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2. ARTE TERRIFICANTE.

Era un nuovo giorno, e i fiocchi di luce solare penetravano attraverso le crepe nelle nuvole oscure che si arrovesciavano sopra la città delle Ombre. Anche se alcune scure e spaventose con occhi bianchi, e altre colorate esattamente come gli umani con occhi gialli, le Ombre vivevano solenni passeggiando tra le vie dell'Universo Cognitivo senza pensieri.

In questa atmosfera, si ergeva la Scuola d'Arte di Sir Kitagawa, Ombra di Yusuke Kitagawa, oppure Sir Kita, come voleva essere chiamato da tutti, compresi i suoi studenti.

Una scuola con parametri uguali alle scuole americane, ma con un tocco in più. Lì, ogni genere di forma d'arte era insegnato, tra cui la pittura classica, quella digitale, persino lezioni di musica e teatro, il cui insegnate era Le Prof, Ombra di Akechi Goro.

Nel cortile della scuola, l'aria era vibrante di energia creativa mentre gli studenti Ombra si dirigevano verso le loro aule, ognuno con il proprio strumento artistico in mano. Alcuni portavano pennelli e tavolozze, pronti a dipingere il loro mondo interiore; altri tenevano in mano strumenti musicali, ansiosi di esprimere le proprie emozioni attraverso le note.

Altri ancora recitavano per i corridoi, impersonando ruoli di grandi opere teatrali.

Sir Kita, con il suo costume da Fox in nero e il sorriso affabile, si muoveva tra gli studenti, accogliendoli con un gesto gentile e un'occhiata scrutatrice. Era un maestro nell'arte della pittura e della manipolazione, capace di piegare la volontà degli altri alla sua.

Infatti, dietro la sua maschera di gentilezza si celava un'intelligenza acuta e astuzia.

Le Prof, invece, impartiva lezioni di teatro nel grande auditorium della scuola. Con la sua voce profonda e il carisma irresistibile, incantava gli studenti con lezioni sulla recitazione e sull'espressione emotiva. Però, anche lui nascondeva un lato sinistro di sé.

Mentre il giorno nel Metaverso proseguiva, gli studenti affondavano sempre più nei loro studi artistici, immersi nel mondo della creatività ed espressività. 

Dietro la facciata luminosa della scuola si nascondevano segreti oscuri e trame sinistre, pronte a mettere alla prova la determinazione e il coraggio degli studenti. Uno di questi era il rapporto fisico tra Sir Kita e Le Prof, un'intesa che andava oltre la semplice collaborazione professionale.

Era una relazione intensamente passionale, nascosta agli studenti, dove ogni bacio, ogni carezza, respiro, si trasformava in una violenta dichiarazione di puro piacere.

Questi gesti, anche se discreti, erano evidenti negli sguardi maliziosi che si scambiavano quando si incontravano nei corridoi. In particolare, Sir Kita, oltre a essere il preside, ricopriva il ruolo di unico professore di pittura classica, il che ne aggiungeva un'ulteriore aura di segretezza.

Egli, in passato, aveva già dovuto affrontare le proibizioni che l'attrazione per Le Prof portava con sé, quando la loro relazione fu temporaneamente interrotta a causa dell'intervento di una delle sue studentesse, che, afflitta dalla gelosia, aveva cercato in tutti i modi di ottenere l'attenzione intima del preside.

A causa di ciò, Sir Kita, noto per il suo comportamento poco ortodosso di portare le studentesse nel suo ufficio per motivi non strettamente didattici, si era trovato al centro di un intrigo amoroso che aveva alimentato la gelosia sia da parte della studentessa che di Le Prof.

Quella mattina, fermo davanti all'entrata della scuola, ornata da un enorme autoritratto di Sir Kita seduto sulle ginocchia aperte vicino a un ghiacciaio, con la katana in mano mentre a terra giaceva la maschera kitsune, si trovava Joka.

«Non ricordavo quanta magnificenza può nascondere ancora lo schifo che è Sir Kita. Credo che sia giunto il momento di entrare e ottenere qualche risposta, capire cosa sia realmente successo dopo che Akira è diventato il fidanzato di Goro Akechi...», mormorò tra sé, grattandosi il mento.

Joka varcò la soglia della scuola d'arte avanzando con un passo deciso, mentre il suo sguardo giallastro tagliente scrutava ogni angolo, cercando indizi su ciò che poteva essersi svolto dopo l'inaspettata relazione tra Akira e Goro Akechi.

Mentre avanzava attraverso i corridoi, il suono nitido dei tacchi degli stivali che indossava echeggiava lungo i muri decorati di quadri i cui soggetti non erano sempre falsi, alcuni di loro erano degli studenti intrappolati per punizione.

Nonostante ciò, ogni passo di Joka era deciso, determinato, regalando bellezza dove non c'era, come se portasse con sé una promessa di rivelazioni imminenti.

Le code del suo cappotto nero, inoltre, che ondeggiavano dietro di lui, aggiunsero un tocco di eleganza insolita al suo passo. Ogni movimento delle code, mosso dalla sua energia nervosa e concentrata, sembrava quasi predire l'azione imminente, come se fossero le ali di un corvo nero che scrutava il terreno in cerca di prede.

Quando giunse davanti alla porta dell'ufficio del preside, bussò, e subito si udì la voce di Sir Kita gridare dall'interno, «Entra, è aperto!».

Joka allora mosse la porta lentamente, rivelando l'interno dell'ufficio del preside, avvolto da un'atmosfera artistica e inquietante, dove Sir Kita stesso era seduto dietro la scrivania, con un'espressione maliziosa sul volto, perché aveva udito il rumore dei suoi passi.

«Joka», disse, non facendo scomparire la malizia sul suo volto, «Che piacere vederti qui. Cosa ti porta a visitare la nostra umile scuola d'arte? Ancora?».

Joka non rispose immediatamente, ma si limitò a osservarlo con uno sguardo penetrante, cercando di attraversare la sua gentilezza per scoprire la verità nascosta dietro di essa. 

Egli si avvicinò alla scrivania, prendendo il mento del preside tra le dita della mano guantata rossa sinistra, «Dovresti già saperlo, Sir Kita», rispose infine, «Sono qui per capire cosa è successo tra te e Le Prof».

Sir Kita si alzò dalla sua sedia con un movimento brusco, avvicinandosi a Joka.

«Ah, vedo che sei ben informato sui pettegolezzi che circolano per la scuola e fuori dalla scuola. Ma sono certo che tu sappia che qui, è la mia Scuola d'Arte, e qui, io e il mio vice preside ci atteniamo a standard molto elevati di riservatezza e professionalità».

Joka rise, non lasciandosi intimorire dal tono placido del preside e mantenendo la sua espressione impassibile, «Non prendermi in giro. So benissimo quali standard tu cerchi di mantenere con il mio ex compagno di letto, Sir Kita. Ma sono qui perché ho letto la notizia della gelosia di una studentessa e sul probabile rapporto che hai con lui, voglio sapere».

Un sorriso sottile ghigno giocò sulle labbra di Sir Kita, che non raggiunse mai i suoi occhi, poi il preside si sedette comodo e accavallò le gambe, «Allora, mio caro Joka, siediti. Abbiamo molto di cui parlare».

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