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"Il nettare degli dei"

Mi sembrava che tutta la vita volesse sgorgarmi dall'anima.

(Dostoevskij)

La sveglia suona isterica, sono distrutta e vorrei dormire per almeno altre cinque ore, ma il dovere chiama.

Ho bisogno di un bagno caldo, cammino quasi ad occhi chiusi per la stanchezza e sono tutta dolori, apro l'acqua calda, che riscalda piacevolmente l'ambiente, mi spoglio e sciolgo i capelli ancora legati dalla coda che ho fatto ieri sera, guardo il riflesso nello specchio sopra il lavandino.
No! Merda!

Ho dei lividi sul collo, delle dita, sono di Simon, viscido bastardo! Tolgo il cerotto dalla fronte, ho una bella ferita.

La fortuna sempre dalla mia eh!

Mi alzo sulle punte dei piedi per controllare meglio, il fianco sinistro è ricoperto da un livido viola enorme, oddio mio, sfioro appena la pelle e sussulto per il dolore, siedo nella vasca tenendomi strette le ginocchia.

Il calore culla il mio povero corpo  sofferte, sono ancora scossa per ieri sera, se non avessi avuto la verbena sarei morta, mi correggo, se non fosse stato per il vampiro Lestat probabilmente sarei morta.

C'è così tanta confusione nella mia testa che neanche sento più quello che penso.

Mi distendo supina immergendomi completamente nell'acqua calda, la ferita in fronte brucia un po', apro gli occhi che impiegano qualche istante per abituarsi.
C'è silenzio qui sotto, solo il fruscio dell'acqua, come stare dentro una bolla, ecco avrei voluto stare in una bolla per un po'.
Se solo potessi.

Comincia a mancarmi il respiro, ma voglio ancora godermi questa quiete, la sensazione di calma totale, tengo duro e non mollo, finché i miei polmoni in astinenza mi obbligano ad uscire per riprendere fiato. Breve ma intenso.

Non esiste bolla che possa strapparmi dalla realtà, l'unica cosa che posso fare è scontrarmi con essa e non lasciare che le emozioni prendano il controllo della mia vita, semplice, no?

Avvolta in un asciugamano che profuma di talco torno in camera, mi sento decisamente meglio, mi asciugo in fretta e indosso una tuta nera, voglio stare comoda, sistemo i capelli legandoli come mia abitudine.

I lividi sono troppo evidenti, prendo la trousse che mi ha regalo Liz per il mio diciassettesimo compleanno, prendo il fondotinta e lo stendo su tutto il collo, coprendo tutti i segni, per sicurezza questo lo porto con me, infine metto un cerotto sulla ferita.

Sul pavimento trovo il trench nero in pelle di Lestat.
Ho dimenticato di restituirglielo, lo prendo, frugo nelle tasche, c'è solo uno scontrino del Crystal bar, che getto sul letto.

Porto il cappotto vicino al viso e lo annuso curiosa, ha un buon profumo, il profumo di Lestat presumo, è inebriante, bleah!

Raggiungo il piano di sotto, in soggiorno mio zio siede pronto per la colazione, Dora sistema un vassoio sulla tavola, okay disinvolta, prendo posto velocemente.

"Buongiorno Dora, zio Cedric" accenno un sorriso, l'uomo sgrana gli occhi verdi e guarda la mia fronte, è preoccupato, mi sento tremendamente in colpa, la governante segue agitata la scena "Ho fatto un incubo! Nel svegliarmi ho picchiato la testa, tranquilli sono sana come un pesce!"  mento, se solo sapessi cosa ho combinato ieri sera, comunque pare bersela.

Verso del caffè dentro la tazza mangiucchiando dei biscotti, Dora si avvicina per mettere della frutta fresca sul tavolo per completare l'opera.

"Signorina, per caso ieri sera è uscita? Mi è sembrato di aver sentito il cancello aprirsi" chiede, mi viene quasi un infarto, non sputare il caffè! Disinvolta!

