Capitolo Undici
La sola cosa sbagliata
dell'essere un ateo,
è che non hai nessuno da invocare durante un orgasmo.
Carroll O'Connor.
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Le luci mattutine del sole illuminano i capelli biondissimi di Draco. L'abito che indossa questa mattina, rende ancora più stupefacente il contrasto tra il tessuto scuro e la pelle candida del viso.
Harry lo scruta da in mezzo alle ciglia, nascosto dietro a un tremolante dolce di melassa colorato.
E' perfettamente consapevole che la scorsa notte ha esagerato. Si è spinto con le parole e con i fatti... oltre il consentito. Ha oltrepassato quella sottilissima linea di riservatezza, che il Serpeverde porta sempre con sè. Eppure la curiosità di comprenderlo meglio, di capirlo seriamente, è stata la minuscola goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Draco è seduto di fronte a lui, perfettamente composto a tavola. Gli avambracci sono appoggiati alla superficie di legno scuro, i gomiti sono bassi, e tra le mani tiene un giornale aperto. Le prime pagine sono tutte occupate dai grandi titoli, in caratteri cubitali, sul "ladro nero dei sogni". Praticamente l'intero mondo magico, è a conoscenza dei loro continui fallimenti.
-Grazie per ieri sera.- Sussurra a tono basso, cercando di non guardare come l'elfo domestico di casa Malfoy, sia passato accanto a lui senza degnarlo di uno sguardo. Ha le braccia esili, piene zeppe di piattini vuoti. I grandi occhi sporgenti si sono soffermati su di lui, solo alcuni istanti. La paura che, come la volta scorsa, il Grifondoro possa dire qualcosa di sconveniente che potrebbe metterlo in difficoltà con il padrone, deve essergli balenata in mente.
-Mi stai ringraziando per la prima volta che ti ho scopato in camera, o per la seconda che l'ho fatto per terra?-
Harry trasale nel sentire il tono rude con cui pone la domanda. Si guarda attorno, spaventato. Non sono da soli, ma la creatura non li sta, fortunatamente, calcolando minimamente.
Un occhio glaciale, sbuca da sopra il quotidiano.
-I miei domestici non vanno in giro a spifferare le mie cose. Sono stati educati in modo esemplare. Sanno benissimo cosa sia la cieca obbedienza... e il silenzio.- Ribatte atono, riportando il viso dietro alle grandi pagine.
L'atmosfera turbata che scende, è quasi peggio delle continue frecciatine acide che è normalmente abituato a ricevere dal Serpeverde. Harry si muove a disagio sulla seggiola.
-Posso farti una domanda?- Prorompe a un tratto.
-Per la barba di Merlino! Tu non sai proprio cosa vuol dire starsene zitto e buono! Sai benissimo che odio le chiacchiere di prima mattina. E nonostante ti abbia lasciato rimanere qui a dormire, e ti conceda di fare anche colazione in casa mia, non mostri la minima riconoscenza. Dimmi, allora! Dai voce a questi tuoi ingabbiabili pensieri, e poi andiamocene al lavoro! Oggi mi hai già irritato abbastanza!-
Harry guarda imbarazzato, alcune volte per terra. Draco è sempre molto pungente nei suoi confronti, ma nonostante questo suo modo ostico, non ha nessuna intenzione di fermarsi ugualmente. Anche a costo di farsi sbattere fuori di casa. Rialza la testa con sguardo deciso.
-Sei gay?-
Un sorrisetto furbo appare sul viso di Draco. Una risatina compiaciuta sgorga spontanea dalla sua gola. Gli occhi brillano di lucente divertimento.
-Da dove ti è venuta questa sorprendente idea, Golden Boy?-
La saliva si blocca in gola al Grifondoro. Le guance prendono fuoco e le dita vanno a stropicciare la cicatrice sulla fronte.
-Ehm, io ho pensato... insomma, che tu... e io... che tu...-
-Per tutti i troll, quanto sei stupido! Come tu abbia fatto a prendere i "Gufo" necessari per diventare un Auror, ancora non lo comprendo. Ovvio che lo sono, no?- Ribatte Draco alzandosi in piedi. Sbatte il giornale sulla tavola, pronto per andarsene.
-E quando te ne sei accorto?- Domanda veloce, balzando in piedi anche lui.
Il Serpeverde si blocca e lo fissa alcuni istanti, serio. Vorrebbe seriamente essere in possesso del potere della legilimanzia, per sapere cosa diavolo stia passando per la mente contorta di questo ragazzo.
-Durante la scuola sono uscito con varie ragazze, che però non mi hanno mai fatto l'effetto che facevano agli altri. Cosa che invece mi è capitato pensando ad... altro.-
-Quindi con me, tutte queste volte, tu non hai usato... qualcosa?-
Lo sguardo schifato di Draco gli attraversa il corpo. Il modo in cui lo sta osservando, lo porta a rabbrividire di paura.
