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"Diavolo tentatore"

                                    "Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni."

                                                                                         Oscar Wilde

Mi sveglio con Dora fuori dalla porta che bussa "Signorina, signorina!" chiama molto vivacemente "Signorina!" capisco che devo alzarmi, non ho chiuso occhio,  siedo sul letto esausta.

"Eccomi! Sono sveglia" prendo una vestaglia e apro la porta  "Oh cielo! Cara non pensavo stesse dormendo, ma sono le dieci e suo zio è di sotto, chiede di voi per iniziare" spiega, Cavolo!  

Il sabato è l'unico giorno che, almeno una volta al mese, ha libero e teniamo a trascorrere del tempo insieme "Dammi qualche minuto e vi raggiungo" corro in bagno per una rinfrescata veloce, salto dentro un jeans e una maglietta larga beige.

"Buongiorno Katherine!" esordisce l'uomo vedendomi entrare in cucina "Giorno! Scusa il ritardo!" "Non preoccuparti su su mangiamo!" mi accomodo e prendo una tazza di caffè, una mela e un toast con burro.

"Mercoledì c'è il convegno di George alla Talamaska, sarà alle quindici e c'è una sedia riservata a tuo nome" lo ringrazio felicissima, successivamente raggiungiamo il gazebo.

Gli alberi di pino rendono l'area raccolta, al centro una fontanella bianca, sedie e panchine intorno, dei tavolini e un dondolo, ci sediamo su quest'ultimo a parlare di alchimia.

Quando veniamo interrotti dalla suoneria del nuovo telefono di mio zio, un altro, si allontana un po' facendo avanti e indietro, annuisce più che altro, la conversazione finisce e l'uomo torna a sedersi al mio fianco. 

"Come non detto, devo andare in riunione con dei colleghi fra mezz'ora" sbuffa sistemandosi gli occhiali nervoso, gli sorrido pacatamente "È il prezzo da pagare per essere uno Stone? " chiedo sarcastica, ricambia con un sorriso debole, accennando le rughe sul viso "Temo che la risposta sia si".


 È tardo pomeriggio e sono nella biblioteca. 

Sto appollaiata in una poltrona scura, leggendo un libro sulle rune celtiche e le loro origini, le vetrate colorate lasciano trapelare la morente luce del giorno.

 Rischio un infarto quando il mio cellulare comincia a suonare, è Davis.

-Ciao, come stai?

-Davis! Tutto bene, tu?

-Bene bene! Per caso hai chiesto a tuo zio qualcosa?

Nel suo tono impacciato avverto allarmismo, così vado verso la porta della biblioteca in mogano scuro e la chiudo.

-Ho fatto alcune ricerche ma non ho trovato niente, non capisco come sia possibile è come se gli articoli non esistessero, come se non fossero mai stati scritti! Così ho chiesto a mio zio, ma non l'ha presa bene, ha smentito categoricamente tutto.

-Okay okay, da dove comincio...- farfuglia assorto - Non arrabbiarti, allora, mio padre stamattina è venuto in camera mia infuriato, voleva sapere come avessi preso quelle informazioni e gli articoli di giornale, beh ecco, non te l'ho detto ma le avevo prese dalla sua ventiquattro ore..

Articoli di questo genere nella valigetta di un professore dell'Università Talamaska ? Una qualche lezione sulle bufale? Ferma Kat, una cosa per volta.

-Davis! – rispondo sgridandolo

-Lo so, lo so non dovevo, ma sapevo che ti sarebbe piaciuto.

-Da quando mi piacciono i ladri? Non dovevi.

Gesù ma si può? Cos'è una mossa per conquistarmi magari?

-Lo so! Ma aspetta, mi ha detto che tuo zio l'ha chiamato informandolo, per questo ti avevo detto di essere vaga - sbuffa

- Vaga? È stata la cosa più sbagliata mettere mio zio in mezzo! Beh scusa ma potevi essere chiaro vista la situazione non credi? 

