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due

Ty, dopo avergli raccontato del colloquio, non fa che prendermi per il culo.

Sono appena uscita dalla doccia, mi asciugo e inizio a vestirmi.
"Ti faccio vedere io, brutto scimmione arrogante" dico a voce alta, mentre sistemo la camicia dentro la gonna.

"Beccati ste Louboutin tacco dodici" esce un po' del mio romano quando sono nervosa e dovreste sentirmi quando mi arrabbio, anzi meglio di no.

Vado in cucina a prepararmi un caffè quando, dalla porta, sbucano due occhi assonnati
"Finito di litigare contro il nulla?" Dice sbadigliando.

"Bravo, nen detto! È il nulla quell'uomo " rispondo sbattendo con troppa foga l'anta del frigorifero.

"Se lo dici tu.
Per me è ancora presto, torno a dormire.
Passi al negozio e mi fai sapere?" Dice mentre si gira e si avvia in camera.

"Ok" gli rispondo.
Ty lavora in un negozio di fiori.
Sono in due, e con il suo collega non hanno problemi per organizzare i turni.

Prendo la borsa ed esco di casa.

Alle otto meno cinque, sono già seduta nella  sala d'attesa di ieri.
Alle otto e quindici, ancora non si vede nessuno.

Dopo dieci minuti, ancora sono qui sola.
Mi alzo per andare alla reception, quando le porte dell'ascensore si aprono.
Il signor Dempsey e una sventola bionda escono ridendo. Poi lei gli si avvicina e gli appoggia le mani sul petto.
Lui le cinge la vita e lei gli lascia un bacio all'angolo della bocca.

La bionda si gira e si dirige verso l'altro corridoio, senza però privarmi di un suo sguardo di disprezzo.

"A dopo Pat " poi, sculettando, se ne va, credo, nel suo ufficio.

Ora l'attenzione del signor Dempsey è rivolta a me.
"Buongiorno Camille, tutto bene?" Chiede con l'aria di chi ti sta prendendo in giro, perché sa perfettamente di essere in ritardo.

"Per lei sono la signorina Torres e no, non va tutto bene. Lei è in ritardo di quasi trenta minuti e questa, a casa mia, si chiama maleducazione."
Dico guardandolo dritto negli occhi.
Ho fatto bene ad indossare i tacchi , ora sono alla sua altezza!

"Le chiedo scusa Camille, ma ho avuto un piacevole contrattempo" dice sorridendo e aprendo la porta del suo ufficio.

"Aridaie questo. Ma tutta sta confidenza?"
Dico a voce, forse, un po' troppo alta.

"Sa che è maleducazione non farsi capire?" Dice.

Ma gli rispondo subito a tono
" e lei sa che è maleducazione, dare un un appuntamento e presentarsi in ritardo? Non riesce a tenere su i pantaloni?" Realizzo tardi quello che ho appena detto.

Il signor Dempsey mi guarda con le sopracciglia alzate ma non dice una parola e con una mano mi fa cenno di sedere.
Poi, passandomi dietro, raggiunge la sua scrivania.

Resto nuovamente rapita dalla bellezza della vetrata.
Poi un colpo di tosse interrompe i miei pensieri.

"Questi sono tre  contratti, devono essere inviati entro oggi.
Massimo per le sedici, dovranno essere sulla mia scrivania.
Lei dovrà trascrivere il tutto in russo.
Pensa di essere in grado?"
Dice senza guardarmi.

*"da, urodlivyy, nevezhestvennyy" gli rispondo sfoggiando il mio sorriso migliore.
(*"si, brutto ignorante)

"Benissimo allora
La prima porta alla sua sinistra, proprio accanto alla mia.
Quello sarà il suo studio.
A dopo"

Inizia così la mia giornata.
Il mio studio è grande come tutto il mio misero appartamento.
Non ho una vetrata come il Grande Capo ma la vista è ugualmente spettacolare.

Resto incantata dai colori autunnali.
Le chiome rosse degli alberi creano un contrasto meraviglioso con il verde del prato.
Mi piacerebbe, un giorno, fare la pausa pranzo su una di quelle panchine, ma ora il dovere mi chiama.
Mi siedo e inizio il mio lavoro.

P.o.v.  Patrick

Sono le quindici e dalla stanza affianco alla mia non si è sentito nessun rumore da questa mattina.

Quella ragazza mi incuriosisce.
Non riesco ad inquadrarla, e il suo caratterino insolente  mi diverte.
È decisamente bella, anche se non valorizza il suo corpo.

I vestiti che indossa, si vede che non sono di pregiata fattura.
Ma credo che lei, starebbe bene  indossando anche il NULLA o meglio, indossando solo le mie mani.

Sorrido e decido di andare a vedere cosa sta combinando.

Mi alzo e liscio i miei pantaloni.

Busso ma nessuno risponde, così apro piano la porta.
È a testa bassa, concentratissima sul suo lavoro.
I capelli sono raccolti in una crocca e alcuni ciuffi ribelli le ricadono ai lati del viso.
Ogni tanto arriccia il piccolo naso e morde il suo labbro inferiore.
Sembra più piccola dei suoi venticinque anni.
Solo una parola mi viene in mente: sexy.

