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Cap 33


Geo sfila il nastro argentato dai miei capelli e lascia che mi cadano sulle spalle.

«E' ancora quello del nostro primo handfasting?»

Annuisco. Siamo in camera sua e abbiamo appena finito di baciarci. Mi gira la testa, perché sono sempre un po' ubriaca di lui.

«Ti va di provare una cosa?», mi dice.

Ha quello sguardo nero a cui non riesco a dire di no. Si sposta un ciuffo di capelli dagli occhi e afferra i miei polsi. Mi tira verso sé e mi bacia di nuovo.

«Prima però dobbiamo spogliarci»

Si toglie la maglietta e mi guarda mentre sfilo reggiseno e pantaloni.

Passa una mano sul mio seno.

«Come fai ad avere una pelle così liscia...», mormora.

Il mio sguardo è distratto dai suoi addominali. Gli salterei addosso. Ma lui mi blocca dal fare qualsiasi cosa.

Mi fa sdraiare supina e mi prende le braccia.

«Se senti male dimmelo, okay?»

«Okay»

Trattengo il fiato. Mi lega i polsi dietro la schiena con il nastro. Inizia a baciarmi il collo, la faccia, la schiena e le spalle. La sua lingua fa su e giù sul mio corpo, dalle cosce alla testa.

«Cosa vorresti fare, Laura?»

«Abbracciarti, per esempio, ma mi hai legato», scherzo.

«Perché questa sera faccio tutto io», mormora «e un giorno se vorrai proveremo il contrario»

Sento che sono già eccitata, eppure non è ancora successo niente di strano.

Geo mi passa la lingua in mezzo alle gambe. Mi dimeno e mi lascio andare in un gemito di piacere.

«Brava», mormora lui e mi accarezza tutta la schiena.

«Vuoi che entri dentro di te?»

Ridacchio. La situazione mi imbarazza un po'.

Geo mi mette una mano sulla fronte e mi costringe ad alzare leggermente la testa.

«Mi vuoi, Laura?»

C'è qualcosa di diverso nella sua voce. E' quasi un richiamo che arriva da lontano, da una parte sconfinata del suo cuore a cui ancora non ho avuto accesso. Mi ricorda l'ululato dei lupi, quando vedono la luna.

«Sì che ti voglio», sussurro «ti voglio come non ho mai voluto niente nella mia vita»

«Sei ancora mia?»

«Sono tua», rispondo. Sto ansimando. La bocca di Geo è vicina al mio orecchio. Lui infila il suo pene dentro di me.

«Sei sempre coì bagnata per me, piccola pattinatrice ribelle»

«Ribelle?»

«Ti ho dovuta legare, perché altrimenti non mi avresti permesso di fare questo»

Geo si spinge dentro di me e inizia a muoversi.

Non riesco ad assecondare i suoi movimenti. Sono bloccata completamente da lui. E mi piace da impazzire.

Geo trova sempre qualcosa che riesca a sorprendermi.

I suoi movimenti si fanno più veloci e ripetitivi e sento che sto per raggiungere l'orgasmo.

«Vengo, Laura», mi dice. Non so che fare, così rimango immobile, mentre lui arriva sulla mia schiena.

«Impazzisco per te», mi mormora in un orecchio.

Poi si lascia cadere di lato e guarda il soffitto, ansimando.

«Adesso mi liberi?», mi lamento.

Geo scoppia a ridere.

Quando ci siamo sistemati sotto le coperte, Geo prende il nastro e lega le nostre due mani insieme.

«Che fai?»

«Voglio che tu rimanga con me stanotte»

«E cosa dico a mia madre?»

«Che rimani qui»

«Non sarà contenta. E non oso immaginare che cosa penserà Mario. In più domani devo andare a scuola, lo sai»

«Allora dille che stai da Prisca. Tanto avete appena fatto pace. Ti prometto che ci sveglieremo in tempo per accompagnarti a scuola.»

«Devo chiederlo a lei, prima»

Faccio la telefonata a Prisca e le spiego la situazione. Mentre parlo, Geo mi stuzzica i capezzoli. Mi viene da ridere.

Quando riattacco, dico: «Per lei è okay. Escludiamo che le nostre mamme si possano sentire, questa sera»

Mando un messaggio a Ross, poi spengo il telefono. Non ho alcuna voglia di leggere la sua risposta.

Mi accoccolo tra le braccia di Geo e accarezzo il suo petto con la mano libera.

L'altra non la posso ancora usare. E' legata insieme alla sua.

«Siamo così belli quando stiamo bene insieme», sussurro «mi sembra quasi di vederci come se ci guardassi con gli occhi di un estraneo. Laura e Geo. La pattinatrice e il barman. Lei non vede i colori, lui glieli fa sentire sulla pelle tutti i giorni. Lei sta diventando una maga del sesso...»

Geo si sporge verso di me e mi blocca le labbra con un dito. Sembra preoccupato.

«Questo mai», sussurra «tu rimarrai sempre la mia piccolina»

«Ma Geo...»

«Dico sul serio, Laura»

Sento le palpebre che iniziano a farsi pesanti. E' stata una giornata lunghissima.

«Vorrai sempre solo me?», mi chiede Geo.

Sento la sua mano che mi accarezza i capelli.

«Sì», rispondo.

Non c'è posto migliore delle sue braccia, per lasciarsi andare a un sogno.


  "Wendy run away with me, I know I sound crazy don't you see what you do to me?""Wendy we can get away, I promise if you're with me say the word and we'll find a way."  

Ha senso sperare che tu sia il mio lost boy? Wendy si innamora del più convinto lost boy di tutti: Peter Pan. Adoro quella storia perché rende l'idea di come deve essere per me un amore: avventura. Mi sento come quando Wendy torna a casa e non può più tornare all'Isola che non c'è. Solo che non l'ho deciso io. 

Non svegliarmi... Voglio sognare ancora. Senza sogni sono una stupida lost girl. 

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