"No" sorrido e prendo una mela "L'avrò immaginato o sognato" dice ridendo e uscendo di scena.

"Zio, ascolta vorrei vedere le foto..di quella mattina alla Talamaska, voglio vederli"

L'uomo perde colore in viso e prende un sorso d'acqua "Gesù Kat, i-i-o poss-o farlo m-m-a non credo s-s-ia una b-buona idea" spiega e noto le sue mani tremare, sulla fronte qualche gocciolina di sudore comincia a scendere.

"Voglio vederli" ribatto "Sono immagini forti, i-i-o non credo c-c-he dovresti" continua lui.

"Ho bisogno di vedere quelle foto, è un mio diritto" sentenzio, l'uomo scuote la testa contrariato e poi annuisce tornando a bere un po' d'acqua ancora scosso.

"Te le farò avere" sussurra ancora pallido "Oh! Adesso scappo è tardissimo" mi alzo e raggiungo la porta.

"Katherine, sicura che sia tutto apposto?" la voce di mio zio è in cerca di qualche indizio, lo so "Certo!" dico sfoderando un sorriso.

Arrivo in classe, la professoressa non è ancora arrivata, Liz mi salta di sopra, sussulto per la fitta di dolore che mi causa il suo abbraccio, delicata come un elefante.

"Ei, tutto bene?" chiede guardandomi mentre riprendendo fiato "Si si, ho sbattuto mentre dormivo" mi costa un sacco mentire alla mia bionda, io e lei non abbiamo segreti, ma non posso dirle la verità.

Le ore passano e la mia mente ripercorre tutte le scene della sera prima, cambiano i volti dei professori ma io rimango sempre estranea a tutto, mi perdo fra i pensieri.

È ricreazione, nel corridoio l'aria è congela, io e Liz siamo davanti il distributore automatico per prendere del caffè "Kat hai una faccia, sei sicura di stare bene?" chiede  "Oh per favore! Si! Stai tranquilla" tocco la ferita, quando smetterà di bruciare?

"Oh cazzo, Jace in vista....si sta avvicinando, ehm si, si... sta venendo verso di noi" parla piano poi guarda subito le sue unghie.

"Ciao" il ragazzo parla a me, la bionda prende casualmente, il telefono e si allontana, no torna e salvami!

"Come stai?" Continua guardandomi "Molto bene grazie, tu?"  "Bene, io..." si sofferma sul mio collo "C-cosa..?" sfiora la pelle con le dita curioso, mi sposto immediatamente e copro subito il collo con la mano.

Lasciatemi in pace dannazione!

"Devo andare, ciao eh" mi fiondo nel bagno delle ragazze, il fondotinta si sta togliendo e i lividi si intravedono, prendo la boccetta dalla tracolla e lo spalmo nuovamente sulla pelle, adesso va meglio.

Sono le sedici e mezza e mi trovo in camera mia sepolta da libri, ho  finalmente  finito il tema su Shakespeare, sistemo i libri e scendo di sotto.

Ho voglia di un gusto, Dora prepara sempre cibo su cibo, infatti quando arrivo in cucina la trovo lì intenta a tagliere una zucchina,  trovo un succo di more e una macedonia "Sei il massimo!" mi guarda con le guance arrossate e mi regala un dolce sorriso "Questa è da parte di suo zio" e posa accanto a me una post-it, ma un sms? No?

'Katherine, mi dispiace dovertelo comunicare così ma è stato tutto molto improvvisato, sono dovuto correre a Nashville per delle questioni della Talamaska, non rientrerò prima di lunedì, Dora sarà con te, tranne sabato sera, ha degli impegni famigliari, quindi sarai sola. Per qualsiasi cosa chiama oppure rivolgiti a lei.
Mi raccomando fa attenzione, un abbraccio. Ps: non ridere di me ma ho rotto anche questo telefono troverò presto un degno sostituto
Rido scuotendo la testa, come si fa? Rompere telefoni sta diventando uno sport per lui.

La casa tutta mia per un una sera, fantastico, immagino film horror a tutto volume, schifezze, pigiamone e baccano fino all'alba.

