25-Shot
La paura.
La paura è uno dei sentimenti meno razionali, uno di quelli meno spiegabili, un'emozioni difficile da comprendere e da affrontare. L'uomo teme molte cose, teme animali piccoli come i ragni, animali rari come i leoni, soggetti strani come i clown, momenti particolari come le stanze chiuse o le piazze piene di persone.
Per controllare una persona è spesso comodo sapere le sue paure, giocare con esse e manipolarlo, o almeno questo è quello che ho imparato dal Trono di Spade, ma non credo sia giusto.
La paura paralizza le persone, le rende diverse, a volte violente a volte indifese come degli agnelli di fronte al macellaio, la paura si insinua talmente tanto dentro la mente delle persone da renderle fragili come polvere nel vento.
Mi guardo attorno sentendo il mio cuore battere all'impazzata, strano per una ragazza morta, eppure posso giurare di sentire il mio petto esplodere, continuo a cercare sagome, figure, luci ma niente è tutto nero, tutto completamente buio, tutto vuoto.
"Nick?" Chiamo disperatamente l'ombra sperando di poter sentire la sua voce ma niente, mi alzo continuando a girare su me stessa, odio il buio, l'ho sempre odiato, il non sapere cosa si ha attorno mi ha sempre fatto paura, o meglio, mi ha sempre terrorizzato.
"Nick?" Urlo ancora più forte sperando di poterlo vedere, di poter sentire un suo qualche commento scocciato sulla mia voce o semplicemente poter sentire le sue mani e tenerle strette dandomene via di qui, qualunque posto esso sia.
"Nick, aiuto, ti prego" Dico piangendo in un sussurro e mentre chiudo gli occhi sento dei passi che mi fanno voltare in cerca di qualcosa, una sagoma, una persona, un'ombra.
"Nick?" Chiedo preoccupata e prima che possa vedere altro un forte rumore mi spaventa, urlo spaventata nel sentire il rumore di vetri rotti e di qualcos'altro, qualcosa a me familiare, qualcosa di pauroso.
Indietreggio nel buio sentendo le lacrime cadere sulle mie guance nella più totale confusione sento una risata, una risata femminile, una di quelle che ti fa accapponare la pelle.
Conosco quella risata.
Prima che possa sentire altro tutto attorno a me diventa bianco riportandomi alla luce.
"Sulle punte, ancora, dall'inizio e stavolta a ritmo" Batto più volte le palpebre cercando di capire dove io sia, mi guardo attorno notando tanta luce, troppa luce, con gli occhi ancora lucidi e le palpebre pesanti mi guardo attorno vedendo una sala da ballo con un enorme specchio davanti a me, uno specchio che non è in grado di riflettermi.
"Amanda, tesoro" Mi giro riconoscendo quel nome e trovando una ragazza, qualche anno in più di me con un bel tutù color carne e i capelli color cenere, osservo poi i suoi occhi blu puntati su una bambina, osservo la piccola ballerina con il tutù rosa addosso e i capelli scuri legati in una treccia.
"Amanda" Sussurro riconoscendo la sorella di Nick, è uguale al ricordo in cui mi aveva portato, forse qualche anno in più ma ancora piccola, la osservo mentre tiene gli occhi bassi sulle sue scarpette consumate evitando gli occhi della sua maestra e delle sue compagne.
"Amanda, te la senti di provare con noi?" Chiede la ragazza con un sorriso gentile e la bambina non alza neanche la testa prima di scuoterla continuando a guardare nel vuoto, guardo la bambina confusa, non sembra quella del ricordo, non sorride come quando ballava con Nick, non ha più quel luccichio negli occhi, sono spenti.
La bambina lentamente si alza non appena suona una piccola campanella e prendendo il suo borsone si dirige verso l'uscita, curiosa seguo la piccolezza sperando di poter trovare Nick o di capire il perché della mia presenza qui, io non ho pensato a questo posto.
"Neanche oggi?" Chiede una donna non appena vede la bambina, osservo la maestra mentre sospira prima di scuotere la testa.
