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PROLOGO: LA COLLANA MAGICA

...Quando stai per nascere tuo padre si prepara a protergerti...

...Quando stai per nascere tua madre e pronta a darti il suo amore...

...Quando stai per nascere tuo fratello desidera qualcuno con cui giocare...

...Quando stai per nascere tutti i parenti si preparano a voleti bene...

...Quando nasci tuo padre desidera il tuo amore e il tuo bene...

...Quando nasci tua madre è pronta a realizzare tutti i tuoi sogni...

...Quando nasci tuo fratello diventa geloso e dispettoso...

...Quando nasci tutti i parenti si preparano a volerti bene...

...Quando cresci tuo padre mantiene quella promessa..

...Quando cresci tua madre deisdera che tu torni piccolo...

...Quando cresci tuo fratello imparerà a crescere e a diventare grande insieme a te...

...Quandocresci tutti i parenti ti vizziano..

...Quando stavo per nascere mio padre e i miei parenti non sapevano della mia esistenza...

...Quando stavo per nascere mia madre era pronta ad abbandonarmi...

...Quando stavo per nascere mio fratello desiderava avere qualcuno con cui giocare...

...Quando sono nato mio padre desiderava uccidermi perchè sono un mostro...

...Quando sono nato mia madre ha realizzato il suo desiderio egoistico...

...Quando sono nato mio fratello e diventato un uomo capace di difendermi...

...Quando sono nato i miei parenti mi hanno cacciato come un cane...

...Quando sono cresciuto ho compreso che i lupi vivono in casa...

...Quando sono cresciuto mio padre ha sperato che scomparissi dalla sua vita

...Quando sono cresciuto mio frattello ha imparato ad amare un mostro...

...Quando sono cresciuto i miei parenti hanno sperato nella mia morte...