Dora mi fa tornare sulla terra parlando "Per domani sera visto che non ci sarò  le preparo qualcosa che poi può riscaldare"  "Oh no, tranquilla non preoccuparti, ma se posso, come mai non ci sarai?" chiedo curiosa.

"Sai che la mia dolce Maryse lavora per dei teatri, c'è il suo primo spettacolo a Jacksonville è la protagonista! Non potevo certo mancare" com'è fiera, mi si riempie il cuore.

"Oh è fantastico falle le congratulazioni da parte mia e divertiti!" Sono sinceramente felice per Maryse, sua figlia, l'avevo vista più volte negli anni, non troppo, il suo sogno è la recitazione ed è sempre in movimento teatro dopo teatro sperando di farsi strada nel settore.

Torno in camera mia ed il cellulare squilla, rispondo subito, è Davis.

-Kat! Come stai? Sei sparita...hai scoperto qualcosa?

Oh cavolo, se avevo scoperto qualcosa? Ho scoperto letteralmente un mondo.

- Ciao! Ehm non molto sono stata indaffarata

-Capisco, beh se vuoi domani pomeriggio ci vediamo.

Non sono pronta ad affrontarlo e odio dover mentire, avrei dovuto inventarmi qualcosa.

-Oh cavolo! Vorrei ma sono davvero incasinata in questi giorni, facciamo prossima settimana okay? Adesso scappo ciao!

Chiudo in fretta la chiamata e mi lancio straziata sul letto, squilla di nuovo il telefono "E che palle" strillo agitando le mani verso il soffitto.

-Splendore!

-Bionda!

-Allora, che facciamo stasera?

-Veramente non ho molta voglia di uscire

-Oh mio dio che palle Katherine Stone! Sembri una cinquantenne in menopausa, stasera sono tutti al Jayson!

-Davvero, non mi va, vai tu tranquilla!

-No! Non credere di liberarti di me!

Dice facendo una risata malefica, ecco quando fa così mi fa spaventare sul serio.

-Ho appena saputo che mio zio sarà fuori, c'è solo Dora in casa stasera, vieni da me dormi qui, vediamo qualche film spaventoso!

-Dora può essere corrotta! Hai la villa libera e non fai un mega party? Mi deludi Stone! Potrem..

-Widmore non provarci nemmeno il tappeto del salotto puzza ancora di sambuca.

-Okay okay, ma scordati le cazzate macabre, hai bisogno di relax ho una grande idea! Una serata al femminile! Sono proprio un genio! Ci penso io, alle ventuno sono da te.

- Che stai farsugl...

Riattacca, ho la migliore amica più strana del pianeta.

Sono le dieci meno un quarto di sera quando Liz suona alla porta della villa.

La bionda indossa una tuta rosa fenicottero, due cerchi argentati penzolano dalle sue piccole orecchie, con se ha un borsone, ovviamente rosa, con scritto 'Queen' in dorato, con tanto di corona stampata, è davvero enorme, ha portato la casa per una sola notte.

Mi abbraccia fortissimo, ma allora lo fa apposta, ai!  "Così mi uccidi" rispondo ridendo " Io posso" risponde con finta aria altezzosa, raggiungiamo la mia tana.

Si libera come un ninja del borsone "Allora, Suor Caterina sei troppo sciupata ultimamente" dice girando per la stanza come se fosse un Generale dell'esercito "Sopratutto nevrotica! Stasera ci dedicheremo a noi! Creme e maschere per il viso" parla così veloce che mi sento ubriaca  "Dobbiamo R-I-L-A-S-S-A-R-C-I!" è così dalla nascita, giuro.

Vista l'assenza dell'uomo di casa, ci intrufoliamo in costume nell'idromassaggio del bagno di quest'ultimo.

"Ricca per un giorno, povera per una vita!" dice la bionda appollaiandosi nell'acqua calda.

