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6. ANGER


Caleb aveva appena finito di ripulire una camera, stava andando nel piccolo sgabuzzino dove lui e i suoi amici tenevano i prodotti per le pulizie, per riporli, quando una porta si spalancò.

<<Ehi>> lo salutò Al. Quest'ultimo indossava un' espressione indescrivibile, il ragazzo dagli occhi verdi non capì cosa egli provasse ed era strano, comprendere le persone era la sua specialità. Nonostante ciò ricambiò il saluto e quando lo vide chiudersi la porta alle spalle gli chiese dove andasse, dovevano camminare un paio di minuti insieme tanto valeva facessero conversazione.
Al non rispose subito, poi però la sua voce fredda si fece spazio tra il silenzio.
<<Lily non sta molto bene, le vado a comprare delle medicine.>>
L'ispanico si legò i capelli nel suo solito bun mentre parlava.
<<Nulla di grave>>, riprese a spiegare quando vide la fronte corrugata di Bryant <<Si ammala sempre in questo periodo dell'anno, è solo influenza.>>

<<Sei di New York vero?>> domandò il marine, insospettendo così la spia.
<<Perché?>> replicò dunque quest'ultima, Caleb disse solo che aveva riconosciuto l'accento. Parlarono diversi minuti, il castano faceva domande e l'agente puntualmente mentiva rispondendo.

Fairy vide Al uscire dall'hotel, aveva notato non fosse calmo ma non riusciva a comprendere se fosse preoccupato o solo furioso. Forse entrambi. Lei lo notò, nonostante il ragazzo fosse impenetrabile e non mostrasse alcun sentimento. Quella dannata ragazza dai capelli rossi fuoco sapeva che in una storia c'era qualcosa di celato. In ogni persona era onnipresente l'oscurità del destino, quello arrivava sempre. Proprio perché Fairy Ghost comprendeva queste cose, nessuno decifrava lei. Non lo avevano fatto in tre anni che era arrivata a Flåm e neanche prima. Era un mistero. "L'interessante ragazza dai capelli rossi" la chiamavano, avevano costruito delle teorie su di lei poiché non conoscevano il suo passato. Quello era un paese di credenti dei miti norreni, amavano le storie. Il suo nome derivava dal latino, da fatum, che letteralmente significava "destino" e il suo cognome ritornava alla parola "ghost". Per questo alcuni abitanti le avevano attribuito la definizione di spirito del destino. L'avevano resa un essere mitologico, dicevano che dove metteva piede lei arrivava il fato. Ai norvegesi piaceva inventare teorie e i più giovani sapevano di non doverci credere, la sorte sarebbe giunta in ogni caso. La descrivevano come pacata, scaltra e volpina. Possedeva quegli occhi marroni, così chiari da sembrare gialli, illuminati dal buio. Erano poche le volte in cui si mostrava. A prima vista appariva come un punto interrogativo scritto con una calligrafia elegante. Era un soggetto perfetto.

Perciò quando scorse Al rientrare, tre ore più tardi, capì.

L'ispanico non era mai stato ansioso, lo ripeteva spesso "la paura di fallire ti porta a perdere", era un tipo pacato. Lily Drast tempo prima era diventata l'unica in grado di destabilizzarlo, la ragazza aveva preso il posto di sua "àncora" e senza di lei non riusciva a controllarsi. Gregorin aveva sempre avuto problemi di rabbia, sin da piccolo, ma crescendo erano peggiorati, divenne una malattia. Gli fu diagnosticato l'IED*, si sentì pericoloso perciò trovò un lavoro che avrebbe compensato: l'agente segreto. Provò a non pensare di essere solo o di essere stato abbandonato dalla sua partner, cercò di non arrabbiarsi, di rimanere stabile. Così si concentrò su altro.

"ACCESSO GARANTITO"

Il moro esultò a bassa voce quando riuscì ad hackerare il telefonino di Devery, era diventata notte fonda nel frattempo e Drast non era ancora tornata. Sullo schermo del computer si scaricarono tutti i dati presenti sul cellulare della, ormai defunta, spia. Al notò diverse cartelle tra i file: la prima conteneva delle foto che gli tolsero il fiato, ovvero le immagini dei corpi dei genitori di Lily. Alla ragazza era stato detto che Jay e Fumie erano morti in Europa, ma mai il riccio avrebbe che fossero morti a Flåm, da come si evinceva dalla descrizione delle foto.
Il secondo file conteneva il fascicolo non censurato sulla moglie di Robin, anch'essa era morta ma non si sapeva nulla sulle circostanze poichè il marito aveva insabbiato ogni cosa.
Infine nella terza cartella erano presenti immagini di due sconosciuti, l'agente non li riconobbe ma avevano entrambi qualcosa di familiare.

<<Ma che cazzo>> sussurrò Al, più confuso di quanto non fosse prima. Cosa c'entravano i genitori dell'amica con la moglie di Law e quei due sconosciuti? Perché erano nel cellulare di Devery? Sospettoso e in uno stato di confusione decriptò anche il telefono di Lockart, dove vi trovò le medesime tre cartelle.

L'ispanico sbuffò, quella situazione era stressante come non mai per lui, che si trovava a lavorare da solo al caso più complicato che fosse mai stato affidato. Preso dalla rabbia chiuse di botto il computer, lo poggiò malamente sul tavolo e si buttò a letto. L'ultima parola che disse prima di addormentarsi fu un'imprecazione poco carina.

*Il disturbo esplosivo intermittente (IED) è un disturbo del comportamento caratterizzato da espressioni esagerate e incontrollabili di rabbia sproporzionate rispetto alla situazione o all'evento scatenante.

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