CAPITOLO XXIX:
Il paesaggio cambiava rapidamente sotto il suo sguardo malinconico, non sapeva a cosa pensare né tanto meno cosa dire e così, alla fine, si arrese al silenzio che anche Peter sembrava aver deciso di mantenere. Era tutto così strano, così fuori dal comune che proprio Elisabeth non sapeva come comportarsi... in mente le balenavano milioni di pensieri e immagini, ma l'unica cosa che riuscì a fare, completamente d'istinto, fu spostare la sua mano sinistra sulla destra di Peter, che era appoggiata al cambio, e posarla delicatamente lì, sulla mano di Grant che sobbalzò appena, sorpreso da quel inaspettato contatto... così dolce e leggero che non poté fare a meno di sorridere pensando che quello era un segno, anzi IL segno che tutto sarebbe andato bene e che Elisabeth sarebbe rimasta al suo fianco, sempre e comunque, fidandosi per l'ennesima volta delle sue parole e di lui.
***
Edward's P. O. V:
non appena uscì da scuola mandò un SMS a John
A Central Park fra 30min.
E.
dopo pochi minuti gli arrivò il messaggio di conferma così si mise a camminare svelto verso il polmone verde di New York, deciso a non perdere nemmeno un minuto. Una volta arrivato si recò al consueto punto di ritrovo e attese l'arrivo dell'amico; non appena lo vide gli andò in contro - scoperto qualcosa? - gli chiese John non appena fu abbastanza vicino per farsi sentire - forse sì... - rispose Edward - cosa intendi per forse? - - intendo dire che non ne sono certo... - John lo guardò in modo accigliato - quindi? Spiegati meglio... - Edward sospirò - mia sorella Savannah è sulle tracce di Peter ed Elisabeth, sapendo che li avrebbe cercati ho chiesto ad un vecchio amico, un hacker, di clonare il suo telefono... - il ragazzo fece una pausa - ... e? - incalzò John - e quindi so dove sta andando. In tempo reale. - - perfetto! - esclamò l'amico entusiasta - non così in fretta... - disse Edward spegnendo tutta la sua euforia in meno di un secondo - ma che dici...? - domandò infatti John, sembrava sorpreso - tu non verrai - fu la risposta secca dell'amico - cosa?! Ma sei matto?! - -no. Quando Savannah scoprirà che ho clonato il suo telefono, e credimi che non ci metterà molto, si arrabbierà e verrà a cercarmi. Se tu fossi con me... stanne certo... questa volta non ti lascerebbe vivere... - spiegò il ragazzo in modo terribilmente serio, tanto che l'amico non ebbe più nulla da ridire se non augurargli buona fortuna - grazie amico. - disse Edward - prometto che riporterò Elisabeth da noi - poi dopo una intensa stretta di mano i due si divisero, diretti ciascuno alle proprie faccende.
***
Peter's P. O. V:
Guardò verso Elisabeth: stava dormendo e la sua mano sinistra era ancora posata sulla sua mano destra, quella che teneva perennemente sul cambio dell'auto, la stava ancora guardando quando sentì la tasca destra dei pantaloni vibrare... ancora e ancora... doveva essere una chiamata. Spostò delicatamente Elisabeth e prese il telefono, lo sbloccò e notò che a chiamarlo era un numero privato. Chi può essere? si domandò, poi si decise a rispondere anche se sapeva che era rischioso
P: chi è?
Nessuna risposta
P: allora? Chi parla?
Nessun rumore
Peter staccò il cellulare dall'orecchio, guardò lo schermo: "chiamata terminata". Tutto questo non è normale si disse e spinse sull'acceleratore sperando di arrivare il prima possibile all'unica destinazione sicura che gli era passata per la testa...
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