- Ero convito che lasciandoti intendere la situazione non ti saresti interessata.

- Ma certo diamine! Fare queste cazzate rischiando di creare disagi a lavoro a tuo padre o mio zio!

-Mi dispiace averti messo in questa posizione, ma il mio vecchio non è uno che regala attenzione e tempo facilmente e non mi è andata a genio la sua reazione

-Beh in effetti anche mio zio mi è sembrato esagerato, ma è normale si preoccupano per noi....e poi dai! Hai rubato materiale della Talamaska, se non fosse per tuo padre saresti nei guai.

-Kat ti assicurò che c'è qualcosa che non quadra, tu fa pure finta di niente io non voglio farlo, se hanno reagito così male vuol dire che sotto c'è qualcosa e io voglio sapere cosa.

Anch'io ho voglia di scoprirlo, Davis è cresciuto con un padre un po' rigido moralmente, l'ha sempre ignorato, sminuito oserei dire, crede che il figlio debba seguire le sue orme e farsi valere in futuro alla Talamaska.

L'ho conosciuto proprio perché suo padre ha fatto di tutto per avvicinarlo a me, una sorta di strategia, mio zio pensò che un amico mi avrebbe aiutato a integrarmi nella nuova realtà, per il padre di Davis di conseguenza significava avvicinarsi alla dinastia Stone, spesso nei ranghi alti è così indipendentemente dal settore.

Lo conosco da sempre ed è un ragazzo che desidera solo l'approvazione del padre, vorrebbe vederlo posare il  telefono e la valigetta per un solo minuto ed essere fiero di lui, non riuscendoci ha cominciato a fare di tutto pur di attirare la sua attenzione, la sua, più che curiosità è voglia di mettersi in mostra.

Da quando sono nata tutto quello che riguarda la Talamaska mi riguarda, è parte della mia vita ancora prima che nascessi, è parte di me.
Ma disubbidire a mio zio non lo è, eppure i conti di Davis tornano, è di parte e lo so ma non è da mio zio reagire così per una sciocchezza e la reazione del padre di Davis, porta acqua al mio mulino. 

-Ok, va bene va bene, hai ragione, brutto diavolo tentatore! Continuiamo a informarci sul locale, ma facciamo attenzione non voglio creare altre tensioni con mio zio tanto meno fra te e tuo padre.

-Perfetto! Comunque mio padre dopo la ramanzina ha preso la cartelletta e adesso non li ho più ma per fortuna, il genio del male che è in me, giorni prima mi ha fatto fare la scannerizzazione di tutti i documenti, ho tutti i file nel pc, stasera te li mando via email

Farlo prima e rimetterle nella valigetta furtivamente?  Davis genio del male, voglio troppo bene a questo ragazzo, ma sono costretta a soffocare una risata
- Aspetto la tua email ora scappo ciao!

So che mio zio non sarà felice, ma infondo cosa sto facendo di male? Quello per cui sono nata. 

Credo di aver mangiato troppo purè per cena e quasi sento lo stomaco scoppiare, apro la porta della mia camera e trovo il gatto addormentato sulla sedia della scrivania, quanto è coccoloso!

Lo prendo delicatamente, i suoi occhi smeraldo si aprono e mi studiano,  lo lascio sul letto e mi metto accanto a lui cominciando a coccolarlo, inizia a fare le fusa come solo un vero principe sa fare.

Squilla il telefono e miagola il suo disaccordo, lo afferro subito mettendomi a pancia in giù e il micio si strofina addosso.

-Ei splendore! Bettany ha organizzato una festa a casa sua sabato prossimo mi ha chiesto se andiamo.....verrà pure Jared, confermo?

-Bettany? Ma ci saranno tutte le barbie porno! - rispondo disperata

-Oh che palle dai! Alcool gratis, ci divertiamo un po'!

-Va bene va bene! Conferma 

-Sei la migliore! Perfetto ci vediamo a scuola!