"Non ne vuole sapere signora Robinson" Risponde la ragazza ed io osservo la donna guardando i suoi capelli nocciola corti ed i suoi occhi stanchi ma con lo stesso taglio di quelli di Nick, sua madre.
"Forse la prossima volta andrà meglio" Suggerisce la maestra con un sorriso confortante e la madre si volta verso Amanda guardandola mentre la attende seduta su una piccola sedia rosa con gli occhi persi nel vuoto.
"Da quando mio figlio non c'è più dubito che le cose andranno meglio di così" Dice la madre abbassando lo sguardo ed io sento una fitta al cuore.
"Si è saputo qualcosa di nuovo?" Chiede poi la maestra e la donna la guarda prima di scuotere la testa.
"No, nessuna notizia, sembra abbia fatto tutto da solo" Risponde la madre di Nick ed io la guardo confusa, da solo? Ma lui ha detto che l'hanno ucciso.
"Spero Amanda ritrovi la voglia di ballare" Dice la ragazza dagli occhi blu come l'oceano e la donna annuisce.
"Lo speriamo tutti"
"Sapevo che saresti stata qui, dolcezza" Dice Nick facendomi alzare la testa di scatto notando i suoi occhi nocciola fissarmi allegri e furbi come al solito, osservo i suoi capelli nocciola accarezzati dal caldo sole del tramonto e la sua sagoma farmi ombra mentre un piccolo sorriso appare sulle mie labbra.
"Cercare una ragazza morta ad un cimitero non è poi un colpo di genio" Rispondo guardandomi attorno nel giardino dall'erba ben tagliata e dalle lapidi grigie e tristi.
"Nel caso la ragazza morta fosse una delle più strane persone al mondo, allora sì, conoscendoti potresti essere stata in una gelateria" Dice lui sorridendomi ed io ridacchio prima di guardare davanti a me, cosa che ho fatto per le precedenti tre ore.
"Eri una bilancia" Dice poi il moro sedendosi accanto a me e guardando la mia lapide leggendo la mia data di nascita, osservo i numeri incisi sopra il marmo bianco prima di annuire ed alzare le spalle.
"Ero una bilancia squilibrata, in genere quelli sotto questo segno sono persone equilibrate, tranquille, in grado di dare buoni consigli e pesare sempre le opzioni in maniera giusta, io invece avevo qualche difetto a capire la strada giusta e le cose che pesavano di più" Dico osservando la lapide, 26/09/98.
"Io sono un ariete" Dice poi lui prima di guardarmi con un sorrisetto furbo sulle labbra.
"Ho sempre saputo che la coppia perfetta è ariete e bilancia, la bilancia con il suo equilibrio riesce sempre a tenere testa al troppo furore dell'ariete, sono due segni perfetti in amicizia e fanno scintille come coppia, ho letto anche che le bilance a letto mostrano il loro lato più selvaggio e sempre secondo i miei studi gli arieti sono i segni più bravi tra le lenzuola.." Inizia ma smette non appena nota il mio sguardo senza emozioni, lo osservo con un sopracciglio alzato prima di scoppiare a ridere.
"Ti sei inventato tutto vero?" Chiedo ridendo e lui sorride prima di scuotere la testa divertito.
"Maggior parte delle cose" Risponde onestamente facendomi scuotere la testa esasperata.
"Dove eri?" Chiedo poi guardando negli occhi il ragazzo il quale ricambia il mio sguardo notando i miei occhi preoccupati e il sorriso morto sulle mie labbra, lo osservo mentre prende un lungo respiro.
"Non sempre posso seguirti nei tuoi ricordi Rebecca" Dice ed io lo guardo confusa prima di abbassare lo sguardo sulla mia lapide e su alcuni fiori lasciati ad appassire da qualcuno.
"Ho visto me e mia sorella litigare, lei piangeva per Calum, si erano da poco lasciati, lei era ubriaca e mi ha detto che nessuno mi volevo che ero un'egoista e che sarebbero stati tutti meglio senza di me" Dico guardando il mio nome inciso proprio davanti a me.
