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"Puoi lasciarti andare"


•Theo•
Se c'è una cosa che odio più di soffrire è vedere gli altri soffrire.
Certo ,Miles e Zoë sono miei amici, mi stanno simpatici, ma in questo momento non sono in vena di sentire frasi tipo:"andrà tutto bene, non preoccuparti"
Perchè sono preoccato, non posso nasconderlo.
Comincio a perdere le speranze. Sono passati solo tre giorni che a me sono sembrati anni.
Ho insistito per rimanere qui con Shai, e nonostante tutte le loro proteste ho vinto io.
Sono riuscito a dormire almeno una notte intera, senza paura che lei potesse svegliarsi mentre dormivo. I dottori continuano a dire che le condizioni sono stabili.
Questo vuol dire che non ci sono miglioramenti. Zero. Niente.
Non ho più nemmeno la forza di piangere. Somo distrutto, ma non ho intenzione di andarmene. Sento che non è ancora il momento. Non sono ancora pronto per lasciarla qui, sola. Ma forse non lo sarò mai.

•Shailene•
Ora sento ogni singola parte del mio corpo.
Sto migliorando, lo sento.
Non so quando riuscirò a svegliarmi, se ci riuscirò.
Però ho anche paura di scoprire perchè sono ridotta così.
Forse è questo che mi impedisce di tornare:paura.
Si, devo trovare un modo per combatterla.
Devo penaare a qualcosa di bello, qualcosa per cui valga veramente la pena svegliarsi.
Un ricordo felice, una persona.
Ancora quel nome: Theo.
All'improvviso qualcosa scatta dentro di me.
Certo. Theo, il mio ragazzo.
Ma non è colpa sua se sono qui. Lui mi stava difendendo.
Si. Sono sempre più vicina alla fine di questo incubo.
Non ho idea di cosa mi aspetti alla fine, ma deve per forza essere qualcosa per cui tutto questo sia valsa la pena. 

•Ansel•
Forse ho esagerato, stavolta.
Dovevo capirlo prima che lei non mi voleva. Dovevo lasciarla stare.
Ma è troppo tardi per tornare indietro. Sono stato stupido.
E me ne rendo conto solo ora. Ora che potrei avere ucciso una ragazza.
Non l'hai uccisa tu, cerco di convincermi. Ma purtroppo la realtà è ben diversa.
Ho tirato io quel pugno che l'ha fatta cadere.
È tutta colpa mia.
Non avrei dovuto reagire. Avrei dovuto rimanere lì, fermo, e lasciare che Theo si sfogasse.
Sono stato un bastardo.
Non puoi costringere qualcuno ad amarti. Specialmente se il cuore di quella persona è già occupato.
Avrei potuto tenerla come amica. È una persona stupenda, gentile e disponibile con tutti. Ho avuto un'opportunità di averla accanto e l'ho sprecata.
Stupido.

•Shailene•
Iniziavo a pensare che se ne fossero andati tutti, che mi avessero lasciato sola.
Ma ora la voce di Theo è tornata a farmi compagnia.
Finalmente, questo silenzio mi stava uccidendo. Non letteralmente.
Dice ancora che gli manco, che farebbe qualsiasi cosa per riavermi. Sta piangendo, di nuovo.
E poi dice una cosa che cambia tutto.
-Sai, se vuoi lasciarti andare fallo. Non voglio che tu soffra. Non sarebbe facile, ma lo sopporterei, sapendo che per te è stata la cosa migliore.
Mi sta dicendo che posso lasciarmi andare, mettere fine a tutto questo.
Ma io non voglio. Voglio essere di nuovo con lui. Adesso.
Era questo ciò che mi serviva.
Sapere che qualcuno teneva così tanto a me. Così tanto che avrebbe sopportato la mia assenza.
Apro gli occhi.
C'è una luce accecante sopra di me. Sono in ospedale.
Cerco di dire qualcosa ma non ci arrivo.
All'improvviso, sopra di me vedo la faccia della persona che mi ha tirato fuori da tutto questo.
Sembra incredulo. Ha gli occhi tutti rossi, allora ha veramente appena finito di piangere. No, sta ancora piangendo.

•Theo•
Devo pizzicarmi parecchie volte per convincermi che non sto sognando.
No, ha davvero aperto  gli occhi. I suoi stupendi occhi, di quel colore verde-marrone che amo. Gli occhi di cui mi sono innamorato la prima volta che l'ho vista.
Ed è di nuovo sveglia. Piango, stavolta lacrime di gioia, di sollievo e di non so cos'altro.
Cerca di dire qualcosa ma non riesce.
Chiamo l'infermiera, che arriva con altri tre dottori al seguito. Mi fanno uscire dalla stanza per visitarla e controllare che sia tutto a posto.
In questo momento mi basta anche solo sapere che è viva. Solo quello.
Aspetto in corridoio per almeno dieci minuti, poi i dottori e le infermiere escono dalla stanza.
-Sa, è praticamente un miracolo che non riporti lesioni gravi. È in grado di vedere, parlare e udire normalmente. Quanto ai movimenti non siamo ancora del tutto sicuri, dovremo aspettare almeno finchè non si sarà stabilizzata. Per qualunque cosa ci chiami.-dice uno dei dottori.
Annuisco ed entro di nuovo nella stanza.
Faccio ancora fatica a credere che sia sveglia.
Mi risiedo sulla poltrona accanto a lei. Gira la testa e mi guarda. Sono piuttosto sicuro che ogni movimento sia parecchio doloroso per lei.
Le prendo la mano e la guardo.
-Ehi. Come stai?-le chiedo sussurrando.
-Sei stato tu- dice con voce roca.
Io? Cos' ho fatto?
-Cosa?
-Tu...mi hai dato la forza per svegliarmi.-Cerca di sorridere ma fa una smorfia di dolore.
Mi viene da piangere di nuovo dalla felicità, anche se non capisco il significato di ciò che ha appena detto.
-Io? Come?
-Mi hai dato ciò che mi serviva per svegliarmi. Avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a superare la paura che avevo di cosa mi avrebbe aspettato una volta sveglia.
Sospiro e faccio l'unica cosa che forse non dovrei fare.
La bacio.

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Nonostante il titolo che non prometteva niente di buono non avete motivi per uccidermi.
Vero?

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