Questo lunedì mattina il cielo è grigio e pioviggina, del sole non c'è traccia, fa freddo.
Mi preparo per andare a scuola, indosso un jeans chiaro e un maglioncino blu scuro e i miei adorati anfibi.

Faccio uno chignon non proprio perfetto, prendo il mio trench in pelle e afferro la tracolla, scendendo come una furia.

Dora è pronta con un caffè in un bicchiere d'asporto e una mela verde in mano "Grazie mille! Sei un angelo!" si limita sorridermi dolcemente, prendo in fretta la colazione dalle sue mani e mi metto alla guida.

So che non si dovrebbe ma, mentre guido mangio la mia mela e sorseggio il mio caffè, godendomi il nuovo bolide, con il sorriso di un ebete alzo il volume della musica, seleziono What i've done dei Linkin Park e la sparo a tutto volume, urlando come una scimmia, tanto qui nessuno può sentirmi.

Arrivo a scuola e parcheggio in fretta, scendo con il bicchiere fra mani, tira davvero molto vento, rabbrividisco e stringo più forte il bicchiere per godermi quel morente calore.
Una macchina posteggia accanto alla mia, riconosco subito la Toyota Pryus, è Jace.

Scende dalla macchina con i capelli spettinati che gli stanno comunque bene, indossa dei pantaloni neri e un maglione bianco, è protetto da un giubbino jeans.
Resta per un po' fermo a guardarmi, poi si avvicina "Buongiorno! Quella è la tua nuova macchina?" Chiede sorridente sopprimendo uno sbadiglio.

"Buongiorno, si un regalo di mio zio" insieme ci incamminiamo verso l'entrata "Ci sei sabato da Bettany?" Domanda distrattamente "Sisi sono con liz e un nostro amico!" mi guarda appena pronuncio la parola 'amico' e mi sorride abbassando lo sguardo, oh-oh, non significa niente.

Forse capisce che mi sono accorta della sua reazione e torna a cercare il contatto visivo sorridendo un po' impacciato e sentenzia "Allora ci vediamo lì!" e con questo si confonde tra la folla di studenti.


Arrivo in classe e Liz mi fulmina con lo sguardo "Tutto bene?" chiedo perplessa, lei contorce di più il viso in disaccordo, è impazzita. 

"Appena provi di nuovo a uscire con questi capelli.." e avanza a grandi passi fermandosi vicina al mio viso "Io giuro che ti do un pugno!!"

Sfila l'elastico e scioglie lo chignon facendo scivolare i capelli fino ai gomiti "Liz!" la richiamo scioccata "No smettila, guarda! Stai una divinità con questi capelli, li hai lunghi e lisci, sai che c'è gente come me che sta ore a lisciarli  e appena esce di casa contenta del risultato diventa un cactus? Sei irrispettosa !" rido vedendo come è seria ma poi noto che sofferma troppo lo sguardo alle mie spalle, verso la porta dell'aula. 

Mi volto curiosa e scovo Jace, impalato davanti la porta, questa non è la sua classe.

È bloccato e mi guarda, le sue guance presto diventano rosse, mi fissa colto sul fatto per poi distogliere lo sguardo e in fretta andare via. 

"Mi sa che non l'ha superata la rottura!" dice la bionda con un tono da so tutto io "Oh che palle!" il nostro professore di chimica entra e subito ci sediamo.

Ho compreso adesso la reazione del ragazzo, mi conosce bene, conosce ogni dettaglio delle mie piccole abitudini, sa che sciolgo i capelli solo in occasioni, private.

Il pensiero mi da un brivido che mi porta a ricordare tutti i nostri momenti più intimi, la mia prima volta, scoprire il piacere carnale, i nostri corpi che conoscevamo perfettamente, devo tornare alla realtà sento le guance calde e non voglio arrossire. 

Prendo una matita dalla tracolla in pelle e lego di nuovo i capelli in uno chignon sicuramente scombinato, Liz seduta alle mie spalle mi rimprovera con lo sguardo, per tutta risposta le faccio una linguaccia.