"Mi ha detto che evitavo i problemi, che piuttosto che aiutarla l'avrei ignorata, perché è quello che facevo sempre, ignorarla" Dico prendendo un lungo respiro per poi guardare negli occhi Nick il quale mi sta già guardando, nessun sorriso sulle labbra, nessuno sguardo furbo, niente, solo i suoi occhi puntati nei miei ed il silenzio ad accompagnarci.
"Ha fatto male, tutto è diventato buio, da piccola Mamma di diceva che ogni volta che avevo troppa paura del buio avrei dovuto chiudere gli occhi e pensare a qualcosa di tranquillo qualcosa che mi facesse pensare ad un rifugio, un posto in cui nessuno mi avrebbe fatto del male" Dico e sento lo sguardo di Nick bruciare sulla mia pelle mentre parlo.
"E a che posto hai pensato?" Chiede il ragazzo moro ed io alzo lo sguardo puntando gli occhi su di lui il quale mi guarda attendendo risposta.
"A te" Dico sinceramente facendogli spalancare gli occhi.
Quando ero al buio, in quel posto di certo non normale, un posto situato fuori dal comune mondo mortale ma ancora lontano dal posto dove pensavo finissero le anime, quando ho sentito quel rumore e quella risata ho chiuso gli occhi come spesso mi diceva di fare mamma quando avevo paura e senza che neanche ci pensassi la prima cosa che ho visto chiudendo gli occhi è stata un paio di occhi nocciola ed un sorriso saccente.
"Sei consapevole che non sono un posto oppure è il tuo modo gentile di dirmi che sono talmente grasso da essere considerato un luogo?" Chiede lui spezzando il silenzio e la tensione che avevo creato, sorrido scuotendo la testa prima di guardare divertita Nick notando sulle sue labbra il mio stesso sorriso.
"No, è il mio modo gentile per dirti che per quanto tu sia fastidioso, saccente, sempre ironico, logorroico, stancante, irritante..." Inizio ma lui mi interrompe.
"Non dimenticarti incredibilmente sexy" Dice facendomi l'occhiolino ed io alzo gli occhi al cielo sorridendo.
"Ed incredibilmente sexy e modesto, nonostante tutto ciò, forse nel profondo profondo del mio freddo corpo, forse, un po' ti trovo simpatico e un po' ho sentito la tua mancanza" Dico e lui sorride nel sentire le mie parole.
"Forse, e dico forse, nel profondo del tuo cadaverico corpo, stai cominciando a volermi bene" Dice dandomi un colpetto con la spalla ridendo ed io scuoto la testa immediatamente.
"Non ti allargare Robinson, mi sei mancato solo perché sei l'unico che può vedermi e parlarmi, non crederti speciale" Dico difendendomi ed il ragazzo inclina le labbra in un sorriso furbo.
"Dolcezza, io ti piaccio" Risponde con il suo solito sguardo malizioso ed io sorrido scuotendo la testa.
"No, non credo proprio" Dico divertita ridendo e lui sorride pizzicando il braccio.
"Ho davanti tutta l'eternità per fartelo ammettere" Risponde convinto prima di farmi scoppiare a ridere con uno stupido occhiolino.
Strano.
Se da viva mi avessero detto che in futuro avrei riso sulla mia tomba non ci avrei mai creduto, in realtà non avrei mai creduto neanche di poter conversare tranquillamente con un ragazzo morto.
Ragazzo morto.
Sua mamma e sua sorella... devo dirglielo.
"Nick" Lo richiamo e lui sorride girandosi verso di me ma prima che possa dirgli qualcosa un braccio lo attraversa facendomi spalancare gli occhi, osservo il braccio pallido con alcuni tatuaggi e Nick abbassa lo sguardo sul suo petto trapassato prima di alzare gli occhi al cielo.
"Odio quando questo succede" Dice esasperato spostandosi, alzo lo sguardo notando due occhi verdi chiaro puntati sulla mia lapide, confusa guardo Michael mentre con i capelli colorati coperti da un cappuccio nero si piega verso la mia lapide appoggiando delicatamente dei fiori accanto a quelli leggermente appassiti.