"È casa tua questa, lo sai Liz Widmore " rispondo levandomi l'asciugamano, scoprendo il mio corpo, i momenti successivi mi sembra di stare in agonia in attesa della reazione di Liz che non tarda ad arrivare.

"Che cazzo hai fatto?"  guarda il fianco con la bocca spalancata "Oh niente, sai ieri l'incubo" indico la ferita nella fronte "Mi sono azzuffata con il letto, mi avresti preso in giro per la vita intera se mi avessi visto" rispondo cercando di metterla sul ridere.

Mi studia per un attimo, mi conosce da sempre, i suoi occhi mi lasciano intendere che non se la beve, ma per fortuna capisce quando non deve essere invadente così, si gira.

"Avrei preferito che mi dicessi che fai sadomaso, però okay.." parla gesticolando  "Liz" la sgrido mentre entro il primo piede nell'acqua.

Restiamo per un ora a mollo, imitando la scena della morte di Jack in Titanic, forse avrei dovuto ometterlo, è imbarazzante.

" E adesso..." esclama la bionda smanettando lo stereo "Tocca alle maschere!" parte una canzone che conosciamo bene, Domino di Jessie J appena il beat parte deciso con la voce graffiante della cantante ci guardiamo sapendo già cosa succederà.

Saltiamo sul letto cominciando a saltellare, lei afferra il telecomando dello stereo confondendolo con un microfono "I'm feeling sexy and free like glitters raining on me " comincia a strillare sentendosi una vera rock star.

Principe Fuffy si nasconde spaventato sotto il letto.

Non trattengo la risata e casco come un sasso nel letto non riuscendo a smettere di ridere, lei mi segue ridendo a crepapelle "Abbiamo bisogno del nettare degli dei!" esce dal borsone due bicchieri per martini e una bottiglia di tequila, l'alcool per noi è vietato, teoricamente, ma diciamo che sappiamo procurarcelo.

"Ti adoro anche se dovresti sapere che il nettare degli dei è il vino" le faccio notare ridendo non potendo credere realmente a quante cose popolano quel borsone.

Riempie i bicchieri e me ne porge uno "Alla nostra" brindiamo facendo scontrare i bicchieri.

Dopo aver scolato quasi mezza bottiglia di Tequila ed esserci sentite in un qualche Talent Show di danza la bionda è sopra di me intenta a spalmarmi una maschera per il viso.

"Allora con Jace? Avete chiarito? " chiede concentrata  "Diciamo...mi ha chiesto scusa e poi mi ha confidato di avermi ancora per la testa, lo capisco e rispetto i suoi sentimenti ma ciò non toglie il fatto che è stato un coglione!" spiego

"Beh ti do pienamente ragione sorella! Però ci tiene davvero a te, è un ragazzo meraviglioso in tutti i sensi sei sicura che non ti interessi più? Magari anche solo instaurando un rapporto d'amicizia con benefici eh? Hai bisogno di tranquillizzarti bella mia" chiede finendo la sua opera d'arte.

Mi guardo allo specchio, sollevandomi dal letto, sono orribilmente verde, non contenta mi acceca con fette di cetrioli e si distende accanto a me.

"Preferirei vomitare! Non intriga minimamente i miei ormoni, non più lo sai, gli ho voluto bene, lo farò sempre, è fantastico ma non fa per me, sembra esserci tutto ma non c'è niente, magari sono io il problema, certe volte credo di non essere fatta per queste cose, lo sai mi sembra tutto così superficiale e poi non sono in cerca di ragazzi, davvero non è fra i miei interessi..preferisco stare da sola"

Non c'è bisogno di dire altro Liz conosce tutto di me in profondità, ne avevamo parlato già parecchie volte in passato.

Non sento la necessità di dover avere qualcuno accanto, non ho neanche il desiderio, prima di Jace avevo baciato solo due ragazzi, uno alle medie che preferisco non ricordare perché l'unica cosa che ricordo è la cipolla, il secondo era un ragazzo che frequentava la mia scuola, che un giorno preso di coraggio invece di chiedermi di uscire pensò bene di infilarmi tre metri di lingua in bocca, così come presentazione.
Jace invece con i suoi modi dolci e gentili era riuscito a colpirmi, è stata una piacevole parentesi della mia adolescenza.