Guido verso casa quando la suoneria mi disturba, è Davis, rispondo e metto il viva voce.

-Kat come stai? Letto l'email?

-Bene bene grazie, ah già scusa ma ero stanchissima ieri, adesso arrivo a casa e do un'occhiata.


"Meow" "Non posso ora Principe sta buono" controllo l'email, apro il file che il ragazzo mi ha inviato, ci sono molti documenti, interviste, foto e articoli, apro questi ultimi e i primi che sfoglio virtualmente sono quelli che mi aveva mostrato in biblioteca, così mi concentro sugli altri.

In tutto ci sono altri dieci articoli su scomparse misteriose a Downfall, l'ultima risale al duemila, tutte nei vicini paraggi del locale,  altre interviste di residenti che lamentavano quanto fosse diventato pericoloso uscire dopo il tramonto, spesso venivano 'disturbati' .

Infatti successivamente alle ripetute accuse, come aveva raccontato Davis, il locale cambiò nome in Hangout e sopratutto cambiò gestione, tutto il gran mistero che avvolgeva quel locale sparì di conseguenza. 


Eppure in recenti interviste, successive al cambio radicale del locale, certi residenti garantiscono che questa sia stata una mossa strategica, l'hangout rimane un luogo frequentato da gente strana, gruppi di giovanotti particolari, si sospettano attività illecite.
È misterioso, non ci sono dubbi che qualcosa non quadra.
Cerco la posizione del locale su Google Maps, Downfall è un quartiere di periferia, malfamato e povero, di conseguenza con un alto tasso di criminalità, il locale si trova nella parte più losca della città, strappo un post-it e segno via e numero civico, spengo il computer e chiamo Davis.

-Okay! Ammetto che c'è del materiale valido, c'è qualcosa di strano e non capisco cosa, la gente in quel quartiere si fa i fatti suoi, non si lamenta mai, rischiano la pelle, per farlo così sfrontatamente vuol dire che ne hanno motivo, ho preso la posizione del locale - Spiego

-La posizione del locale? Ma per cosa?

-Oh su! Sotto c'è davvero qualcosa, non vampiri certamente ma molto probabilmente è collegato a.. oddio cos'era..ah! Ricordi la setta composta da studenti che si credevano vampiri e facevano riti di sangue? - aspetto impaziente una risposta, che arriva in fretta.

-Si ! Erano studenti di Irondale! - Bravo ragazzo!

-Ci volle l'intervento della Talamaska per capire si trattasse di fanatici un po' troppo fumati, la polizia quando si imbatte in queste cose, si spaventasi lascia intimidire da qualche simbolo satanico, persero tempo e morirono due ragazze dissanguate, chissà per quale follia! Non avevano nemmeno sedici anni, mi segui? Voglio capire se c'è una minima possibilità che si tratti di qualcosa del genere, sarebbe l'unica spiegazione del perché tuo padre avesse questi articoli e perché la Talamaska sia coinvolta...ma solo questo materiale, non basta per sapere realmente cosa succede, voglio andare a vedere con i miei occhi.

-Kat non dire stronzate! -Dice con tono severo

-Tranquillo ci tengo alla pelle! Voglio solo informarmi nel quartiere, mi serve soltanto che contatti un residente che spunta in qualche articolo e andiamo a fare una visita.

-Questa storia non mi piace, sai qual è il motto della Talamaksa vero? - sento l'incertezza e la titubanza.

-Tu che ne dici? Noi osserviamo, studiamo, ricerchiamo ma mai interferiamo.

-Esatto, non interferiamo ! -

-Ma noi non facciamo parte della Talamaska, non ancora, ufficialmente!- Spiego 

-Beh, in effetti io no, ancora sarà lunga ma tu, tu hai sangue Stone che scorre nelle vene, sei la Talamaska praticamente!  Appena entrerai fosse per loro ti incoronerebbero!Ti prego, capisci che ti stai ficcando in un gran casino? Se l'università ne è al corrente interverrà per aiutare la polizia, per noi è troppo rischioso.

