21. OSIAMO INSIEME.
Sir Kita osservò Joka con uno sguardo intenso, come se stesse cercando di leggergli l'anima. Poi, con un sorriso malizioso, prese la mano di Joka e lo condusse dolcemente verso di sé.
«Credo che prima di fare qualsiasi altra cosa, dovremmo lasciarci andare, così come abbiamo fatto a casa mia, a casa tua, voglio che questa diventi più di un attrazione...», disse, avvicinandosi a Joka con un desiderio nei suoi occhi.
Joka si scostò improvvisamente, arrossendo sulle guance, «Scherzi? Vuoi davvero capire se le Ombre sono in grado di innamorarsi? Perché io non... ti amo...».
«Bugiardo. Lo leggo nei tuoi occhi», rispose Sira Kita, posando la mano sulle labbra di Joka.
«So che nascondi qualcosa, Joka. Posso sentire il tuo cuore battere forte ogni volta che sono vicino a te», disse Sir Kita, la sua voce era morbida e avvolgente.
Joka si sentì ancora vulnerabile di fronte alla percezione acuta di Sir Kita. Si morse il labbro inferiore, sentendosi ormai incerto su come rispondere. Era vero che qualcosa stava cambiando dentro di lui, ma non era ancora pronto ad affrontare quella verità.
«Non lo so, Kita... Forse... Forse è troppo presto per dirlo», balbettò.
«E non dimenticare Le Prof...», aggiunse poi con un mormorio.
Sir Kita sollevò leggermente un sopracciglio, «Ah? Forse è troppo presto, sì. Ma non posso ignorare quello che sento, né posso ignorare quello che vedo nei tuoi occhi», disse, la sua voce ora più morbida, come se cercasse di rassicurare Joka.
Joka si sentì diviso tra il desiderio di aprirsi completamente e la paura di essere ferito. Respirò profondamente, cercando di trovare le parole giuste.
«Non so, è probabile che stai andando oltre...», balbettò.
Sir Kita sorrise leggermente, avvicinandosi a Joka con un movimento fluido, poi posò la mano sul viso dell'altro, cercando il suo sguardo.
«Allora lasciamolo andare oltre, di cosa hai paura?», gli domandò.
Joka sentì i polsi battere freneticamente. Era come se Sir Kita stesse leggendo i suoi pensieri più profondi, scavando nell'intimità del suo essere distorto. Con un'espressione incerta, egli si lasciò trasportare dalla calma e dalla sicurezza che il preside emanava, «Ho paura... paura di quello che potrebbe significare... paura di cosa potrebbe succedere se mi lasci andare oltre».
Sir Kita gli accarezzò il viso con il pollice, cercando di tranquillizzarlo.
«Capisco la tua paura, Joka. Ma a volte dobbiamo osare, altrimenti non possiamo mai conoscere la bellezza e l'intensità della vita, anche qui, nel Metaverso», disse, il tono della sua voce era morbido come un soffio di vento primaverile.
Joka chiuse gli occhi per un istante, cercando di trovare la forza per superare le sue paure. Sentì la mano di Sir Kita sulla sua pelle, una carezza leggera ma carica di significato. Lentamente, aprì gli occhi e incontrò lo sguardo di Sir Kita, vedendo lì una promessa di speranza e di amore.
«Forse... forse dovremmo osare», sussurrò Joka, sentendo il suo cuore battere forte nel petto.
Sir Kita sorrise teneramente, una luce di gioia brillava nei suoi occhi.
«Allora osiamo insieme, Joka», disse, avvicinandosi ancora di più, finché i loro respiri si mischiarono in un'unica sinfonia.
«E da cosa iniziamo, mia notte stellata?», domandò Sir Kita, mentre continuava a guardare Joka con intensità, dove anche il suo sorriso malizioso si fece più dolce e rassicurante.
«Iniziamo da dove ci siamo fermati l'ultima volta, lasciamo che il nostro legame cresca e diventi qualcosa di più di una semplice attrazione», disse, accarezzando delicatamente il viso di Joka.
Joka sentì desiderio e dolcezza, le parole di Sir Kita risuonarono profondamente dentro di lui, toccando corde che non sapeva nemmeno esistessero. Con un respiro profondo, egli decise di lasciar andare le sue paure, almeno per un momento, e di vivere il presente.
«Va bene», sussurrò, le guance ancora arrossate. «Iniziamo da qui, ora.»
Sir Kita sorrise, il suo sguardo si ammorbidì ulteriormente, poi posò un bacio leggero sulle labbra di Joka, approfondendolo fino alla perdita del respiro. Allo stesso tempo le sue mani giocarono il suo costume, ma Joka lo fermò.
«No. Perché fermarci solo al piacere fisico? Di solito si inizia con una cena sì, ma in un ristorante elegante, a lume di candela... quella cosa lì...», suggerì l'Ombra di Akira.
Sir Kita scoppiò a ridere, «Sei serio, Joka?».
Joka mantenne lo sguardo fermo su Sir Kita, il rossore sulle guance ora accompagnato da soffice sorriso, «Sì, sono serio. Se vogliamo che questo sia più di una semplice attrazione fisica, dobbiamo costruire qualcosa di vero, qualcosa che vada oltre il Metaverso...»
Sir Kita osservò Joka per un momento, sospirando, «Va bene allora, iniziamo da una cena. Un ristorante elegante, a lume di candela, come hai detto tu. Accetto la tua proposta. Stasera stesso. Ti verrò a prendere alle otto».
Joka annuì avvolgendo le braccia attorno al collo di Kita, «Alle otto, allora. Dove mi porti?».
«Sarà una sorpresa. Ora però usciamo da qui, devo tornare in ufficio e svolgere le mie mansioni di preside, mi hai fatto perdere già abbastanza tempo...», provocò Kita, gemendo leggermente.
«Oh, capisco. Quindi mi stai dicendo che le mansioni da preside sono più importanti di noi?», disse Joka con un sorriso malizioso, sollevando un sopracciglio mentre le sue dita tracciavano un lieve percorso sul collo di Sir Kita.
Sir Kita trattenne un sospiro, sentendo il tocco delicato di Joka.
«Ah! Non direi così! Ma sai com'è, le mie responsabilità...», rispose, con la voce che tradiva un accenno di desiderio mentre cercava di mantenere il controllo.
Joka allora, divertito dalla reazione di Kita, decise di spingersi oltre, «Responsabilità, dici? E se ti dicessi che potremmo gestire quelle responsabilità... insieme? Magari con qualche piccola distrazione lungo la strada?».
Sir Kita ghignò, «Sei un provocatore, Joka. Ma bisogna essere in due per ballare il tango...».
Con un movimento rapido ma delicato, Sir Kita afferrò la mano di Joka, portandola sopra la cerniera del costume e ridacchiando, «Così come ti piace tirarla giù... chissà se saprai resistere mentre mi osservi tutta la sera mangiare sushi...».
Joka rise, lasciandosi coinvolgere nel gioco di provocazione. «Oh, credo che potrò resistere abbastanza bene, specialmente se mi prometti di farmi assaggiare qualche pezzo!» rispose, alzando un sopracciglio in modo giocoso.
Sir Kita scosse la testa con un sorriso, divertito dalla risposta di Joka. «Forse farò un'eccezione per te, ma solo se ti comporti bene», disse con un tono scherzoso, mentre continuavano a camminare verso l'uscita dal nascondiglio artistico del preside.
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