"Ti troverò fra cinque anni qua con altri mille Principe Fuffy a parlare di lupi mannari e vampiri è vero?" chiede disperata

"Molto probabilmente, io invece ti troverò circondata da modelli che ti fanno strip privati vero?" rispondo ridendo "Senza alcun dubbio"
"A proposito Jared?" Chiedo con tono malizioso, lei avvampa e comincia a ridacchiare "Domani sera ceniamo da lui! Ha casa libera!" dice "E...Ti piace?" continuo sentendo il liquido verde in faccia asciugarsi.

"Beh è ovvio che mi piace, non so se mi spiego, hai visto i suoi muscoli? E non hai visto il resto" mi fa l'occhiolino, le do una spallata "Scema dico sul serio" continuo

"Come intendi tu? No, come intendo io, beh sì, mi limito a vivere la nostra passione senza freni e basta, amici come prima" conclude lei con un ghigno "Jenna? Com'è?" chiedo

"Le hanno prescritto altri psicofarmaci, ogni volta che li cambia va fuori di testa, dovresti vederla, abbiamo mandato Daisy per qualche giorno da una sua compagnetta con la scusa" sospira

"Come sta?" "Non è di molte parole per adesso, sopratutto da quando suo padre è andato via, quando mamma prende nuovi farmaci il codardo scappa al sicuro" sospiro.

È anche suo padre, ma se può preferisce ometterlo.

"Karen è diventata matta quando ha saputo dell'audizione di Daisy, stava per farsi un biglietto aereo, per fortuna sono riuscita a convincerla a non farlo, ha gli esami non può rischiare tutto così" continua "Sai che non puoi farlo nemmeno tu" sussurro piano.

"Non ho molta scelta, certe volte vorrei andare via, fare l'adolescente sconsiderata, gettare dei vestiti nel borsone e correre lontano, mandarli al diavolo, allontanarmi da loro e da tutti i loro casini.... ma Daisy, è una mia responsabilità"

"Sei coraggiosa Widmore, la più coraggiosa di tutte, ma sappiamo entrambe che non dovrebbe esserlo, Daisy non è tua figlia, non è giusto che tu debba prenderti il carico di questa situazione" continuo, lei annuisce poco convinta.

La serata trascorre fra creme e scrub e altre torture, ovviamente immancabili i  racconti espliciti ma sopratutto esilaranti di Liz, crolliamo esauste e brille nel letto.

La mattina seguente sento strillare, infilo la testa sotto il cuscino "È tardissimo" sbraita Liz preoccupata, sento che si sta mettendo le scarpe, farfuglia qualcosa su Principe Fuffy, si è addormentato sopra di lei distruggendo la sua capigliatura, mi saluta velocemente e corre via.

Mi alzo, è ora di pranzo inoltrata, sono felice di aver passato una serata normale fra amiche, rotolo in fretta in bagno e mi sciacquo il viso.

Tutte le creme hanno fatto effetto ho il viso più pulito e visivamente curato. E brava Widmore!

In cucina trovo un bigliettino scarabocchiato dalla Governante
"Corro dalla mia Maryse, incrocia le dita per lei! Per qualsiasi cosa chiamami! Ps: In camera c'è un fascicolo che tuo zio mi ha chiesto di darti, lo trovi sul comodino"

Finalmente, sola.

Un fascicolo anonimo giallo pergamena è sul comodino scuro.

Mi avvicino, accanto al Dossier la foto incorniciata dei miei genitori che mi tengono per mano.

Posso farcela.

Siedo sul letto e prendo un bel respiro.

Infilo le dita nella carta spessa giallognola e sento i bordi della carta fotografica al suo interno.

Estraggo le foto, mi stanno tremando le mani.

La prima, ritrae la Talamaska frontalmente, a qualche metro di distanza, suppongo sul marciapiede difronte, si intravedono sulle scalinate dei sacchi neri distesi malamente.

