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Lilith non sapeva bene che dire.
Guardò i propri appunti e si incantò a guardare le slide della lezione pensando a tutt'altro. Era l'ultima settimana prima della sessione. Poi non avrebbe più visto Crystal ogni giorno, non sapeva come avrebbe fatto a donarle il sangue così, ma soprattutto non sapeva come avrebbe fatto a non sentire la sua mancanza.

Anche Crystal non aveva spiccicato parola rispetto al Sacramento, o ai riti di sangue. Conoscendola probabilmente stava aspettando dicesse lei qualcosa per prima.

Crystal guardò lo schermo del suo ipad controllando le notifiche ossessivamente. Forse ci sarebbe stata una live dei bantan, e per quanto si sforzasse non riusciva proprio a concentrarsi sulla lezione o su qualsiasi altra cosa.

«Senti ma...» spezzò il silenzio Lilith durante la pausa, Crystal le fece un cenno curioso per invitarla a continuare la frase, senza togliere gli occhi dallo schermo.
«Per la bibbia dei pipistrelli, pensavo...» cercò le parole provando a notare in lei qualche segnale, ma Cry non la guardava in faccia, forse perché solo a parlarne si sentiva in imbarazzo, ipotizzò.

«Potrei ecco...» continuò un po' incerta su cosa volesse esattamente dirle.
«Ah!» squittì Crystal, il suo volto si illuminò, poi iniziò a ridacchiare da sola. Lilith corrucciò la fronte confusa, guardandola coprirsi la bocca con una mano continuando a ridere.
«No scusa, eheheh è che, Yoongi sta per andare in live... È tutto il giorno che aspetto questo momento...» ridacchiò eccitata.

Lilith rimase di sasso, poi realizzò che il mondo non girava attorno a lei e ai suoi pensieri odiandosi per continuare ad illudersi tanto.
«Posso tenere il Sacramento?» disse sorpresa dalla propria richiesta. Cry alzò gli occhi appena su di lei, interrogativa.
«Ho visto che si sta sbriciolando praticamente, vorrei ricopiarlo a computer. Per non perdere tutte quelle informazioni preziose.  Ma non so se la legge dei pipistrelli lo vieta o qualcosa così...» Crystal si mise una cuffiette: la live era cominciata. I suoi occhi scintillarono e il suo cuore si sciolse vedendo l'immagine del suo idolo sullo schermo. Afferrò distrattamente le parole della sua amica capendone il messaggio e annuì sbrigativa.
«Sí sí, puoi farlo. Non rovinarlo però» approvò prima di lasciarsi assorbire completamente.

I bantang erano tutto ciò che aveva, non era esagerato dire che la sua vita girava attorno a loro: alle loro live, ai loro concerti, alla loro musica. Li ascoltava ogni giorno, aveva creato minuziose playlist per le loro canzoni. Sapeva fosse al limite del patologico, ma si sentiva vicina a loro. Sentiva la propria solitudine sparire e un immensa gioia avvolgerla ogni volta che sentiva la loro voce, o vedeva qualche loro foto. Per questo erano il blocco schermo di ogni suo dispositivo. Era anche grazie alla loro musica se aveva superato la depressione durante la quarantena, l'avevano aiutata ed a odiarsi un po' meno per essere un vampiro, per essere terrorizzata dalle persone, per essere sola. Sentiva la loro autenticità e il modo in cui genuinamente amavano i propri fan, scrivendo canzoni piene d'amore per loro, per lei, e questo la faceva sentire toccata nel profondo, la faceva sentire parte di qualcosa di più grande, connessa al mondo grazie alla musica, connessa a loro dato che li conosceva in maniera ossessiva.
Non c'era niente al mondo che amava o avrebbe amato più di loro. Il rapporto che aveva con loro e la loro musica era qualcosa di troppo intimo e importante per lei.

Lilith osservò la propria amica sorridere e ridacchiare come una dodicenne, venendo completamente assorbita dallo streaming. Fece un sospiro silenzioso e si alzò.
«Vado a fumare» le disse ricevendo un cenno di risposta. Andava sempre fuori a fumare con Jessica alle pause, ma non la vedeva così andò da sola convinta che si sarebbero incrociate fuori.