Non capisco cosa mi stia succedendo e perché questa piccola ragazza mi attira così tanto.
Eppure il mio genere di donna è decisamente diverso, basti guardare Nora, la bionda di questa mattina.

"Ecco i suoi contratti tradotti" la sua voce mi riporta con i piedi per terra.

Devo conoscerla meglio.

Camille

Schiocco le dita per attirare l'attenzione dello scimmione che mi fissa.
"Giovane, svejate " gli dico .

"Mi scusi Camille, ha finito vedo" dice ma la sua espressione non era strafottente come al solito.
"È stata molto puntuale e professionale.
Le faccio i miei complimenti"

Ok, dov'è finito lo scimmione arrogante?
Restiamo  a fissarci, i nostri occhi sono come incatenati.
Entrambi teniamo ancora i contratti in mano.

Io da un lato, lui dall'altro.

Nessuno dei due  abbassa lo sguardo.
Il suo profumo speziato, insieme al suo odore,  mi invade le narici.
È decisamente sexy e resto imbambolata mentre i nostri respiri si mischiano.

Il suono del mio cellulare interrompe qualsiasi cosa sta succedendo.
Lui si tira indietro, tossendo imbarazzato.

"Ciao Ivy, un compleanno? Ma oggi è martedì...ok a dopo"
Termino la chiamata chiudendo gli occhi e sospirando forte.

"Tutto ok Camille?" Due occhi scuri mi scrutano attentamente.

"Si grazie, un piccolo imprevisto.
Potrei uscire prima se non c'è altro?" Chiedo sorridendo.

"Hai pranzato oggi?" Mi risponde cortese ma cambiando argomento.

Cavolo, mi sono completamente dimentica!

"In realtà no ma, se potessi andare via ora, potrei farlo" chiedo cercando sempre di sorridere e essere educata.

"Andiamo, conosco un post..." non gli faccio finire la frase e smetto di sorridere.

"Per favore signor Dempsey,   se il mio lavoro è terminato vorrei andare.
Ho in impegno questa sera e vorrei cenare prima"
Perché ora è così gentile?

"Vorrei insistere...ma vedo che è inutile.
A domani allora, buona serata."

Si gira e se ne va.
Sembra che ci sia rimasto male ma è impossibile. Non avrebbe senso, male per cosa?

Prendo il mio soprabito e la borsa e mentre aspetto l'ascensore, vedo la bionda di questa mattina aprire la porta del Grande Capo sorridendo,  mentre con una mano inizia  a sbottonarsi la  camicia.

Guardo la scena con la bocca aperta e faccio un salto quando il segnale sonoro mi avverte che l'ascensore è al piano.
Entro e premo il bottone per il pianoterra.

Patrick

Nora è inginocchiata tra le mie gambe divaricate.
La mia mano tiene i suoi capelli biondi in pugno e la guido nei movimenti.
È molto brava, ci sa fare ma purtroppo nella mia mente c'è una ragazza dai capelli rossi.
Immagino che ci sia lei ora tra le mie gambe.
Penso a come sarebbe vedere il mio membro tra le sue labbra carnose.
Immagino i suoi gemiti sotto di me e vengo  riversando il mio liquido nella bocca di Nora.

Lei si alza, strusciando sul mio petto, si avvicina alla mia bocca per baciarmi ma la blocco.

"Rivestiti, ho da fare adesso"
Le dico glaciale mentre l'allontano.

"Vorrei ricordarti che non sono una puttana" risponde acida.

"Eccome se lo sei.
Sei la mia puttana al momento e lo sarai finché  mi andrà.
Il tuo lavoro nella mia azienda è quello di soddisfare ogni mio bisogno, sei pagata per questo.
Ti pago per questo, come ti pagava prima di me Aaron.
Ricordati che se ora sei qui, e non più a succhiare il suo cazzo floscio, è solo perché, quella sera che tu ricorderai bene per tutta la vita,  mi hai fatto più pena che schifo."
Le vomito tutto addosso, non ho idea di cosa si fosse messa in testa ma deve stare al suo posto.

Con le lacrime agli occhi, si riveste e se ne va, sbattendo la porta dietro di sé.

Con il mio cellulare, compongo il numero di chi cerco quando ho bisogno di informazioni particolari.
Risponde, al secondo squillo, la voce calma di una persona di mia fiducia.
"Ciao, sono io.
Trovami tutte le informazioni che riesci su Camille Torres.
Le voglio per domani mattina.
Entro dieci minuti invece, voglio sapere questa sera dove e con chi sarà."

"Ok" risponde.
Poi attacco, guardando un punto non ben definito fuori la vetrata.

Non so cosa mi stia succedendo, non capisco perché sono attratto da questa donna.

Forse perché non mi considera o forse perché mi tiene testa con il suo caratterino.

Ma sono deciso a conoscerla meglio, sotto ogni punto di vista.

Neanche cinque minuti e mi arriva una notifica sul cellulare.
È l'informazione che volevo
" ore 22, Coyote Ugly "

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Ciao!!!
Allora allora allora...ditemi, cosa ne pensate di Patrick?
E della povera Nora?
Cosa succederà al Coyote Ugly?
Se il capitolo vi è piaciuto votate e se invece, non vi è piaciuto, datemi consigli per migliorare!

Baci

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