-Intendi se ho usato una formula magica per alzarmi l'uccello? Seriamente mi stai chiedendo se l'ho fatto diventare duro usando la bacchetta?-
Le guance di Harry tornano ad avvampare di disagio. Non sa bene nemmeno lui cosa volesse davvero intendere con quelle domande. Sa soltanto che vorrebbe capire... sapere se avrebbe aiutato anche altri che non fossero stati lui.
E' un pensiero strambo che lascia un pò il tempo che trova, soprattutto perchè non riesce a incastrarlo bene nel contesto in cui sono. La fitta soggezione in cui lo sta mettendo, lo porta a sbuffare stizzito.
-Devo quindi pensare, che io ti sia sempre piaciuto?- Sputa fuori Harry con finta disinvoltura.
Per qualche secondo gli sembra di scorgere in quelle incredibili iridi glaciali, della sorpresa. Ma è questione veramente di attimi, prima che la solita rabbia torni a risplenderci nuovamente.
-Non esagerare adesso, sfregiato.- Gli sibila, fissandolo negli occhi.
Si guardano seri. La scena ricorda straordinariamente quelle dei primi anni, quando i professori li mettevano sempre contro nei combattimenti. Harry non ha mai dimenticato il modo in cui gli batteva forte il cuore ad ogni nuova sfida contro di lui. A pensarci ora, da adulto, alcuni comportamenti gli sembrano prendere significati totalmente differenti.
-Abbiamo terminato il fantastico momento in cui ci apriamo verso l'altra persona? Quanta terapia hai fatto per essere così... insistente?-
Harry incassa le solite parole dure, scrollando le spalle.
-In realtà ne avrei ancora una da farti. E' riferita proprio a ieri sera. Sai, avrei voluto fartela prima che tu mi urlassi contro e mi sbattessi fuori dalla stanza, ancora mezzo nudo...-
-Oh, maledizione! Ma cosa diavolo ti è preso, stamattina? Adesso basta! Ho io invece, una domandina per te. Pensi che quello che abbiamo fatto, ti esoneri dai doveri contrattuali verso di me?-
Il Grifondoro sbatte le ciglia, confuso.
-Beh, non ci avevo ancora pensato. Però potrei dirti che si... penso di si.-
-Sbagliato!- Urla Malfoy con un ghigno malevolo stampato in viso.
-Io non ti mai chiesto di venire da me, come un povero cucciolo abbandonato a sè stesso, e a pregarmi di farti gridare.-
Gli occhi smeraldo si stringono in due fessure rabbiose.
-Non mi sembra, però, che tu ti sia tirato indietro.-
-Non mi sembra, però, che tu non abbia gradito.-
Di nuovo entrambe le iridi brillano di sfida e tensione.
Draco si porta una mano al ciuffo biondo, spostandoselo da davanti agli occhi.
-Visto che stamattina ti stai mettendo d'impegno per rovinarmi la giornata, ti dico subito cosa voglio in cambio come favore. Venerdì sera i miei faranno una festicciola ridotta di un centinaio di persone, nella nostra casa di campagna. Mi hanno detto di portare un ospite. Tu verrai con me.-
Il cuore di Harry inizia a battere forte. Il pugno corre a stringersi la maglietta all'altezza del cuore.
-Con te?- Domanda incredulo.
Stare di fronte al cospetto di Lucius, la persona che più lo ha odiato e che probabilmente lo odia ancora, in mezzo a probabili ex Mangiamorte e Serpeverdi incalliti, non è sicuramente la serata che si sarebbe scelto.
Esamina il viso impassibile del Serpeverde, cercandone una motivazione valida.
-Non pensi che tuo padre potrebbe non esserne molto felice?-
-Oh, ma tu non devi pensare a lui. Piuttosto dovresti preoccuparti di mia madre.-
L'immagine di Narcissa, del sacrificio che ha fatto per salvarlo anche se in funzione del figlio, lo porta ad aggrottare la fronte. L'ultima illazione non gli torna. Gli è sempre sembrata una donna tranquilla e innamorata pazza del proprio figlio.
-Visto che non puoi proprio dirmi di no, abbiamo un appuntamento, Potter. Suvvia, non fare quella faccia sconvolta. Non eri tu che cercavi qualcosa di più?-
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Le teste sono tutte rivolte verso un'enorme lavagna, dove spiccano alcuni ritagli di giornale babbano. Alcuni appunti sono stati aggiunti in una bella calligrafia lineare, fatta con un gessetto di colore rosso. La maggior parte degli Auror presenti al Ministero, sono stati chiamati urgentemente a rapporto. Qualcosa continua a non tornare. Nell'ultimo sogno, l'uomo era risultato essere soltanto l'esca. I maghi oscuri avevano orchestrato una trappola appositamente per loro.
Harry è seduto ritto alla sua scrivania di lavoro. Al suo fianco c'è la solita Hermione. Altri colleghi sono accomodati sparsi per la grande stanza, un pò dove capita. Draco è al lato sinistro di Harry, in piedi. Ha una spalla appoggiata al muro e le braccia sono entrambe incrociate davanti al petto.