-Non capisci ? Non c'entra! Il caso di Irondale la Talamaska l'aveva subito chiaro, ma la polizia non li ascoltò, prima c'è tutta una prassi per inserire nell'indagine il parere dell'Università del paranormale Talamaska, cosa dicono ai piani alti ? Abbiamo chiamato i Ghostbusters? Sono ignoranti e tonti, proprio per questo ci sono state delle vittime in passato, potrebbero essercene altre anche questa volta! Magari la Talamaska ha le mani legate e non può ficcare il naso ma noi, sì- sento il respiro del ragazzo farsi pesante, è allarmato, continuo

 -Basterebbe qualche prova e poi anonimamente qualcuno, a caso, manderebbe queste prove sia alla Talamaska che alla polizia, ed è fatta!

- Rimane pericoloso, ancora più di prima- dice dubbioso

È chiaro, non correremo chissà quale rischio, saremo prudenti, il piccolo Davis è spaventato, lo percepisco 

-Non tutto ciò che fa paura è pericoloso.

-Katherine si tratta di Downfall è piena di folli drogati, di criminali!

-Andiamo insieme allora!

- E poi il diavolo tentatore sarei io?

Soffoco una risata e mi affretto a rispondere prima di riattaccare.

- Giovedì prossimo alle sedici ti passo a prendere davanti la biblioteca. 



Chiudo la macchina e attendo il suono elettronico, per sicurezza provo ad aprirla, è chiusa paranoica. 

Sono all'università dell'occulto Talamaska di Covington.

Sono avvolta da una sciarpa grigia, il trench nero in pelle mi protegge come può dal freddo, il tempo si fa instabile, nuvole scure gravide di pioggia coprono la città.

Supero il parcheggio e mi trovo davanti l'entrata imponente dell'università, la struttura gigantesca ricorda lo stile gotico con le sue alte e sottili guglie.

Le scalinate portano al portico ornato da colonne gotiche, tutta la struttura un tempo era bianca ma con il tempo si è trasformata in un grigio morto, che secondo il mio parere la rende più affascinante, sopra la facciata la scritta Università dell'occulto – Talamaska, circondata dall'emblema della mia famiglia.

Entro decisa sapendo che questo è il mio posto nel mondo, il posto dove i miei genitori, i miei nonni e i nostri antenati sono cresciuti e come sempre perdo il fiato. 

Le colonne fanno d'appoggio agli architravi, luce pallida arricchisce l'ambiente rendendolo suggestivo.

I portali in marmo, istoriati in altorilievo mi fanno sentire minuscola, qualcuno mi strattona distrattamente strappandomi dal torpore. 

Arrivo al quarto piano nell'aula magna, la folla ha già riempito le sedie, per fortuna ancora non è cominciato, mi accomodo nel posto assegnato nella prima fila, accanto ad un signore di mezza età che puzza di sigaro.

Mi guarda esitante qualche minuto ma poi cede "Lei deve essere la signorina Stone vero?" chiede con occhi attenti   "Si, sono io" rispondo turbata, datti un tono.  

"Oh che piacere signorina Katherine, non sa che onore poter fare la sua conoscenza, sono Oliver Brown..." comincia a parlare a raffica vantandosi di aver lavorato con i più grandi ricercatori del paranormale, uccidetemi, quando finalmente fa il suo ingresso sul palco Matthew Lockmoon il preside dell'università.

È alto, il fisico spigoloso è fasciato da un completo grigio, come i suoi capelli,  i suoi occhi azzurri spento setacciano la sala, come per richiamare l'attenzione dei presenti, ha la faccia scavata e  labbra tirate, gli zigomi sono così spigolosi da farlo risultare più tetro. 