Quelli sono loro, lì dentro ci sono loro.

Mi concentro sullo scatto successivo, molte figure sono fra le scalinate, alcune di queste spingono due barelle con sopra i sacchi, verso l'entrata della Talamaska.

Mi lamento, non riuscendo a controllarmi, sento il petto scalciare forte.

Scopro l'altra fotografia e appena poso gli occhi la lancio sul comodino.

Le lacrime frenetiche scivolano, mi porto entrambe le mani sugli occhi. Devo farcela.

Riprendo la foto, faccio un respiro profondo e apro gli occhi, scontrandomi senza veli con la realtà dei fatti.

Mi lamento, singhiozzando.

I due sacchi neri con la zip abbassata lasciano intravedere per metà i cadaveri, sono sopra dei tavoli metallici che si distanziano di qualche centimetro.

La mia mamma e il mio papà, sono ricoperti di sangue.

La mia dolce mamma, ha tutti i capelli arruffati e inzuppati di sangue, appiccati sulla fronte.

Ha il volto ricoperto da lunghi e profondi graffi, uno le crepa un'occhio chiuso.

Un altro parte della fronte fino ad arrivare al mento, sfregiando le sue dolci labbra.

Sul suo collo, una quantità mostruosa di fori, sono morsi.

Una ferita le squarcia lo zigomo, lasciando intravedere la carne.

È ricoperta di scuri lividi.

Il mio papà, è irriconoscibile.

Anche lui è ricoperto di sangue e morsi, ha la bocca tumefatta, nella tempia sinistra si intravede una botta, che gli ha fracassato l'ossatura.

Sull'attaccatura del cuoio capelluto, è privo dei suoi folti capelli, qualcuno li ha strappati via.

Sono irriconoscibili.

Un ricordo sbiadito mi passa per la mente, i loro volti sorridenti mentre ballano, siamo nel giardino dei genitori del mio papà, è estate, una festa forse un mio compleanno o forse quello dei nonni.

Continua a chiamarmi con la mano "Vieni amore di mamma!" non riesce a finire la frase, papà ridendo la solleva circondandola con le sue braccia forti, facendola roteare, e lei ride, dio come ride.

È bellissima, mentre ridacchia di pancia verso il cielo scoprendo la sua dentatura perfetta, abbassa il viso paonazza, mentre papà alza il volto chinando la testa per guardarla meglio e le canticchia dolcemente la canzone in sottofondo con gli occhi incollati ai suoi

"Cause we're living in a world of fools, breaking us down! When they all should let us be we belong to you and me" mamma si porta una mano sulla bocca mentre le guance si colorano ancora di più e si unisce al canto "Ahh! How deep is your love, how deep is your love i really need to learn" scuotono la testa a ritmo avvicinandosi fino a sfiorarsi i nasi, papà le lascia un casto bacio sulle labbra e poi entrambi si girano guardandomi.

Papà stacca una presa dalla mamma e mi incita con la mano "Occhioni vieni qui!" la donna lo segue e nuovamente torna ad incitarmi agitando la mano.

Dai miei occhi, scendono lacrime amare che mi inondano il viso, vorrei poter spiegare quello che sento.

Ma questo dolore straziante e lancinante, non è descrivibile in nessun modo.

Il singhiozzo non mi lascia respirare mentre corro in bagno per vomitare appena in tempo dentro la tazza.

Urlo, urlo fino a sentire le corde vocali squarciarsi, fino a sentire il corpo vibrare e distruggersi per il dolore.

Rimango distesa sul freddo pavimento del bagno, con le ginocchia strette al petto, per un tempo che sembra durate un'eternità.

Finché non ho più voce, finché non ho più lacrime, finché esaurisco tutte le mie energie.








L'orologio segna le nove di sera e dalla noia ho deciso di sistemare un po' la stanza.

Prendo dei jeans dal pavimento e li sistemo nell'armadio, c'è ancora appeso il trench in pelle di Lestat, sento lo stomaco calciare, è di un vampiro.