-Abbiamo qualcosa di importante da dirvi. La Signorina Granger ha scoperto qualcosa.-
Hermione si schiarisce la gola nel suo solito modo fiero, prima di alzarsi e spostarsi gli ispidi capelli ricci all'indietro. La soddisfazione di essere sempre un passo agli altri, risplende vivida nella voce.
-C'era qualcosa che continuava a tornarmi in mente dopo l'ultima missione che abbiamo concluso. Ci ho pensato, arrovellandomi la testa per tutto il giorno. Poi, all'improvviso, sono giunta a una conclusione. Ogni volta che entriamo dentro ai sogni, soltanto una persona di noi tre, viene presa di mira.-
Un silenzio tetro scende nella stanza. Harry sospira piano, stringendosi le spalle. In questo momento vorrebbe soltanto smaterializzarsi in un posto lontanissimo da dov'è ora. Percepisce le iridi marroni dell'amica addosso, ancora prima di sentirsi chiamare.
-Harry, qualcuno ti conosce e ce l'ha con te.-
Un leggero raschiare di gola, anticipa la domanda da parte di una ragazza con lunghi capelli castani.
-Granger, sei sicura di quello che stai dicendo?-
-Non ne sono solo sicura, ne sono convintissima. La prima volta che siamo stati in un sogno, l'ha colpito un incantesimo. E' stato strano, e ci ha presi allo sprovvista. Abbiamo pensato che fosse stata una casualità, ma stranamente questa cosa, porta Harry a stare sempre più male ogni volta che ci rientriamo. A mente fredda potrei quasi direi che è stato un attacco per non farlo più ritornare.-
Non lo fa solo stare peggio, ma lo obbliga anche a farsi aiutare da Draco, pensa Harry.La riflessione, lo porta inconsapevolmente a voltarsi verso la figura del Serpeverde. Draco lo sta già fissando, ma non lo vede. Ha la pupilla spenta e lontana, persa in un altro mondo.
-E l'ultima volta quei bolidi, miravano soltanto a lui.-
Il capo del Ministero degli Auror, interroga Draco con lo sguardo.
-Malfoy, mi confermi quello che sta dicendo?-
-Te lo confermo. - Asserisce serio il ragazzo, stringendo i pugni. Volta la testa nuovamente verso i ritagli, scrutandoli assorto. La linea irrigidita della mascella mostra il fastidio che sta provando.
-Penso allora che sia meglio che venga rimosso dal caso.-
Harry non risponde. Si è perso a guardare il profilo severo di Draco. E' pensieroso e silenzioso, troppo... distante. Che sia colpa di quello che stanno scoprendo o per quello che gli ha detto lui, ieri?
-Harry...- Lo richiama Hermione afferrandolo dalla spalla.
-Ehy, ci sei?-
Il Grifondoro si riscuote. Ruota il viso accorgendosi dei visi interrogativi degli altri Auror rivolti verso di lui. Tossisce piano, nascondendo il malessere dietro ad una finta aria sicura.
-Scusatemi, stavo pensando al caso. Puoi ripetere le ultime cose che avete detto?-
-Ti abbiamo suggerito che sarebbe il caso, che tu non entrassi più nei sogni.-
Il corpo si alza dalla seggiola in un attimo e le mani sbattono sulla scrivania.
-Assolutamente no! Io voglio combattere!- Prorompe a voce alta.
-Sono perfettamente in grado di farlo. Loro vogliono me? Non mi tirerò sicuramente indietro! E nel caso avessi bisogno di una mano, c'è sempre chi può farlo.-
Gli occhi smeraldini corrono nuovamente verso Draco, che alza un sopracciglio producendosi in una smorfia disgustata.
Hermione stringe le labbra stizzita. Questo loro continuo segreto gioco di sguardi, la sta facendo alquanto imbestialire.
-Va bene. Allora aspettiamo il prossimo, e nel frattempo cerchiamo altre tracce.-
La ragazza attende pazientemente che tutti gli altri Auror si disperdano, prima di tirare Harry per un braccio verso di lei. Ci si avvicina, puntandogli il dito indice contro.
-Adesso basta, ora mi spieghi esattamente cosa sta succedendo! Sono stufa di aspettarti! Tu e l'oscuro Serpeverde platinato, sapete per caso qualcosa che io non so? Avete trovato indizi che non volete rivelare?-
Harry sospira piano. Rimandare l'inevitabile oramai è impossibile. E dirglielo in un modo accettabile, pure.
-Sto andando a letto con Malfoy.-
La bocca si spalanca all'istante. Una palpebra gli prende a vibrare nervosa.
-Oh, porca Umbridge! Harry, dimmi per favore, che mi stai prendendo in giro!-
-La storia è lunga e ricca di particolari scabrosi che tu vorrai sicuramente sapere. Oltretutto, non penso che sia proprio il caso di parlarne qui. Posso venire a cena da voi, stasera?-
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Scusate il ritardo, ma finalmente sono tornata!
Quindi, evviva!!!!
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