Dodici anni fa

Un bambino di circa quattro anni correva, i capelli rossi, troppo lunghi per essere quelli di un maschio erano pieni di terra, di foglie ed erano bagnati, i vestiti erano ridotti allo stesso modo sporchi, bagnati e strappati e il suo viso da bambina  era sporco e pieno di calde lacrime. Entrò in casa velocemente e mentre chiudeva la porta, cercò di non far rumore, poi si tolse le scarpe ma al posto di lasciarle li le nascose dietro la schiena e poi si avviò lungo il piccolo corridoio. Il bambino si fermò davanti a una porta che socchiuse piano, era la porta della piccola, disordinata e sporca cucina, che era piena di vestiti sporchi buttati per terra, il tavolo e il divano erano ricoperti di lattine di birra, bottiglie di sake e altri alcolici, piatti, bicchieri e posate sporche. Il piccolo si avvicinò piano al divano e spiò se c'era qualcuno, dopo aver sbirciato, fa rapidamente un passo indetro, spaventato, dalla persona che dormiva sul divano ossia un uomo sporco, ubriaco e vestito in kimono, in mano tiene una bottiglia di sake. Il bambino uscì dalla cucina e camminò piano fino al bagno, dove cercò di sistemarsi da solo e poi si nascose nella sua camera per sistemare le scarpe ed i vestiti. La camera del piccolo bambino era poco più grande di uno sgabuzzino, dentro c'era un vecchio futon rovinato, i vestiti del bambino erano sparpagliati per terra perchè non c'era un armadio e i pochi giochi presenti erano rotti e rovinati. Mentre il bambino cercava di sistemare i suoi vestiti, una figura entrò in camera del piccolo bambino, lui si voltò spaventato poi sorrise: "Onii-chan, ciao!". Il bambino si fiondò tra le braccia del suo fratellone: "Ciao piccola peste" Il quattordicenne osservò i vestiti, le scarpe rovinati e i capelli bagnati del bambino e il suo sguardo divenne meno dolce e più severo: "Cos'é sucesso?", il bambino abbassò la testa e non risponse, allora il ragazzo si mise allo suo stesso livello e cercò di incrociare gli occhi blu del bambino: "Non sono arrabbiato con te scricciolo, voglio sapere chi è stato a ridurti in questo stato, così ti posso aiutare". Il bambino, all'inizio stava in silenzio e tornò a cercare di pulire i vestiti, poi sussurrò qualcosa: " Sono caduto nel laghetto della scuola." Il ragazza annuì: " Avevo intuito che sei stato spinto nel laghetto, ma mi dici chi è stato a spingerti così posso dirlo alla sensei, su forza chi è stato?". Il bambino sollevò lo sguardo, gli occhi pieni di lacrime e poi scoppiò a piangere e disse: "Sono stati i sempai, appena mi sono messo a giocare con altri bambini e loro hanno iniziato a ripetere: Shonen Fuun. Io volevo solo giocare a palla con loro ma i miei amici si sono uniti al coro e io ho tirato un calcio ad uno dei sempai..." il ragazzo lo interruppe: " Quante volte ti devo dire che non voglio che tu colpisca i tuoi compagni! Neanche se ti provocano, con la violenza non si risolve nulla, promettimi che non lo farai più!". Il bambino punto gli occhi blu in quelli neri del fratello più grande: " Ma loro continuano a prendermi in giro, dicono che porto sfortuna perchè sono uno Yatsu.., se non mi difendo loro non capiscono che sono più forte e che posso difendermi! E poi arrivata la sensei che mi ha messo in punizione... alla fine delle lezioni sono mi hanno preso di sorpresa e spinto dentro una pozzangera e mi hanno gettato addosso della sabbia e delle foglie." Un rumore di vetri totti e un imprecazione interruppe la conversazione, il fratello maggiore tolse velocemente dalle mani i vestiti e li mise da lavare; "Otō-san, si è svegliato, adesso vai a prenderti un gelato che ci vediamo al parco più tardi." Un urlò non lasciò il tempo al bambino di rispondere: " Yuki dove diavolo sei?! Che diavolo è tutto questo disordine, muoviti ha sistemare disgraziato!" Il fratelo più grande si alzò in piedi: " Otō-san arrivo!". Esce dalla stanza e si avviò verso la cucina velocemente, l'uomo contiuò ad urlare:" Devi sempre riordinare prima di uscire! SEMPRE!!! Perchè non ubbidisci mai! DISGRAZIATO". il bambino spiò e vide suo padre che tirava una bottiglia contro il suo fratellone, per fortuna lo manchò, quindi si alzò in piedi e raggiunse il ragazzo e iniziò a colpirlo: "Otō-san scusami... scusami scusami", sussurava il fratello " Chi guadagna in questa casa, IOOO!". In quel momento, il bambino fece caddere qualcosa e l'uomo lo vide: " Vieni qui Hayate! SUBITO!" Il bambino guardò prima suo fratello poi l'uomo e poi decise di scappare: " Yatsu! VIENI SUBITO QUI!" Corse fino al parco e si rifugiò sotto lo scivolo e si nascose lì. Più tardi il fratello lo raggiunse, un livido sulla guancia e un taglio gli rovinava il viso, e il bambino urlò in lacrime: "Onii-chan! Scusami, ho avuto tanta paura. Non voglio più tornare a casa voglio rimanere qui con te... Possiamo nasconderci per sempre qui..." Yuki lo abbracciò e gli sorrise: "Scappare non ci servirà a niente piccolo, guarda ti ho portato un regalo". Yuki tirò fuori una collana con un ciondolo blu e delle campanelline. "Hayate questo è un dono, quando sarai solo e avrai voglia di piangere se lo guarderai ti consolerà, quando sarai in pericolo questo ti proteggerà e quando..." Hayate solleva lo sguardo e disse: "Onii-chan, non mi serve a me basta che stai con me, tu non Il bambino ricambiò il sorriso e gli prese la mano. Insieme percorserò la strada di casa ma non entrarono subito si sedettero sui gradini e Yuki sollevò lo sguardo e disse:" Guarda che bel cielo stellato", il bambino sollevò la sua piccola testa: " Onii-chan guarda una stella cadente!" il ragazzo sorrdeva dolcemente e disse piano:"Esprimi un desiderio... ma non dirmelo altrimenti non si avverrà." Hayate: - Io desidero che mio fratello stia sempre con me e che mio padre sparisca -.Yuki osservavò il cielo e dopo averne vista una brillare:- Desidero che Hayate sia felice-.