Un piccolo fastidio in petto.
Ammise a se stessa di provare solo un piccolo insignificante fastidio in petto.
Doveva considerarsi stupida ad essere tanto coinvolta in tutto quello quando evidentemente per Crystal non era così?
No, non era Crystal a sbagliare erano i suoi sentimenti ad essere esagerati. Non poteva essere gelosa di una boyband. Era una cosa da fidanzatini adolescenti tossici. Poi non era gelosa di loro: loro non potevano dormire con Crystal, o abbracciarla, loro non potevano donarle il sangue. Lei sì! E questo bastava a consolarla.
E poi sapeva che per lei quei sette ragazzi fossero tipo una delle poche cose capace di mantenere la sua voglia di vivere abbastanza in alto da uscire di casa. Era grata di poter vedere almeno una volta ogni tanto Crystal ridere come una ragazzina e riempirsi di vita ed emozioni. Era bello vederla felice: per quanto ad una piccola parte di lei ferisse sapere di non essere altrettanto nei suoi pensieri, l'affetto che provava ogni volta che la vedeva essere se stessa, felice come una bambina, era tanto da cancellare qualsiasi tipo di offesa o dolore che potesse provare o trattenere nel proprio cuore. Non aveva mai provato nulla di simile per qualcuno. Di solito si approfittava di quelle sensazioni malsane per allontanarsi subito, eppure con lei non ci riusciva proprio. Provava solo un immenso desiderio di vederla brillare, di vederla crescere, fiorire.

Erano i suoi sentimenti, era perché si stava realmente innamorando di lei? D'altronde l'amore era quello: voler vedere quella persona felice con o senza di te.
O era solo l'effetto del morso? Era solo il bisogno che aveva di lei, di farsi mordere di nuovo, di appartenerle. Era solo il bisogno viscerale di un animale fatto preda pronto a sfamare il proprio predatore?

L'aria fresca le pizzicò le narici, estrasse di tasca il tabacco sfuso e iniziò a rollarsi una sigaretta continuando a riflettere. Jessica la raggiunse presto, e fortunatamente senza l'intero gruppo dei suoi amici.
«Come va amo?» la salutó con il proprio drunmino tra le dita.
«Mah... Hai da accendere?» Jessica le prestò l'accendino e entrambe accesero le proprie sigarette lasciando andare la stanchezza e la tensione di quelle giornate. Faceva freddo, odiava l'inverno.
«Non lo so, misà che non gliene frega niente di me. A Cry. Penso sia tutto nella mia testa. Cioè, sicuramente non le piaccio così tanto, forse un po'.» disse i propri dubbi ad alta voce, Jessica annuì ascoltandola.
«C'è più che altro, "un po' meno"» disse a se stessa indicando il proprio cervello.
«Dio, sono pazza. È che poi, cioè io sono troppo narcisista. Penso sempre che ci provino con me! Ma non è reale! Non posso pensare che chiunque mi guardi o parli e non sia etero sia segretamente innamorato di me! Devo smetterla di farmi delle fottute aspettative su qualsiasi fottuta cosaaa» Jessica rise di gusto analizzando le sue parole, cercando il consiglio migliore da darle, ma senza avere fretta di interromperla.

«Poi è assurda, ha questa fissa per i BTS. Che io, cioè la capisco, perché da adolescente ero uguale, eh. Al concerto dei The Pretty Reckless mi sono tolta il reggiseno e quasi l'ho lanciato sul palco a quella figa assurda di Taylor, la cantante. Cioè in realtà la invidio Cry, invidio che le sia rimasto questo attaccamento da adolescente ai suoi idoli. È molto più facile avere emozioni positive così. Sei felice per poco... Però è anche una cosa che ti ancora al tuo mondo interiore, è una fuga dalla realtà. Come se preferisse i legami con delle persone che non potranno mai deluderla perché non sanno che esiste, piuttosto che rischiare di vivere la vita vera e provare quel tipo di gioia, e di conseguenza di paura, e delusione nel peggiore dei casi. È come se non fosse pronta per vivere.
Cioè; è così. Lo dice anche lei. Ne è consapevole, d'altronde studia psicologia»

«Eh, sì la penso uguale. Anche io poi ho avuto una fase da fan sfegatata dei BTS... durante il COVID, mi davano proprio una via di fuga e tanta positività. Cioè la loro musica è davvero bellissima e positiva. Mi ha aiutato molto, però finita la quarantena ho concentrato le mie energie sulla vita vera. Forse lei non è pronta, non ha quella forza ora » Lilith apprezzò tanto la saggezza della sua amica. Era sempre analitica senza mai sbilanciarsi da nessuna parte. Le piaceva che fosse molto comprensiva nei confronti di Crystal, anche perché se avesse detto qualcosa di negativo su di lei probabilmente si sarebbe arrabbiata.
«Hai ragione. Forse sottovaluto la sua condizione psicologica... A volte dimentico quanto faccia fatica, è che mi sembra così affidabile e forte...» fece un tiro lasciando sfumare le sue ansie.
«Invece lei si vede come uno sgorbio, debole e imbarazzante... che stupida. Invece è proprio bella...»
«Sí, infatti! Oggi con quella cravatta anche gli altri hanno detto che è proprio bellissima e stilosa» Lily provò una punta di orgoglio ingiustificato e sorrise gentilmente a Jessi che aveva sempre la pazienza di ascoltare le sue paranoie.
In conclusione doveva smettere di pensare così tanto a Cry, quella era l'unica cosa che poteva fare, magari sarebbe riuscita a desiderarla un po' meno così.

«Invece come è andata la tua uscita col tipello nuovo?» cambiò discorso.

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