Vincoli:

Fra le 300 e le 400 parole;

COSA: Drabble (solo dialogo senza descrizioni);

ARGOMENTO: la rivelazione di un segreto;

LIMITE: non si deve usare la parola "segreto".

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«Reverendo, questo incontro è una perdita di tempo».

«Perché, figliolo? Il matrimonio sarà domani, è usanza per il celebrante fare un ultimo colloquio con gli sposi».

«Non ci sarà alcun matrimonio».

«Robert mio, cosa dite?»

«Non capite, mia dolce Elisabeth? Certo. Voi... con quell'aria angelica che ingannerebbe chiunque. Chiunque. Ma non me. Ho aperto gli occhi, finalmente».

«Avete bisogno di parlare, vi lascio soli. Che il buon Dio vi porti consiglio».

«Avete fatto fuggire il reverendo Jones. È uno scherzo, Robert? Vi prego... Non qui, non ora...»

«Non sto scherzando, Elisabeth. Non ho intenzione di sposarvi. Mi disgustate».

«Non avete... Cosa dite? Perché?»

«Impallidite e avete gli occhi lucidi, tremate... Siete brava a fingere, ma è inutile. Non mi incantate più, mia cara».

«Robert...»

«Avete vissuto all'estero fino a pochi mesi fa, quando morirono i vostri genitori. Per questo non vi avevo associata a loro, né agli orrendi crimini di cui si macchiarono. Ora ho scoperto il legame di parentela e trovato alcuni documenti che confermano le accuse. È impossibile che voi ne siate all'oscuro, che non conosciate l'origine della loro ricchezza».

«I miei genitori erano brave persone! Mi mandarono a New York presso una parente per salvarmi dalla guerra. Lavorarono onestamente e ne raccolsero i frutti. Null'altro!»

«No. Erano vili traditori al soldo di Hitler. Distrussero la mia famiglia e scamparono fortunosamente alla giustizia grazie a un provvidenziale cambio di cognome. Leggete: è una lettera di Himmler in cui è raccontato tutto».

«Dunque è vero... Mi hanno raccontato solo bugie... Robert... Non lo sapevo, ve lo giuro! Dovete credermi!»

«Devo? Solo perché vi amavo? Da quando ho capito chi siete ho avuto un solo pensiero: vendicarmi. Oggi per me è un grande giorno. Quando queste carte andranno nelle mani giuste, finalmente otterrò giustizia».

«Robert... dunque vi ho perso... Se è così... lasciate che vi abbracci un'ultima volta...»

«Va bene, ma fate presto. Ne ho abbastanza di questa pantomima».

«È così bello sentirvi ancora fra le mie braccia... siete così forte, così intelligente...»

«Ora basta, Elisabeth. Mi state infastidendo».

«...così ingenuo... davvero ritieni che qualcuno crederà a quel pezzo di carta? Che sia stato solo il cambio del cognome a salvare i miei genitori?»

«Lasciatemi! Cosa... un coltello?»

«...che volessi quel matrimonio? Era necessario per poter operare per la ricostruzione del Reich. Siamo bene organizzati e protetti, troveremo altri sistemi per raggiungere il nostro scopo».

«Elisab...»

«Sapete troppo. Addio, mio caro. È stato bello... quasi».