Lo prendo, devo restituirglielo, no? NO!

Siedo a terra, continuando a fissare il trench tra le mani, me l'ha prestato per ripararmi dalla pioggia, un gesto gentile.

Non tanto il modo in cui ci siamo salutati, in effetti non ci siamo salutati l'hai mandato a fare in culo, vedi un po' tu, sicuramente sono un irrimediabile cretina, si esatto!

Ma ho due scelte stasera, stare a casa o andare a restituire il cappotto a Lestat.

Opto per la seconda, okay! La verità è che ho solo voglia di scontrarmi di nuovo con quel mondo, odio Lestat e brucerei volentieri il suo trench ma i miei genitori sono morti per colpa loro e in qualche modo voglio, devo, scoprire chi è stato, quando mi ricapiterà di conoscere un vampiro? Sarei stupida a far sfumare quest'opportunità.

Il vampiro forse sa qualcosa, è possibile? Non posso vivere con questo peso, dei vampiri hanno torturato i miei genitori e adesso girano impuniti chissà dove, posso scoprire chi è stato.

Come faccio a non agire? Ho passato un infanzia straziante, vedevo genitori passeggiare con i figli al parco, ridere e scherzare ed io fissarli da lontano, un po' come si fa quando si vede qualcosa che non conosciamo, quasi incuriosita di come possa essere, guardavo film dove ogni teenager aveva i genitori, ci litigava, si sfogava, lottava per loro, ed io, ero estranea a tutto questo.

Non sapevo cosa fosse, non lo sapevo per colpa di un bastardo succhia sangue.

Non sono un eroina, non voglio né salvare il mondo né impicciarmi in cose pericolose, voglio solo farmi giustizia, voglio solo che, chi mi ha rubato i genitori, paghi.

Ci andrò, Lestat riavrà il suo trench, ma stavolta sarò preparata, mi avrebbero riconosciuta se fossi andata lì come topo in trappola, devo mettermi qualcosa di adatto.

Penso subito ad un vestito che mi regalò Liz per Halloween qualche anno fa, lo trovo dentro una scatola sepolta da strati di polvere sotto il letto, è nero in pelle, lo provo.

Arriva proprio a sfiorare il ginocchio, fascia il corpo risaltando i fianchi, sedere ed il seno, Gesù si vede che c'è lo zampino della bionda.

Metto gli anfibi neri, niente male, ma in viso, sono troppo riconoscibile, lì tutte sono stra truccate ed io devo adattarmi, con i conati di vomito prendo i trucchi, puoi farcela.

Con un pennello spalmo un po' di terra negli zigomi, metto la matita nera dentro l'occhio e fuori per poi sfumarla facendo anche da ombretto, le lezioni obbligatorie sul make up della mia amica mi tornano utili.

Gli occhi color ghiaccio spiccano in mezzo al trucco nero, risaltando la forma a mandorla, torturo le mie ciglia con tanto mascara, che mi trasforma quasi in una kat woman.

Spalmo sulle labbra un po' di lucido trasparente, pettino i capelli neri raccogliendoli in una coda alta, le lunghezze le imprigiono in una treccia, che arriva fino al sedere.

Ti serve un tocco in più, metto un nastro viola scuro al collo, sembro una cattiva ragazza con i fiocchi, sono pronta, metto su una giacca di pelle, prendo il trench di Lestat mettendolo nella tracolla.

Arrivo davanti all'hangout alle ventidue spaccate, sono una stupida, cosa penso di fare conciata così in un covo di vampiri? Non mi è bastata l'ebrezza una volta? Qualcuno avrebbe dovuto mettermi le catene, sono pericolosa per me stessa.

Chi mi dice che Lestat è qui stasera? Lo percepisci.

Cocciuta, assetata di curiosità e domande, scendo giù dalla macchina, mi sto cacciando nei guai

Puoi starne certa!


Ciao Wattpadiani! Grazie mille per aver letto questo capito, vi anticipo che il prossimo è uno dei miei preferiti! un abbraccio!

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