DIECI ANNI FA

Erano trascosi due anni dal giorno della collana, Hayate la indossava da allora e se la stringeva al petto per scacciare i brutti pensieri. - Da quel giorno la pietra mi difende, mi ha fatto diventare un bravo bambino ubbediente e non mi fa picchiare nessuno -. Hayate correva verso il parco dove lo aspettava Yuki, che compiva sedici anni, lo scricciolo aveva un regalo molto speciale: una collana in stile milittare con due piastrine una con sopra il nome di Yuki e una col suo. Gli è l'aveva fatta un amico del fratello in cambiodi qualche lavoretto come fare graffiti sul muro della scuola e un paio di furtarelli al chioschetto vicino. Appena ragiunse il parco lo vide che parlava con dei suoi compagni e subiro corse fino a lui e lo abbracciò: "Oniichan, Buon compleanno" Yuki ricambiò sorridendo, i suoi amici lo osservarono stupiti e poi una ragazza disse. " Fujiwara, noi andiamo ci vediamo più tardi" Lui rispose: "Oggi non posso, mi dispiace, devo stare con Hayate". La ragazza ribatte: " Eddai per una volta lo puoi lasciare con i tuoi genitori, vieni al Karaoke con noi, dobbiamo festeggiare il tuo compleanno." . Yuki la osservo irritato, ma Hayate parlò prima che lui le potesse rispondere: " Onii-chan, perchè non vai con loro, io torno a casa da solo e poi ci vediamo al parco sotto casa per giocare a baseballE Hayate dopo aver detto questo corse a verso a casa salutando tutti, felice che il fratellone avesse degli amici così gentili. Arrivato a casa guardò con paura la porta e la aprì piano, entro in cucina e si lavo le mani poi spio sul divano. Il padre lo osservò, il bambino fece un passo indietro, pensava stesse dormendo, il padre si alzò in piedi: "Siediti!", Disse e indicco per terra e poi si mise a tavola per mangiare, dopo qualche minuto Hayate alzò la mano per chiedere il permesso di parola , l'uomo annuì. " Otosama posso mangiare qualcosa per favore?". Il padre annuì di nuovo e prese una ciotolo di zuppa e gliela rovescio in testa, fortunatamente era tiepida, il bambino sollevò la testa terrorizzato: " Se mi dai una buona ragione ti nutro altrimenti muori di fame". Il bambino non sapeva cosa rispondere, non era la prima volta che suo padre gli faceva questa domanda e lui la sbagliava sempre. Il padre continuò a mangiare e poi gli chiese: "Guadagni da mangiare? Contribuisci alle spese di questa casa?. Il bambino rispose: "No, Otōsama"
Il padre concluse il discorso:" Allora non mangi". Dopo mezz'ora finì di mangiare:" Vieni qui". Hayate andò lì e si mise a sparecchiare sotto lo sguardo vigile del padre, Mise la scodella del riso e del piatto del lavandino, poi prese le bachette del padre e il suo bicchiere, mise via gli avazi e prese la bottiglia di sakè, ma quaesta gli scivolò di mano e si ruppe. Il bambino cercò di correre verso la porta ma l'uomo lo afferò per i capelli e gli mollo una sberla e poi un altrà, il bambino cerco di liberarsi dalla stretta dell'uomo, che gli sferrò un calcio nello stomaco. Poi lo lasciò ed uscì fuori dalla stanze e se ne andò a lavorare.
Un'ora dopo Yuki entra in casa e trova il bambino intento a lavare i piatti la testa china sul lavandino, Yuki si avvicino preoccupato e lo chamo: " Hayate..." Hayate si girò e sorrise: " Bentornato Oniichan". Yuki non chiese niente sapendo benissimo cos'era sucesso e i due stettero per un pò zitti, poi Yuki tirò fuori dalla cartella dei dolce e dopo averli mangiati e aver riso come matti, Hayate corse in camera sua e gli portò il suo regalo. Yuki lo abbracciò dopo averlo aperto:" E' bellisima, grazie Hayate", Hayate rispose: "Così stiamo sempre insieme".

