene. Da qua!» sbottò.
«Grazie.» sorrisi passandogli il piattino.
Facemmo una breve pausa prima di riprendere a mangiare qualche dolce (ovviamente c'è sempre posto per il dolce!) ed Ashton si esibì nell'imitazione di un tricheco mettendosi due bacchette sotto le labbra scaturendo una risata generale, Luke intanto era riuscito a rompere il ghiaccio con Gwen che ora sembrava un po' più a suo agio ed io invece avevo avuto modo di conosce meglio Violet, nel mentre Ash aveva iniziato a tamburellare le stesse bacchette sopra al piano del tavolo tenendo un tempo tutto suo. Passammo il resto della serata a chiacchierare finché non decidemmo di levare le tende.
* * *
«Allora come ti è sembrata?» chiese Ashton subito dopo aver messo in moto, senza riuscire a nascondere l'euforia nella voce.
«È una ragazza a posto, mi ha fatto una buona impressione.» dissi sinceramente.
«Sapevo che saresti subito andata d'accordo con Violet.» ammise contento.
«Invece mi chiedo che cos'ha la sua amica...» continuai pensierosa sperando che il mio amico mi potesse dare qualche informazione in più.
«È una storia un po' complicata e non credo nemmeno di essere la persona più adatta a raccontarla, non conoscendola nemmeno tutta. Devi sperare che Gwen si fidi a tal punto di te e che te lo dica lei stessa.»
Ashton fece un sospiro stanco come se quella situazione lo toccasse in prima persona, sapeva molto più di quello che voleva farmi credere ma decisi di non stressarlo ulteriormente: c'era di sicuro un motivo se non voleva dirmi altro e a costringerlo non avrei sicuramente scoperto di più.
Quando arrivai a casa regnava il silenzio ed immaginai che tutti fossero già andati a dormire, salii il più silenziosamente possibile le scale, indossai il mio amato pigiama con un orsetto sul davanti e mi infilai anche io sotto le coperte mandando un messaggio di “Buona notte” a Michael.
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ANGOLO AUTRICE
Chiedo scusa per la mia assenza, ma con tutte queste feste non ho avuto un attimo di tempo...
Ah Buon Natale e Buon Anno a Tutti!
Per farmi perdonare ho messo questa fantastica gif, e in più vi lascio con un Pov's Michael
Appena avrò finito di scrivere il 20esimo ed ultimo capitolo lo pubblicherò (non prometto che sarò veloce ahahah)
Buona lettura e grazie a chi sta leggendo!
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