Si avvicina al microfono "Buonasera Signori e Signore" un pacato applauso si alza in tutta l'aula "Benvenuti all'università dell'occulto Talamaska, oggi un nostro studioso nonché ricercatore e professore di Ufologia, Sir. George Wood, ci presenterà una sua tesi, stipulata dopo un viaggio con un team di ricerca del paranormale in Irlanda. Con i miei più sinceri complimenti al signor Wood diamo inizio al convegno"

Il preside esce di scena facendo entrare George basso e tozzo, i capelli brizzolati sembrano cotonati,  ha il naso storto e un pizzetto, è buffo nell'insieme, non è proprio un bell'uomo ma è una grande mente.

"Buonasera signori e signori, oggi con molto entusiasmo vi introdurrò nelle terre irlandesi,  fulcro della mia tesi, ho fatto scoperte interessanti e vorrei condividerle con voi" si sofferma e accende il proiettore che in un telo bianco fa scorrere immagini.

Distese immense di valli con scogliere ripide, alcune foto mostrano villaggi caratteristici del lungo "Questi sono i posti che ho visitato, incantevoli e pieni di misteri"

Il convegno dura più di un'ora e si è concentrato principalmente su possibili cacce alle streghe, ci furono ritrovamenti di vecchie documentazioni, si parlava di streghe potenti tanto quanto quelle di Salem, di maledizioni e magia nera, varie testimonianze raccontavano di un periodo terrificante per i paesini del nord, è stato, illuminante, fantastico, durante tutto il convegno ho preso appunti.

Mi incammino verso il palco, George ha appena salutato due signore e finalmente mi vede "Katherine! Che piacere vederti qui!" esordisce sorridendo "Non potevo mancare, è stato brillante davvero, le mie più sincere congratulazioni! " "Vedo che ho dissetato la tua curiosità! Mi fa piacere cara" dopo qualche domanda riguardante la tesi ci salutiamo.

Scovo zio Cedric  infondo l'aula, mi guarda sorridente da lontano, mi avvicino facendomi spazio tra la folla e lo saluto, indossa un completo nero. 

"Scusami mi hanno trattenuto e non ho fatto in tempo, com'è andata? Soddisfacente? Che fai adesso?" Il suo viso sembra più sereno, più riposato "Immaginavo, non preoccuparti, è stato fantastico davvero, avresti dovuto esserci,  beh penso che andrò a casa" mi fermo, sentendo bisbigliare voci su voci, sta per succedere. 

"Grazie ancora a più tardi" lo saluto in fretta ma non riesce a rispondermi perché viene assalito dalla folla che si è resa conto di avere davanti niente che meno di Cedric Stone, soffoco una risata, vedendolo un po' nel panico ed esco dall'aula magna.

Il lungo corridoio davanti a me vede ancora qualche ospite intrattenere conversazioni, sto per scendere le scale ma noto una macchinetta del caffè ed io non resisto al caffè.

Prendo il bicchiere e comincio a sorseggiare, vicino il distributore una vetrinetta in legno scuro con dentro riconoscimenti e articoli di giornale, conosco bene ogni millimetro di questo posto così guardo nella direzione della foto della mia famiglia.

I miei nonni sorridenti, mia madre bellissima e con un sorriso luminoso indossa un tubino senape, mio padre paonazzo sorride, le loro mani vicine non si stringono in questa foto a sfondo professionale ma occhi attenti come i miei sanno che, guardando meglio le loro dita si sfiorano dolcemente, nostalgico dolore sta accuccia.

Una signora bionda con un cappotto verde menta si avvicina alla vetrina, mettendosi al mio fianco, sento il suo profumo di magnolia.

"Te l'hanno mai detto che sei uguale a tua madre?"  chiede improvvisamente, la guardo un po' confusa poi annuisco, è assorta mentre guarda la fotografia, finalmente volta il viso e mi osserva sorridendo. 

"Hai i suoi stessi occhi"  constata e il suo sorriso sembra sprofondare nello sconforto.