"Hey, ciao" Dice con un piccolo sorriso il ragazzo parlando con la lapide ed io lo guardo in silenzio, sta parlando con me.
"Pensa di ottenere un hey come va da una lapide secondo te?" Chiede Nick con la solita ironia ed io lo guardo male per poi riguardare Michael il quale osserva le rose bianche lasciate accanto alla mia bara.
"Non sapevo bene che fiore portarti, sai non ti ho mai chiesto quale fosse il tuo preferito, a malapena so quale è il tuo colore preferito, ma credo blu, ho chiesto alla signora che me li ha venduti un fiore bello e delicato ma anche cazzuto, un po' come te, mi ha dato una rosa bianca, non banale come quella rossa, con spine pungenti e delicata come il suo colore" Dice sorridendo ed io guardo i fiori accarezzando i petali dolcemente prima di sorridere.
"Sono bellissimi Michael" Sussurro ed il ragazzo dai capelli colorati inspira profondamente.
"Non so bene cosa si dica alle persone morte, di certo non, come stai? Del resto non penso avrei molte risposte giusto?" Chiede ed io rimango in silenzio.
"Mi dispiace Rebecca, mi dispiace davvero tanto" Dice poi sospirando ed io lo osservo mentre i suoi occhi verdi rimangono ancorati alla lapide chiara.
"Non meritavi quello che ho fatto e mi odio, mi odio tanto" Continua ed io cerco di ripensare a cosa si stia riferendo, il litigio quando ho detto che me ne andavo dagli Snake?
"Michael, dobbiamo andare" Urla una ragazza alle sue spalle, alzo lo sguardo notando una bella ragazza vestita anche lei di nero e con la stessa giacca di Michael, la guardo riconoscendola e sospiro, Molly.
Io forse ho introdotto Michael nel gruppo ma sicuramente lei è il motivo per cui lui continua a rimanerci, ho tentato di avvisarlo, quella sera, ma come ben ricordo, non l'ha presa bene.
"Sì arrivo" Dice il ragazzo prima di alzarsi e dirigersi verso la mora la quale gli rivolge un sorriso tenero prima di andarsene con lui verso l'uscita.
"Ti prego no, mi sono seduto da neanche dieci minuti, ti prego no" Dice Nick capendo le mie intenzioni e non appena vede che i miei occhi rimangono puntati sulla coppia il ragazzo sbuffa.
"Questa deve essere la mia punizione per essere stato troppo pigro in vita, non c'è altra spiegazione".
"Sei teso?" Chiede Molly ed io alzo lo sguardo su di lei osservando i suoi occhi truccati di nero mentre osservano Michael il quale con lo sguardo basso sui suoi jeans scuri rimane in silenzio finché le mani della ragazza si posano sulle sue pallide stringendole e accarezzando dolcemente i tatuaggi presenti sulle sue dita.
"Cosa c'è che non va?" Chiede ancora la ragazza e nello stesso momento sento un lamento l mio fianco che mi fa alzare gli occhi al cielo.
"Vuole sapere cosa non va? Bene, piccola dark alternativa di noi altri, se potessi vedermi capiresti che un ragazzo di un metro e ottanta non è fatto per stare rannicchiato in un fottuto baule, ecco cosa non va stupida ribelle" Commenta Nick non troppo entusiasta del posto in cui siamo finiti per poterli seguire.
"Sto bene" Risponde freddo Michael spostando le mani da quelle di Molly per puntare l'attenzione fuori dal finestrino osservando le strade buie e spesso inquietanti di Boston, osservo i due ragazzi seduti nei posti davanti, indossano dei passamontagna verdi scuro, il giacchetta degli Snake e riesco a vedere un pistola nella tasca del ragazzo seduto al posto del passeggero.
"Dove stanno andando?" Chiedo a Nick il quale annoiato li guarda per poi guardarmi come scocciato.