Ma la parola insieme che dicono ai bambini non esiste.

Qualche giorno dopo Yuki e un suo amico studiavano per un esame importante in giardino, durante la partita una macchina elegante si fermò davanti alla loro casa, un l'autista aprì la portiera del passegero e dalla macchina escirono due anziani e un donna più giovane, questi si guardavano intorno e poi il loro sguardo si soffermò sui due ragazzi. Yuki fece cadere i libri e sussurò incredulo: -Obāsama, Ojisama e Okāsama, cosa ci fanno qui -. Yuki salutò il suo amico e scappò in casa, chiuse con forza la porta e corse in cucina dove c'erano suo padre e Hayate: "Otō-san! Stanno arrivando i membri della famiglia Fujikawa". Il padre si alzò in piedi e si avviò verso la porta, annuendo e disse soltanto: "Lo so sono stato io a chiamarli". Prese per i capelli Hayate:" Muoviti Yatsu!" e senza dargli il tempo di rispondere lo trascinò nella sua stanza. Poi con violenza lo spinse contro il muro e gli diede una sberla: "Non ti devi muovere da qui HAI CAPITO!" Il fratello più grande dopo avergli raggiunti afferò il braccio del padre e lo sipplicò: "Otōsan, lascialò stare! Per favore" Il padre gli scompligliò i caapelli e gli disse: " Vai di là, oppure lo uccido!". Hayate lo guardava con terrore poi abbassò lo sguardo e disse: " Perdonatemi Otōsama starò qui bravo e in silenzio". Otō-san e Yuki uscirono dalla stanza, non prima che Yuki gli desse un carezza, e si avviarono nella cucina.

Non saprò mai cosa si disserò in quella cucina. Mi ricordo solo che dopo qualche ora mio padre mi tirò fuori da quella stanza ed io corsì in cucina, che trovai vuota sul tavolo una lettera con sopra la mia collana e una busta, presi la lettera e la collana, ma mio padre me la strappò di mano e la bruciò davanti ai miei occhi. Non saprò mai cosa accade in quella cucina ne cosa ci fosse scritto in quella lettera. Sapevo solo che in quella busta c'era "La vendita" di mio fratello

...So solo che in quel giorno, mio fratello senza dire una parola mi abbandono...

Fratello mio...Sei andato via lasciandomi... da solo con troppi ricordi... che mi collegavano a te... io sono solo adesso... 

Ma hai fatto una cosa giusta..se mi avessi lasciato con qualche parola o sorriso... probabilmente mi avresti impedito di andare avanti...Di diventare un uomo a soli sei anni...sicuramente sapevi che questa era la mia debolezza...Ti ringrazio per avermi insegnato...la parola odio!

GLOSSARIO

Shonen Fuun= Il Ragazzo sfortuna

Onii-chan, Otō-san/sama, Obāsama, Ojisama e Okāsan,=Fratello, papà, nonna, nonno e madre (il sama viene utilizzato per  un contesto molto  formale.)

Yatsu = Bastardo

Sempai= compagno più grande

Sensei= insegnante

Kimono= tipico vestito giapponese

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