Lascio che qualche ragazza si faccia avanti, poi mi accorgo che è il mio turno.

Non so bene che colore scegliere. Mi piacciono tutti e ognuno ha un significato talmente speciale.

Mi posiziono al centro della pista e cerco di rimanere concentrata.

Monia annuisce come per incoraggiarmi. Inizio la mia coreografia con le mani sul viso, come se volessi coprirmi dalla luce accecante del sole.

Il giallo mi dà forza. Il giallo infonde calore al mio corpo.

Giallo. Ho deciso? Appena eseguo un angelo, mi rendo conto che quel colore non soddisfa la mia coreografia. Non starò eseguendo l'esercizio nella maniera corretta, ma adesso penso all'azzurro. La mia gamba si solleva quasi a toccare il cielo.

Immagino di saltare nel buio ed eseguo un doppio axel, seguito da un triplo toe loop. Il mio grido nell'oscurità. Perché il nero fa parte della mia vita più di qualsiasi altro colore.

Quando eseguo la trottola, penso al viola. Mi immagino di essere una fatina magica, che sprizza polvere di brillantini ovunque. Sorrido, mentre chino la testa e poi giro sempre più veloce.

La mia sequenza di passi si ispira alle nuvole bianche. Le mie mani afferrano pezzi di cielo e lo spostano di qua e di là.

Quando ho finito, mi sento come se fossi stata in un frullatore di colori.

E penso a Geo.

Shake my colors, tesoro mio. Come sai fare solo tu.

L'allenatore applaude.

«Una bella lezione di come chi vede il mondo in bianco e nero possa farci sentire sulla pelle più di un colore alla volta», commenta Salvatore.

Prisca annuisce. Pensavo fosse gelosa, invece la sua espressione è solo di ammirazione.

«Laura oggi ha pattinato sull'arcobaleno», commenta l'allenatore.

Il cuore mi va a mille e riesco a biascicare solo un "grazie".

Monia mi rivolge un sorriso gonfio di orgoglio.

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