"Fammici pensare, un gruppo di delinquenti con dei passamontagna, armi e vestiti neri deve sicuramente andare a prendere il thé in qualche locale raffinato in periferia, non credi?" Chiede sarcastico ed io lo ignoro guardando Michael il quale con l'espressione vuota continua a guardare fuori dal finestrino.
Il tragitto continua per ancora un paio di isolati finché la macchina si ferma in un parcheggio illuminato da pochi lampioni non troppo funzionanti, mi guardo attorno notando giusto un paio di macchine attorno a noi, vuote e parcheggiate.
Alzo lo sguardo notando un negozio di alimentari di periferia davanti a noi, lo osservo confusa per poi guardare i ragazzi mentre si infilano i passamontagna, Molly si sistema il suo per poi guardare Michael il quale osserva il piccolo market con un'espressione triste sul volto.
"Il capo ha detto che Marshall non paga i suoi debiti da fine Gennaio, andiamo a prenderci quello che ci spetta, se trovate qualcosa di bello prendetelo, se qualcosa non vi piace, divertivi a distruggerlo" Dice quello alla guida ridendo e facendo ridere anche gli altri, tutti ma non Michael.
"Michael, andiamo?" Chiede Molly guardando confusa il ragazzo il quale rimane immobile mentre gli altri scendono dalla vettura, il ragazzo abbassa lo sguardo.
"Lei mi odierebbe" Dice poi ed io lo guardo confusa.
"Lei già ti odiava, odiava tutti noi, ecco perché se ne è andata" Risponde la ragazza ed io la guardo male, sì, ora capisco perché mi stava sul cazzo.
"Non odiava noi, odiava quel che facevamo Molly, ecco perché se ne è andata" Ribatte il ragazzo prima di abbassarsi il passamontagna sul volto.
"Andiamo, abbiamo un lavoro da fare" Dice poi Michael sospirando per poi aprire la portiera e dirigersi verso il market, guardo Molly mentre piega le labbra in un piccolo sorriso nel guardare il ragazzo davanti a sé prima di seguirlo lasciando aperta la portiera della vettura.
"Ricordo una cosa" Dico poi guardando la ragazza senza emozioni e cominciando lentamente a ricordare anche lei e quello che le ho detto.
"Ricordo una volta di aver notato l'interesse che c'era tra Michael e lei, lui passava sempre meno tempo con me per passare tempo con lei, era abitudine che io andassi alla sua finestra bussandogli per chiamarlo quando dovevamo uscire, era una piccola cosa che facevamo noi due, e ricordo un giorno in cui ero sul tetto pronta per bussare quando ho visto Molly, era seduta sul suo letto tranquilla, lui non c'era" Dico ricordandolo come se fosse ieri.
"Bussai facendomi riconoscere e lei mi guardò confusa venendomi ad aprire, mi disse che Michael stava preparando loro la cena ed io le dissi che lui mi aveva promesso che insieme saremmo andati al cinema, c'era uno stupido film di zombie, uno di quelli che piaceva ad entrambi, lei mi disse che quella sera loro avevano altri programmi" Dico fissando nel vuoto ricordando il sorriso della ragazza, un sorriso che mi faceva venire i brividi, non mi era mai piaciuta.
"Le dissi che volevo parlare con Michael, dirgli se potevamo andare dopo la loro cena e lei mi fermò, mi disse che non era il caso, non ricordo tutto della mia vita né dei miei difetti, ma so perfettamente di essere sempre stata una ragazza non troppo in grado di tenere la lingua a freno, infatti le dissi di andarsi a fare fottere, volevo parlare con il mio amico e lei di sicuro con i suoi quaranta chili di acidità non mi avrebbe fermata" Dico sorridendo e Nick sorride con me.
"Perché non voleva che tu lo vedessi?" Chiede lui ed io mi mordo il labbro.
"Perché in quei giorni io stavo decidendo di andarmene, stavo lentamente capendo che gli Snake non erano altro che guai ed una futura fedina penale macchiata da qualche stronzata, volevo andarmene, e volevo che Michael lo facesse con me, io lo avevo tirato dentro, io lo volevo portare fuori e per farlo avevo bisogno di parlargli, di passare del tempo insieme, di raccontargli cosa avevo visto" Dico e Nick mi guarda confuso mentre io prendo un lungo respiro ricordando lentamente.
