Dal diario di Prisca
I segreti per raggiungere il successo
Non riesco a essere lucida. Sto tremando dalla testa ai piedi. Quello che ho fatto è terribile. Laura è scomparsa ed è solo colpa mia.
Ho sbagliato un'altra volta. Mi sono comportata da incosciente e presuntuosa.
Sono andata alla Polizia, dopo averla lasciata da sola. Ho provato a spiegare la situazione e qualcuno di loro è anche andato a controllare nel posto che avevo indicato. Ma non ci hanno trovato nulla.
Mi hanno mandata a casa chiedendo di tenerli informati se ci fossero stati sviluppi. Ma informarli di cosa?
Mi sono sentita una perfetta idiota. Mentre mi avviavo verso la stazione, ho incontrato Geo.
Sembrava uno zombie.
«Prisca», ha detto. Non sembrava sorpreso di vedermi, più che altro seccato. «Dov'è Laura?»
«Ha preso il treno un'ora fa, per tornare a casa»
«Ed è arrivata?»
«Credo di sì»
Lui ha tirato un sospiro di sollievo. Poi mi ha guardato con durezza.
«Lo sai in cha guaio vi stavate cacciando, sì o no?»
«Cosa intendi dire?», ho risposto, fingendo di non capire.
«Vi ho viste mentre ci spiavate. Se anche Robin vi ha visto, io... Non posso pensare che le faccia qualcosa di male. Adesso torniamo a casa insieme e poi tu non ti muovi più da lì, okay?»
Mi sono venuti i crampi allo stomaco. Tutta la tensione che ho cercato di nascondere a Laura è esplosa in quel momento.
«Che cosa stai cercando di dirmi, Geo? Robin potrebbe essere pericoloso?»
Geo mi ha guardato come se fossi stupida.
«Vuoi scherzare? Robin è un assassino»
Abbiamo preso il treno e nessuno dei due era tranquillo.
Geo ha continuato a chiamare Laura, ma lei non ha mai risposto.
Ci ho provato anch'io, ma dopo un po' il telefono sembrava staccato.
«Merda», ha detto Geo e ha dato un pugno al finestrino.
Mi ha accompagnato fino a casa. Quando siamo arrivati, mia madre mi stava aspettando fuori dalla porta.
«Prisca, grazie al cielo», ha mormorato «ma dov'eri finita? Ha chiamato la mamma di Laura. Voleva sapere dove fosse. Non era con te?»
«Sì, ma... ha preso il treno prima»
Mi sono voltata e ho visto il viso disperato di Geo.
«Devo andare», mi ha detto.
«Vengo con te», mi sono offerta.
Ma lui mi ha fulminato con lo sguardo.
«Hai già fatto abbastanza, non ti pare? Tu e le tue idee di merda. Non è un gioco, questo, lo capisci?»
Mia madre mi ha trascinato in casa e adesso sono qui che tremo. E non di freddo. Ho paura per la mia unica amica. E non posso fare niente per aiutarla. Tutte le regole per il successo adesso mi sembrano futili. Provo a scrivere quella che mi è venuta in mente ieri, tanto per scacciare un po' la tensione. Questa notte, di sicuro, non dormirò.
Sii disponibile
Per le persone che lo meritano, cerca di esserci sempre. Quando ti chiedono un favore, non esitare. Forse non verrai ricambiata, mai, ma ti sentirai meglio.
(... e potrei andare avanti, se non fosse che le lacrime mi impediscono di continuare a scrivere)
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