"Ci conosciamo?" domando, la donna impiega qualche minuto persa nei miei occhi.

 plausibile che non ti ricordi di me, sono Abigail Campbell  insegnavo qui molti anni fa, conoscevo i tuoi genitori, ero molto amica di tua madre all'epoca, erano brave persone, ti ho incontrata la prima volta al funerale e successivamente qui durante qualche convegno, mi rincresce tanto per la tua perdita" dice giocando con un anello "La ringrazio"  è tutto ciò che riesco a dire.

"Quando ti ho visto mi è venuto un colpo, sembravi lei...comunque non voglio rubarti altro tempo è stato un piacere poterti parlare Katherine Stone"  le sorrido, mi da una pacca rassicurante sulla spalla a modi saluto e si allontana.

I miei occhi adesso che la donna è lontana pizzicano un po', vogliosi di potersi sfogare, ma  reprimo decisa le lacrime.
Mi incammino verso le scale e scendo la prima rampa, in contemporanea passano affianco due signori che salgono, stanno parlando, quasi sussurrando, ma quando ci separano pochi centimetri, sento qualcosa che fa bloccare il mio corpo.

"Sanguinem Bibitis, debellare possibili..si ancora quello, fino a ieri in riunione.." è questione di attimi ed improvvisamente faccio inversione di marcia, non sto più scendendo le scale, sto tornando al quarto piano, proprio dietro i due uomini.

Ma cosa diavolo fai ? Pedini due professori della Talamaska? Oh mio dio, è ridicolo ma non riesco a fermarmi, ignoro il rimprovero della mia voce interiore,  li seguo cercando di essere più disinvolta che mai.

Girano per vari corridoi, mi tengo a distanza, devo riuscire a non farmi sentire, fino a quando arriviamo in un corridoio particolarmente isolato, decido di dargli altri secondi di vantaggio, ma si fermano, stop kat!  Mi giro con le spalle all'angolo del muro, assicurandomi di non sporgermi troppo.

La voce rauca, forse di un fumatore, rompe il silenzio "Dicono che ci sono stati nuovi avvistamenti, da anni le cose sono stabili e tranquille, ma adesso si vocifera che cerchino più donatori...automaticamente ci sarà più bisogno di ..." l'uomo improvvisamente si ammutolisce, trattengo il fiato "Aspetta, guarda là" è l'altro a parlare, con voce più alta, giro silenziosamente il volto e scopro la mia spalla in piena vista. Cazzo!

"Ei..tu" parlano a me! Dei passi decisi cominciano a venire nella mia direzione così comincio a correre più veloce che posso per i corridoi, tornando indietro. 

Arrivo alle scale velocemente e spingo sgarbatamente le persone, sento i due uomini alle costole, merda! Sei deficiente Katherine Stone! Le loro voci si fanno più vicine "Ei ferma!" Fà qualcosa.

Decido di far cadere il mio caffè a terra come diversivo, le persone intorno si fermano bruscamente creando scompiglio, questo dovrebbe rallentarli.

Infatti uno dei due scivola sul liquido cadendo, l'altro si  ferma per soccorrere il collega, corro più forte fino al piano terra, mi manca il fiato, corro senza fermarmi.

 Sei fuori, aria fresca, respira, attraverso il parcheggio dell'università, le mie dita frenetiche trovano le chiavi dentro la borsa che rimbalza come un pallone ed ecco il mio bolide, mi fiondo in macchina e parto dando gas.

Devo mantenere i nervi saldi non sono manco usciti dalla struttura, non mi hanno visto in viso, per un pelo!

Arrivo a casa sconvolta, se non c'entra niente con il paranormale il Sanguinem Bibitis, se è solo un posto losco, perché era sulle bocche di quei due professori della Talamaska? E cosa significavano quelle parole?

Non capisco, avvistamenti? Donatori?  Una cosa è sicura, il Sanguinem Bibitis non è un semplice pub di periferia, c'entra qualcosa con la Talamaska ed io scoprirò cosa.








Ciao Wattpadiani! Grazie mille per essere arrivati qui, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, come sempre, perdonate eventuali errori, continuate a seguire la storia, un abbracio!

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