"Un paio di giorni prima, mentre stavo andando al club degli Snake mi ero fermata nello studio di tatuaggi in cui mi ero fatta la rosa quella volta con Michael, volevo prendere un appuntamento per farmi un tatuaggio, non ricordo quale e non ricordo il perché, ma ricordo che era una delle prime sere in cui uscivo di casa dopo... beh dopo qualunque cosa mi sia successa quella notte con Ashton" Dico confusa ricordando lentamente ma continuando ad avere dei vuoti.
"Quella sera vidi Molly seduta vicino ad un ragazzo, uno degli Snake, mi era capitato di incontrarlo a volte nel club, era un bel ragazzo, aveva un tatuaggio sul collo e degli occhi molto scuri, ricordo di averla vista mentre rideva con lui e ricordo di averla sentita dire che il giorno dopo avrebbe dovuto consegnare un carico di eroina nella zona sud di Boston, quella più controllata dalla polizia e quella più pericolosa di conseguenza per noi" Dico per poi prendere fiato.
"Lui le chiese se avesse paura a fare quella consegna e ricordo di aver avuto un brivido sulla schiena quando lei sorrise divertita come se fosse la domanda più stupida di sempre, ricordo di averla vista alzare gli occhi al cielo per pi guardare il ragazzo e dirgli che al suo fianco avrebbe avuto Michael, lo definì uno stupido ragazzo facilmente manipolabile con un paio di sorrisi e qualche tenero battito di ciglia, e poi disse che nel caso le cose si fossero fatte brutte lui avrebbe preso le sue colpe e lei sarebbe scappata facilmente" Dico per poi guardare Nick il quale ci pensa un attimo prima di parlare.
"Ho fatto bene a chiamarla piccola dark alternativa di noi altri" Dice lui divertito ed io sorrido annuendo.
"Ecco perché quella sera litigai con Michael, ecco perché dissi a lui di venire via con me e di non fidarsi di lei, ecco perché lui mi mandò via, lei sapeva le mie intenzioni e sicuramente si era coperta con qualche grande parola dolce" Dico e Nick annuisce, mi guardo attorno per poi avvertire uno strano brivido sulla schiena e guardare confusa Nick il quale ricambia lo sguardo.
"Cosa c'è?" Chiede lui ed io ripenso al brivido.
"Ho avuto un brivido come quando dovevo fare le cose con gli Snake" Dico e l'ombra mi guarda confusa.
"E perché li avevi?" Chiede confuso ed i abbasso lo sguardo ricordando.
"Perché sentivo che qualcosa sarebbe andato storto" Rispondo per poi sentire uno sparo provenire dal market, un colpo secco e poi il silenzio.
E poi lo sento.
L'urlo di Molly.
L'urlo di Molly mentre dice il nome di Michael.
Hey Everybody
Prima di tutto, ricordatevi sempre, che quando le mie ff sembrano andare per il verso giusto deve per forza succedere qualcosa di brutto a ristabilire l'equilibrio, è un ciclo, non c'è niente da fare.
Secondo, non per vantarmi, anzi sì, è tre giorni che aggiorno, dunque bitch please who's the best wattpad's writer? YES, NOT ME.
Okay, cagate a parte, le cose peggioreranno, specialmente per coloro in vita direi.
Non ho molto da dire però ci tengo molto a condividere la frase di Harry Styles con voi, non so se lo seguite o meno, ma probabilmente saprete di Barcellona e dell'attentato di oggi, non ci sono parole per descrivere lo schifo che provo per queste azioni e non saprei neanche come poter definire una persona che fa questo per fare del male a degli innocenti, mi limito così a trasmettere le parole di Harry, sperando si diffondano anche a coloro che forse si sono dimenticati il valore dell'amore.
We have a choice every single day that we wake up of what you can put into the world, and I ask you to please choose love every single day.
Auguro a tutti una buona vita.
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